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Il nostro amore per la natura e l'ambiente ci ha sempre portato ad esplorare e valorizzare anche e soprattutto le piccole cose intorno a noi, che solitamente passano inosservate proprio perch o le vediamo sempre e quindi ci diventano consuete tanto da non osservarle pi con occhio critico, o perch non le consideriamo affatto, volti ad organizzare viaggi in terre pi o meno lontane, nella speranza di scoprire un mondo completamente diverso dal nostro. Ma questo nostro mondo di tutti i giorni lo conosciamo veramente? Conosciamo le piante che lo caratterizzano, gli animali che lo frequentano,la sua storia, o meglio ancora, sappiamo degli interventi antropici, presenti e futuri, che vi pesano sopra? Nella maggioranza dei casi tutti questi aspetti ci sono sconosciuti, e perci siamo spesso incapaci di giudicare l'opportunit di un intervento rispetto ad un altro. Siamo fermamente convinti che per conservare bisogna prima di tutto conoscere, e questa nostra piccola indagine vuol proprio contribuire a questo scopo, alla conoscenza di un territorio (quello pratese) troppo spesso sottovalutato. Impiegando solo una piccola parte del nostro tempo ad osservare e conoscere la natura, potremmo rendere pi giusto ed equilibrato il rapporto uomo-ambiente, cos importante su scala mondiale, ma che inizia nei dintorni della propria casa. Questo piccolo lavoro, frutto di ricerche nei ritagli di tempo nell'arco di un anno, assolutamente incompleto per quello che riguarda la flora e la fauna, e tanto ancora ci sarebbe da studiare, ma anche cos com' basta a farci capire l'importanza naturalistica dell'ecosistema considerato. Vorremmo ricordare che questa ricerca rientra nell'ambito dell'attivit svolta dal WWF area pratese volta a conoscere e conservare gli ambienti naturali presenti nel nostro territorio.
L'area presa in considerazione situata tra i monti della Calvana e il torrente Marina di Calenzano, nel comune di Calenzano (FI). Il riferimento cartografico IGM il foglio 106 IV S.E. Prato. Travalle una piccola borgata medioevale costituita da una chiesetta, una villa padronale e case rurali. Essa, tuttora abitata da pochi residenti, si trova immersa in mezzo a campi coltivati alla base delle pendici orientali del complesso montuoso della Calvana. Travalle si trova alla confluenza degli impluvi che scendono da una sorta di anfiteatro formato da Poggio Bartoli (478 m), Poggio Pianerottolo (521 m), Poggio Camerella (533 m) e Poggio Farneto (212 m). Pi in alto troviamo La Retaia (768 m), Poggio Cocolla (807 m), Monte Cantagrilli (818 m). Il nostro studio si rivolge in particolare ad un'area campione nei pressi del Podere Castellaccio, che riassume tutte le caratteristiche di questo particolare ambiente. Le vie di accesso sono due: una dal Ponte alla Marina, e l'altra da Prato seguendo la strada per Sesto Fiorentino e deviando in localit La Querce.
Il substrato litologico di fondamentale importanza sia per l'aspetto morfologico, sia per la caratterizzazione della vegetazione e conseguentemente della componente faunistica. La parte nord-nord est, facendo riferimento a Travalle, formata in parte dal complesso indifferenziato, riferibile al Cretaceo superiore e all'Eocene, costituito da argilloscisti talora variegati e da calcari marnosi verdi o grigi, arenarie fini quarzoso-calcaree, calcari silicei, calcareniti, brecciole e diaspri, e in parte dalla formazione del Pietraforte, composta da arenarie torbiditiche quarzoso-calcaree, talora con lenti di minute puddinghe, argilloscisti e argilloscisti siltosi, riferibili al Cretaceo superiore. La formazione dell'Alberese, risalente all'Eocene, caratterizza il complesso della Calvana e dei poggi circostanti Travalle; composta da calcari marnosi a frattura concoide di colore che varia dal bianco al grigio giallastro,mescolati ad argille, argilloscisti, e arenarie calcarifere.
I tipi di uso del suolo nell'area esaminata sono cinque (vedere cartina):
1) aree coltivate. Occupano un'area pianeggiante, compresa tra il paese di Travalle e il Podere Castellaccio; il substrato geologico riferibile ai depositi quaternari recenti. Le aree collinari sono coltivate a olivi, con la tipica disposizione a terrazzi. Le aree pianeggianti vengono oggi utilizzate in modo estensivo sfruttando il tradizionale metodo di rotazione delle colture; infatti vengono alternativamente coltivati grano e girasole, con rimineralizzazione tramite la semina di leguminose (erba medica). In tutta l'area sono presenti ancora numerosi filari misti, testimonianza delle passate colture promiscue di vite maritata all'acero, olivo e varie piante da frutto. Questo tipo di agricoltura favorisce notevolmente la presenza di diverse entit biologiche, offrendo luoghi di rifugio a innumerevoli specie di uccelli e insetti. Il suolo si presenta ancora in buone condizioni ecologiche, da una parte favorito dal non uso di diserbanti e antiparassitari di sintesi, dall'altra dall'utilizzazione di concime naturale prodotto nelle locali.g. stalle. Da testimonianze raccolte si evidenzia che l'unico prodotto utilizzato il verderame (solfato di rame con aggiunta di zolfo), irrorato periodicamente dagli agricoltori sulla vite e sugli olivi. Una piccola parte di terreno utilizzato per la coltivazione degli ortaggi consumati dalle stesse famiglie di contadini.
2) Aree adibite a pascolo. Dietro podere Castellaccio una porzione di suolo forestale adibita a pascolo. La copertura arborea di queste superfici si presenta assai rada; ci permette, specialmente nel periodo primaverile, lo sviluppo di erbe per il pascolo di capi ovini e bovini;
3) Macchie. Aree degradate si riscontrano con una certa frequenza in prossimit del podere Castellaccio. Il degrado del manto forestale da imputarsi al taglio eccessivo, al pascolo e agli incendi che nel corso dei secoli si sono alternati su queste aree. In esse infatti, a causa delle riferite azioni antropiche, non si riscontra pi la vegetazione originale formata dal bosco di querce caducifoglie, bens da una vegetazione pioniera di sostituzione che ecologicamente porta, attraverso una evoluzione naturale, alla ricostituzione del bosco. le piante pi appariscenti sono la Ginestra di Spagna, il Biancospino, la Sanguinella, il Rovo e molti altri arbusti.
4) Aree boschive. Le colline attorno alle aree coltivate presentano una continua copertura arborea. Ci troviamo di fronte a un bosco non maturo, costituito da individui di dimensioni medio-piccole condizionati da tagli e da ripetuti incendi. Dove la densità è elevata il sottobosco si compone di specie sciafile(Specie adattate a condizioni particolari) come l'Edera e il Pungitopo. Nelle frequenti radure il sottobosco erbaceo si presenta rigoglioso, composto da numerose specie che in primavera, alla fioritura, conferiscono una vivace nota di colore all'ambiente. Tra le piante pi frequenti si annoverano numerose Composite, Cariofillacee e Graminacee associate a gioielli botanici come le Orchidee, che pur non essendo appariscenti come quelle tropicali, costituiscono sempre un elemento di attenzione, sia per la particolare forma del fiore, sia per il loro importante ruolo di indicatori ambientali. Le due tipologie boschive principali si differenziano per l'abbondanza da un lato del Cipresso e dall'altro lato delle querce, accompagnati da una nutrita schiera di specie legnose tipicamente mediterranee come l'Alterno, il Laurotino, il Leccio, l'Alloro, ecc., che costitiuscono la base essenziale per una fauna ben diversificata, che vi trova cibo, rifugio e luoghi adatti alla riproduzione.
5) Ambienti umidi. Rio Camerella il principale fiume che scorre nell'area esaminata. Alla sorgente si formano piccoli stagni con la tipica vegetazione igrofila(Specie che vive in suoli ricchi d'acqua), grazie alla presenza continua di acqua, anche durante i periodi più aridi dell'anno. Questa vegetazione si compone di specie essenzialmente acquatiche, come il Muschio acquatico e la Lenticchia d'acqua, e di specie pi o meno strettamente legate a suoli saturi d'acqua. Gli interventi da parte dell'uomo sono limitati al taglio del canneto che si spinge al margine dei campi coltivati.
Con questo termine si intende comunemente una veduta panoramica, cio il percepire un tratto di superficie terrestre con lo sguardo. In una seconda fase l'idea di paesaggio non più legata ad una determinata visione, ma associa e lega vari elementi caratteristici (antropici, geomorfologici, vegetazionali, ecc.) costruendo determinate tipologie. Il paesaggio dell'area di Travalle è formato da colline con pendii piuttosto ripidi, ma con altezze modeste e cime arrotondate che favoriscono l'insediamento d'altura. Intercalate alle colline sono presenti numerose conche pianeggianti di natura alluvionale. Sulle colline sono presenti boschi di querce e latifoglie decidue, elementi della macchia mediterranea e cipressi. I pendii pi dolci sono sistemati in ripiani leggermente inclinati per la coltivazione dell'ulivo, disposto in filari non fitti. le conche sono coltivate con le tipiche piante mediterranee: vite e frumento, alternate a rimineralizzanti foraggere. I filari delle viti sono intercalati ad aceri bassi, riquadrando i campi coltivati in un reticolo abbastanza regolare. L'antropizzazione ben evidente: la popolazione contadina vive sparsa in singole case sul relativo podere, alcune volte raggruppate in un edificio pi grande, che riunisce numerosi terreni. La posizione delle fattorie dominante sulle conche, situate su ripiani soleggiati ed aperti. Pur essendo un ambiente manipolato dall'uomo, presenta una notevole armonia, concretizzata nel giusto equilibrio tra lo sfruttamento delle risorse naturali e integrit delle stesse. L'uomo non interviene drasticamente alterando l'ambiente, ma convive con esso, conservando determinate caratteristiche ecologiche, tra cui le quali la pi importante la variabilit biologica. Qui non esiste la monocultura, ma si privilegiano i piccoli appezzamenti intercalati da siepi, filari e muri a secco, riducendo al minimo l'uso di macchine agricole e mantenendo il tradizionale aratro trainato dai buoi. La fusione di pregiati elementi naturali, basso impatto ambientale e mantenimento di antiche tradizioni contadine garantisce la sopravvivenza di un paesaggio sempre pi raro nei nostri luoghi.
I luoghi attorno a Travalle esprimono un'armonia che rapisce subito il visitatore, frutto di un buon rapporto tra uomo e natura, di una corretta impostazione dell'inevitabile sfruttamento, che per rimane legato alle leggi naturali senza sovrastarle o sconvolgerle. L'ambiente ha conservato la sua variabilit, con campi coltivati, boschi misti, zone umide, permettendo la sopravvivenza di innumerevoli specie vegetali e animali. La zona su cui abbiamo concentrato le nostre ricerche è compresa tra Podere Castellaccio, la confluenza di Rio Camerella con Fosso Ulivello, e Podere Fornello. Il nostro lavoro stato organizzato per analizzare la ricchezza floristica e faunistica dal punto di vista qualitativo, tralasciando quello quantitativo, assai importante in una indagine ecologica, ma che in questo caso secondario, visto che l'intento quello di far conoscere il territorio su cui viviamo e di far capire l'importanza di un'area non ancora eccessivamente sfruttata, che possa servire per guidare e ottimizzare futuri interventi antropici. Le nostre indagini sono iniziate nel settembre 1990, con in media tre escursioni al mese, e si sono concluse nell'ottobre 1991 con la stesura di questo lavoro. Il criterio che abbiamo seguito stato quello del minimo disturbo all'ambiente, cercando cioè di prelevare piante e animali solo nei casi necessari. Per l'identificazione delle varie specie presenti abbiamo utilizzato pi possibilit come la raccolta indiretta di informazioni degli escrementi per quel che riguarda i Mammiferi oppure la cattura con retino degli Insetti, degli Anfibi o dei Crostacei presenti nelle acque. Per una corretta interpretazione delle caratteristiche vegetali dell'area in esame, occorre prima di tutto conoscere il tipo di clima presente. I dati utilizzati sono quelli relativi alla citt di Prato di cui abbiamo registrazioni compiute nell'arco temporale che va dal 1926 al 1955, che pur influenzati da una molteplicit di fattori antropici, sono gli unici validi. Per capire il tipo di clima abbiamo scelto il diagramma di Bagnouls-Gaussen, dove in ordinate sono poste le precipitazioni e le temperature medie, e in ascisse i dodici mesi dell'anno.
Osservando il grafico ci accorgiamo subito che nei mesi estivi la linea delle precipitazione scende sotto quella delle temperature, evidenziando un periodo di aridit tipico dei climi mediterranei. Questa tipologia climatica ha una fondamentale influenza sulla copertura vegetale, determinando la composizione floristica favorendo specie tipicamente termofile resistenti all'aridità estiva, come ad esempio l'Alaterno e la Roverella, diffuse sui pendii assolati e rocciosi. Dove il suolo arido è più profondo i cipressi mostrano il loro splendido portamento, fornendo un gradevole contrasto cromatico, in particolare durante i mesi invernali. Gli olivi, ora inglobati nella densa boscaglia, sono a testimonianza della mitezza del clima, che favorisce la coltivazione di queste longeve piante. Tra le radure del bosco si possono osservare, nel periodo primaverile-estivo, stupendi gioielli botanici, come le orchidee selvatiche; possiamo ricordare l'Anacantide oppure l'Orchidea maggiore, dalla coloratissima infiorescenza, o lo strano barbone, i cui fiori hanno un lunghissimo labello(Tepalo modificato caratteristico delle orchidee) increspato, che ricorda appunto una barba incolta. Se capita di confondere uno di questi fiori con un imenottero, ci siamo sicuramente imbattuti in una Ofride apifera, con il suo incredibile mimetismo, atto ad ingannare insetti pronubi(Insetti impollinatori) per un personale guadagno nell'impollinazione. Alla base dell'impluvio, dove la mediterraneità del clima è smorzata dalla maggiore umidit accumulata nel suolo, la Roverella viene sostituita da una quercia pi mesofila(Specie che vive in condizioni di temperatura e umidità intermedie) e meno resistente all'aridità come il Cerro, accompagnato da Olmi e Aceri campestri, sostituiti nelle vicinanze della risorgiva da specie igrofile come Salici bianchi e Ontani. Ai margini della risorgiva, su di un suolo completamente intriso di acqua, si sviluppa una caratteristica flora igrofila, composta da Carici, Giunchi, Crescione, e in particolare un piccolo muschio, Fontinalis antypiretica, che copre fittamente le rocce sulle quali scorre acqua fresca e limpida. Nei campi coltivati compressi tra Rio Camerella e le pendici della Calvana una ricca flora "infestante" d un tocco di colore alle messi. Qui vi fioriscono interessanti specie, purtroppo sempre pi rare in Italia a causa del massiccio uso di diserbanti, come l'Adonide, la Damigella o la Speronella, al centro di una campagna di protezione promossa dal WWF Italia. Lungo i sentieri delimitati da caratteristici muri a secco possiamo osservare un gran numero di piante ruderali dai mille colori e dalle forme bizzarre, intente a richiamare gli insetti pronubi per l'impollinazione. Possiamo osservare piccole crassulacee come i Sedum o l'Ombelico di Venere in continua lotta per il risparmio idrico. Molte Crucifere e Composite come la Hyoseris e il Senecione occupano le piccole fessure tra i sassi alla ricerca di un velo di humus da dove estrarre le sostanze minerali per la crescita; qui convivono con i nidi delle piccole cince che al coperto dell'Edera corrono avanti e indietro per sfamare i nidiacei. In questa grande varietà di ambienti è possibile ammirare un notevole numero di uccelli intenti a cercare un luogo ideale per la riproduzione; le Rondini e i Balestrucci costruiscono i nidi sotto i cornicioni dei vecchi poderi, volando alla ricerca di cibo sui vasti campi coltivati. L'Upupa con la sua cresta erettile si aggira in tutta l'area alla ricerca di cibo nelle fessure dei muri. Nelle zone cespugliose e aperte è possibile osservare un nervoso uccellino, il Saltimpalo, intento a delimitare il suo territorio di azione. Nel bosco con un poco di fortuna è possibile osservare il bel Picchio Verde o piccoli uccelli silvicoli come la Capinera e l'Occhiocotto, che scendono alla ricerca di insetti fino ai campi coltivati attorno ai poderi. Il fragoroso avvertimento della Ghiandaia anticipa il nostro avvicinarsi allarmando tutti gli animali del bosco di questa presenza poco gradita. I Merli e i Pettirossi si avvicinano senza paura ai poderi dove è possibile ascoltare, sulle cime degli alberi, il tintillante canto del Verzellino. Nel limpido cielo si possono osservare le sagome dei Gheppi, piccoli falchi che si nutrono di topi, lucertole e insetti. Sulle pendici della Calvana è possibile vedere Poiane alla continua ricerca di prede, come piccoli passeriformi e ratti. Al calar della sera nei boschi attorno ai poderi si ode il ripetitivo canto della Civetta, o pi raramente del piccolo Assiolo. Nelle zone pi aride e soleggiate stupendi Ramarri si prostrano al sole intenti alla termoregolazione; le polimorfe lucertole come la Muraiola o la Campestre fanno capolino tra le rocce nelle schiarite del bosco o nei pressi delle zone umide, aspettando un succoso pasto a base di insetti o addirittura di giovani lucertole, mostrando uno sviluppato cannibalismo. L'Orbettino, da molti confuso con i serpenti, è un parente delle lucertole che è possibile osservare nei prati e nelle zone più fresche alla ricerca di lombrichi e lumache, di cui è un selettivo predatore. I serpenti non sono facili da osservare, ma con un poco di impegno è possibile trovare qualche stupendo esemplare di Vipera nelle zone soleggiate alla ricerca di piccoli roditori; il Biacco si aggira nella foresta e lungo i fossi pi freschi, catturando altri piccoli serpenti e ratti presenti attorno ai poderi. Ma la zona umida è il punto fondamentale su cui ruota tutta la fauna dei boschi e dei prati. Le sorgenti di Rio Camerella sono due, diramate in rivoli e appozzamenti vari che determinano perci, a secondo della posizione, acque che scorrono pi o meno lentamente, fino ad arrivare alla formazione del piccolo Rio Camerella, a veloce scorrimento. Sono particolari perch l'acqua si appozza e forma dei piccoli stagni, poco profondi e di piccole dimensioni, nei quali l'acqua scorre debolmente, consentendo perci un lento ma continuo ricambio e conseguente ossigenazione. Questo tipo di ambiente riunisce perci due caratteristiche molto importanti per un habitat acquatico: acque lente per quegli animali che devono deporre uova come Anfibi e molte specie di Insetti, e per coloro che vi trascorrono tutta la vita come Anfipodi e Isopodi; ma al tempo stesso ci sono ossigenazione e ricambio idrico, tipico delle acque correnti, determinando cos un ambiente estremamente vantaggioso per la vita di moltissime specie animali. Nelle acque pi calme troviamo il Tritone Punteggiato, che il più terragnolo fra tutti i tritoni europei, ma che qui troviamo tutto l'anno in acqua, a causa della temperatura che anche in pieno inverno non scende sotto i 10oC. Si nutre di invertebrati di piccole dimensioni in relazione alla sua taglia. Il periodo riproduttivo inizia a marzo, e sia gli adulti, sia le uova e le larve sono alimento assai ricercato dalla Biscia dal collare, soprattutto dagli individui giovani, che sono facilmente osservabili mentre cacciano in acqua nel periodo primaverile. Ma la Biscia non disdegna le altre specie di Anfibi presenti, che per si trovano in acqua per lo pi nel periodo riproduttivo, come le Rane verdi, il Rospo comune, la Rana agile, una rana rossa dai colori delicati che vive di solito lontano dall'acqua, in prati o boschi. Nascosti tra le piante acquatiche o sul fondo fangoso possiamo trovarvi una moltitudine di invertebrati; i pi diffusi e adattabili sono gli Anfipodi, un ordine di Crostacei di piccole dimensioni (raggiungono a malapena il centimetro di lunghezza) che setacciano continuamente il fondo alla ricerca di qualsiasi materiale organico, sia esso vegetale o animale. Altri piccoli Crostacei sono gli Isopodi, con il corpo compresso dorso ventralmente, anch'essi detritivori, ma assai pi delicati e sensibili riguardo ai cambiamenti del loro ambiente e alla concorrenza esercitata dagli Anfipodi; preferiscono stare sulla vegetazione acquatica che non sui fondi fangosi. Questi due tipi di Crostacei sono assai predati non solo dagli Anfibi, ma anche dalle ninfe di Libellula che vivono nell'acqua anche due o tre anni prima di trasformarsi nell'insetto adulto. Ma la lista dei predatori non finisce qui: ci sono le larve del Ditisco marginato, grosso Coleottero acquatico, lungo anche 3,5 centimetri, che arrivano a cacciare anche piccoli pesci o larve di Anfibi; le larve dell'Idrofilo con ecologia simile a quella del Ditisco, ma l'insetto adulto, a differenza di quest'ultimo, non è un predatore, nutrendosi di vegetali. Un altro temibile carnivoro è lo Scorpione d'acqua, insetto acquatico con il primo paio di zampe simili alle chele dello scorpione (da cui il nome), che ha colorazione mimetica e vive sprofondato nel fango, in attesa delle sue prede. Con un po' di fortuna è possibile vedere il Granchio dei fiumi nascosto sotto i sassi o tra la vegetazione acquatica. Il fango nasconde poi una moltitudine di larve di Effimera, Plecotteri, Tricotteri, Sirfidi(Famiflia di Ditteri caratterizzata da un mimetismo verso gli imeonotteri), importantissimi per l'ecologia di questo ambiente. Sulla superficie delle risorgive dove l'acqua è calma, è possibile vedere altri insetti predatori come la Notonetta, riconoscibile perch nuota con la parte dorsale rivolta verso il fondo, il Gerride e l'Idrometra, abili pattinatori sulla pellicola acquatica, il Girino (Gyrinus natator L.) piccolo Coleottero dai colori metallici in continuo movimento circolare. Pi avanti le acque divengono correnti, formando appunto il Rio Camerella, luogo adatto anche alla presenza di pesci data la maggiore profondit;infatti possiamo trovarvi il Leucisco rosso, Ciprinide comune nelle acque pulite e con corrente moderata. Queste risorgive, oltre a tutto ciò, servono anche come importante punto di abbeverata per numerosissimi animali del bosco, come Uccelli e Mammiferi; quest'ultimi specialmente di notte si spingono sulle rive, dove spesso lasciano tracce della loro presenza. Anche gli insetti sono attirati in questo tipo di ambiente oltre che per l'acqua, anche per le numerose piante in fiore che vivono in queste zone umide. Possiamo vedere molti insetti pronubi come Api, Bombi, Sirfidi, Farfalle e i loro predatori, come Vespe, Libellule, Ragni e Lucertole. Tutti gli animali che abbiamo citato non sono facilmente visibili ad un primo sguardo, poichè la maggior parte di loro vivono nascosti o sono di piccole dimensioni, ma dobbiamo ricordarci che sono estremamente importanti nell'economia dell'ecosistema acquatico, e che molte specie sono sempre pi rare e rischiano di scomparire senza che noi ce ne accorgiamo. Questo sguardo generale alla flora e alla fauna ci presenta un ambiente ricco e diversificato, risultante dall'integrazione di pi componenti ambientali: il complesso calcareo dei Monti della Calvana; le risorgive, cos difficili da trovare su questo tipo di rocce; le aree ruderali rifugio di molte specie vegetali, e, fatto rilevante, un'ambiente agricolo poco aggredito dalla mano dell'uomo.
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