TOSCA

Act III: Castel Sant'Angelo

ATTO TERZO


Scena Prima

(La piattaforma di Castel Sant'Angelo. A
sinistra, una casamatta: vi è collocata una
avola, sulla quale stanno una lampada, un
grosso registro e l'occorrente per scrivere:
una  panca, una sedia. Su di una parete della
casamatta un crocifisso: davanti a questo 
è appesa un lampada. A destra, L'apertura
di una piccola scala per la quale si ascende
alla piattafrma. Nel fondo il Vaticano e San
Pietro. E ancora notte. Cielo sereno,
scintillante di stelle. Si odono, lontano, la
campanelle di un armento e la voce d'un
pastore)

LA VOCE DI UN PASTORE 
Io de' sospiri. 
Ve ne rimanno tanti 
Pe' quante foje 
Ne smoveno li venti. 
Tu me disprezzi. 
Io me ci accoro, 
lampena d'oro 
Me fai morir! 

(poco a poco si vede a luce incerta 
e grigia che precede l'alba: le campane 
delle chiese suonano mattutino 
Un Carceriere con una lanterna sale 
dalla scala, va alla casamatta e vi accende 
la lampada sospesa davanti al crocifisso, 
poi quella sulla tavola. Poi va in fondo alla 
piattaforma e guarda giù nel cortile sotto
stante per vedere se giunge il picchetto dei 
soldati, col condannato. Si incontra con
una sentinella che percorre tutt'all'intorno
la piattaforma e scambiate colla stessa 
alcune parole, ritorna alla casamatta, 
siede ed aspetta mezzo assonnato. Più 
tardi un picchetto, comandato da un
Sergente di guardia, sale sulla piattaforma
accompagnando Cavaradossi: il picchetto si
arresta e il Sergente conduce Cavaradossi
nella casamatta, Alla vista del sergente il
carceriere s'alza salutandolo; il sergente
consegna un foglio al carceriere;. questi
esamina il foglio, apre il registro e vi 
scrive mentre interroga:) 

Scena Seconda.

CARCERIERE 
Mario Cavaradossi?

(Cavaradossi china il capo, assentendo. 
Il Carceriere porge la penna al Sergente) 

A voi. 

(Il Sergente firma il registro, poi 
parte coi soldati, scendendo per 
la scala) 

(A Cavaradossi)

Vi resta un'ora... 
Un sacerdote i vostri cenni attende. 

CAVARADOSSI 
No! Ma un'ultima grazia io vi richiedo... 

CARCERIERE 
Se posso... 

CAVARADOSSI 
Io lascio al mondo 
una persona cara. Consentite 
ch'io le scriva un sol motto. 

(togliendosi dal dito un anello) 

Unico resto 
di mia ricchezza è questo anel!... 
Se promettete di consegnarle 
il mio ultimo addio, 
esso è vostro... 

CARCERIERE 
(tituba un poco, poi accetta e facendo 
cenno a Cavaradossi di sedere alla
tavola, va a sedere sulla panca) 
Scrivete... 

CAVARADOSSI 
(rimane alquanto pensieroso, quindi 
si mette a scrivere... ma dopo tracciate 
alcune linee è invaso dalle rimembranze, 
e si arresta dallo scrivere) 
(pensando) 
E lucevan le stelle... 
ed olezzava la terra... 
stridea l'uscio dell'orto... 
e un passo sfiorava la rena... 
Entrava ella, fragrante, 
mi cadea fra le braccia... 
Oh! dolci baci, o languide carezze, 
mentr'io fremente 
le belle forme disciogliea dai veli! 
Svanì per sempre 
il sogno mio d'amore... 
L'ora è fuggita... 
E muoio disperato! 
E non ho amato mai tanto la vita!... 

(scoppia in singhiozzi, coprendosi il volto
colle mani. Dalla scala viene Spoletta,
accompagnato dal Sergente e seguito da
Tosca: il  Sergente porta una lanterna -
Spoletta accenna a Tosca ove trovasi
Cavaradossi, poi chiama a sé il Carceriere:
con questi e col Sergente ridiscende, non
senza aver  prima dato ad una sentinella, 
che sta in fondo, l'ordine di sorvegliare il
prigioniero). 
ACTO TERCERO


Escena Primera

(La terraza del castillo de
Sant'Angelo. Una casamata; sobre
ella, una lámpara, un grueso libro 
de registro y útiles de escribir. Un
banco y una silla. En una de las
paredes de la casamata, un crucifijo
con una lámpara enfrente. A la
derecha una pequeña escalera por 
la que se asciende a la terraza. Al
fondo, el Vaticano. Aún es de noche.
Cielo sereno lleno de estrellas. Se
oye, a lo lejos, las campanillas de 
un rebaño y la voz de un pastor)

LA VOZ DEL PASTOR
Yo te doy 
tantos suspiros,
como hojas
lleva el viento.
Tú me desprecias; 
yo, quebrantado;
¡luz de oro, 
muero por ti...

(Poco a poco, se va viendo la luz 
incierta y gris que precede al alba. 
Las campanas de las iglesias suenan 
por maitines Un carcelero con una 
linterna sube por la escalera, va a 
la casamata y enciende una lámpara, 
después la lámpara de la mesa; 
mira al patio para ver aparecer el 
destacamento de soldados que traerá 
al condenado. Se encuentra con un 
centinela que recorre la terraza 
e intercambia algunas palabras 
Después vuelve a la casamata se 
sienta y espera medio dormido. 
El destacamento de soldados y un 
sargento de la guardia suben a la 
terraza acompañando a Cavaradossi. 
El sargento conduce a Cavaradossi 
dentro de la casamata. A la vista 
del sargento el carcelero se levanta 
y lo saluda. El sargento tiende un 
papel al carcelero, abre el registro
y escribe mientras interroga)

Escena Segunda

EL CARCELERO 
¿Mario Cavaradossi?

(Mario asiente. El carcelero da una
pluma al sargento) 

Tomad.

(El sargento firma el registro,
después sale con los soldados y
desciende por la escalera)

(A Cavaradossi) 

Os queda una hora. 
Si necesitáis un sacerdote...

CAVARADOSSI 
No; pero os pido una última gracia.

EL CARCELERO 
Si puedo...

CAVARADOSSI 
Dejo en el mundo 
a una persona querida. Consentid 
que le escriba unas palabras.

(Quitándose del dedo un anillo) 

El único resto 
de mi riqueza es este anillo. 
Si me prometéis entregarle 
mi último adiós 
el anillo es vuestro...

EL CARCELERO
(Titubea un poco; luego, acepta y, 
señalándole que se siente a la mesa, 
va a sentarse sobre el banco) 
Escribid...

CAVARADOSSI
(Permanece pensativo, después, 
se pone a escribir pero, después 
de algunas líneas, le invaden los
recuerdos, y cesa de escribir)
(pensando) 
Y brillaban las estrellas 
y olía la tierra... 
chirriaba la puerta del huerto 
y unos pasos hacían florecer la arena... 
Entraba ella fragante 
y caía entre mis brazos... 
¡Oh dulces besos, lánguidas caricias! 
Mientras yo estremecido 
las bellas formas iba desvelando... 
Para siempre desvanecido 
mi sueño de amor... 
Ese tiempo ha acabado... 
¡y voy a morir desesperado! 
¡Y jamás he amado tanto la vida!

(Rompe en sollozos y se coge la
cabeza entre las manos. De la
escalera viene Spoletta acompañado
por el sargento y seguido de Tosca.
El sargento lleva una linterna.
Spoletta indica a Tosca dónde se
encuentra Cavaradossi; luego con 
el carcelero y  el sargento baja, 
no sin antes indicar a un centinela
que vigile al prisionero.) 

Scena Terza.

(Tosca che in questo frattempo è rimasta 
agitatissima, vede Cavaradossi che piange:
si slancia presso a lui, e non potendo
parlare per la grande emozione gli solleva
con le due mani la testa, presentandogli in
pari tempo il salvacondotto: Cavaradossi,
alla vista di Tosca, balza in piedi 
sorpreso, legge il foglio che gli
presenta Tosca) 

CAVARADOSSI 
(legge) 
Franchigia a Floria Tosca... 
... e al cavaliere che l'accompagna. 

TOSCA 
(leggendo insieme a lui con voce 
affannosa e convulsa) 
... e al cavaliere che l'accompagna. 

(a Cavaradossi con un grido d'esultanza) 

Sei libero! 

CAVARADOSSI 
(guarda il foglio; ne vede la firma 
guardando Tosca con intenzione) 
Scarpia!... 
Scarpia che cede? La prima 
sua grazia è questa... 

TOSCA 
E l'ultima! 

(riprende il salvacondotto e lo ripone 
in una borsa) 

CAVARADOSSI 
Che dici? 

TOSCA 
(scattando) 
Il tuo sangue o il mio amore volea... 
Fur vani scongiuri e pianti. 
Invan, pazza d'orror, 
alla Madonna mi volsi e ai santi... 
L'empio mostro dicea: 
già nei cieli 
il patibol le braccia leva! 
Rullavano i tamburi... 
Rideva, l'empio mostro... 
rideva... 
già la sua preda pronto a ghermir! 
"Sei mia!" - Sì. 
Alla sua brama mi promisi. 
Lì presso luccicava una lama... 
Ei scrisse il foglio liberator, 
venne all'orrendo amplesso... 
Io quella lama gli piantai nel cor. 

CAVARADOSSI 
Tu!?... 
di tua man l'uccidesti?  
tu pia, tu benigna, - e per me! 

TOSCA 
N'ebbi le man tutte lorde di sangue! 

CAVARADOSSI 
(prendendo amorosamente fra le 
sue le mani di Tosca) 
O dolci mani mansuete e pure, 
o mani elette a bell'opre e pietose, 
a carezzar fanciulli, a coglier rose, 
a pregar, giunte, per le sventure, 
dunque in voi, fatte dall'amor secure, 
giustizia le sue sacre armi depose? 
Voi deste morte, 
o man vittoriose, 
o dolci mani mansuete e pure!... 

TOSCA 
(svincolando le mani) 
Senti... l'ora è vicina; 
Io già raccolsi 

(mostrando la borsa) 

oro e gioielli... una vettura è pronta. 
Ma prima... ridi amor... 
prima sarai fucilato - per finta - 
ad armi scariche... 
Simulato supplizio. 
Al colpo... cadi. 
I soldati sen vanno... - 
e noi siam salvi! 
Poscia a Civitavecchia... una tartana... 
e via pel mar! 

CAVARADOSSI 
Liberi! 

TOSCA
Liberi!

CAVARADOSSI
Via pel mar!

TOSCA 
Chi si duole 
in terra più? Senti effluvi di rose?!... 
Non ti par che le cose 
aspettan tutte innamorate il sole?... 

CAVARADOSSI 
(colla più tenera commozione) 
Amaro sol per te m'era morire, 
da te la vita prende ogni splendore, 
all'esser mio la gioia ed il desire 
nascon di te, come di fiamma ardore. 
Io folgorare i cieli e scolorire 
vedrò nell'occhio tuo rivelatore, 
e la beltà delle cose più mire 
avrà sol da te voce e colore. 

TOSCA 
Amor che seppe a te vita serbare, 
ci sarà guida in terra, 
e in mar nocchier... 
e vago farà il mondo riguardare. 
Finché congiunti alle celesti sfere 
dileguerem, siccome alte sul mare 
a sol cadente, 

(fissando come in una visione) 

nuvole leggere!... 

(rimangono commossi, silenziosi: poi 
Tosca, chiamata dalla realtà delle
cose, si guarda attorno inquieta) 

E non giungono... 

(si volge a Cavaradossi con 
premurosa tenerezza) 

Bada!... 
al colpo egli è mestiere 
che tu subito cada... 

CAVARADOSSI 
(La rassicura)
Non temere 
che cadrò sul momento, e al naturale. 

TOSCA 
(insistendo) 
Ma stammi attento di non farti male! 
Con scenica scienza 
io saprei la movenza... 

CAVARADOSSI 
(la interrompe, attirandola a sé) 
Parlami ancora come dianzi parlavi, 
è così dolce il suon della tua voce! 

TOSCA 
(si abbandona quasi estasiata, 
quindi poco a poco accalorandosi) 
Uniti ed esulanti 
diffonderem pel mondo i nostri amori, 
armonie di colori... 

CAVARADOSSI 
(esaltandosi) 
Armonie di canti diffonderem! 

TOSCA, CAVARADOSSI 
(con grande entusiasmo) 
Trionfal, 
di nova speme 
l'anima freme 
in celestial 
crescente ardor. 
Ed in armonico vol 
già l'anima va 
all'estasi d'amor. 

TOSCA 
Gli occhi ti chiuderò con mille baci 
e mille ti dirò nomi d'amor. 

Escena Tercera

(Tosca, muy agitada, ve a Mario 
que está llorando, se precipita 
hacia él, y muy emocionada 
para hablar, le levanta la cabeza 
de las manos y le presenta el
salvoconducto. Al ver a Tosca,
Cavaradossi se levanta sorprendido,
después lee el papel que ella le
presenta)

CAVARADOSSI
(Leyendo) 
Un salvoconducto para Flora Tosca... 
...y para el caballero que la acompaña.

TOSCA
(Leyendo junto a él, con voz 
ansiosa y convulsa)
...y para el caballero que la acompaña

(A Cavaradossi, exultante) 

¡Eres libre!

CAVARADOSSI
(Mira el papel y ve la firma
mirando a Tosca con intención) 
¡Scarpia...! 
¿Escarpia ha cedido? 
Su primera clemencia es ésta...

TOSCA 
¡Y la última!

(Coge el salvoconducto y lo pone 
en una bolsa)

CAVARADOSSI
¿Qué quieres decir?

TOSCA
(Enfureciéndose) 
Tu sangre o mi amor quería. 
Eran en vano ruegos y llantos. 
En vano, loca de horror, 
a la Señora me volví, y a los santos... 
El impío monstruo decía: 
¡Ya a los cielos el patíbulo
levanta los brazos! 
Redoblaban los tambores... 
Reía, el impío monstruo reía, 
¡ya dispuesto a caer sobre su presa! 
"¿Eres mía?" Sí, 
prometí satisfacer sus deseos. 
Al lado, brillaba una hoja de metal.
Escribió el documento liberador, 
y cuando venía dispuesto 
al horrible abrazo... 
yo esa hoja le clavé en el corazón.

CAVARADOSSI 
¿Tú? 
¿Con tu propia mano lo has matado?
¿Tú, pía, tú benigna... y por mí?

TOSCA
¡Tenía las manos bañadas en sangre!

CAVARADOSSI
(Cogiendo amorosamente entre 
las suyas las manos de Tosca) 
¡Oh dulces manos, mansas y puras! 
¡Manos elegidas para buenas obras, 
para acariciar niños, para coger rosas, 
para rezar, juntas, por las desventuras! 
¿En vosotras, hechas para amar, 
puso la justicia sus armas sagradas?
Vosotras disteis muerte, 
¡oh manos victoriosas! 
¡oh dulces manos mansas y puras!

TOSCA
(Liberando sus manos) 
Escucha... se acerca la hora. 
Yo ya he recogido

(Enseñando una bolsa)

oro y joyas, un coche esta preparado... 
Pero, antes... ríe amor.. 
antes, serás fusilado... 
Fingidamente, con armas descargadas, 
simulado suplicio. 
¡Al disparo, cae; 
los soldados se irán 
y nosotros estaremos a salvo! 
Iremos a Civitavecchia, 
una tartana y... ¡hacia el mar!

CAVARADOSSI 
¡Libres!

TOSCA 
¡Libres!

CAVARADOSSI 
¡Huiremos por mar!

TOSCA 
¿Quién se duele ya en la tierra? 
¿Sientes los efluvios de las rosas?
¿No te parece que las cosas 
esperan todas enamoradas al sol...?

CAVARADOSSI
(Con la emoción más tierna) 
Amargo, sólo por ti, me era el morir. 
En ti, la vida cobra todo su esplendor.
En mi ser, la alegría y el deseo 
nacen de ti, como la llama del calor. 
Veré del cielo su fulgor y oscuridad 
en tus ojos reveladores, 
y la belleza de todas las cosas,
sólo de ti tomarán voz y color.

TOSCA
El amor, que supo salvar tu vida,
será guía en la tierra y faro en el mar...
¡Qué bello será el mundo!
¡Hasta que juntos nos disolvamos 
en las esferas celestes,
como las altas nubes 
sobre el mar,

(Fijamente como en una visión)

a la caída del sol...!

(Permanecen emocionados,
silenciosos. Tosca mira a su
alrededor, inquieta.)

¡Aún no vienen...!

(Se vuelve a Cavaradossi, con 
ternura) 

¡Ten cuidado! 
Al oír el disparo, es necesario que,
inmediatamente, caigas...

CAVARADOSSI
(asegurándoselo)
No temas,
caeré al momento y con naturalidad.

TOSCA
(Insistente) 
¡Ten cuidado de no hacerte daño! 
Con escénica ciencia, 
yo sabré qué hacer después...

CAVARADOSSI
(La interrumpe, atrayéndola hacia sí) 
Háblame como antes me hablabas... 
¡Es tan dulce el sonido de tu voz...!

TOSCA
(Se abandona, casi extasiada
después, animándose poco a poco) 
Unidos y exultantes 
irán por el mundo nuestros amores, 
armonía de colores...

CAVARADOSSI
(animándose)
¡Armonía de cantos difundiremos!

TOSCA, CAVARADOSSI
(Con gran entusiasmo) 
Triunfantes... 
De nueva esperanza 
palpita el alma
en celestial, 
creciente ardor. 
Y, en armónico vuelo, 
ya el alma va 
al éxtasis del amor

TOSCA 
Tus ojos cerraré con mil besos 
y mil nombres de amor te diré.

Scena Ultima

(Frattanto dalla scaletta è salito un 
drappello di soldati: lo comanda un 
Ufficiale, il quale schiera i soldati 
nel fondo: seguono Spoletta, il 
Sergente, il Carceriere. Spoletta dà le 
necessarie istruzioni. Il cielo si fa più 
luminoso; è l'alba: suonano le 4 del mattino. 
Il Carceriere si avvicina a Cavaradossi 
e togliendosi il berretto gli indica 
l'Ufficiale) 

CARCERIERE 
L'ora! 

CAVARADOSSI 
Son pronto. 

(il carceriere prende il registro dei 
condannati e scende per la scaletta) 

TOSCA 
(a Cavaradossi, con voce bassissima 
e ridendo di soppiatto) 
Tieni a mente... 
al primo colpo... giù... 

CAVARADOSSI 
(sottovoce, ridendo esso pure) 
Giù. 

TOSCA 
Non rialzarti innanzi ch'io ti chiami. 

CAVARADOSSI 
No, amore! 

TOSCA 
E cadi bene. 

CAVARADOSSI 
(sorridendo) 
Come la Tosca in teatro. 

TOSCA 
(vedendo sorridere Cavaradossi) 
Non ridere... 

CAVARADOSSI 
(serio) 
Così? 

TOSCA 
Così. 

(Cavaradossi segue l' Ufficiale dopo 
aver salutato Tosca, la quale si 
colloca a sinistra, nella casamatta, 
in modo però da poter spiare quanto 
succede sulla piattaforma. Essa vede 
l'Ufficiale ed il Sergente che conducono 
Cavaradossi presso il muro di faccia a lei; 
il Sergente vuol porre la benda agli occhi
di Cavaradossi: questi, sorridendo, 
rifiuta. - Tali lugubri preparativi 
stancano la pazienza di Tosca.) 

TOSCA 
Com'è lunga l'attesa! 
Perché indugiano ancor?... 
Già sorge il sole... 
Perché indugiano ancora?... 
è una commedia, 
lo so... ma questa angoscia eterna pare!... 

(l' Ufficiale e il Sergente dispongono 
il plotone dei soldati, impartendo gli 
ordini relativi) 

Ecco!... Apprestano l'armi... 
Com'è bello il mio Mario! 

(vedendo l'Ufficiale che sta per abbassare 
la sciabola, si porta le mani agli orecchi 
per non udire la detonazione; poi fa cenno
con la testa a Cavaradossi di cadere, 
L'ufficiale abbassa la sciabola, i soldati
sparano e Cavaradossi cade) 

Là! Muori! 

(vedendolo a terra gli invia colle 
mani un bacio) 

Ecco un artista! 

(il sergente si avvicina al caduto e lo
osserva attentamente: Spoletta pure si è
avvicinato; allontana il Sergente impedendo
gli di dare il colpo di grazia, quindi copre
Cavaradossi con un mantello. L'Ufficiale
allinea i soldati: il Sergente ritira la
sentinella che sta in fondo, poi tutti,
preceduti da Spoletta, scendono la scala.
Tosca è agitatissima: essa sorveglia questi
movimenti temendo che Cavaradossi, per
impazienza, si muova o parli prima del
momento opportuno; a voce repressa 
verso Cavaradossi) 

O Mario, non ti muovere... 
S'avviano... taci! 
Vanno... scendono. 

(vista deserta la piattaforma, va ad
ascoltare presso l'imbocco della scaletta: 
vi i arresta trepidante, affannosa, parendole
ad un tratto che  i soldati anziché
allontanarsi, ritornino sulla piattaforma 
i nuovo si rivolge a Cavaradossi con voce
bassa) 

Ancora non ti muovere... 

(ascolta si sono tutti allontanati, 
va al prospetto e cautamente 
sporgendosi, osserva di sotto. Poi
corre verso Cavaradossi) 

Presto, su! Mario! Mario, 
su presto! Andiamo!... 
Su!... Su! Mario! Mario!

(si china per aiutare Cavaradossi 
a rialzarsi: a un tratto dà un grido 
soffocato di terrore, di sorpresa 
e si guarda le mani colle quali ha 
sollevato il mantello) 

Ah! 

(si inginocchia, toglie rapidamente 
il mantello e balza in piedi livida, 
atterrita) 

Morto! Morto! 

(con incomposte parole, con sospiri, 
singhiozzi si butta sul corpo di 
Cavaradossi, quasi non credendo 
all'orribil destino) 

O Mario... morto... tu.. così... Finire 
così!! Così?... povera Floria tua! 

(intanto dal cortile al disotto del 
parapetto e su dalla piccola scala 
arrivano prima confuse, poi sempre 
più vicine le voci di Sciarrone, di 
Spoletta e di alcuni soldati) 

VOCI CONFUSE 
Ah!... 

LA VOCE DI SCIARRONE 
vi dico pugnalato! 

VOCI CONFUSE 
Scarpia? 

LA VOCE DI SCIARRONE 
Scarpia. 

LA VOCE DI SPOLETTA 
La donna è Tosca! 

VARIE VOCI PIÙ VICINE 
Che non sfugga! 

LA VOCE DI SPOLETTA, SCIARRONE 
(più vicine) 
Attenti agli sbocchi delle scale! 
Attenti agli sbocchi delle scale!

(Spoletta apparisce dalla scala, 
mentre Sciarrone dietro a lui 
gli grida additando Tosca:) 

SCIARRONE 
È lei! 

SPOLETTA 
(gettandosi su Tosca) 
Ah! Tosca, pagherai 
ben cara la sua vita!... 

(Tosca balza in piedi e invece di sfuggire
Spoletta, lo respinge violentemente,
rispondendogli:) 

TOSCA 
Colla mia! 

(all'urto inaspettato Spoletta dà 
addietro e Tosca rapida gli sfugge, 
passa avanti a Sciarrone ancora sulla 
scala e correndo al parapetto si getta 
nel vuoto gridando:) 

O Scarpia, avanti a Dio! 

(Sciarrone ed alcuni soldati, saliti 
confusamente, corrono al parapetto 
e guardano giù. Spoletta rimane 
esterrefatto, allibito.) 

FINE DELL'OPERA




Escena Última

(Mientras, por la escalera ha 
subido un pelotón de soldados
mandado por un oficial. Siguen
Spoletta, el sargento y el carcelero.
Spoletta da las instrucciones
pertinentes. El cielo se hace mas
luminoso; ya ha amanecido. Suenan
las 4 de la mañana. El carcelero se
acerca a Cavaradossi y quitándose 
la gorra le indica al oficial)

EL CARCELERO 
¡Es la hora!

CAVARADOSSI 
Estoy listo.

(El carcelero coge el registro de los 
condenados y se va por la escalera)

TOSCA
(A Cavaradossi con voz bajísima y riendo 
a  escondidas)
Tenlo en mente: 
al primer disparo... al suelo...

CAVARADOSSI
(En voz baja, riendo él también) 
Al suelo

TOSCA
No te levantes hasta que yo te llame.

CAVARADOSSI 
¡No, mi amor!

TOSCA 
Y, cae bien.

CAVARADOSSI 
(Sonriendo)
Como la Tosca en el teatro.

TOSCA 
(Viendo sonreír a Cavaradossi)
No te rías...

CAVARADOSSI 
(Serio)
¿Así?

TOSCA 
Así.

(Cavaradossi sigue al oficial después 
de haberse despedido de Tosca, que
se sitúa a la izquierda de la casamata
de manera que puede observar todo
lo que sucede en la terraza. Ve al
oficial y al sargento conducir a
Cavaradossi junto al muro, frente a
ella. El sargento pretende poner la
venda sobre los ojos de Cavaradossi
pero él, sonriendo, la rechaza. Estos
preparativos impacientan a Tosca.)

TOSCA 
¡Qué larga es la espera! 
¿Por qué tardan tanto...? 
Ya sale el sol... 
¿Por qué tardan tanto...? 
Es una comedia, lo sé, 
pero esta angustia, ¡eterna parece!

(El oficial y el sargento disponen el
pelotón de soldados, impartiéndoles
las ordenes pertinentes.)

¡Ahí está! ¡Aprestan las armas! 
¡Qué bello es mi Mario!

(Viendo al oficial que va a bajar 
el sable se tapa los oídos para no 
oír la detonación; después hace 
señas a Cavaradossi para que caiga.
El oficial baja sable, los saldados
disparan y Cavaradossi cae.)

¡Así, muere! 

(Viéndolo en tierra le envía con
la mano un beso)

¡He ahí un artista!

(El sargento se acerca al caído y 
lo observa. Spoletta también se 
ha acercado para impedir que el
sargento le dé el tiro de gracia; 
cubre a Cavaradossi con una manta.
El oficial alinea a los soldados, el
sargento retira al centinela del 
fondo; luego, todos, precedidos
por Spoletta, descienden por la
escalera. Tosca, agitadísima teme 
que Cavaradossi, por impaciencia, 
se mueva o hable antes de tiempo.
Habla en voz baja a Cavaradossi:)

¡Oh Mario, no te muevas! 
Se marchan... ¡calla! 
Se van... bajan...

(Viendo desierta la terraza, va 
a escuchar junta a la boca de la
escalera; se detiene temerosa, con
mucha ansiedad, pareciéndole que 
los soldados estuvieran volviendo 
a la terraza. De nuevo, se vuelve a
Cavaradossi, con voz baja:)

No te muevas aún...

(Escucha si se han alejado todos. 
Va al parapeto y con cautela observa
lo que ocurre debajo. Después corre
hacia Cavaradossi)

¡Rápido! ¡levántate! ¡Mario!, ¡Mario! 
¡Levántate rápido, vayámonos! 
¡Levántate...! ¡Mario! ¡Mario!

(Se inclina, para ayudar a
Cavaradossi a levantarse; de pronto,
da un grito sofocado de terror, de
sorpresa y se mira las manos
ensangrentadas)

¡Ah!

(Se arrodilla, retira, rápidamente, 
la manta y se pone en pie, lívida, 
aterrorizada.)

¡Muerto! ¡Muerto!

(Con palabras descompuestas, con
suspiros, sollozando, se arroja sobre
el cuerpo de Cavaradossi, casi sin
creer el horrible destino.)

¡Oh Mario! ¿Muerto? ¿Tú...? ¿Así? 
¿Terminar así...? ¿Tu pobre Flora!

(Mientras, desde el patio y desde la
escalera llegan, primero confusas y
poco a poco más cerca, las voces de
Sciarrone, de Spoletta y de algunos
soldados:)

VOCES CONFUSAS
¡Ah!

LA VOZ DE SCIARRONE
¿Dices que apuñalado?

VOCES CONFUSAS
¿Scarpia? 

LA VOZ DE SCIARRONE
¡Scarpia!

LA VOZ DE SPOLETTA
¡La mujer es Tosca!

VOCES MÁS CERCANAS
¡Que no huya!

VOZ DE SPOLETTA, SCIARRONE
(Más cerca)
¡Atentos! ¡Cerrad todas las salidas!
¡Cerrad todas las salidas!

(Spoletta aparece en la escalera 
mientras Sciarrone, detrás de él, 
le grita, señalando a Tosca)

SCIARRONE
¡Es ella!

SPOLETTA
(Arrojándose sobre Tosca) 
¡Ah Tosca! 
¡Pagarás muy cara su vida...!

(Tosco se alza en pie y rechaza
a Spoletta violentamente, 
respondiéndole:)

TOSCA
¡Con la mía!

(Esa reacción inesperada repele a
Spoletta y Tosca, rápida, escapa 
de él, pasa ante Sciarrone todavía 
en la escalera, sube al parapeto y 
se arroja al vacío, gritando:)

¡Oh Scarpia, ante Dios...!

(Sciarrone y algunos se precipitan
hacia el parapeto y se quedan
mirando hacia abajo Spoletta se 
ha quedado petrificado, pálido.)

FIN DE LA ÓPERA


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