Concilio di Calcedonia[i]

 

 

Concilio de Calcedonia[ii]

 

Ø    Dall'8 ottobre al 1 novembre 451.

Ø    Papa Leone Magno (440-461).

Ø    Convocato dall'Imperatore Marciano.

Ø    17 sessioni.

Ø    Due nature nell'unica Persona del Cristo (condanna del monofisismo).

Ø    28 canoni.

 

 

Ø       Del 8 de octubre al 1 de noviembre de 451

Ø       Papa León Magno (440 – 461)

Ø       Convocado por el Emperador Marciano

Ø       17 sesiones

Ø       dos naturalezas en la única persona de Cristo (Condena del monofisismo)

Ø       28 cánones

 

LETTERA DI PAPA LEONE, A FLAVIANO VESCOVO DI COSTANTINOPOLI SU EUTICHE

 

 

CARTA DEL PAPA LEÓN A FLAVIANO, OBISPO DE CONSTANTINOPLA SOBRE EUTIQUES

 

 

Letta la lettera della Tua Dilezione (e ci meravigliamo che sia stata scritta così tardi), e scorso l'ordine degli atti dei vescovi, finalmente abbiamo potuto renderci conto dello scandalo sorto fra voi contro l'integrità della fede. Quello che prima sembrava oscuro, ci appare in tutta la sua chiarezza. Eutiche, che pareva degno di onore per la sua dignità di sacerdote, ora ne balza fuori come molto imprudente ed incapace. Si potrebbe applicare anche a lui la parola del profeta: Non volle capire per non dover agire rettamente. Ha meditato l'iniquità nel suo cuore.

 

 

Leída la carta de tu caridad (y nos maravilla que haya sido escrita tan tarde), y según muestra el orden de las actas de los obispos, finalmente hemos podido darnos cuenta del escándalo surgido entre vosotros contra la integridad de la fe.  Lo que al principio nos parecía oscuro, se nos aparece en toda su claridad.  Eutiques, que parecía digno de honor por su dignidad de sacerdote, ahora se nos resalta como muy imprudente e incapaz.  También a él se le podría aplicar la palabra del profeta  No quiere comprender para no tener que actuar rectamente.  Ha meditado la iniquidad en su corazón.

 


 

 

Che vi può essere infatti di peggio, che essere empio e non volersi sottomettere ai più saggi e ai più dotti? Cadono in questa stoltezza quelli che, quando incontrano qualche oscura difficoltà nella conoscenza della verità, non ricorrono alle testimonianze dei profeti, alle lettere degli apostoli o alle affermazioni dei Vangeli, ma a se stessi, e si fanno, quindi, maestri di errore proprio perché non hanno voluto essere discepoli della verità. Quale conoscenza può avere dalle pagine sacre del nuovo e dell'antico Testamento chi non sa comprendere neppure i primi elementi del Simbolo? Ciò che viene espresso in tutto il mondo dalla voce di tutti i battezzandi non è ancora compreso dal cuore di questo vecchio.

 

 

¿Qué puede ser peor en realidad que ser impío y no querer someterse a los más sabios y doctos?  Caen en esta necedad aquellos que al encontrar alguna oscura dificultad en el conocimiento de la verdad, no recurren a los testimonios de los profetas, a las cartas de los apóstoles o a las afirmaciones del Evangelio, sino a sí mismos, y se hacen en consecuencia maestros del error propio porque no han querido ser discípulos de la verdad.  ¿Qué conocimiento puede tener de las sagradas páginas del Antiguo y Nuevo Testamento quien no sabe comprender siquiera los primeros elementos el símbolo?  Lo que viene expresado en todo el mundo por la voz de todos los bautizandos no es todavía entendido por el corazón de este anciano.

 

 

Se poi Eutiche, non era capace di attingere da questa purissima fonte della fede cristiana il genuino significato, perché aveva oscurato lo splendore di una verità così evidente con la propria cecità, avrebbe dovuto sottomettersi alla dottrina del Vangelo. Matteo dice: Libro della genealogia di Gesù Cristo, figlio di David, figlio di Abramo. Egli avrebbe dovuto consultare anche l'insegnamento della predicazione apostolica; e leggendo nella lettera ai Romani: Paolo, servo di Gesù Cristo, chiamato apostolo, scelto Per la predicazione del Vangelo di Dio, che aveva già Promesso attraverso i Profeti nelle sacre scritture riguardo al Figlio suo, che gli è nato dalla stirpe di David, secondo la carne, avrebbe dovuto rivolgere la sua pia considerazione alle pagine dei profeti. Imbattendosi nella promessa di Dio ad Abramo, quando dice: nella tua discendenza saranno benedette tutte le genti, per non dover dubitare della identità di questa discendenza, avrebbe dovuto seguire l'apostolo, che dice: Le Promesse sono state fatte ad Abramo e alla sua discendenza. Non dice: ai suoi discendenti, quasi che fossero molti; ma, quasi che fosse una: alla sua discendenza, che è Cristo. Avrebbe anche compreso con l'udito interiore la profezia di Isaia, quando dice: Ecco, una vergine concepirà nel suo seno e darà alla luce un figlio, e lo chiameranno Emmanuele, che viene interpretato Dio Con noi. Ed avrebbe letto con fede le parole dello stesso profeta: Ci è nato un fanciullo, ci è stato dato un figlio, il suo potere sarà sulle sue spalle. E lo chiameranno: angelo di somma prudenza, Dio forte, principe della Pace, Padre del secolo futuro; e non direbbe con inganno che il Verbo si è fatto carne in tal modo, che Cristo, nato dalla Vergine, avesse bensì la forma di un uomo, ma non la realtà del corpo di sua madre. Forse egli può aver pensato che nostro signore Gesù Cristo non aveva la nostra natura per il fatto che l'angelo mandato alla beata vergine Maria disse: Lo Spirito santo scenderà su di te, e la forza dell'Altissimo li coprirà della sua ombra. E perciò l'essere santo che nascerà da te sarà chiamato figlio di Dio, quasi che, dato che il concepimento della Vergine fu effetto di un'operazione divina, il corpo da essa concepito non provenisse dalla natura di chi lo concepiva. Non così dev'essere intesa quella generazione singolarmente mirabile e mirabilmente singolare, come se per la novità della creazione sia stato annullato ciò che è proprio del genere (umano). Ora, lo Spirito santo rese feconda la Vergine, ma la realtà del corpo proviene dal corpo. E mentre la sapienza si edificava una casa, il Verbo si fece carne e pose la sua dimora fra noi, con quella carne, cioè, che aveva assunta dall'uomo, e che lo spirito razionale animava.

 

 

Si Eutiques no era entonces capaz de obtener de esta purísima fuente de la fe cristiana el genuino significado, porque había oscurecido el resplandor de una verdad tan evidente con la propia ceguera, habría debido someterse a la doctrina del Evangelio.  Mateo dice: Libro de la genealogía de Jesucristo, hijo de David, hijo de Abraham. Él  debió consultar también la enseñanza de la predicación apostólica, y leer en la carta a los Romanos: Pablo, siervo de Jesucristo, llamado apóstol, elegido para la predicación del evangelio de Dios, que ya había prometido a través de los profetas en las sagradas escrituras con relación a su Hijo, que le nació de la estirpe de David, según la carne, habría debido dirigir su atención a las páginas de los profetas, compenetrándose de la promesa de Dios a Abraham, cuando dice:  en tu descendencia serán benditas todas las naciones, para no tener que dudar de la identidad de esta descendencia, habría tenido que seguir al apóstol que dice:  Las promesas fueran hechas a Abraham y a su descendencia.  No dice a sus descendientes, como si fueran muchos;  sino, como si fuera una:  a su descendencia, que es Cristo.  Habría también comprendido con el oído interior la profecía de Isaías cuando dice: He aquí, una virgen concebirá y dará a luz un hijo y lo llamará Emanuel, que significa Dios con nosotros. Y habría leído con fe la palabra del mismo profeta: Nos ha nacido un niño, nos fue dado un hijo, su poder estará sobre sus espaldas.  Y lo llamarán ángel de suma prudencia, Dios fuerte, príncipe de la paz, Padre del tiempo futuro,   y no diría con engaño que el Verbo se hizo carne de un modo tal, que Cristo nacido de la Virgen aunque tuviese la forma de un hombre, no tendría la realidad del cuerpo de la madre.  Tal vez él pudo haber pensado que nuestro Señor Jesucristo no tenía nuestra naturaleza por el hecho de que el ángel mandado a la beata virgen María dijo:  El Espíritu Santo descenderá sobre ti y la fuerza del altísimo lo cubrirá con su sombra.  Y por eso el ser santo que nacerá de ti será llamado hijo de Dios, casi, dado que la concepción de la Virgen fue efecto de una operación divina, el cuerpo por ella concebido no proviniese de la naturaleza de quien lo concebía.  Pero no debe ser entendida así esta generación, singularmente admirable y admirablemente singular, como si por la novedad de la creación hubiese anulado aquello que es propio del género humano.  Ahora bien, el Espíritu santo hizo fecunda a la Virgen, pero la realidad el cuerpo proviene del cuerpo.  Y mientras la sabiduría se edificaba una casa, el verbo se hizo carne y puso su morada entre nosotros,  con aquella carne que había tomado del hombre y que el espíritu racional animaba.

 

 

Salva quindi la proprietà di ciascuna delle due nature, che concorsero a formare una sola persona, la maestà si rivestì di umiltà, la forza di debolezza, l'eternità di ciò che è mortale; e per poter annullare il debito della nostra condizione, una natura inviolabile si unì ad una natura capace di soffrire; e perché, proprio come esigeva la nostra condizione, un identico mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù potesse morire secondo una natura, non potesse morire secondo l'altra. Nella completa e perfetta natura di vero uomo, quindi, è nato il vero Dio, completo nelle sue facoltà, completo nelle nostre. Quando diciamo "nostre", intendiamo quelle facoltà che il creatore mise. in noi da principio, e che ha assunto per restaurarle. Quegli elementi, infatti, che l'ingannatore introdusse, e che l'uomo, ingannato, accettò, non lasciarono alcuna traccia nel Salvatore. Né perché volle partecipare a tutte le umane miserie, fu anche partecipe dei nostri peccati. Egli prese la forma di servo senza la macchia del peccato, elevando ciò che era umano, senza abbassare ciò che era divino; perché quell'abbassamento per cui egli da invisibile si fece visibile, e, pur essendo creatore e signore di tutte le cose, volle essere dei mortali, fu condiscendenza della misericordia non mancanza di potenza.

 

 

Salvada entonces las propiedades de cada una de las dos naturalezas, que concurrieron a formar una sola persona, la majestad se reviste de humildad; la fuerza, de debilidad; la eternidad, de lo que es mortal; y para poder anular la deuda de nuestra condición, una naturaleza inviolable se une a una naturaleza capaz de sufrir; y para que, al como lo exigía nuestra condición, un idéntico mediador entre Dios y los hombres, el hombre Jesucristo pudiese morir según una naturaleza, y no pudiese morir según la otra.  En la completa y perfecta naturaleza de hombre verdadero, entonces, nació el Dios verdadero, completo en sus facultades, completo en las nuestras.   Cuando decimos “nuestras” entendemos aquellas facultades que el creador puso en nosotros desde el principio, y que ha asumido para restaurarlas. Pero, de hecho, aquellos elementos que el engañador introdujo, y que el hombre engañado aceptó, no dejan huella alguna en el salvador.  Ni porque quiso participar en todo en las humanas miserias, fue por ello partícipe de nuestros pecados.  Tomó la forma de un siervo sin la mancha del pecado, elevando lo que era humano sin rebajar lo que era divino, porque por ese rebajamiento por el cual de invisible se hace visible, y aun siendo señor y creador de todas las cosas, quiso ser de los mortales, fue condescendencia de la misericordia, no debilidad  del poder.

 

 

Perciò chi rimanendo nella forma di Dio fece l'uomo, si fece uomo nella forma di servo. Ciascuna natura, infatti, conserva senza difetto ciò che le è proprio. E come la natura divina non sopprime quella di servo, così la natura di servo non porta alcun pregiudizio a quella divina. Il diavolo, infatti, si gloriava che l'uomo, ingannato dalla sua frode, aveva perduto i doni divini; che era stato spogliato della dote dell'immortalità ed era andato incontro ad una dura sentenza di morte; che, quindi, egli, il diavolo, nei suoi mali aveva trovato un certo conforto nella comune sorte del prevaricatore; e che anche Dio, secondo la esigenze della giustizia verso l'uomo (quell'uomo che aveva innalzato a tanto onore, creandolo) aveva dovuto mutare il suo disegno. Fu necessario, allora, che, nell'economia del suo segreto consiglio, Dio, che è immutabile, e la cui volontà non può esser privata della stia innata bontà, completasse per così dire il primitivo disegno della sua benevolenza verso di noi con un misterioso e più profondo piano divino, e così l'uomo, spinto alla colpa dall'inganno della malvagità diabolica, non perisse contro il disegno di Dio.

 

 

Porque conservando la forma de Dios hizo de hombre, se hizo hombre en la forma de siervo.  Cada naturaleza conserva, de hecho, sin defecto aquello que le es propio.  Y como la naturaleza divina no suprime la de siervo, así la naturaleza  de siervo no trae ningún daño a la divina.  Pero el diablo, se gloriaba de que el hombre, engañado por su astucia, había perdido los dones divinos, había sido despojado de la dote de la inmortalidad, había de enfrentar una dura sentencia de muerte, y,  en consecuencia, el diablo en sus males había encontrado un cierto consuelo en la común suerte de los prevaricadores, y de que también Dios, según la exigencia de la justicia para con el hombre,  (con aquel hombre que tanto había honrado al crear), había tenido que modificar su designio.  Fue necesario entonces, que en la economía de su secreto consejo, Dios, que es inmutable, y cuya voluntad no puede ser privada de su innata bondad, completara, por así decirlo, el primitivo designio de su benevolencia hacia nosotros con un más profundo y misterioso plan divino, y así el hombre, arrastrado  a la culpa por el engaño de la maldad diabólica, no pereciera contraviniendo con ello el designio de Dios.

 

 

Come, infatti, Dio non muta per la sua misericordia, così l'uomo non viene annullato dalla dignità divina. Ognuna delle due nature, infatti, opera insieme con l'altra ciò che le è proprio: e cioè il Verbo, quello che è del Verbo; la carne, invece, quello che è della carne. L'uno brilla per i suoi miracoli, l'altra sottostà alle ingiurie. E come al Verbo non viene meno l'uguaglianza nella gloria paterna, così la carne non abbandona la natura umana. La stessa e identica persona, infatti, - cosa che dobbiamo ripetere spesso - è vero figlio di Dio e vero figlio dell'uomo: Dio, per ciò, che in principio esisteva il Verbo: e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio; uomo, per ciò, che: il Verbo si fece carne e stabilì la sua dimora fra noi; Dio, perché tutte le cose sono state fatte per mezzo suo, e senza di lui nulla è stato fatto, uomo, perché nacque da una donna sottoposto alla legge La nascita della carne manifesta l'umana natura; il parto di una Vergine è segno della divina potenza. L'infanzia del bambino è attestata dall'umile culla; la grandezza dell'Altissimo è proclamata dalle voci degli angeli. Nel suo nascere è simile agli altri uomini quegli che Erode tenta ampiamente di uccidere; ma è Signore di ogni cosa quello che i Magi godono di poter adorare prostrati. Già quando si recò dal suo precursore Giovanni per il battesimo, perché non restasse nascosto che sotto il velo della carne si celava la divinità, la voce del Padre, tonando dal cielo, disse: Questi è il mio Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto. A colui, perciò, che l'astuzia del demonio tentò come uomo, a lui come ad un Dio rendono i loro uffici gli angeli. Aver fame, aver sete, stancarsi e dormire, evidentemente è proprio degli uomini; ma saziare cinquemila uomini con cinque pani, dare alla samaritana l'acqua viva, che produca l'effetto in chi beve di non aver più sete; camminare sul dorso del mare senza che i piedi sprofondino, e render docili i flutti furiosi dopo aver rimproverato la tempesta: tutto ciò senza dubbio è cosa divina. Come, quindi, per tralasciare molte cose, non è della stessa natura piangere con affetto pietoso un amico morto e richiamarlo alla vita, redivivo, al solo comando della voce, tolta di mezzo la pietra di una tomba chiusa già da quattro giorni; o pendere dalla croce e sconvolgere gli elementi della natura, trasformando la luce in tenebre; o essere trapassato dai chiodi e aprire le porte del paradiso alla fede del ladrone; così non è della stessa natura dire: Io e il Padre siamo una cosa sola, e dire: Il Padre è maggiore di me. Quantunque, infatti, nel signore Gesù Cristo vi sia una sola persona per Dio e per l'uomo, altro però è l'elemento da cui sgorga per l'uno e per l'altro l'offesa, altro ciò da cui promana per l'uno e l’altro la gloria. Dalla nostra natura egli ha un'umanità inferiore al Padre; dal Padre gli deriva una divinità uguale a quella del Padre.

 

 

Así como, de hecho, Dios no muda por su misericordia, así el hombre no es anulado por la dignidad divina. De  hecho, cada una de las dos naturalezas, opera conjuntamente con la otra en aquello que le es propio: y así el Verbo,  aquello que es del Verbo; la  carne, a su vez, aquello que es de la carne.  La una brilla por sus milagros, la otra, sometida a las injurias.  Y como al verbo no le conviene nada menos que la igualdad con la gloria paterna, así la carne no abandona la naturaleza humana.  La misma e idéntica persona, de hecho,  - algo que debemos  repetir frecuentemente – es verdadero hijo de Dios y verdadero hijo del hombre:  Dios, porque en principio existía el Verbo, y el Verbo estaba junto a Dios y el Verbo era Dios; hombre porque: El Verbo se hizo carne y estableció su morada entre nosotros, Dios, porque todas las cosas fueron hechas por medio de él, y sin él nada se hizo de cuanto fue hecho, hombre, porque nació de una mujer sometida a la ley. El nacimiento de la carne manifiesta la naturaleza humana; el parto de una Virgen es el signo del poder de Dios.  La infancia el niño está testimoniada por la humilde cuna, la grandeza del Altísimo es proclamada por las voces de los ángeles.  En su nacimiento es similar a los otros hombres, aquellos que Herodes intenta matar; pero es señor de todas las cosas aquel que los magos tuvieron la dicha de poder postrados adorar  Ya cuando se dirigió a Juan su precursor para el bautismo, para que no quedara oculto que bajo el velo de la carne se escondía la divinidad, la voz del Padre, tronando desde el cielo, dijo: Este es mi hijo predilecto, en el cual me he complacido.  Aquel que la astucia del demonio tentó como hombre, como a un Dios sirven los ángeles.  Tener hambre, tener sed, cansarse y dormir, evidentemente que es propio de hombres, pero saciar cinco mil hombres con cinco panes, dar agua viva a la samaritana, la que producía el efecto de que quien la bebía no tenía nunca más sed, caminar sobre la superficie del mar sin que se hundan sus pies, y poner dóciles los vientos furiosos después de haber amonestado a la tormenta, todo esto, sin duda, es cosa  divina.  Como, por ejemplo, para evocar muchas cosas, no es de la misma naturaleza llorar con piadoso afecto a un amigo muerto y reclamarlo a la vida, resucitado, con el solo mandato de la voz, sacando de en medio la piedra de una tumba sellada ya hacía cuatro  días; colgar de una cruz y conmover los elementos de la naturaleza, transformando la luz en tinieblas; o ser traspasado por clavos y abrir las puertas del paraíso, a la fe del ladrón;  lo mismo que no es de la misma naturaleza decir:  El Padre y yo somos una sola cosa y decir: El Padre es mayor que yo. Aun  cuando en realidad,  en el  señor Jesucristo haya una sola persona para Dios y el hombre, otro es el elemento del cual surja para uno y otro la ofensa, como es otro el elemento del cual emana para uno y otro la gloria.  Por nuestra naturaleza posee una humanidad inferior al Padre, del Padre le deriva una divinidad igual a la del Padre.

 

 

Proprio per questa unità di persona, da intendersi come propria di ognuna delle due nature, si legge che il Figlio dell'uomo discese dal cielo, mentre fu il Figlio di Dio che assunse la carne dalla Vergine da cui è nato; e, d'altra parte, si dice che il Figlio di Dio fu crocifisso e sepolto, quantunque non abbia subito questo nella stessa divinità, per cui l'unigenito è coeterno e consostanziale al Padre, ma nella infermità della natura umana. Proprio per questo confessiamo tutti anche nel Simbolo che il Figlio unigenito di Dio è stato crocifisso e sepolto, secondo le parole dell'apostolo: Se infatti l'avessero conosciuta, non avrebbero mai crocifisso il Signore della gloria. E lo stesso nostro Signore e Salvatore, volendo istruire con le sue domande i discepoli nella fede: Chi dicono gli uomini, disse, che sia il Figlio dell'uomo? Essi riferiscono le varie opinioni degli altri. E voi, riprese, chi dite che io sia?: io, che sono il Figlio dell’uomo, e che voi vedete sotto l'aspetto di un servo e nella verità della carne, chi dite che sia? Fu allora che S. Pietro divinamente ispirato e destinato a giovare a tutti i popoli con la sua confessione, Tu sei il Cristo, disse, il Figlio del Dio vivo . E bene a ragione fu chiamato beato dal Signore; e dalla pietra principale trasse la solidità della virtù e del nome, lui che per rivelazione del Padre riconobbe in lui il Figlio di Dio e il Cristo, poiché accettare una cosa senza l'altra, non avrebbe giovato alla salvezza. E vi era uguale pericolo nel credere che il signore Gesù Cristo fosse o solo Dio, senza essere uomo, o uomo soltanto, senza che fosse anche Dio.

 

 

Precisamente por esta unidad de persona, que ha de entenderse como propia de cada una de las dos naturalezas, se lee que el Hijo del hombre descendió de los cielos, mientras que el Hijo de Dios asumió la carne de la Virgen María, de la cual nació, y, por otra parte, se dice que el Hijo de Dios fue crucificado y sepultado, aun cuando no haya sufrido esto en la misma divinidad, por la cual el unigénito es coeterno y consubstancial al Padre, sino en la limitación  de la naturaleza humana.  Precisamente por esto, confesamos todos, incluso en el Símbolo que el Hijo unigénito de Dios fue crucificado y sepultado, según las palabras del apóstol:  Si lo hubieran conocido, no habrían jamás crucificado al Señor de la gloria.  Y nuestro mismo Señor y Salvador, queriendo instruir en la fe con sus preguntas a los discípulos;  ¿Quién, dijo, dicen los hombres que sea el Hijo del hombre?  Ellos refieren las varias opciones de los otros.  Y ustedes, continuó, ¿quien dicen que soy yo?   Yo, que soy el Hijo del hombre y que ustedes ven bajo el aspecto de un siervo y en la verdad de la carne, ¿quién dicen ustedes que soy?  Fue entonces cuando San Pedro, divinamente inspirado y destinado a confortar a todas las naciones con su confesión, Tú eres el Cristo, dijo, el Hijo del Dios vivo.  Y bien, con razón fue llamado feliz por el Señor y de la piedra principal obtuvo la solidez y el nombre, aquel que por revelación del Padre reconoció en él al Hijo de Dios y Cristo, porque aceptar una cosa sin la otra no habría llevado a la salvación.  Y había igual peligro en creer que el Señor Jesús fuese solo Dios, sin ser hombre, o sólo hombre sin ser Dios.

 

 

Dopo la resurrezione del Signore, poi, che avvenne certamente nel vero corpo, poiché non altri risuscitò se non quegli che era stato crocifisso ed era morto, che altro Egli fece, nello spazio di quaranta giorni, se non rendere pura ed integra la nostra fede da ogni errore? Per questo Egli parlava con i suoi discepoli e, vivendo e mangiando con essi, permetteva loro, scossi com'erano dal dubbio, di avvicinarlo e di avere frequentemente contatto con lui, entrò a porte chiuse dai discepoli e col suo soffio diede loro lo Spirito santo; e donava luce all'intelligenza e svelava il senso misterioso e profondo delle sacre Scritture; e mostrava ripetutamente la stessa ferita del suo fianco, e i fori dei chiodi, e tutti i segni della recentissima passione, dicendo: Guardate le mie mani e i miei piedi: sono io, toccate: uno spirito non ha carne ed ossa, Come voi invece vedete che io ho perché si potesse costatare che le proprietà della natura divina e di quella umana rimanevano in lui; e così sapessimo che il Verbo non è la stessa cosa che la carne, e confessassimo che il Verbo e la carne costituiscono un solo Figlio di Dio.

 

 

Después de la resurrección del Señor, que ciertamente ocurrió en el verdadero cuerpo,  pues no resucitó  sino aquel que había sido crucificado y muerto, ¿qué otra cosa hizo sino purificar íntegramente nuestra fe de todos los errores?  Para esto, Él hablaba con sus discípulos, y viviendo y comiendo con ellos, les permitía, sobrecogidos como estaban de las dudas, acercársele  y tener frecuente contacto con Él; estando las puertas cerradas entró donde estaban los discípulos, y son su soplo les dio el Espíritu santo, y daba luces a la inteligencia y develaba el sentido misterioso y profundo de las Sagradas Escrituras, mostraba repetidamente la herida de su costado, y las llagas de los clavos, y todos los signos de la recientísima pasión, diciendo: Miren mis manos y mis pies, soy yo, toquen, un espíritu no tiene ni carne ni huesos, como, en cambio, ustedes ven que los tengo yo,  para que pudiesen constatar que las propiedades de las naturalezas divina y humana permanecían en él, y así supiéramos que el Verbo no es la misma cosa que la carne y confesásemos que el Verbo y la carne constituyen un solo Hijo de Dios.

 

 

Dinanzi a questo sacramento della fede Eutiche si dimostra ben sprovvisto, egli che nell'Unigenito di Dio né attraverso l'umiltà di uno stato soggetto alla morte, né attraverso la gloria della resurrezione ha riconosciuta la nostra natura; né è restato scosso dalle parole del beato Giovanni, apostolo ed evangelista, quando dice: Chiunque confessa che Gesù Cristo è apparso nella carne, è da Dio. E chiunque divide Gesù, non è da Dio; anzi è l'anticristo . E che cos'è dividere Gesù, se non separare da lui la natura umana e con vanissime ciance annullare il mistero per cui soltanto siamo stati salvati? Inoltre, chi brancola nelle tenebre per quanto riguarda la natura del corpo di Cristo, bisogna per forza che vaneggi con la stessa cecità anche per quanto riguarda la sua passione. Se, infatti, non ritiene falsa la croce del Signore e non dubita che sia stata vera la morte, accettata per la salvezza del mondo, dovrà pure ammettere la carne di chi crede essere morto. Né potrà rifiutarsi di ammettere che sia stato uomo con un corpo simile al nostro colui che riconosce avere sofferto. Perché negare la verità della carne, è negare la realtà della passione corporea.

 

 

Frente a este sacramento de la fe, Eutiques se demuestra bien desprovisto, él que en el Unigénito de Dios, ni a través de la humildad de un estado sujeto a la muerte, ni a través de la gloria de la resurrección ha reconocido nuestra naturaleza, ni se ha conmovido con las palabras del bienaventurado Juan, apóstol y evangelista, cuando dice: Cualquiera que confiese que Jesucristo apareció en la carne, es de Dios, y cualquiera que divide a Jesús, no es de Dios, más aún, es el anticristo. Y ¿qué dividiríamos en Jesús, sino separar en él la  naturaleza humana y con vanísima decisión negar el único misterio por el cual fuimos salvados?  Por lo demás, el que se debate en las tinieblas sobre lo que se refiere a la naturaleza del cuerpo de Cristo, debe por fuerza anular con la misma ceguera todo lo que se refiere a su pasión.  Si, entonces, no sostiene que es falsa  la cruz del Señor, y no duda que la muerte haya sido verdadera, aceptada para la salvación del mundo,  deberá necesariamente admitir la carne de aquel que cree que murió.  No podrá refutar que fue hombre con un cuerpo similar al nuestro aquel que reconoce que sufrió.  Porque negar la verdad de la carne es negar la realidad de la pasión corpórea.

 

 

Se, quindi, egli accetta la fede cristiana, e non trascura di ascoltare la parola del Vangelo, consideri quale natura, trapassata dai chiodi, sia stata appesa sul legno della croce, e il fianco del crocifisso squarciato dalla lancia; da dove sia sgorgato il sangue e l'acqua, perché la chiesa di Dio fosse irrigata da un lavacro e da una fonte. Ascolti il beato apostolo Pietro predicare che la santificazione avviene con l'aspersione del sangue di Cristo. Legga, riflettendo, le espressioni dello stesso apostolo, quando dice: Sappiate che non siete stati redenti con l'oro e con l'argento, cose che periscono, dal vostro vano modo di vivere secondo la tradizione dei Padri, ma dal sangue prezioso di Gesù Cristo, agnello Puro ed immacolato .

 

 

Si entonces él acepta la fe cristiana y no descuida escuchar la palabra del Evangelio, considere cuál naturaleza – traspasada de clavos haya estado suspendida del madero de la cruz, y considere  el costado del crucificado, atravesado por la lanza, de donde saliera sangre y agua, para que la iglesia de Dios fuera regada de una ablución y una fuente.  Escuche al bienaventurado Pedro predicar que la santificación viene con la aspersión de la sangre de Cristo.  Lea y reflexione, la expresión del mismo apóstol, cuando dice:   Sepan que, según la tradición de los padres,  no fueron redimidos de su vano modo de vivir con oro ni plata, que son cosas perecederas, sino con la sangre preciosa de Jesucristo, cordero puro e inmaculado

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E non resista neppure alla testimonianza del beato apostolo Giovanni, che dice: Il sangue di Gesù, figlio di Dio, ci purifica da ogni Peccato. Ed anche: Questa è la vittoria che vince il mondo, la nostra fede. Chi è che vince il mondo, se non colui che crede che Gesù è il figlio di Dio? A lui che è venuto attraverso l'acqua e il sangue, Gesù Cristo,- non nell'acqua solo, ma nell'acqua e nel sangue. Ed è lo Spirito a rendere testimonianza, Poiché lo Spirito è verità. Poiché sono tre che rendono testimonianza: lo Spirito, l'acqua e il sangue. E questi tre sono una cosa sola. Naturalmente si deve intendere dello spirito di santificazione, del sangue della redenzione, dell'acqua del battesimo: tre cose che sono una stessa cosa, eppure conservano la loro individualità, e nessuna di esse è separata dalle altre. Perché la chiesa cattolica vive e progredisce di questa fede: che nel Cristo Gesù non vi è umanità senza vera divinità, né divinità senza vera umanità.

 

 

Y tampoco resista el testimonio del bienaventurado apóstol Juan, que dice; : La sangre de Jesús, hijo de Dios, nos purifica de todo pecado.   Y también: esta es la victoria que derrota al mundo, nuestra fe. ¿ Quién es aquel que vence al mundo, sino ese que cree que Jesús es el hijo de Dios? Al que ha venido a través del agua y la sangre, Jesucristo, no sólo en el agua, sino en el agua y la sangre.  Y es el Espíritu el que da testimonio.  Porque el Espíritu es la verdad.  Porque son tres los que dan testimonio: el Espíritu, el agua y la sangre.  Y estos tres son una sola cosa. Naturalmente, debe entenderse el espíritu de santificación, la sangre de la redención, el agua del bautismo: tres cosas que son una misma, aun cuando conservan su individualidad, y ninguna de ellas está separada de las otras.  Porque la iglesia católica vive y progresa en esta fe: que en Cristo Jesús no hay humanidad sin divinidad, ni divinidad sin verdadera humanidad.

 

Esaminato e interrogato da voi Eutiche rispose: "Confesso che Nostro Signore avesse due nature prima della loro unione; ma che ne avesse una sola dopo l'unione", mi meraviglio come una professione di fede così assurda e perversa non abbia trovato nei giudici una severa riprensione; e che un discorso così sciocco sia potuto passare come se non contenesse nulla di offensivo. Eppure è ugualmente empia l'affermazione: che l'unigenito Figlio di Dio prima dell'incarnazione abbia avuto due nature, e l'altra affermazione: che dopo che il Verbo si è fatto carne, vi sia stata in lui una sola natura.

 

 

Examinado e interrogado Eutiques por ti, respondió: “Confieso que nuestro Señor Jesucristo tuvo dos naturalezas antes de su unión, pero que tuvo una sola después de la unión”, me admira como una profesión de fe tan absurda y perversa no haya encontrado en los jueces una severa reprensión y que un discurso tan tonto haya podido pasar como si no tuviera nada de ofensivo.  Es igualmente impía la afirmación: que el hijo unigénito de Dios antes de la encarnación haya tenido dos naturalezas, y la otra afirmación que después que el Verbo se hizo carne, haya habido en él una sola naturaleza.

 

 

Perché, dunque Eutiche non debba credere di avere fatto questa affermazione o conforme a verità, o almeno tollerabilmente (per il fatto che non sia stato confutato da nessuna sentenza in contrario), noi esortiamo il tuo amore sempre sollecito, fratello carissimo, perché, se per grazia della misericordia di Dio la causa si va risolvendo in modo soddisfacente, l'imprudenza di un uomo così ignorante sia purificata anche da questa peste del suo pensiero. Egli, come documenta la relazione degli atti, aveva rettamente cominciato a rinunziare alle sue idee quando, costretto dalla vostra sentenza, affermava di ammettere quanto prima non ammetteva, e di aderire a quella fede, da cui prima si era mostrato alieno. Ma per il fatto che egli non volle dare il suo assenso quando si trattò di condannare l'empia dottrina, la fraternità vostra ben comprese che egli rimaneva nella sua perfida opinione, ed era degno di ricevere un giudizio di condanna. Se quindi egli sinceramente ed utilmente si pente di tutto ciò, e riconosce, benché tardi, con quanta ragione si sia mossa l'autorità dei vescovi, se a piena soddisfazione egli condannerà a viva voce e firmando di sua mano tutti i suoi errori, nessuna misericordia, per quanto grande, sarà degna di biasimo. Nostro Signore, infatti, vero e buon pastore, che diede la sua vita per le pecore, e che venne a salvare le anime degli uomini, non a perderle, desidera che noi siamo imitatori della sua pietà. E se la giustizia deve reprimere chi manca, la misericordia non può respingere chi si converte. E’ allora, infatti, che la vera fede è difesa con abbondantissimo frutto, quando l'errore viene condannato anche da quelli che lo sostengono.

 

 

Para que Eutiques no deba creer haber hecho esta afirmación o conforme a verdad o al menos tolerablemente (por el hecho de no haber sido refutado por ninguna sentencia contraria) nosotros exhortamos tu caridad siempre solícita, amadísimo hermano, para que, si por la gracia de la misericordia de Dios la causa se va resolviendo de modo satisfactorio, la imprudencia de un hombre tan ignorante sea purificada también de esta peste de pensamiento.  Él, tal como  documenta la relación de las actas, había rectamente comenzado a renunciar a sus ideas cuando, constreñido por vuestra sentencia, afirmaba admitir cuanto antes no admitía, y adherir a la misma fe de la cual antes se había mostrado distante.  Pero el hecho de que no quisiera dar su consentimiento cuando se trató de condenar la impía doctrina, tu fraternidad bien comprendió que él permanecía en su pérfida opinión, y se hacía digno de recibir un juicio condenatorio.  Si más tarde el se arrepiente sincera y útilmente, y reconoce, aunque sea tardíamente, con cuanta razón se puso en actividad la autoridad de los obispos, si a plena satisfacción él condenare a viva voz y firmando de su mano todos sus errores, ninguna misericordia, por grande que sea, será digna de ello.  Nuestro Señor, de hecho, verdadero y buen pastor, que da su vida por las ovejas, que viene a salvar a las almas de los hombres y no a perderlas, desea que seamos imitadores de su piedad.  Y si la justicia ha de reprimir al que comete falta, la misericordia no puede rechazar al que se convierte.  Y es entonces, que la fe verdadera resulta defendida con abundantísimo fruto cuando el error es condenado aun por aquellos que lo sostienen.

 

 

Per condurre a termine piamente e fedelmente la questione, abbiamo mandato come nostri rappresentanti i nostri fratelli Giulio, vescovo, e Renato, presbitero del titolo di S. Clemente, oltre a mio figlio Ilario, diacono. Abbiamo aggiunto ad essi Dolcizio, nostro notaio, la cui fedeltà a tutta prova ci è nota. E confidiamo che ci assista l'aiuto divino, perché colui che ha errato, condannato il suo malvagio modo di sentire, sia salvo. Dio ti custodisca sano, fratello carissimo.

 

 

Para conducir a término, piadosa y fielmente esta materia, hemos mandado como nuestros representantes a nuestros hermanos Julio, obispo y Renato, presbítero del título de San Clemente, junto a mi hijo Hilario, diácono.  Les hemos agregado a Dolcicio, nuestro notario, cuya fidelidad  a toda prueba nos es evidente.  Y confiamos que les asista el auxilio divino, para que aquel que ha errado, una vez condenado su malvado modo de sentir, sea salvado.  Dios te custodie en salud, hermano amadísimo.

 

 

DEFINIZIONE DELLA FEDE

 

 

DEFINICIÓN DE LA FE

 

Questo santo, grande e universale Sinodo, riunito per grazia di Dio e per volontà dei piissimi e cristianissimi imperatori nostri, gli augusti Valentiniano e Marciano, nella metropoli di Calcedonia in Bitinia, nel tempio della santa vincitrice e martire Eufemia, definisce quanto segue.

 

 

Este magno y universal Sínodo, reunido por la gracia de Dios y por la voluntad de los piadosísimos y cristianísimos emperadores nuestros, los augustos Valentiniano y Marciano, en la Metrópoli de Calcedonia de Bitinia, en templo de la santa y victoriosa mártir Eufemia, define cuanto sigue:

 

Il signore e salvatore nostro Gesù Cristo, confermando ai suoi discepoli la conoscenza della fede, disse: Vi do la mia pace; vi lascio la mia Pace, perché nessuno dissentisse dal suo prossimo nei dogmi della pietà, e fosse dimostrato vero l'annuncio della verità. E poiché il maligno non cessa di ostacolare, con la sua zizzania, il seme della pietà, e di trovare sempre qualche cosa di nuovo contro la verità, per questo Dio, come sempre, provvide al genere umano, e ispirò un grande zelo a questo nostro pio e fedelissimo imperatore, e chiamò a sé da ogni parte i capi del sacerdozio, affinché, con la grazia del signore di tutti noi, Cristo, allontanassero ogni peste di errore dalle pecore del Cristo, e le ristorassero con i germogli della verità. Cosa che noi abbiamo fatto, proscrivendo con voto comune le false dottrine, e rinnovando la nostra adesione alla fede ortodossa dei padri; predicando a tutti il simbolo dei 318 [padri di Nicea], e riconoscendo come propri padri coloro che hanno accolto questa sintesi della pietà, e cioè i 150, che si raccolsero nella grande Costantinopoli e confermarono anch'essi la medesima fede.

 

 

 Nuestro Señor y Salvador Jesucristo, confirmando a sus discípulos en el conocimiento de la fe, dijo;  Les doy mi paz, mi paz les dejo, para que ninguno disintiera de su prójimo de los dogmas de la piedad, y se demostrase verdadero el anuncio de la verdad.  Y por cuanto el maligno no cesa de obstaculizar, con su cizaña, la siembra de la piedad y de buscar siempre algo nuevo contra la verdad, Dios, como siempre, provee al género humano e inspiró un gran celo a este nuestro piadoso y fidelísimo emperador, y llamó a sí, desde todas partes, a los jefes del sacerdocio, para que, con la gracia del señor de todos nosotros, Cristo,  alejásemos toda peste de error de las ovejas de Cristo, y los restaurásemos con  el alimento de la verdad.  Lo que hemos hechos, proscribiendo con voto común las falsas doctrinas, y renovando nuestra adhesión a la fe ortodoxa de los padres, predicando a todos el símbolo de los 318 (padres de Nicea), y reconociendo como padres propios a aquellos que han acogido esta síntesis de la piedad,  y aquella  de los 150 que se reunieron en la gran Constantinopla y confirmaron también ellos la misma fe.

 

 

Confermando anche noi, quindi, le decisioni e le formule di fede del concilio radunato un tempo ad Efeso [43I], cui presiedettero Celestino [vescovo] dei Romani e Cirillo [vescovo] degli Alessandrini, di santissima memoria, definiamo che debba risplendere l'esposizione della retta e incontaminata fede, fatta dai 315 santi e beati padri riuniti a Nicea [325], sotto l'imperatore Costantino di pia memoria, e che si debba mantenere in vigore quanto fu decretato dai 150 santi padri a Costantinopoli [381] per estirpare le eresie che allora germogliavano, e rafforzare la stessa nostra fede cattolica e apostolica.

 

 

Confirmando también nosotros, las decisiones e las fórmulas de fe del concilio reunido otrora en Efeso (431) que presidieron Celestino (obispo) de los romanos y Cirilo (obispo) de los alejandrinos, de santísima memoria, definimos que ha de resplandecer la exposición de la recta e incontaminada fe, hecha por los 315 santos y bienaventurados padres reunidos en Nicea (325), bajo el Emperador Constantino, de feliz memoria, y que se debe mantener en vigor cuantos fue decretado por los 150 santos padres de Constantinopla (381) para extirpar las herejías que entonces germinaban, y reafirmar nuestra misma fe católica y apostólica.

 

 

[A questo punto vennero ripetuti i simboli di fede dì Nicea e di Costantinopoli].

 

 

(En este punto se repiten los símbolos de la fe de Nicea y Constantinopla)

 

Sarebbe stato, dunque, già sufficiente alla piena conoscenza e conferma della pietà questo sapiente e salutare simbolo della divina grazia. Insegna, infatti, quanto di più perfetto si possa pensare intorno al Padre, al Figlio e allo Spirito santo, e presenta, a chi l'accoglie con fede, l'inumanazione del Signore.

 

 

Habría sido, entonces, suficiente para el pleno conocimiento y confirmación de la piedad este sabio y saludable símbolo de la divina gracia.  En verdad, enseña lo que más perfectamente se puede pensar con relación al Padre, al Hijo y al Espíritu Santo, y presenta,  a quien lo acoge con fe,   la encarnación del Señor.   

 

Ma poiché quelli che tentano di respingere l'annuncio della verità, con le loro eresie hanno coniato nuove espressioni: alcuni cercando di alterare il mistero dell'economia dell'incarnazione del Signore per noi, e rifiutando l'espressione Theotocos [Madre di Dio] per la Vergine; altri introducendo confusione e mescolanza e immaginando scioccamente che unica sia la natura della carne e della divinità, e sostenendo assurdamente che la natura divina dell'Unigenito per la confusione possa soffrire, per questo il presente, santo, grande e universale Sinodo, volendo impedire ad essi ogni raggiro contro la verità, insegna che il contenuto di questa predicazione e sempre stato identico; e stabilisce prima di tutto che la fede dei 318 santi padri dev'essere intangibile; conferma la dottrina intorno alla natura dello Spirito, trasmessa in tempi posteriori dai padri raccolti insieme nella città regale contro quelli che combattevano lo Spirito santo; quella dottrina che essi dichiararono a tutti, non certo per aggiungere qualche cosa a quanto prima si riteneva, ma per illustrare, con le testimonianze della Scrittura, il loro pensiero sullo Spirito santo, contro coloro che tentavano di negarne la signoria. Per quelli, poi, che tentano di alterare il mistero dell'economia, e blaterano impudentemente essere puro uomo, quello che nacque dalla santa vergine Maria, [questo concilio] fa sue le lettere sinodali del beato Cirillo, che fu pastore della chiesa di Alessandria, a Nestorio e agli Orientali, come adeguate sia a confutare la follia nestoriana, che a dare una chiara spiegazione a quelli che desiderano conoscere con pio zelo il vero senso del simbolo salutare. A queste ha aggiunto, e giustamente, contro le false concezioni e a conferma delle vere dottrine, la lettera del presule Leone, beatissimo e santissimo arcivescovo della grandissima e antichissimo città di Roma, scritta allarcivescovo Flaviano, di santa memoria, per confutare la malvagia concezione di Eutiche; essa, infatti, è in armonia con la confessione del grande Pietro, ed è per noi una comune colonna. [Questo concilio], infatti, si oppone a coloro che tentano di separare in due figli il mistero della divina economia; espelle dal sacro consesso quelli che osano dichiarare passibile la divinità dell'Unigenito; resiste a coloro che pensano ad una mescolanza o confusione delle due nature di Cristo; e scaccia quelli che affermano, da pazzi, essere stata o celeste, o di qualche altra sostanza, quella forma umana di servo che Egli assunse da noi; e scomunica, infine, coloro che favoleggiano di due nature del Signore prima dell'unione, ma ne concepiscono una sola dopo l'unione.

 

 

Pero dado que aquellos que tratan de frenar el anuncio de la verdad, con sus herejías han acuñado nuevas expresiones: algunos tratan de alterar el misterio de la economía de la encarnación del Señor para nosotros, rechazando la expresión Yeotokos [Madre de Dios]  para la Virgen; otros introducen confusión y mescolanza e imaginan tontamente que es una única la naturaleza aquella de la carne y aquella otra de la divinidad; y sostienen absurdamente que la naturaleza divina del unigénito por la confusión pueda sufrir; por  todo esto, el actual, santo, magno y universal sínodo, queriéndoles impedir toda reacción contra la verdad, enseña que el contenido de esta predicación ha sido siempre idéntico, y establece, primero que todo, que la fe de los 318 santos padres debe ser intangible; confirma la doctrina en torno a la naturaleza del Espíritu, trasmitida en tiempos posteriores por los padres reunidos en la ciudad real, contra aquellos que combatieron al Espíritu Santo,  doctrina que ellos declararon a todos, no ciertamente para agregar nada a lo que antes se sostenía, sino para demostrar con el testimonio de la escritura, su pensamiento sobre el Espíritu santo, contra aquellos que trataban de negarle el señorío-  Contra aquellos, luego, que tratan de alterar el misterio de la economía, y alegan que sea sólo hombre aquel que nació de la santa virgen María, (este concilio) hace suyas las cartas sinodales del bienaventurado Cirilo, que fue pastor de la Iglesia de Alejandría, a Nestorio y a los orientales, como adecuadas tanto para contradecir la locura nestoriana, como para dar una clara explicación a aquellos que deseasen conocer con piadoso celo el verdadero sentido del símbolo de salvación. A esto ha apuntado, y con justicia, contra las falsas concepciones y para la confirmación de la verdadera doctrina la carta del Pontífice León, santísimo arzobispo de la enorme y antiquísima ciudad de Roma, escrita al arzobispo Flaviano, de santa memoria, para refutar la malvada concepción de Eutiques; ella, de hecho, está en armonía con la confesión del gran Pedro; y es para nosotros una columna común.  (Este concilio), de hecho, se opone a aquellos que tratan de separar en dos hilos el misterio de la divina economía; se apartan del sagrado consenso aquellos que se atreven a declarar pasible la divinidad del Unigénito; resiste a aquellos que piensan en una mescolanza o confusión de las dos naturalezas de Cristo, y  expulsa a aquellos que afirman, insanamente, que haya sido celestial, o de cualquier otra sustancia la forma humana de siervo que Él asumió de nosotros, y excomulga, en fin, a aquellos que fabulan de dos naturalezas del señor antes de la unión y una sola después de esta unión.

 

 

Seguendo, quindi, i santi Padri, all'unanimità noi insegniamo a confessare un solo e medesimo Figlio: il signore nostro Gesù Cristo, perfetto nella sua divinità e perfetto nella sua umanità, vero Dio e vero uomo, [composto] di anima razionale e del corpo, consostanziale al Padre per la divinità, e consostanziale a noi per l'umanità, simile in tutto a noi, fuorché nel peccato, generato dal Padre prima dei secoli secondo la divinità, e in questi ultimi tempi per noi e per la nostra salvezza da Maria vergine e madre di Dio, secondo l'umanità, uno e medesimo Cristo signore unigenito; da riconoscersi in due nature, senza confusione, immutabili, indivise, inseparabili, non essendo venuta meno la differenza delle nature a causa della loro unione, ma essendo stata, anzi, salvaguardata la proprietà di ciascuna natura, e concorrendo a formare una sola persona e ipostasi; Egli non è diviso o separato in due persone, ma è un unico e medesimo Figlio, unigenito, Dio, verbo e signore Gesù Cristo, come prima i profeti e poi lo stesso Gesù Cristo ci hanno insegnato di lui, e come ci ha trasmesso il simbolo dei padri.

 

 

Siguiendo entonces, a los santos Padres, unánimemente enseñamos a confesar un solo y mismo Hijo: nuestro señor Jesucristo, perfecto en su divinidad y perfecto en su humanidad, verdadero Dios y verdadero hombre (compuesto) de alma racional y de cuerpo, consustancial al Padre por la divinidad, y consubstancial a nosotros por la humanidad, similar en todo a nosotros, excepto en el pecado, generado por el Padre antes de los siglos según la divinidad, y, en estos últimos tiempos, por nosotros y por nuestra salvación, engendrado en María virgen y madre de Dios, según la humanidad: uno y el mismo Cristo señor unigénito; en el que han de reconocerse dos naturalezas, sin confusión, inmutables, indivisas, inseparables, no habiendo disminuido la diferencia de las naturalezas por causa de la unión, sino más bien habiendo sido asegurada la propiedad de cada una de las naturalezas, que concurren a formar una sola persona e hipóstasis.  Él no está dividido o separado en dos personas, sino que es un único y mismo Hijo unigénito, Dios, Verbo, y señor Jesucristo como primero los profetas y más tarde el mismo Jesucristo lo ha enseñado de sí y como nos lo ha trasmitido el símbolo de los padres.

 

 

Stabilito ciò da noi con ogni possibile diligenza, definisce il santo e universale Sinodo, che a nessuno sia lecito presentare, o anche scrivere, o comporre una [formula di] fede diversa, o credere, o insegnare in altro modo. Quelli poi che osassero o comporre una diversa formula di fede, o presentarla, o insegnarla, o tramandare un diverso simbolo a quelli che intendono convertirsi dall'Ellenismo alla conoscenza della verità, o dal Giudaismo o da un'eresia qualsiasi, costoro, se sono vescovi o chierici, siano considerati decaduti: il vescovo dal suo episcopato, i chierici dal clero; se poi fossero monaci o laici, dovranno essere scomunicati.

 

 

Establecido esto por nosotros con toda la diligencia posible, define el santo y universal sínodo que no sea lícito a nadie presentar o incluso escribir o componer una fórmula de fe diversa, como tampoco creer o enseñar de un modo distinto.  Aquellos que luego osaren o bien componer una fórmula diversa de fe o presentarla, o enseñarla, o trasmitir un símbolo diverso a aquellos que tratan de convertirse desde el helenismo al conocimiento de la verdad, o del judaísmo, o de cualquier herejía, todos ellos, si son clérigos u obispos, sean suspendidos, el obispo, de su sede, el clérigo del ministerio, o si fueran laicos o monjes, deberán ser excomulgados.

 

 

CANONI

 

 

CÁNONES

 

I.

 

 

I

 

I canoni di ciascun sinodo devono osservarsi scrupolosamente.

 

 

Los Cánones de cada sínodo deben observarse escrupulosamente

 

Abbiamo creduto bene che i canoni stabiliti dai santi padri in tutti i concili tenuti fino a questo momento, debbano conservare il loro vigore.

 

 

Nos ha parecido bien que los cánones establecidos por los santos padres en todos los concilios realizados hasta este momento, deban conservar su vigencia

 

 

II.

 

 

II

 

Che non si consacri un vescovo per denaro.

 

 

No se consagre obispo por dinero

 

Se un vescovo fa una sacra ordinazione per denaro, e ridotto, così, ad una vendita ciò che non si può vendere, avesse consacrato per lucro un vescovo, o un corepiscopo, o un presbitero, o un diacono, o qualsiasi altro del clero, o avesse promosso qualcuno, per denaro, all'ufficio di amministratore, o di pubblico difensore, o di guardia, o qualsiasi altro ministero per turpe desiderio di lucro, egli si espone - se il fatto è provato - al pericolo di perdere il suo grado. D'altra parte, quegli che ha ricevuto l'ordinazione non dovrà assolutamente riportare alcun vantaggio da una ordinazione o promozione fatta per guadagno; venga quindi, deposto dalla sua dignità, o dall'ufficio che ha ottenuto con denaro. Se poi qualcuno fa da mediatore in azioni così vergognose e in così illeciti guadagni, se si tratta di un chierico, decada dal proprio grado, se si tratta di un laico o di un monaco, sia colpito da anatema.

 

 

Si un obispo realiza por dinero una sagrada ordenación, y reduce así a una venta lo que no se puede vender, y hubiese consagrado un obispo, un auxiliar, un presbítero, un diácono o cualquier otro en el clero, o hubiese por dinero promovido a alguno al oficio de administrador, de defensor público, de guardia o cualquier otro ministerio movido por torpe deseo de lucro, este obispo se expone – si se prueba el hecho – al peligro de perder su investidura.  Por otra parte, el que ha recibido la investidura, no podrá en absoluto sacar ventaja de una ordenación o promoción hecha por lucro; sea pues depuesto de su dignidad o del oficio que por dinero obtuvo.  Si alguno hace de mediador en acciones tan vergonzosas y que generen ganancias tan ilícitas, si se trata de un clérigo, pierda el propio ministerio, si se trata de un monje o de un   laico, sea golpeado por el anatema,

 

III.

 

 

III.


Un chierico o un monaco non deve occuparsi di cose estranee
.

 

 

Un clérigo o monje no ha de ocuparse de cosas ajenas.

 

Questo santo Sinodo è venuto a conoscenza che alcuni che appartengono al clero per turpe guadagno fanno i locatari dei beni degli altri, e si danno ad affari mondani, e, mentre non si danno alcun pensiero del servizio del Signore, corrono invece qua e là per le case dei secolari, e per avarizia assumono il maneggio delle altrui proprietà. Stabilisce, allora, il santo e grande Sinodo che nessuno, in seguito, vescovo, o chierico o monaco possa prendere in affitto beni o anche offrirsi amministratore in affari mondani, a meno che venga chiamato, senza potersi esimere, dalle leggi alla tutela. dei fanciulli o quando il vescovo della città incarica qualcuno di occuparsi delle cose ecclesiastiche, o degli orfani e delle vedove, che non abbiano chi si cura di loro, o di quelle persone che più degli altri abbiano bisogno del soccorso della chiesa, per amore di Dio. Se qualcuno, in avvenire, tentasse di trasgredire quanto stabilito, costui sia sottoposto alle pene ecclesiastiche.

 

 

Este santo Sínodo ha tomado conocimiento de que algunos que pertenecen al clero, por torpe ganancia se hacen depositarios de los bienes de otros, dedicándose a negocios mundanos, y, sin dedicar siquiera un pensamiento al servicio del Señor, corren en cambio de aquí para allá en las casas de los seglares, y por avaricia asumen el manejo de la propiedad de otros.  Establece ahora, el santo y magno Sínodo, que ninguno, de ahora en adelante, obispo, clérigo o monje,  pueda tomar en arriendo bienes u ofrecerse tampoco como administrador en asuntos mundanos, a menos que a ello sea llamado sin poder excusarse, por las leyes de la tutela de menores o cuando el obispo de la ciudad encarga a alguno que se ocupe de las cosas eclesiásticas, de los huérfanos o de las viudas, que carezcan de quien las atienda, o de cualquier otra persona, que con mayor necesidad que otros, requiera del socorro de la iglesia, por amor a Dios.  Si alguno en adelante intentare transgredir lo que se establece, sea sometido a las penas eclesiásticas.

 

 

IV

 

 

IV


I monaci non devono far nulla contro la volontà del Proprio vescovo né costruire un monastero, o occuparsi di cose mondane
.

 

 

Los monjes no deben hacer nada contra la voluntad del propio obispo, ni construir un monasterio u ocuparse de cosas mundanas

 

Quelli che con spirito vero e sincero intraprendono la vita solitaria devono essere stimati convenientemente: Ma poiché alcuni, col pretesto dello stato monastico, sconvolgono le chiese e i pubblici affari, vanno di città in città senza alcun discernimento, e presumono addirittura di costruirsi dei monasteri, è sembrato bene che nessuno, in qualsiasi luogo, possa costruire e fondare un monastero o un oratorio contro il volere del vescovo della città. I monaci, inoltre, di ciascuna città e regione devono esser sottoposti al vescovo, devono aver cara la pace, e attendere solo al digiuno e alla preghiera, nei luoghi loro assegnati; non diano fastidio né in cose di carattere ecclesiastico né in ciò che riguarda la vita d'ogni giorno, né prendano parte ad esse, lasciando i propri monasteri, a meno che talvolta non sia loro comandato dal vescovo della città per una necessità. Nessuno può accogliere nei monasteri uno schiavo, perché si faccia monaco, contro la volontà del suo padrone. E abbiamo stabilito che chiunque trasgredisce questa nostra disposizione sia scomunicato, perché non si dia occasione di bestemmiare il nome del Signore. Bisogna infine che il vescovo della città dedichi le necessarie cure ai monasteri.

 

 

Aquellos que con espíritu verdadero y sincero emprenden la vida solitaria deben ser convenientemente estimados.  Pero dado que algunos, con pretexto del estado monástico, desordenan las iglesias y los negocios públicos, van de ciudad en ciudad, sin ningún discernimiento y pretenden además construirse monasterios, nos ha parecido bien que nadie, en cualquier lugar, pueda construir o fundar un monasterio u oratorio contra la voluntad del obispo de la ciudad.  Los monjes, además, de cada ciudad y región, deben estar sometidos al obispo, deben valorar la paz, dedicarse sólo al ayuno y la plegaria, en los lugares que les han sido asignados, no provoquen molestia en asuntos ni de carácter eclesiástico ni en lo que respecta a la vida cotidiana, ni tomen partido  en ello, dejando los propios monasterios, a menos que tal les fuere recomendado por el obispo en caso de necesidad,  Nadie podrá acoger un esclavo en un monasterio, para que se haga monje, contra la voluntad de su amo.  Y hemos establecido que cualquiera que transgrediere esta disposición sea excomulgado, para que no haya ocasión de que se blasfeme el nombre del Señor.  ES necesario en fin que el obispo de la ciudad dedique a los monasterios el debido cuidado.

 

 

V.

 

 

V


Un chierico non deve passare da una chiesa ad n'altra
.

 

 

Un clérigo no debe pasar de una iglesia a otra.

 

Quanto ai vescovi e chierici che passano da una città ad un'altra, si è deciso che conservino tutto il loro vigore quei canoni che sono stati stabiliti dai santi padri su questo argomento.

 

 

En cuanto a los obispos y clérigos que pasan de una a otra ciudad, se ha decidido que conserven todo su vigor los cánones que establecieron los santos padres en esta materia.

 

VI.

 

 

VI

 

Nessun chierico deve essere ordinato assolutamente.

 

 

Ningún clérigo puede ser ordenado “en absoluto”.

 

Nessuno dev'essere ordinato sacerdote, o diacono, o costituito in qualsiasi funzione ecclesiastica, in modo assoluto. Chi viene ordinato, invece, dev'essere assegnato ad una chiesa della città o del paese, o alla cappella di un martire, o a un monastero. Il santo Sinodo comanda che una ordinazione assoluta sia nulla, e che l'ordinato non possa esercitare in alcun luogo a vergogna dì chi l'ha ordinato.

 

 

Nadie debe ser ordenado sacerdote o diácono o, o constituido en cualquier función eclesiástica, de modo absoluto.  Quien sea ordenado, debe en cambio ser asignado a una iglesia de la ciudad o del campo, a la capilla de un mártir o a un monasterio.  EL Santo Sínodo manda que una tal ordenación absoluta sea nula,  y que el así ordenado no pueda ejercer en ningún lugar, para vergüenza de aquel que lo ordenó.

 

VII.

 

VII

 

I chierici o i monaci non devono tornare nel mondo.

 

 

Los monjes y clérigos no deben volver al mundo

 

Coloro che una volta sono stati ammessi nelle file del clero o tra i monaci non devono far parte dell'esercito né ottenere dignità mondane. Di conseguenza, chi tenterà ciò e non farà penitenza, e non tornerà alla vita che prima aveva scelto per Iddio, sia anatema.

 

 

Aquellos que una vez fueron admitidos en las filas del clero o del monacato no deben formar parte del ejército ni obtener dignidades mundanas.  En consecuencia, quien tal intentare y no hiciere penitencia y no retornare a la vida que primero había elegido por Dios, sea anatema.

 

 

VIII

 

 

VIII

 

Gli ospizi dei poveri, i luoghi consacrati ai martiri e i monasteri siano sotto la potestà del vescovo.

 

 

Los hospicios para pobres, los sitios  consagrados a los mártires y los monasterios estén bajo la potestad el obispo.

 

.
 I chierici degli ospizi per i poveri, dei monasteri, dei santuari dei martiri siano soggetti all'autorità dei vescovi di ciascuna città, secondo l'uso tramandato dai santi padri, e non ricusino per superbia di essere sottoposti al proprio vescovo. Chi tenterà di trasgredire questa disposizione, in qualsiasi modo, e non si sottometterà al proprio vescovo, se chierico sia punito secondo i sacri canoni, se invece monaco o laico sia privato della comunione.

 

 

Los clérigos de los hospicios para pobres, de los monasterios, de los santuarios de los mártires, estén, según el uso trasmitido por los santos padres, sujetos a la autoridad del obispo de la respectiva ciudad,  y no rehusen por soberbia someterse al propio obispo.  Quien de cualquier forma intentare transgredir esta disposición, y no se sometiere al propio obispo, si fuere clérigo, sea castigado según los sagrados cánones, si  monje o laico, sea  privado de la comunión.

 

 

IX.

 

 

IX

 

I chierici non devono adire i tribunali secolari.

 

 

 Los clérigos no deben recurrir a los tribunales seculares.

 


 Se un chierico ha una questione con un altro chierico non trascuri il proprio vescovo per adire i tribunali secolari. La causa, invece, sia prima sottoposta al vescovo, oppure, col suo consenso, ad arbitri scelti di comune accordo dalle due parti. Se qualcuno agisce contro queste decisioni, sia soggetto alle pene canoniche. Se un chierico, poi, avesse qualche questione contro il proprio o altro vescovo, sia giudicato presso il sinodo provinciale. Se, finalmente, un vescovo o un chierico avessero motivo di divergenza col metropolita stesso della provincia, si rivolgano o all'esarca della diocesi, o alla sede della città imperiale, Costantinopoli, e presso di questa si tratti la causa.

 

 

Si un clérigo tiene un problema con otro clérigo, no sobrepase al propio obispo para recurrir a los tribunales seculares.  Sea en cambio y en primer término, la causa sometida al propio obispo, o, con su consentimiento, a árbitros elegidos de común acuerdo de ambas partes.  Si alguno actúa contra estas decisiones, quede sometido a las penas canónicas.  Si, ahora un clérigo tuviere una causa contra el propio u otro obispo, sea juzgado por el sínodo provincial.  Si finalmente un obispo o un clérigo tuvieren motivo de divergencia con el metropolitano mismo de la provincia, se dirijan al hexarca de la diócesis o de la sede de la ciudad imperial, Constantinopla y ante esta sede se trate la causa.

 

 

X.

 

X

 

Non è lecito ad un chierico servire in due chiese di due diverse città.

 

 

NO es lícito a un clérigo servir en dos iglesias de distinta ciudad a la vez.

 

Non è lecito che un chierico presti il suo servizio nello stesso tempo in due città, in quella, cioè, nella quale fu ordinato, e in quella, nella quale fuggì, credendola migliore, per desiderio di vana gloria. Quelli che facessero così, devono essere richiamati alla propria chiesa, nella quale da principio furono ordinati, ed ivi prestare il loro servizio liturgico. Se, però, qualcuno, si fosse già trasferito da una chiesa ad un'altra, non interferisca in nessun modo negli affari dell'altra chiesa, né nei santuari, negli ospizi per i poveri, nelle case per forestieri che sono sotto di essa. Chi osasse, dopo questa disposizione di questo grande e universale concilio, fare alcunché di quanto è stato proibito, questo santo sinodo stabilisce che decada dal proprio grado.

 

 

No es lícito que un clérigo preste su servicio al mismo tiempo en dos ciudades, en aquella que fue ordenado y en aquella a la cual huyó, creyéndola mejor, por deseo de vanagloria.  Los que así hicieren, deben ser llamados a la propia iglesia, aquella en la cual desde el principio fueron ordenados, y allí prestarán su servicio litúrgico.  SI, pero, uno fuera transferido de una a otra iglesia, no interfiera en modo alguno los asuntos de la otra iglesia, ni en los santuarios, ni en los hospicios de pobres ni en las casas de forasteros que en ella se encuentren.  El que después de esta disposición de este magno y universal sínodo, hacer algo de cuanto ha sido prohibido, este santo sínodo establece que pierda su ministerio.

 

XI

 

 

XI

 

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Quelli che hanno bisogno di assistenza siano provvisti di lettere di pace; lettere commendatizie si diano solo a chi ha buona reputazione
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Aquellos que tienen necesidad de asistencia sean provistos de cartas de paz, las cartas de recomendación se den sólo a aquellos que tienen buena reputación.

 

 

Tutti i poveri e i bisognosi di assistenza che devono viaggiare, siano muniti, non senza indagine, di lettere ecclesiastiche o lettere di pace, e non di commendatizie: queste devono essere rilasciate solo a persone di buona reputazione.

 

 

Todos los pobres y necesitados de asistencia que deban viajar, sean premunidos, no sin investigación, de cartas eclesiásticas o cartas de paz, y no de cartas de recomendación, estas deben ser otorgadas sólo a personas de buenas reputación.

 

XII.

 

 

XII


Un vescovo non deve essere fatto metropolita con lettere imperiali, né una provincia deve essere divisa in due
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Con cartas imperiales ni se haga metropolitano a un obispo ni se divida una provincia en dos

 

 

Siamo venuti a sapere che alcuni, contro ogni norma ecclesiastica, si sono rivolti alle autorità ottenendo che con una pragmatica imperiale una provincia fosse divisa in due, con la conseguenza che in una stessa provincia vi siano due metropoliti. Questo santo sinodo stabilisce che per l'avvenire niente di simile possa esser fatto da un vescovo sotto pena di decadenza dal proprio rango. Quelle città, però, che già avessero ricevuto con lettere imperiali l'onorifico titolo di metropoli godranno del solo onore, così pure il vescovo che governa quella chiesa, salvi, naturalmente, i privilegi della vera metropoli.

 

 

Hemos llegado a saber que algunos, contra toda norma eclesiástica, se han dirigido a la autoridad y obtenido que con una pragmática imperial una provincia fuera dividida en dos, con la consecuencia de que en la misma provincia haya dos metropolitanos.  Este santo sínodo establece que en el futuro nada similar pueda hacer un obispo bajo la pena de destitución del propio ministerio.  Pero aquella ciudad, que por Cartas Imperiales hubiese recibido ya el honorífico título de metrópolis, gozarán sólo del honor, lo mismo que el Obispo que rija esa iglesia, salvados, naturalmente los privilegios de la verdadera metrópolis.

 

 

XIII

 

 

XIII

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I chierici non possono esercitare il servizio liturgico in altre città senza lettere commendatizie
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Los clérigos no pueden ejercer funciones litúrgicas en otra ciudad sin cartas de recomendación.

 

I chierici e i lettori forestieri non devono assolutamente compiere un servizio liturgico in un'altra città senza le lettere commendatizie del proprio vescovo.

 

 

Los clérigos y lectores forasteros no deben absolutamente ejercer un servicio litúrgico en otra ciudad sin carta de recomendación del propio obispo.

 

XIV

 

 

XIV

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Chi appartiene all'ordine sacerdotale non può unirsi in matrimonio con eretici
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El que pertenece al orden sacerdotal, no puede unirse en matrimonio con hereje.

 

Poiché in alcune province è permesso ai lettori e ai cantori di sposarsi, questo santo sinodo ha deciso che non sia lecito ad alcuno di loro prendere in moglie una donna eretica. Coloro che avessero già avuto figli da tali nozze, se hanno già battezzato i loro figli presso gli eretici, devono introdurli alla comunione della chiesa cattolica; se non sono stati ancora battezzati, non possono battezzarli presso gli eretici; e neppure permettere che si uniscano in matrimonio con un eretico, con un giudeo, o con un gentile, se la persona che si unisce a colui che è ortodosso non dichiari di convertirsi alla vera fede. Se qualcuno trasgredirà la prescrizione di questo santo concilio, venga assoggettato alle sanzioni ecclesiastiche.

 

 

Dado que en algunas provincias está permitido a los lectores y cantores casarse, este santo sínodo ha decidido que no sea lícito a alguno de ellos tomar como cónyuge a una mujer hereje.  Aquellos que ya hubieren tenido hijo de tal unión, si han bautizado a sus hijos donde los herejes, deben introducirlos a la comunión de la iglesia católica, si todavía no están bautizados, no pueden bautizarlos donde los herejes; y tampoco permitir que se unan en matrimonio con un hereje, un judío o con un gentil, si la persona que se une al que es ortodoxo no declara convertirse a la verdadera fe.  Si alguno transgrediere la prescripción de este santo concilio, quede sometido a las sanciones eclesiásticas.

 

XV

 

 

XV

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Delle diaconesse
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De las diaconisas

 

Non si ordini diacono una donna prima dei quarant'anni, e non senza diligente esame. Se per caso dopo avere ricevuto l'imposizione delle mani ed avere vissuto per un certo tempo nel ministero, osasse contrarre matrimonio, disprezzando con ciò la grazia di Dio, sia anatema insieme a colui che si è unito a lei.

 

 

No se ordene diácono a una mujer antes de los 40 años y no sin diligente examen.  Si ocurriere que después de haber recibido la imposición de las manos y haber vivido un cierto tiempo en el ministerio, osare contraer matrimonio, despreciando con ello la gracia de Dios, sea ella anatema junto con aquel que se le unió.

 

 

XVI

 

 

XVI

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Le vergini consacrate a Dio non devono sposarsi
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No deben casarse las vírgenes consagradas a Dios.

 

 

Non è lecito ad una vergine che si sia consacrata al Signore Iddio, e così pure ad un monaco, contrarre matrimonio. Chi ciò facesse, sia scomunicato. Abbiamo tuttavia stabilito essere in potere del vescovo locale mostrare verso di essi una misericordiosa comprensione.

 

 

No es lícito a una virgen que se ha consagrado al Señor Dios, lo mismo que a un monje, contraer matrimonio.  Quien así lo hiciere, sea excomulgado.  Hemos sin embargo establecido que es potestad del obispo local mostrar frente a ellos una misericordiosa comprensión.

 

XVII

 

 

XVII

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Sulle parrocchie di campagna
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De las parroquias rurales

 

Le parrocchie rurali o di villaggio che appartengono ad una chiesa, rimangano assolutamente assegnate a quei vescovi che presiedono ad esse, specialmente se per un tempo di trent'anni le abbiano amministrate con pacifico possesso. Se poi entro tale tempo sia sorta, o sorga qualche contestazione, è permesso a coloro che affermano di essere stati lesi nei loro diritti, di portare la questione dinanzi al sinodo della provincia. Nel caso che qualcuno venga danneggiato dal proprio metropolita, costui sia giudicato o presso l'esarca della diocesi, o presso il tribunale di Costantinopoli. Se poi una città fosse stata fondata o è fondata dal potere imperiale, anche l'ordinamento delle parrocchie ecclesiastiche segua le circoscrizioni civili e pubbliche.

 

 

La parroquia rural o de aldea que pertenece a una iglesia, permanezcan absolutamente asignadas a aquellos obispos que en ellas presiden, especialmente si por un lapso de treinta años las han administrado con pacífica tenencia.  Si en tal tiempo haya surgido o surja alguna reivindicación, es lícito a aquellos que afirman haber sido perjudicados en su derecho, presentar la cuestión frente al sínodo provincial.  En caso de que alguno venga perjudicado por el propio metropolitano, ello sea juzgado por el hexarca de la diócesis o ante el tribunal de Constantinopla.  Si más tarde una ciudad hubiera sido fundada o fuere fundada por el poder imperial, también el ordenamiento de las parroquias eclesiásticas siga la circunscripción pública civil.

 

XVIII

 

 

XVIII

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I membri dell'ordine sacerdotale non possono congiurare o cospirare
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Los miembros del orden sacerdotal no pueden conspirar ni conjurar

 

Il delitto di congiura e di cospirazione è proibito anche dalle leggi civili, tanto più dev'essere proibito nella chiesa di Dio. Se, quindi, alcuno, chierico o monaco, prenderà parte a congiure, entrerà in società cospirativi oppure ordirà insidie contro i vescovi o contro i colleghi chierici, sia senz'altro dichiarato decaduto dal suo grado.

 

 

El delito de conspiración y conjura está prohibido también por las leyes civiles, con tanta más razón debe ser prohibido  en la iglesia de Dios.  Si, entonces algún clérigo o monje, tomare parte en conjuras, entrare en sociedades conspirativas, o propalare insidias contra el obispo o sus colegas clérigos, sea sin más privado del propio ministerio.

 

 

XIX

 

 

XIX

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Due volte all'anno bisogna celebrare i sinodi in ciascuna provincia
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Los sínodos de cada provincia han de celebrarse dos veces al año.

 

E’ giunto alle nostre orecchie che nelle province non si tengono i sinodi dei vescovi stabiliti dai sacri canoni, e che, di conseguenza, vengono trascurati molti degli affari ecclesiastici che avrebbero bisogno di riforma. Pertanto il santo concilio stabilisce, in conformità ai canoni dei padri, che due volte all'anno i vescovi di ciascuna provincia si riuniscano nel luogo scelto dal vescovo metropolita e trattino le questioni in sospeso. 1 vescovi che non prenderanno parte alle riunioni, standosene nelle loro città pur essendo in buona salute e liberi da impegni urgenti e necessari, siano fraternamente ripresi.

 

 

Hemos oído que en las provincias no se tienen los sínodos de los obispos establecidos por los sagrados cánones, y que en consecuencia, son descuidados muchos de los asuntos eclesiásticos que tendrían necesidad de reforma.  Por lo tanto, el santo concilio establece, en conformidad con los cánones de los padres, que dos veces al año los obispos de cada provincia se reúnan en el lugar elegido por el obispo metropolitano y traten las cuestiones pendientes.  Aquellos obispos que no tomaren parte en la reunión, encontrándose en su ciudad y gozando de buena salud y libres de compromisos urgentes y necesarios, sean fraternalmente amonestados.

 

 

XX

 

 

XX

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Un chierico non deve trasferirsi da una città all'altra
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Un clérigo no debe transferirse de una a otra ciudad.

 

 

I chierici addetti al servizio di una chiesa, come già abbiamo stabilito, non possono essere addetti alla chiesa di un'altra città; amino piuttosto quella, nella quale furono stimati degni di prestare il loro servizio fin dall'inizio, eccetto quelli che, perduta la loro patria, per necessità hanno dovuto trasmigrare altrove. Se avvenisse che un vescovo, dopo questa disposizione, accolga un chierico appartenente ad un altro vescovo, sia scomunicato tanto chi ha ricevuto, quanto chi è stato ricevuto, finché il chierico che ha emigrato non abbia fatto ritorno alla propria chiesa.

 

 

Los clérigos adscritos, como ya hemos establecidos, al servicio de una iglesia, no pueden ser adscritos a la iglesia de otra ciudad, distinta de  aquella, en la cual fueron considerados dignos de prestar su servicio desde el principio, excepto aquellos que, habiendo perdido su patria, por necesidad han debido emigrar a otra parte.  Si ocurriere que después de esta disposición un obispo acogiere a un clérigo perteneciente a otro obispo, sea excomulgado tanto aquel que recibe como el que fue recibido, hasta cuando el clérigo emigrado no haya tornado a la propia iglesia.

 

XXI

 

 

XXI

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Chi accusa i vescovi deve essere di buona fama
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El que acuse a un obispo ha de ser de buena fama.

 

 

I chierici o laici che accusano i vescovi o chierici non siano ammessi all'accusa semplicemente e senza previo esame, prima deve essere fatta un'inchiesta sulla fama di cui godono.

 

 

Los clérigos o laicos que acusen a obispos o clérigos no sean admitidos a la acusación simplemente y sin un examen, primero ha de realizarse una investigación sobre la fama que gozan.

 

 

XXII

 

 

XXII

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I chierici, dopo la morte del proprio vescovo, non devono appropriarsi dei suoi beni
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Los clérigos no deben apropiarse de los bienes de su obispo muerto

 

Non è lecito ai chierici, dopo la morte del proprio vescovo, appropriarsi dei suoi beni, come del resto è stato interdetto dai canoni antichi; quelli che osassero ciò rischiano di perdere il loro grado.

 

 

No es lícito a los clérigos, después de muerto su obispo, apropiarse de sus bienes, como, por lo demás, ha sido prohibido en los cánones antiguos, aquellos que tal osaren, se arriesgan a perder su ministerio.

 

XXIII

 

 

XXIII

 

Che siano cacciati da Costantinopoli i chierici e i monaci forestieri che fanno confusione.

 

 

Sean expulsados de Constantinopla los monjes forasteros que crean confusión.

 

E’ giunto alle orecchie del santo sinodo che alcuni chierici o monaci, senza mandato del loro vescovo, e anzi, addirittura scomunicati da lui, venuti nella città imperiale di Costantinopoli, vi vivono da molto, provocando sommosse, turbando l'ordine nella chiesa, e saccheggiando le case di qualcuno. Pertanto, questo santo sinodo ordina che costoro siano prima ammoniti dal pubblico difensore della chiesa santissima di Costantinopoli, perché se ne vadano dalla città imperiale. Se poi continuano nella stessa condotta senza alcuna vergogna, siano scacciati dal medesimo difensore anche contro la loro volontà, e raggiungano le loro città.

 

 

Ha llegado a los oídos del santo sínodo que algunos clérigos o monjes, sin mandato su obispo, e incluso excomulgados por éste, venidos a la ciudad imperial de Constantinopla, viven generando mucha conmoción, turbando el orden en la iglesia, y saqueando las casas de algunos.  Por lo tanto este santo sínodo ordena que esos sean primero amonestados por el defensor público de la iglesia santísima de Constantinopla, para que abandonen la ciudad imperial.  Si más tarde continuaren en la misma conducta sin ninguna vergüenza, sean expulsados por el mismo defensor, incluso contra su voluntad, y regresen a su ciudad.

 

XXIV

 

 

XXIV

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I monasteri non devono diventare degli alberghi
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Los monasterios no deben convertirse en albergues

 

 

I monasteri una volta consacrati per volontà del vescovo, rimangano monasteri per sempre, e ciò che ad essi appartiene sia conservato al monastero. I monasteri non devono diventare abitazioni mondane; e chi avrà permesso questo, sia sottoposto alle pene stabilite dai sacri canoni.

 

 

Los monasterios, una vez consagrados por voluntad del obispo, se mantengan como monasterios para siempre, y lo que a ellos pertenece, sea conservado por el monasterio.  Los monasterios no deben convertirse en habitaciones mundanas, y quien tal permitiere, sea sometido a las penas establecidas por los sagrados cánones.

 

 

XXV

 

 

XXV

 

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Una chiesa non deve rimanere priva del vescovo per più di tre mesi
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Una iglesia no debe permanecer privada de obispo por más de tres meses

 

Poiché alcuni metropoliti, come abbiamo saputo, trascurano le greggi loro affidate, e rimandano le ordinazioni dei vescovi, è sembrato bene al santo sinodo che le ordinazioni dei vescovi debbano essere fatte entro tre mesi, a meno che una assoluta necessità non consigli di prolungare l'intervallo. Chi non agisce così, sarà soggetto alle sanzioni ecclesiastiche. I redditi della chiesa vacante saranno conservati intatti dall'amministratore della stessa chiesa.

 

 

Dado que – según hemos sabido – algunos metropolitanos descuidan la grey a ellos asignada, y postergan las ordenaciones de obispos, ha parecido bien al santo sínodo que las ordenaciones de los obispos deban hacerse dentro de los tres meses, salvo que una necesidad absoluta aconseje prolongar el intervalo.  El que así no actuare, sea sometido a las sanciones eclesiásticas.  Los réditos de la iglesia vacante serán conservados intactos por el administrador de la misma iglesia.

 

 

XXVI

 

 

XXVI

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Ogni vescovo deve amministrare i beni della propria diocesi attraverso un economo
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Cada obispo debe administrar los bienes de la propia diócesis a través de un ecónomo.

 

Poiché in alcune chiese, come abbiamo sentito dire, i vescovi amministrano i beni ecclesiastici senza un economo, disponiamo che ogni chiesa che ha un vescovo abbia anche un economo, scelto dal proprio clero, il quale amministri i beni della chiesa sotto l'autorità del proprio vescovo. Ciò, perché l'amministrazione della chiesa non sia fatta senza controllo, e, di conseguenza, non vengano dilapidati i beni ecclesiastici, e non ne nasca il disprezzo per il sacerdozio stesso. Se il vescovo non agirà in conformità a queste disposizioni, andrà soggetto alle leggi divine.

 

 

Dado que en algunas iglesias, según oímos decir, los obispos administran los bienes eclesiásticos sin un ecónomo, disponemos que toda iglesia que tenga obispo, tenga también un ecónomo elegido de entre el propio clero, para que administre los bienes de la iglesia bajo la autoridad del propio obispo.  Ello, para que la administración de los bienes de la iglesia no sea hecha sin control, y en consecuencia no vengan a ser dilapidados los bienes eclesiásticos, y no nazca así el desprecio por el mismo sacerdocio.  Si el obispo no actuare conforme a estas disposiciones, quede sometido a las divinas leyes.

 

 

XXVII

 

 

XXVII

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Non si deve usare violenza ad una donna a scopo di matrimonio
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No se debe usar violencia en una mujer con propósito de matrimonio

 

Chi rapisce una fanciulla sotto pretesto di sposarla; chi coopera o aiuta chi rapisce, questo santo sinodo stabilisce che, se si tratta di chierici, decadano dal proprio rango, se monaci o laici, che vengano anatematizzati.

 

 

El que raptare una muchacha bajo pretexto de casarla, quien coopera o ayuda al que rapta, este santo sínodo establece que, si se trata de clérigos, sean destituidos del propio rango, si  de monjes o laicos, sean anatematizados.

 

XXVIII

 

 

XXVIII

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Voto sui Privilegi della sede di Costantinopoli
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Voto sobre los privilegios de la sede de Constantinopla.

 

 

Seguendo in tutto le disposizioni dei santi padri, preso atto del canone [III] or ora letto, dei 150 vescovi cari a Dio, che sotto Teodosio il Grande, di pia memoria, allora imperatore si riunirono nella città imperiale di Costantinopoli, nuova Roma, stabiliamo anche noi e decretiamo le stesse cose riguardo ai privilegi della stessa santissima chiesa di Costantinopoli, nuova Roma. Giustamente i padri concessero privilegi alla sede dell'antica Roma, perché la città era città imperiale. Per lo stesso motivo i 150 vescovi diletti da Dio concessero alla sede della santissima nuova Roma, onorata di avere l'imperatore e il senato, e che gode di privilegi uguali a quelli dell'antica città imperiale di Roma, eguali privilegi anche nel campo ecclesiastico e che fosse seconda dopo di quella. Di conseguenza, i soli metropoliti delle diocesi del Ponto, dell'Asia, della Tracia, ed inoltre i vescovi delle parti di queste diocesi poste in territorio barbaro saranno consacrati dalla sacratissima sede della santissima chiesa di Costantinopoli. E’ chiaro che ciascun metropolita delle diocesi sopraddette potrà, con i vescovi della sua provincia, ordinare i vescovi della sua provincia, come prescrivono i sacri canoni; e che i metropoliti delle diocesi che abbiamo sopra elencato, dovranno essere consacrati dall'arcivescovo di Costantinopoli, a condizione, naturalmente, che siano stati eletti con voti concordi, secondo l'uso, e presentati a lui.

 

 

Siguiendo en todo la disposición de los santos padres a  tenor del Canon [III] ahora leído, de los 150 0bispos amados por Dios, que bajo Teodosio el Grande, de piadosa memoria, entonces emperador, se reunieron en la ciudad imperial de Constantinopla, nueva Roma, también nosotros establecemos y decretamos las mismas disposiciones referidas a los privilegios de la misma santísima iglesia de Constantinopla, nueva Roma.  Con justicia los padres concedieron privilegios a la sede de la antigua Roma, porque la urbe era ciudad imperial.  Por el mismo motivo, los 150 obispos amados de Dios concedieron  a la sede de la santísima nueva Roma, honrada por acoger al emperador y al senado, y que goza de iguales privilegios que la antigua ciudad imperial de Roma, idénticos privilegios también en el campo eclesiástico, para que fuese segunda después de aquella.  En consecuencia, los solios metropolitanos de las diócesis de Ponto, Asia, Tracia, y los obispos de las partes de estas diócesis puestas en territorio bárbaro serán consagrados por la sacratísima sede de la santísima iglesia de Constantinopla.  Estás claro que cada metropolitano de las citadas diócesis podrá, con los obispos de su provincia, a tenor de los  sagrados cánones, ordenar los obispos de su provincia, y que los metropolitanos de las diócesis que hemos enumerado, deberán ser consagrados por el arzobispo de Constantinopla, a condición, naturalmente de haber sido elegido con voto concorde. Y, según el uso, a él presentados.

 

 

XXIX

 

 

XXIX


Un vescovo allontanato dalla propria sede non deve essere computato fra presbiteri
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Un obispo alejado de la propia sede no debe ser contado entre los presbíteros

 

I magnificentissimi e gloriosissimi imperatori dissero: "che pensa il santo sinodo dei vescovi consacrati da Fozio, vescovo piissimo, e rimossi dal religiosissimo vescovo Eustazio, e obbligati ad essere, dopo l'episcopato, dei semplici sacerdoti?".

 

 

Los magnificentísimos y gloriosísimos emperadores dijeron:  “¿qué piensa el santo sínodo de los obispos consagrados por Focio, obispo piadosísimo, y removidos por el religiosísimo obispo Eustacio, y obligados a ejercer como simples sacerdotes, después de haber sido obispos?

 

 

I reverendissimi vescovi Pascasino e Lucenzio e il sacerdote Bonifacio, rappresentanti della sede di Roma, dissero: "ridurre un vescovo al grado di semplice sacerdote, è un sacrilegio. Se, infatti per un giusto motivo essi debbono essere sospesi dall'esercizio dell’episcopato, non devono neppure avere il posto di presbiteri. Se poi sono stati rimossi dalla loro carica senza colpa, devono essere reintegrati nella loro dignità di vescovi".

 

 

Los reverendísimos obispos Pascasino y Lucencio, el sacerdote Bonifacio, representantes de la sede de Roma dijeron:  reducir a un obispo al rango de simple sacerdote, es un sacrilegio.  Si, por un justo motivo éste debe ser suspendido del ejercicio del episcopado, no debe tampoco tener el cargo de presbítero,  Si, por otra parte, hubieren sido removidos de su cargo sin culpa, deben ser reintegrados en su dignidad episcopal.

 

Il piissimo Anatolio, arcivescovo di Costantinopoli, disse: "quelli che sono stati ridotti dalla dignità vescovile al grado di presbiteri, se sono stati condannati per motivi ragionevoli, certamente non sono degni neppure della dignità di presbiteri. Se poi sono stati ridotti al grado inferiore senza motivo, giustamente, se risulta che sono innocenti, devono riprendere la dignità e le funzioni dell'episcopato".

 

 

El piadosísimo Anatolio, arzobispo de Constantinopla, dijo:  “aquellos que han sido reducidos de la dignidad episcopal al rango de presbíteros, si hubiesen sido condenados por razonables motivos, ciertamente son también indignos de la dignidad presbiteral.  Pero si han sido reducidos a inferior grado sin motivo, si resulta que son inocentes, deben, en justicia, retomar la dignidad y la función episcopal.

 

XXX

 

 

XXX

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Gli Egizi sono senza colpa Per non aver sottoscritto la lettera di Leone vescovo di Roma
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Los egipcios no tienen culpa al no haber suscrito la carta de León, obispo de Roma

 

I magnificentissimi e gloriosissimi imperatori e il gloriosissimo senato dissero: "poiché i piissimi vescovi della chiesa d'Egitto, senza avere affatto l'intenzione di opporsi alla fede cattolica, hanno per il momento rimandato di sottoscrivere la lettera del santissimo arcivescovo Leone, dicendo esser costume nella diocesi d'Egitto di non far nulla di simile senza il volere e la disposizione del loro arcivescovo; e poiché credono che si debba concedere loro una dilazione fino alla consacrazione del futuro vescovo della grande città di Alessandria, ci è sembrato giusto e umano che venga concesso ad essi di rimanere nella città imperiale senza sanzioni, e la richiesta dilazione, fino a che venga consacrato l'arcivescovo della grande città di Alessandria".

 

 

Los magnificentícimos y gloriosísimos emperadores y el gloriosísimo senado dijeron: “dado que los piadosísimos obispos de la iglesia de Egipto, sin tener en modo alguno la intención de oponerse a la fe católica, han por el momento postergado la suscripción de la carta del santísimo obispo León, diciendo que es costumbre en las diócesis de Egipto no hacer nada similar sin la voluntad y disposición de su arzobispo, y dado que creen que se les debe conceder una prórroga hasta la consagración del futuro obispo de la gran ciudad de Alejandría, nos ha parecido justo y humano que se les conceda una prórroga hasta la consagración del arzobispo de la magna ciudad de Alejandría.

 

Il piissimo vescovo Pascasino, legato della sede apostolica di Roma, disse: "se la vostra Gloria dispone e comanda che si usi a loro riguardo una certa umanità, diano, però, essi la garanzia che non usciranno da questa città, fino a che la città di Alessandria non abbia avuto il suo vescovo".

 

 

El piadosísimo obispo Pascasino, legado de la sede apostólica de Roma, dijo:  “Si vuestra gloria dispone y manda que se use con respecto a ellos una cierta humanidad, nos den en cambio ellos la garantía que no saldrán de esta ciudad hasta que la ciudad de Alejandría  tenga obispo.

 

 

Allora i magnificentissimi e gloriosissimi principi e il glorioso senato dissero: "sia accolto il voto del santissimo vescovo Pascasino. Quindi, rimanendo nel proprio stato, i piissimi vescovi degli egiziani daranno delle garanzie, se è loro possibile, o faranno fede con giuramento, attendendo l'ordinazione del futuro vescovo della grande città degli alessandrini" .

 

 

Entonces los magnificentísimos y gloriosísimos príncipes y el glorioso senado dijeron: sea acogido el voto del santísimo obispo Pascasino.  Así, permaneciendo en su propio estado, los piadosísimos obispo de los egipcios, darán garantías, si les es posible, o darán fe con juramento, a la espera de la ordenación del futuro obispo de los alejandrinos

 



[i] Texto extraído de la página web “www.clerus.org” del Link “Biblioteca”, “Otros Concilios”

[ii] Traducción del italiano por Augusto Alessandrini, para uso de los miembros del Departamento Historia Patria y CC. SS. Del Programa Preuniversitario de la C.S.E. PAIDEIA

 

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