Milano 1992. Poche donne della storia hanno tramandato ai posteri un alone di femminilità, fatta anche di grazia raffinata e di delicato erotismo, come l'imperatrice Giuseppina, la prima moglie di Napoleone. Altre furono più belle di lei, altre più apertamente voluttuose, altre più intelligenti, altre più politicamente impegnate. Ma solo Giuseppina, o quasi, riesce a far esalare una ventata di charme e di profumo inebriante dai libri che parlano di lei. Sia che faccia brevi apparizioni nei tanti libri napoleonici tra i tanfi delle battaglie o le puzze degli intrighi politici, sia che un libro intero (naturalmente, i libri di cui lei é protagonista sono molto meno numerosi di quelli sul marito e tutti i vari aspetti della sua epopea) metta lei in primo piano. Come fa il validissimo "Joséphine" (Dalla Martinica al trono di Francia la donna che sposò Napoleone) scritto da Ernest John Knapton e recentemente pubblicato in versione italiana. Magia dei libri quando sono ben fatti (come il presente)! Solo essi hanno un tale potere di rievocazione avvolgente e totale (e quindi, in un certo senso, gustabili anche con l'olfatto, l'udito o altri sensi ancora) da trasportare il lettore nei luoghi e nei tempi raccontati. Questo é vero soprattutto per la storia, dove mezzi più moderni, come il cinema e la TV, difficilmente riescono a superare i libri.
Giuseppina Tascher de la Pagerie (1763/1814) nacque in Martinica da una famiglia francese (o per essere più esatti "creola") di piantatori di zucchero di antica e modesta nobiltà. A sedici anni fu data in sposa al giovane visconte Alessandro di Beauharnais, che lei raggiunse in Francia. Malgrado la nascita di due figli, il matrimonio fallì e i due si separarono legalmente. La rivoluzione rese libera la bella creola, quando il marito fu ghigliottinato nel 1794; lei si salvò grazie alla fine del Terrore. Nel dissoluto periodo del Direttorio, Giuseppina continuò la sua ascesa sociale. Aveva un salotto ben frequentato, amicizie altolocate e probabilmente non fu avara nel concedere le sue grazie un pò esotiche, anche a Barras, uno dei più potenti e corrotti (in tutti i sensi) uomini al potere nel nuovo regime. Non le ci volle molto, lei già così esperta nell'arte del piacere, a conquistare il promettente generale Bonaparte, di sei anni più giovane di lei e ancora timido con le donne. Dopo più esitazioni da parte di lei che di lui, si sposarono civilmente nel 1796. Nella prima fase del loro matrimonio, l'amore fu più ardente in lui, tanto che lei ritardò (aveva per amante e socio in affari - forse anche tangenti - un ufficiale degli ussari) il più possibile di raggiungerlo in Italia, dove lui andava di vittoria in vittoria nella campagna del 1796/7.
Parallelamente alla strabiliante ascesa di Napoleone, il comportamento di Giuseppina si faceva sempre meno frivolo e così quando nel 1804, dopo un veloce matrimonio religioso, la coppia salì al trono imperiale di Francia, Giuseppina era ormai consona al ruolo che il paese s'aspettava da lei. Nel campo privato, i ruoli ormai s'erano invertiti: fedeltà da parte di lei e abbondanti tradimenti da parte di lui, per lo più brevissime avventure salvo qualche amore importante, come quello con la contessa polacca Maria Walewska, che gli diede anche un figlio. La loro unione, però, procedeva bene, malgrado l'ostilità verso di lei da parte del clan dei Bonaparte. I suoi due figli di primo letto, Eugenio e Ortensia, entrambi ferventi bonapartisti sino alla fine, erano ben sistemati: il primo, sposato a una Wittelsbach, era viceré d'Italia; la seconda, sposata a un fratello di Napoleone e madre del futuro Napoleone III, era regina d'Olanda. Padrone di quasi tutta l'Europa continentale, Napoleone fu costretto dalla ragion di stato a divorziare da Giuseppina (1809): primo, aveva bisogno di un erede diretto e ormai era chiaro che lei non poteva più darglielo; secondo, per consolidare il suo impero, doveva imparentarsi con una grande famiglia regnante. La scelta, come si sa, cadde sugli Asburgo e Maria Luisa d'Austria gli diede poi l'agognato erede. Dopo il grande dolore iniziale, Giuseppina seppe adattarsi alla nuova situazione di ripudiata. Del resto conservava una posizione di tutto rispetto: il titolo di imperatrice, un buon appannaggio, la tanto amata tenuta della Malmaison, un castello nell'Eure...e il fraterno affetto dell'imperatore. Benvoluta ormai da quasi tutti, morì di polmonite nel 1814 nel bel mezzo della caduta di Napoleone, quando lui era relegato all'Elba e i Borboni erano già rientrati a Parigi, ma prima dei Cento Giorni e di Waterloo.
Giuseppe Serpagli
GIUSEPPINA BONAPARTE
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