Nelle Cronache Anglosassoni grande raccolta di annali che coprono la storia di quel popolo dal 445 al 1150, troviamo la seguente annotazione: "Nell'anno 990 Sigerico fu consacrato arcivescovo; nello stesso anno, si recò a Roma per il palio".
Il viaggio del prelato sassone sarebbe da annoverarsi fra i tanti che nel Medioevo videro re, monaci, chierici e semplici pellegrini fare numerosissimi la spola fra le Isole britanniche e Roma... se solo non se ne fosse conservato il "diario". Il prezioso resoconto, fatto compilare da Sigerico a uno dei componenti del suo nutrito seguito, offre, senza perdersi in particolari, una precisa immagine di un tipico "romeaggio", ossia di uno dei numerosi pellegrinaggi che portavano alla città di san Pietro.
Si tratta di un documento di straordinario interesse, in quanto l'unico itinerario completoin nostro possesso di un pellegrino anglosassone a Roma. Roma è sulla via di Gerusalemme, e fin dal IV secolo, i pellegrini transitano numerosi lungo la direttrice romea per compiere il lungo e arduo viaggio. Nel 640, quando Gerusalemme cade sotto l'Islam, il flusso di devoti viandanti diretti in Terra Santa si arresta, per riprendere in pieno nel tardo Medioevo, e solo a intervalli durante le Crociate. Roma diventerà per diversi secoli l'unica meta di pellegrinaggio.
A dieci secoli di distanza, chi scrive ha ripercorso e ricostruito nei minimi dettagli, stazione per stazione, l'itinerario esatto di Sigerico: attraverso la Francia e un tratto di Svizzera, lungo la via più diretta (mille miglia esatte) fra Canterbury e Roma.
Nel Medioevo il pellegrinaggio verso i grandi luoghi della fede, Roma, Santiago de Compostela o Gerusalemme, rappresentava, per molti, la più grande aspirazione dell'esistenza. Il cammino di purificazione verso i luoghi sacri, con i suoi pericoli, le insidie, gli ostacoli naturali, accomunava il ricco al povero, il mercante al cavaliere, l'uomo di chiesa al comune pellegrino.
Le strade forse più importanti dell'epoca erano quelle che portavano a Roma, le cosiddette Vie Romee. Una delle più conosciute era nota in Italia come Via Francigena, perché proveniente dalla Francia.
Nel 990 l'arcivescovo di Canterbury, Sigerico, la percorre tutta tornando da Roma, dove ha ricevuto direttamente dal papa il pallium, cioè l'investitura. Cosa insolita per quei tempi indica, in una sorta di diario di viaggio, la successione delle tappe percorse giorno dopo giorno. E, grazie alla sua cronaca di viaggio, noi oggi siamo in grado di conoscere nel dettaglio questo grande itinerario medievale.
Un gruppo internazionale di pellegrini ha voluto ripercorrere integralmente a piedi l'itinerario da Canterbury a Roma.
Questo volume è la cronaca dei 1800 chilometri dell'itinerario di Sigerico ripercorso nel 1996, suddiviso in cinquantasei tappe con le descrizioni dei principali luoghi d'interesse artistico, culturale e religioso situati lungo il percorso e tutte le informazioni utili ai camminatori. libro è anche e soprattutto strumento di promozione di una forma di turismo alternativo: un turismo attento alla lettura complessiva del territorio e alla valorizzazione delle bellezze naturali e artistiche di un'Europa apparentemente "minore", ma in realtà ricca di tradizioni e di valori spesso nascosti o ignorati.
La riscoperta della Via Francigena è dunque un importante evento di natura culturale che si inserisce perfettamente nel quadro delle manifestazioni legate al Giubileo del Duemila.
In un continente che si avvia verso l'unificazione economica e politica, la "rivisitazione" della Via Francigena rappresenta un'occasione di riscoperta delle radici stesse di una civiltà per molti aspetti comune.