GION UEIN CINEMASHOW

Stagione cinematografica 2003 - 2004

 

 

DOGVILLE  di Lars Von Trier  - voto 5

 

 

 

 

 

DOGVILLE, ovvero il primo film interamente girato sulla piantina del Monopoli.

Ovvero il giochino in cui Von Trier tira i dadi, muove le pedine e soprattutto detta le regole.

E le sue regole hanno lo spessore delle pareti della cittadina : sono solo disegnate , basta semplicemente passarci attraverso, perché in realtà non servono a niente.

E’ Von Trier, l’arrogante moralista di cui la Kidman e Caan ( troppo “facile” affidarsi alla loro bravura ) disquisiscono all’epilogo di questa triste vicenda e questo film è una gigantesca presa per i fondelli.

In definitiva il suo unico credo è quello della provocazione,  ma la sua è una provocazione fine a se stessa ben lontana dalla provocatoria interpretazione del cinema di Tarantino ( giusto per fare un esempio ).

E in effetti più di qualcuno ha associato DOGVILLE a KILL BILL.

Ma mentre Tarantino lascia trasparire da ogni sequenza  il suo amore per il “cinema”, Von Trier  ne ripudia invece gli stilemi preferendo affidarsi ad espedienti da teatro sperimentale.

Come spiegarsi altrimenti il suo montaggio , le inquadrature sfocate e le sue zoomate da Giapponese miope in gita ?

Questo film ha piuttosto il sapore della predica, del sermone, del vaneggiamento farneticante frutto di un autore tanto  presuntuoso quanto incoerente.

Vi siete chiesti perché solo il negozio di Dogville ha la porta ?

La metafora è prettamente commerciale. Von Trier ha capito che di sola fama si fa la fame ed ha pertanto sfruttato le “regole” dello star-system, accaparrandosi la star del momento ( la sempre magnifica Nicole Kidman ) e sfruttando l’effetto volano della sua notorietà per portare acqua ( moneta ) al suo mulino.

E l’esca ha funzionato alla perfezione  visto che DOGVILLE è partito alla grande nelle sale in cui è stato proiettato, anche se il numero degli spettatori usciti dalla sala alla fine del film è di gran lunga inferiore rispetto a quello dei biglietti staccati.

Questo film è finto come le case dei cittadini di Dogville e disonesto come le loro anime.

E non basta una cane di gesso a tenere lontani i sospetti.

 

Gion Uein

 

 

 

 

 

 

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