CINEMA SHOW
THE RING
Di Gore Verbinsky
Voto
: 7
Diciamo la verità , le
videocassette senza etichetta che girano numerose per casa hanno sempre avuto
un aspetto inquietante . Ad esse è sempre stato legato un incubo ricorrente :
tutta la famiglia è rintanata in cucina davanti alla Tv. La Nonna esprime il
desiderio di vedere la puntata della fiction registrata la sera prima.
Infiliamo il nastro nel videoregistratore e al posto del faccione
rassicurante del Maresciallo Rocca compare il non meno rassicurante primo
piano del sedere di Jessica Rizzo affaccendata in indagini di tutt’altro
spessore (!). Grazie a Gore Verbinsky da oggi in poi questo sarà l’ultimo dei
vostri problemi. Il regista americano ci
ripropone una saga che in Giappone è mito da diversi anni. Parliamo di
“Ringu” , un romanzo figlio della fervida fantasia di Suzuky Koji ( lo
Stephen King con gli occhi a mandorla ) approdato prima in Tv e in seguito
sul grande schermo grazie alla trasposizione cinematografica di Hideo Nakata
( 1998 ). La storia è all’apparenza
semplice : c’è in giro un videotape che ha la spiacevole controindicazione di
provocare la morte il settimo giorno dopo la sua visione. In seguito alla
prematura dipartita della nipote tredicenne si interessa della faccenda
Rachel Keller, una giornalista, che nel corso delle sue indagini approderà ad
inquietanti verità. Il film ha fondamentalmente
un grande pregio, quello di distaccarsi immediatamente ( dopo la prima
vittima ) dal classico “Teenager Horror Movie “ Americano nato con le gesta del buon vecchio Freddy
Krueger |
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Ai piaceri dell’occhio
vengono preferiti i diletti della mente e pertanto le scene splatter sono
praticamente inesistenti in favore della ricerca continua dell’interazione
con lo spettatore, costretto a
partecipare alle indagini, ad esaminare le prove, e a valutare con i “suoi
occhi” tutto quello che succede dall’altra parte dello schermo immerso in uno
stato di “tensione” costante. Riferimenti e citazioni ci riportano vanno al
vecchio “Poltergeist” e al più recente “The Blair Witch Project”, ma il film
riesce comunque a tenersi in piedi sulle sue gambe e ci regala inoltre un
nuova icona cinematografica : l’inquietante ed emaciata sagoma di “Samara” si
va infatti ad aggiungere alla già
vasta galleria di serial killer hollywoodiani. Naturalmente è preparazione
il sequel, ma questa è la parte più scontata della storia. Gion Uein |