La fabbrica di fisarmoniche Scandalli

di Sandro Strologo


La lavorazione e la fabbricazione delle fisarmoniche iniziano a Camerano nei primissimi anni del Novecento per merito soprattutto di Cesare Morini, ma è solo dopo la guerra che si aprono e trovano rapido sviluppo le prime botteghe artigianali.
Già verso la fine degli anni Venti, nel paese dominato da una realtà economica fondata ancora sull'agricoltura, operano a Camerano cinque fabbriche di armoniche: "La moderissima" di Taccaliti, Sabatini e Giorgini in Via Garibaldi 2, "L'Italiana" di Enrico Scandali in Via San Francesco, "L'Universelle" con proprietaria Bianca Carnevali in Piazza V. Emanuele 29, la ditta "F.lli Scandalli" in Via San Francesco e infine la S.I.L.A. (Fabbrica Italiana Lavorazione Armoniche) in Piazza V. Emanuele come società in accomandita semplice.
La ditta "Scandalli", prevedendo un'interessante evoluzione per il popolare strumento, costituisce a Camerano un importante centro produttivo che si afferma sempre più per l'operosità e la genialità dei titolari. Nel giro di pochi anni, l'azienda si trasforma in una vera industria, fino ad assumere un posto di primissimo piano nel settore produttivo della fisarmonica.
Nel 1946 con la costituzione della ditta Farfisa, il nome di Camerano, congiuntamente a quello di Castelfidardo, oltrepassa i confini nazionali e si pongono le premesse per un'industria leader nel settore dell'elettronica. Lo stesso Silvio Scandalli, da pioniere e da protagonista, riesce a trasformare il paese di Camerano, povero ed arretrato, in un centro artigianale e industriale capace di risollevare le condizioni di numerose famiglie, garantendo un certo benessere economico.
Dopo aver raggiunto verso la fine degli anni '60 il massimo della sua espansione con circa 1200 addetti, a partire dalla metà degli anni '70 le imprese italiane produttrici di strumenti musicali iniziano a perdere competitivitè nei confronti dei concorrenti esteri, soprattutto giapponesi, che dimostrano di possedere maggiori capacità imprenditoriali, organizzative e finanziarie. I produttori orientali conquistano il mercato con strumenti musicali di buona qualità dei prodotti e costi contenuti. Per la Farfisa diventa sempre più difficile collocare sul mercato strumenti musicali elettronici e tradizionali di pregio, sui quali realizzava i più consistenti margini di profitto. Alle difficoltà che interessano l'intero settore, si aggiungono le inefficienze della gestione dell'impresa e la poca fiducia in cui era tenuto il recupero della Farfisa da parte della maggiore azionista: l'americana Lear Siegle.
Nell'ottobre del 1984, dopo circa venti anni, la Farfisa ritorna di nuovo nelle mani italiane, le azioni dell'azienda americana passano al gruppo Bontempi di Potenza Picena, ma del piano triennale di "rilancio Farfisa" proposto al momento della rilevazione si realizza ben poco e oggi possiamo affermare con un certo rammarico che a Camerano l'epoca della fisarmomca è definitivamente tramontata. Ciò che rimane è la capacità e professionalità lavorativa e industriale che persone hanno acquisito in anni di lavoro presso lo stabilimento "Scandalli" e che sono riusciti a trasferire in settori di produzione diversi, impiantando aziende che attualmente occupano un posto di rilievo nell'economia della regione.



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