EMANUELE BUCALO
EMANUELE BUCALO
baritono
Nato a Novara di Sicilia il 20 Maggio 1864
Giovanissimo, iniziò gli studi artistici a Palermo
e poi a Milano, ove conseguì il diploma. Ben presto calcò
le scene dei più grandi Teatri lirici europei e d'oltre oceano,
affermandosi per le sue eccezionali doti canore e sceniche, tanto da essere
richiesto, apprezzato ed acclamato in ogni dove.
I più severi critici dell'epoca sono stati concordi
nel definirlo il migliore interprete di Rigoletto, Otello e Tosca.
"Alla virtù della voce, intonata e potente, il
baritono Bucalo accoppia l'efficacia intelligente dell'azione scenica".
(Buenos Aires - "la Patria degli Italiani" - 1906).
Cantò al Teatro regio di Parma, alla Scala di Milano,
a Ferrara, al 5. Carlo di Napoli, al La Fenice di Venezia, al Massimo di
Palermo, al Bellini di Catania, al Vitt. Emanuele di Messina, a Camerino,
Montevideo, al Politeama di Buenos Aires, a S. Paolo, al Teatro Municipale
di Alessandria (che gli dedicò, financo, una serata d'onore, con
Ernani)
In Buenos Aires, al Teatro dell'Opera, interpretò
"il Maestro di Cappella>) di De Paez ed il più diffuso quotidiano
della metropoli, "la Nacion" (ediz. 1906), così lo definì:
"el baritono BUCALO fue un incomparabile protagonista".
Lo stesso editoriale, per la possente esecuzione dell'OTELLO,
così scriveva: "excelente temperamento artistico demostrò
el baritono BUCALO en la parte de YAGO que interpretò con 1 ficciòn
requerida y fraseo de manera intencio-nada, distinguiose en las escenas
del acto segundo, siendole applaudito el CREDO y el pasaje SUENO DE YAGO".
(Buenos Aires, 9.1.1906).
La Barbieri, Ida Gobbato (soprano argentino) furono le
più care sue compagne d'arte.
Sempre in Buenos Aires, riscosse unanimi consensi, entusiasmo
e prolungate ovazioni nell'interpretazione magistrale del "suo" prediletto
RIGOLETTO.
"Il pubblico, in piedi, cominciò ad applaudirlo,
ad applaudirlo e sempre con maggiore calore sino alla fine dello spettacolo,
andando in delirio allorquando il baritono BUCALO passò ad intonare:
"No, vecchio t'inganni, Si, vendetta!..." ("El Tiempo" - ed. 1906).
Fu superbo, elegante e raro interprete di SCARPIA nella
Tosca. Tra il suo vasto repertorio lirico, amiamo ricordare, oltre le citate
opere, le trionfali interpretazione della CAVALLERIA RUSTICANA, BARBIERE
DI SIVIGLIA, PAGLIACCI, AIDA, TROVATORE, ERNANI, etc.
Abbandonò presto la vita artistica, per sua improvvisa
determinazione, sacrificando al più recondito dei sentimenti, onori
e consensi, gloria e passioni. In Novara, per mero diletto, musicò
e cantò parecchie "litanie", tra le quali, resta tuttora in auge,
quella che lui amò definire: a trappitara".
E' morto nella Terra che gli diede i natali il 23.10.1941,
circondato dall'affetto di familiari, amici ed estimatori, che sempre gli
rimproverarono la precoce decisione sua di un tramonto dal mondo dell'arte,
da lui imposto a se stesso, ancora all'alba dei migliori anni artistici.
(Tratto da "NOVARA DI SICILIA E I SUOI FIGLI NEL TEMPO"
di Ugo Di Natale - 1986)
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