di Giovanni Parlato
PISA. William Frediani, accusato di appartenere alle Cellule di offensiva rivoluzionaria (Cor), dovrà restare altri 45 giorni in carcere. Lo ha deciso il giudice delle indagini preliminari, Luca Salutini, su richiesta del sostituto procuratore Antonio Di Bugno.
La procura ha chiesto la proroga in quanto erano in scadenza i termini della custodia cautelare in carcere.
Il ventisettenne studente in Conservazione dei Beni Culturali aveva varcato la soglia del carcere Don Bosco il 6 agosto scorso, dopo un breve periodo agli arresti domiciliari.
In assenza di un provvedimento che disponesse il giudizio, Frediani sarebbe potuto uscire dal carcere dopo tre mesi, per decorrenza dei termini.
Così sperava il suo avvocato, Luca Pellegrini, che si è opposto alla decisione del giudice e impugnerà il provvedimento di proroga.
In questi tré mesi in cui Frediani è rimasto al Don Bosco, il pubblico ministero non ha formulato la richiesta di rinvio a giudizio.
E il mese e mezzo ulteriore che dovrà scontare Frediani, servirà alla Procura per ultimare il quadro accusatorio.
Affinchè il giovane studente universitario resti ulteriormente in carcere dopo questo periodo, è necessario un provvedimento che dispone il giudizio. Sono tre i passaggi previsti dal codice: nell'arco di questi 45 giorni il pubblico ministero deve formulare la richiesta di rinvio a giudizio, il giudice delle indagini preliminari deve fissare l'udienza preliminare e il giudice delle udienze preliminari deve rinviare a giudizio l'indagato.
Un triplice passaggio che teoricamente è possibile in un mese e mezzo. Se questo non dovesse accadere, William Frediani il 21 dicembre uscirebbe dal carcere Don Bosco e tornerebbe agli arresti domiciliari secondo quanto stabilito dalla prima ordinanza.
In questo periodo di detenzione al Don Bosco, William Frediani ha potuto continuare a studiare e preparare gli esami universitari. Ha tenuto un esame con brillante successo, il professore che si è recato in carcere gli ha dato trenta.
Come si ricorderà, contro
William Frediani gli investigatori avrebbero raccolto le
prove dell'attentato all'abitazione di Giovanna Fusco
rivendicato dalle Cor. Il 25
luglio, alle sei del mattino,
qualcuno dette fuoco al portone di casa della segretaria
dei gruppi consiliari di An.
Il giovane appartenente alle
Cor è anche accusato di propaganda sovversiva per la
rivendicazione dell'attentato a Giovanna Fusco via
e-mail.
(da Il Tirreno 16 novembre 2004 Cronaca di Pisa pag. III)
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