«Liberate William Frediani ha la vita davanti a sé»


PISA. I professori del liceo classico Massimo Bontempelli e Donatella Puliga hanno scritto una lettera in cui chiedono che William Frediani, in carcere quale presunto appartenente alle Cor, Cellule di offensiva rivoluzionaria, possa uscire dal Don Bosco.
«Sentiamo il dovere - scrivono i due prof - di intervenire sul caso di William Frediani, che è stato qualche anno fa nostro allievo al liceo classico cittadino. Non intendiamo entrare nel merito dei fatti che gli sono penalmente addebitati, sui quali sarà il giudice competente ad accertare, speriamo al più presto, la verità. Come suoi insegnanti - scrivono Bontempelli e Puliga - sentiamo una responsabilità educativa che non possiamo considerare conclusa alla sua uscita dal liceo: un insegnante degno di questo nome non sarà mai un ex-insegnante. Vogliamo quindi richiamare un'attenzione altrettanto responsabile sul fatto che il prolungarsi della detenzione preventiva (dai primi giorni di agosto) può incidere in maniera pesantemente negativa sulla personalità e sulla vita futura del giovane.
Quand'anche egli avesse commesso i reati contestati, sui quali non c'è stato ancora alcun pronunciamento giudiziario, e dei quali non è affatto escluso sia stato erroneamente indiziato, si tratterebbe comunque di reati da cui nessuno è stato fisicamente leso, e che ben potrebbero attendere di essere accertati anche se i loro supposti autori si trovassero fuori dal carcere. Questo per evitare che la sensibilità, la generosità, la fiduciosa apertura relazionale che ci hanno fatto apprezzare, ai tempi in cui era nostro allievo, William Frediani, vengano spente e, quel che è peggio, convertite in risentimento e in durezza dalla segregazione.
Non possiamo - aggiungono i due insegnanti - non pensare con profonda amarezza al fatto che, in un Paese in cui notori corruttori pubblici, avvelenatori dell'ambiente e mafiosi sfuggono al carcere, questo stesso sia poi implacabilmente comminato, prima di una sentenza di condanna, per pur riprovevoli gesti (ammesso e non concesso che Frediani ne sia stato ideatore e autore) di incomparabilmente minore dannosità sociale. Di fronte ad un giovane che ha intera davanti a sé la vita - concludono i due prof - e che abita il tempo delle scelte, dovremmo avvertire tutti una responsabilità educativa. A questa ci appelliamo, affinchè sia posta fine alla sua detenzione preventiva».
(Il Tirreno – Pisa – pag. III – 17 ottobre 2004)

Repressione a Pisa e la cosiddetta inchiesta sulle COR
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