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Il Manifesto


La relazione annuale al Parlamento dei servizi segreti presentata ieri considera la loro «propaganda armata» addirittura più pericolosa di quella neobrigatista, per la «dichiarata volontà di superare ogni dogmatismo» unendo forze anarchiche, comuniste e antimperialiste. E proprio ieri mattina il Gip del Tribunale di Pisa Leonardo degl'Innocenti ha firmato un'ordinanza di custodia cautelare per tre giovani toscani accusati di essere componenti di quelle Cellule di offensiva rivoluzionaria che nell'ultimo anno hanno rivendicato, tra Pisa e Roma, venti piccole azioni nei confronti di esponenti di An ma anche sedi di Cisi e Uil, agenzie di lavoro interinale e giornalisti. Tutte firmate con una stella a cinque punte bianca e nera, con riferimenti all'anarchia e al comunismo e con la sigla Cor. Si tratta di due studenti universitari pisani, William Frediani, 28 anni, e Giuseppe Buonamici, 25 anni, e di Francesco Gioia, 25 anni di Rosignano Solvay (Livorno). Questi ultimi due anarchici legati al centro sociale Il Silvestre di Pisa - come gli altri 6 arrestati alla fine di giugno nell'ambito della stessa inchiesta - il primo con una storia più particolare. Un passato di estrema destra, poi all'estrema sinistra, infine avvicinatosi alle iniziative anarchiche, dai presidi contro McDonald's e Benetton a quelli per la liberazione di Marco Camenisch. I tre sono finiti agli arresti domiciliari, mentre altre 10 persone sono state perquisite. L'ordinanza ridimensiona però la pericolosità delle Cor, in controtendenza sia rispetto alla relazione dei servizi che alla maxi-inchiesta della procura di Roma sui pacchi bomba che negli scorsi giorni aveva prodotto quattro arresti, 34 perquisizioni e un centinaio di indagati nella galassia dell'anarchismo più radicale italiano. Nessuna «associazione con finalità di terrorismo» e neppure «finalità di eversione dell'assetto democratico e pluralista dello stato». Più semplicemente un'«assodazione per delinquere volta alla commissione di una pluralità di reati di danneggiamento e di minaccia grave».
Secondo la stessa procura che indaga il gruppo sarebbe inoltre composto «da un numero di affiliati non di molto maggiore di quelli già individuati», tanto che le Cor avrebbero reagito alla «azione repressiva (...) con azioni di intensità offensiva materiale sottodimensionata rispetto a quanto ci si poteva attendere dal loro ultimo documento, divulgato solo tre settimane prima».
Nel «Primo documento chiarificatore» le Cor si ponevano anche il problema di non coinvolgere persone e abitazioni diverse da quelle prese di mira. L'ultima, qualche giorno fa, una molotov lanciata contro l'abitazione di Giovanna Fusco, una giovane esponente di An di Pisa.


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Unità





Luciano De Majo

PISA L'accusa è sempre la solita: associazione a delinquere, confezionamento e detenzione di ordigni esplosivi. La stessa in base alla quale, nei primi giorni di giugno, erano state arrestate cinque persone in due azioni distinte. Ieri, all'alba, un altro blitz che ha visto dieci perquisizioni eseguite da polizia e carabinieri su mandato della Procura pisana. Nel mirino sempre le Cor, ovvero le Cellule di offensiva rivoluzionaria che negli ultimi dodici mesi hanno fatto parlare di loro compiendo e rivendicando azioni di intimidazione verso personaggi politici, quasi sempre appartenenti ad An, o verso giornalisti, ma anche tentativi di incendi.
Altri tre giovani, fra i 24 e i 27 anni, sono finiti agli arresti domiciliari. Anche loro, come gli altri che erano stati prelevati a giugno, erano conosciuti nei cosiddetti ambienti anarco-insurrezionalisti e frequentavano il circolo anarchico pisano "Il Silvestre" già duramente colpito dalle inchieste della magistratura pisana. Il sostituto procuratore Antonio Di Bugno, titolare dell'indagine, che aveva chiesto per tutti la custodia cautelare in carcere ottenendo dal giudice per le indagini preliminari solo i domiciliari, ha già annunciato che presenterà istanza al tribunale del riesame perché i tre debbano varcare al più presto la soglia di un penitenziario. I loro nomi sono William Prediani (un passato da militante di estrema destra prima di passare alla sponda opposta) e Giuseppe Buonamici, entrambi studenti universitari pisani, e France- sco Gioia, di Rosignano Solvay (Livorno).
Gli inquirenti, annunciando l'avvenuta operazione, hanno riepilogato quanto sia stata articolata l'attività delle Cor sul territorio pisano. L'attentato alla villetta della giovane esponente di An Giovanna Fusco, rivendicato con un messaggio di posta elettronica giusto due giorni fa, è stato solo l'ultimo di una serie di atti minatori e incendiari. Già altri militanti e dirigenti di Alleanza Nazionale , a cominciare dal presidente provinciale pisano Marco Meucci, erano stati oggetto delle "attenzioni" delle Cor, sempre puntualmente rivendicate. Eppure il primo arresto, quello eseguito il 7 giugno scorso ai danni del ventunenne di .Cascina Alessio Perondi, che è tuttora l'unico appartenente alle Cor in carcere, era scattato soprattutto perché il giovane fu ritenuto responsabile di alcuni tentativi d'incendio che hanno caratterizzato l'ultimo anno vissuto a Pisa e dintorni. Nel luglio del 2003 ne fallì uno alla sede sindacale pisana dell'Ugl, poi si registrarono alcune intimidazioni nei confronti di un giornalista de "La Nazione" e le prime intimidazioni agli esponenti politici. E ancora, fiamme ad un'agenzia di lavoro interinale ed al cantiere di costruzione della nuova caserma dei carabinieri di Navacchio, episodio datato 30 ottobre 2003 e rivendicato proprio dalla sigla Cor, Cellule di offensiva rivoluzionaria.
Il giorno dopo l'arresto di Perondi, altre quattro persone, due uomini e due donne, sono state arrestate in un casolare della campagna pisana, ottenendo poco dopo la concessione degli arresti domiciliari. Nel blitz di ieri gli uomini di polizia e carabinieri, oltre ad eseguire tre arresti, hanno anche effettuato una decina di perquisizioni, trovando materiale connotati dalla stella a cinque punte e dalla sigla Cor, inviato più e più volte in queste settimane sotto forma di lettera minatoria o di espressione di solidarietà verso Nadia Deidemona Lioce e le nuove Brigate Rosse, a diversi destinatari. Fra questi, anche la signora Paola Coen Gialli, vedova del maresciallo Enzo Fregosi, morto nell'esplosione di Nassiriya, candidatasi alle recenti elezioni comunali di Livorno con una lista civica a sostegno del candidato a sindaco del centrodestra.

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La STAMPA


ROMA_________________
«La componente più attiva e pericolosa dell'attuale contesto eversivo nazionale rimane quella anarco-insurrezionalista». Nel giorno della relazione dei Servizi sulla politica informativa e della sicurezza, i magistrati di Pisa arrestano tre militanti delle Cor, le Cellule di offensiva rivoluzionaria, e fanno perquisire un'altra decina di «sospetti». Le Cor, secondo la relazione degli 007, rivelano «una discreta potenzialità di contaminazione, in grado di trovare terreno fertile nel panorama attuale dell'eversione, caratterizzato dall'assenza di gruppi fortemente strutturati sotto il profilo ideologico e organizzativo e da un diffuso microterrorismo di ispirazione prevalentemente anarchica».
L'ipotesi di una possibile «contaminazione» tra esperienze anarcoinsurrezionaliste e della sinistra antagonista radicale di matrice comunista ha trovato ieri, con gli arresti di Pisa, una prima conferma. Uno dei tre militanti delle Cor, William Frediani, infatti, pur avendo un trascorso di destra, dopo essere transitato per il circolo anarchico «II Silvestre», che sembra essere la fucina delle Cor, era approdato alle Carc, i Comitati di appoggio alla resistenza-per il comunismo. Quelli di ieri non sono i primi arresti di militanti di questa nuova sigla eversiva (a giugno ve ne furono complessivamente cinque arresti), attiva da un anno.
Ma per i magistrati di Pisa, le Cor non sono un'associazione sovversiva: ai suoi militanti sono stati contestati soltanto i reati di associazione a delinquere e di fabbricazione di ordigni esplosivi (per questo i tre militanti fermati ieri sono finiti agli arresti domiciliari). «Le Cor - scrive il gip - non sono una organizzazione terroristica od eversiva in quanto pacificamente non connotata da finalità di terrorismo e nemmeno da chiare finalità di eversione dell'assetto democratico e pluralista dello Stato, ma soltanto un'associazione per delinquere volta alla commissione di una pluralità di reati di danneggiamento e di minaccia grave posti in essere anche mediante violazioni della normativa in materia di armi».
Finora, le Cor hanno rivendicato una ventina di attentati, prevalentemente in Toscana, contro sedi ed esponenti politici e sindacali, caserme dei carabinieri, giornalisti. Nel loro documento programmatico scrivono: «Siamo un'organizzazione di proletari comunisti, anarchici e antimperialisti che hanno colto che il divisionismo settario è la causa della debolezza del fronte rivoluzionario nei confronti del padronato e della sbirraglia». Quel documento, reso pubblico agli inizi di giugno, fu siglato dalla cellula toscana e da quella romana «Mario Galesi». Il che vuole dire che suoi militanti (non ancora individuati) sono presenti anche nella capitale. Colpisce l'età media degli arrestati: 25 anni. E' una leva giovane, che teorizza il superamento degli steccati ideologici tra le varie componenti eversive: «Ideologismo, dogmatismo e settarismo hanno portato una divisione gruppuscolare all'interno della componente comunista extra-parlamentare legale. La nostra critica oggettiva va anche all'ala legalitaria anarchica e così pure a quella nostrana antimperialista».
[g.ru.]

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IL GIORNALE

giornale

Simona Giuntini
Il blitz è scattato all'alba. Nuovi arresti e nuove perquisizioni nelle indagini sulle Cellule di Offensiva Rivoluzionaria, la formazione anarco-insurrezionalista che ha base e «mente» in Toscana, a Pisa (una cellula è operativa anche a Roma). Dal luglio scorso, le Cor hanno firmato una ventina di attentati incendiari proprio nel Pisano, in particolare contro esponenti di Alleanza Nazionale.
Dopo un anno di indagini i carabinieri del Reparto Operativo e la Digos coordinati dal sostituto procuratore pisano Antonio Di Bugno, hanno arrestato tre giovani militanti e frequentatori del circolo di area anarchica «Il Silvestre», al quale per gli inquirenti, farebbero capo molti degli appartenenti alle Cor.
Si tratta di due pisani WilliamFrediani, 27 anni e Giuseppe Bonamici di 25, entrambi studenti universitari. Con loro è finito in manette Francesco Gioia, 25 anni di Rosignano Solvay. Per tutti l'accusa è associazione a delinquere. Secondo gli investigatori, i giovani sarebbero coinvolti, a vario titolo, nei blitz incendiari firmati dalle «Cor». Frediani e Gioia sono accusati anche di fabbricazione, detenzione e porto di ordigni esplosivi. Gli inquirenti ne avrebbero accertato le responsabilità per l'attentato incendiario che il 5 aprile scorso distrusse l'auto di Marco Meucci, presidente provinciale di An. Nel corso della conferenza stampa in Procura, gli inquirenti hanno inoltre spiegato che Frediani, studente di Lettere con indirizzo «Conservazione beni culturali», in passato aveva fatto parte dell'estrema destra. Poi era passato all'estrema sinistra e solo ultimamente era approdato al circolo di area anarchica «A Silvestre». Secondo gli inquirenti, per la sua militanza passata, conosceva molti degli esponenti di An colpiti dagli attacchi delle «Cor».
Gli arresti sono stati eseguiti sulla base di ordini di custodia cautelare chiesti dalla procura pisana. Gli investigatori hanno inoltre eseguito dieci perquisizioni presso le abitazioni degli indagati e di altre persone sospettate di far capo all'area anarco-insurrezionaiista. I nuovi arresti vanno ad aggiungersi ai cinque precedenti, nel giugno scorso. Allora, a finire in manette furono Leonardo Landi, Benedetta Galante, Gioacchino Somma, Costantino Ragusa ed Alessio Perondi. Quest'ultimo, studente universitario 21enne, è l'unico ad essere ancora in carcere, mentre gli altri ottennero gli arresti domiciliari. Per gli inquirenti, Perondi, sarebbe il responsabile dell'attentato incendiario, verificatosi nella notte tra il 29 ed il 30 Ottobre 2003, all'interno del cantiere della ditta pisana «Edifcostruzioni Sri» impegnata nei lavori di costruzione della caserma dei carabinieri di Navacchio. Ad inchiodarlo, dicono gli investigatori, c'è una prova schiacciante: un video. I nuovi arresti arrivano dopo l'ultimo blitz incendiario, quello di domenica scorsa contro l'abitazione di Maria Giovanna Fusco, segretaria del gruppo consiliare di An al Comune di Pisa e presidente del circolo ricreativo del partito. Azione rivendicata dalle Cor in un volantino nel quale si spiega che «la scelta di An non è casuale. Abbiamo colpito An per attaccare la controriforma del sistema pensionistico del govemo Berlusconi, definitivo passo in direzione di un totale smantellamento del sistema previdenziale pubblico».
Sostanzialmente, le indagini si dividono in due fasi. La prima, si è conclusa con l'applicazione di cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere conseguenti alla diffusione del documento delle Cor intitolato «Primo documento chiarificatore» inneggiante alla ripresa della lotta annata e alla guerriglia urbana. Ordinanze chieste dalla procura e per le quali, invece che il carcere, il gip Luca Salutini ha disposto gli arresti domiciliari nei confronti degli indagati. La seconda fase dell'attività investigativa, che si è sviluppata sugli elementi raccolti nella prima tranche dell'inchiesta, si è conclusa ieri con l'arresto dei tre giovani per i quali il gip Leonardo Degl'Innocenti ha già disposto i domiciliari. La lunga scia di attentati incendiari e lettere con minacce di morte accompagnate da proiettili calibro 9x21 inviati, tra gli altri, anche a quattro sindacalisti di CISL e UIL e alla vedova del maresciallo dei carabinieri EnzoFregosi, ucciso nella strage terroristica di Nassiriya, secondo gli investigatori presenterebbe finalità eversive. Il dato emerge dalla Relazione semestrale dei servizi segreti consegnata ieri al Parlamento, che dedica spazio al gruppo. Le Cor, secondo l'analisi degli 007, agiscono nel solco della «propaganda armata», un percorso graduale che «non esclude affatto il compimento di azioni più violente, qualora si verificassero condizioni di conflittualità politico-sociale ritenute favorevoli».


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da Pisa
C'è soddisfazione tra gli inquirenti per gli arresti che seguono l'inchiesta sulle Cor.
Ma in procura non mancano le critiche per il provvedimento del gip che ha concesso ai giovani finiti in manette con l'accusa di associazione a delinquere, i domiciliari. Non usa mezzi termini il sostituto procuratore titolare dell'indagine, Antonio Di Bugno. «Crediamo che l'unica misura da adottare in questo caso sia la custodia cautelare in carcere - ha spiegato il magistrato -. L'emissione da parte dei giudici per le indagini preliminari degli arresti domiciliari a tutti gli indagati è decisamente un provvedimento che si discosta dalla nostra linea di azione e di pensiero».
La valutazione del sostituto procuratore è condivisa anche dal dirigente della Digos della questura di Pisa, Salvo Calabrese ed il comandante del Reparto Operativo del Comando provinciale dei Carabinieri di Pisa, maggiore Remo Robazza.
«Per personaggi di questa pericolosità l'unica misura idonea è la custodia cautelare in carcere - ha aggiunto il magistrato Di Bugno che da un anno lavora all'inchiesta -. Non siamo stati né seguiti né compresi e proprio per questo motivo faremo immediatamente appello al tribunale del riesame di Firenze». Per gli inquirenti non è chiara la diversa misura cautelare applicata a tutti gli indagati. Perché Alessio Perondi è l'unico ad essere rimasto in carcere, mentre gli altri hanno avuto dai gip una misura cautelare meno restrittiva?
«William Frediani e Francesco Gioia sono sullo stesso piano di Alessio Perondi - ha sottolineato il sostituto procuratore pisano - i primi due sono responsabili dell'attentato incendiario all'auto di Marco Meucci, l'altro, invece, di quello alla costruenda caserma dei carabinieri di Navacchio. Non ci sono differenze, sono tutti personaggi molto pericolosi». Sfogo a parte, il pm si dice appagato del risultato ottenuto dall'indagine. «Crediamo di aver lavorato con successo, l'impegno è stato di massimo livello. Non abbiamo avuto nessun tipo di parsimonia né sul fronte degli uomini - poliziotti e carabi- meri che hanno lavorato per circa un an- no giorno e notte - né sull'utilizzo delle strumentazioni tecniche». Poi chiosa: «La città ci aveva chiesto un'ennesima risposta dopo l'attentato di domenica scorsa, noi eravamo in attesa dei provvedimenti, arriviamo oggi (ieri, ndr) con qualche giorno di ritardo, ma il risultato ci è sembrato rilevante». Dopo gli arresti, saliti così a otto, e alle perquisizioni, adesso si attende la chiusura del circolo di area anarchica «II Silvestre». «Non è una misura che dobbiamo emanare noi - ha spiegato Di Bugno - ma spetta al prefetto.
Casi del genere ci sono già stati, basti pensare alla chiusura, tempo fa, del circolo anarchico di Cagliari, in seguito a fatti simili ai nostri».
[SG]


giornale


da Pisa
Le Cor avevano già individuato il prossimo obiettivo: il dottor Luciano Bassi, medico legale di Pisa che fu incaricato delle perizie sulla morte di Marcello Lonzi, avvenuta nel 2003 quando era detenuto a Livorno. Nei suoi confronti, ritiene il gip, il gruppo stava svolgendo un'attività «istruttoria» preliminare a un atto dimostrativo: «Si può ritenere che l'attività minatoria del gruppo nei confronti del dottor Bassi - spiega il gip Leonardo Degl'Innocenti nell'ordinanza di custodia che consegna i tre indagati, Francesco Gioia, Giuseppe Bonamici e William Frediani agli arresti domiciliari - nel momento in cui avesse superato la fase preparatoria, come tale non punibile, fosse finalizzata al compimento di atti di danneggiamento».
Sui muri dell'istituto di medicina legale, ripercorre il gip, sono apparse diverse scritte contro il dottor Bassi e sulla morte del detenuto il 5 e il 9 luglio scorso, al circolo il Silvestre di Pisa, si sono tenute diverse riunioni, sfociate poi nella manifestazione, il 10 luglio scorso, davanti al carcere di Livorno. Nel corso di un'attività di pedinamento è poi emerso che il 14 luglio il Frediani e il Gioia si erano recati con il motorino ad Antignano, luogo di residenza del dottor Bassi. Così come il 22 luglio scorso il Frediani si era recato presso l'istituto di medicina legale di Pisa e aveva preso le targhe delle auto parcheggiate intrattenendosi per oltre due ore sul posto. E nel corso di un pedinamento è stata sequestrata della documentazione buttata via dal Frediani dove c'era un volantino a firma «anarchici e anarchiche di via del Cuore», in cui era leggibile parte dell'indirizzo del dottore.
Ad incastrare il gruppo dei tre amici oltre alle intercettazioni ambientali ci sono anche perizie calligrafiche sulle lettere di minacce inviate dal Cor. Il pm ha utilizzato anche la comparazione grafica dei documenti manoscritti. In particolare gli indirizzi apposti sulle buste con cui furono spedite le rivendicazio spedite a «La Nazione» e all'«Unità» di Roma sono da attribuire a William Frediani, in quanto «la raccolta di articoli di stampa fotocopiati e dei quali la mattina del 10 luglio scorso si era disfatto era stata curata personalmente da lui». Ma a William Frediani sono da ascrivere anche le lettere di minacce dirette al segretario della Uil di Pisa, alla vedova Fregosi, a Gino Logli e a Stefano Lazzerini. Dall'ordinanza emerge anche una conversazione tra Frediani e Gioia la sera prima dell'attentato del 5 aprile scorso quando, con cinque litri di benzina e con della diavolina, venne distrutta la Bmw del presidente provinciale di Alleanza Nazionale Marco Meucci. Frediani: «Facciamo stasera la cosa?». Gioia: «Quando questa sera?». F. «Si va a piedi, l'unica cosa è quella lì». G: «Se c'hai il motorino a casa quanto ti ci vuole per prenderlo». «Da questa conversazione - spiega il gip - si evince come i due indagati avrebbero dovuto quella sera compiere un'azione certamente illecita in quanto non avevano intenzione di utilizzare la vettura del Gioia che è stata parcheggiata in piazza San Silvestro ma piuttosto un altro mezzo di trasporto che era da loro stato individuato in un motorino». Il gip ritiene quindi valida la ricostruzione dei fatti del pm in base alla quale il Frediani avrebbe utilizzato per raggiungere la casa del Meucci il ciclomotore della fidanzata del Frediani, lo stesso utilizzato poi per i sopralluoghi nell'abitazione del dottor Luciano Bassi.
Dalla conversazione telefonica intercettata il 7 giugno scorso, cioè dopo gli arresti in flagranza di Leonardo Landi, Benedetta Galante, Gioacchino Somma e Alice Motta, emergono anche i commenti degli indagati dopo aver visto la televisione. Giuseppe Bonamici telefona al Gioia e dice: «Ho visto ora il tg, dicono... arrestato un cascinese per questa storia qui e poi dice...le Cor fanno capo al Silvestre, figurati!». E dopo aver affrontato altri argomenti: «Ora come gruppo siamo proprio sputtanati capito? Hanno detto al tg che facciamo capo al Silvestre, capito?». «Il gruppo che sarebbe stato sputtanato dalla notizia riportata in televisione - spiega il gip - non può che identificarsi nelle Cor».




da Firenze
Larga soddisfazione fra le forze politiche di centrodestra dopo gli arresti corripiuti dalle forze dell'ordine di Pisa nell'ambito dell'inchiesta sulle «Cor».
«Ci congratuliamo con le forze dell'ordine e la magistratura - ha affermato il consigliere regiona- le di Alleanza Nazionale Achille Totaro - per l'arresto compiuto nei confronti del Cor, le cellule di offensiva rivoluzionaria che già da un anno compivano attentati nei confronti delle sedi e di iscritti di Alleanza Nazionale in Toscana».
Totaro ora si augura che «il tribunale del riesame di Firenze accetti la proposta della procura della Repubblica di Pisa di trasformare gli arresti domiciliari in detenzione in carcere. Questi delinquenti hanno usato la violenza per intimidire chi non la pensa come loro e rischiavano di commettere attentati che avrebbero potuto mettere a repentaglio la vita di uomini e militanti di An in Toscana. Pertanto l'iniziativa delle forze dell'ordine e della magistratura è stata opportuna per bloccare questa spirale di violenza».
Concorde il capogruppo del partito di Fini a Palazzo Panciatichi, Maurizio Bianconi: «Siamo soddisfatti che l'opera di investigazione abbia dato questo esito. A questo punto l'efficienza delle forze dell'ordine speriamo serva a scoraggiare questi mascalzoni. E' noto che se c'è la certezza dell'impunità i fenomeni criminosi dilagano, se invece questa certezza diminuisce e viene infranta, se farla franca è sempre più raro allora può servire da deterrente». Bianconi sottolinea inoltre la «prova d'efficienza delle forze dell'ordine che fa sperare come queste manifestazioni prodromiche ad attività terroristiche siano stroncate sul nascere».
Anche Lorenzo Zirri, capogruppo di Forza Italia in Regione si è congratulato con le forze dell'ordine per il risultato raggiunto: «Plaudiamo all'operazione che è stata portata avanti, le indagini sono state importanti, adesso speriamo che si restituisca serenità al confronto politico, che negli ultimi mesi era stato disturbato dagli atti criminosi».
Zirri poi invita a non dare giudizi affrettati: «Siamo garantisti fino in fondo, riponiamo piena fiducia nell'operato della magistratura. Se gli arrestati alla fine saranno giudicati colpevoli paghino le loro azioni e siano di monito perché vengano scongiurate in futuro situazioni incresciose come quelle dei mesi scorsi».


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