Altri quotidiani del 31 luglio
Il Manifesto
La relazione annuale al Parlamento dei servizi
segreti presentata ieri considera la loro «propaganda armata» addirittura più pericolosa di quella neobrigatista, per la «dichiarata volontà di superare ogni dogmatismo» unendo forze
anarchiche, comuniste e antimperialiste. E proprio ieri mattina il Gip del Tribunale di Pisa Leonardo degl'Innocenti ha firmato un'ordinanza di custodia cautelare per tre giovani toscani accusati di essere componenti di quelle Cellule di offensiva rivoluzionaria che nell'ultimo anno hanno rivendicato, tra Pisa e Roma, venti piccole azioni nei confronti di esponenti di An ma anche sedi di Cisi e Uil, agenzie di lavoro interinale e giornalisti. Tutte firmate con una stella a cinque punte bianca e nera, con riferimenti all'anarchia e al comunismo e con
la sigla Cor. Si tratta di due studenti universitari pisani, William Frediani, 28 anni, e Giuseppe Buonamici, 25 anni, e di Francesco Gioia, 25 anni di Rosignano Solvay (Livorno). Questi ultimi due anarchici legati al centro sociale Il Silvestre di Pisa - come gli altri 6 arrestati alla fine di giugno nell'ambito della stessa inchiesta - il primo con una storia più particolare. Un passato di estrema destra, poi all'estrema sinistra,
infine avvicinatosi alle iniziative anarchiche, dai presidi contro McDonald's e Benetton a quelli per la liberazione di Marco Camenisch. I tre sono finiti agli arresti domiciliari, mentre altre 10 persone sono state perquisite. L'ordinanza ridimensiona però la pericolosità delle Cor, in controtendenza sia rispetto alla relazione dei servizi che alla maxi-inchiesta della procura di Roma sui pacchi bomba che negli scorsi giorni
aveva prodotto quattro arresti, 34 perquisizioni
e un centinaio di indagati nella galassia dell'anarchismo più radicale italiano. Nessuna «associazione con finalità di terrorismo» e neppure «finalità di eversione dell'assetto democratico e pluralista dello stato». Più semplicemente
un'«assodazione per delinquere volta alla commissione di una pluralità di reati di danneggiamento e di minaccia grave».
Secondo la stessa procura che indaga il gruppo sarebbe inoltre composto «da un numero di affiliati non di
molto maggiore di quelli già individuati», tanto
che le Cor avrebbero reagito alla «azione repressiva (...) con azioni di intensità offensiva materiale sottodimensionata rispetto a quanto ci si poteva attendere dal loro ultimo documento, divulgato solo tre settimane prima».
Nel «Primo documento chiarificatore» le Cor si
ponevano anche il problema di non coinvolgere persone e abitazioni diverse da quelle prese di mira. L'ultima, qualche giorno fa, una molotov lanciata contro l'abitazione di Giovanna
Fusco, una giovane esponente di An di Pisa.
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Unità
Luciano De Majo
PISA L'accusa è sempre la solita: associazione a
delinquere, confezionamento e detenzione di
ordigni esplosivi. La stessa in base alla quale,
nei primi giorni di giugno, erano state arrestate
cinque persone in due azioni distinte. Ieri, all'alba, un altro blitz che ha visto dieci perquisizioni eseguite da polizia e carabinieri su mandato
della Procura pisana. Nel mirino sempre le
Cor, ovvero le Cellule di offensiva rivoluzionaria che negli ultimi dodici mesi hanno fatto
parlare di loro compiendo e rivendicando azioni di intimidazione verso personaggi politici,
quasi sempre appartenenti ad An, o verso giornalisti, ma anche tentativi di incendi.
Altri tre giovani, fra i 24 e i 27 anni, sono
finiti agli arresti domiciliari. Anche loro, come
gli altri che erano stati prelevati a giugno, erano
conosciuti nei cosiddetti ambienti anarco-insurrezionalisti e frequentavano il circolo anarchico pisano "Il Silvestre" già duramente colpito dalle inchieste della magistratura pisana. Il sostituto procuratore Antonio Di Bugno, titolare dell'indagine, che aveva chiesto per tutti la
custodia cautelare in carcere ottenendo dal giudice per le indagini preliminari solo i domiciliari, ha già annunciato che presenterà istanza al
tribunale del riesame perché i tre debbano varcare al più presto la soglia di un penitenziario. I
loro nomi sono William Prediani (un passato
da militante di estrema destra prima di passare
alla sponda opposta) e Giuseppe Buonamici,
entrambi studenti universitari pisani, e France-
sco Gioia, di Rosignano Solvay (Livorno).
Gli inquirenti, annunciando l'avvenuta
operazione, hanno riepilogato quanto sia stata
articolata l'attività delle Cor sul territorio pisano. L'attentato alla villetta della giovane esponente di An Giovanna Fusco, rivendicato con
un messaggio di posta elettronica giusto due giorni fa, è stato solo l'ultimo di una serie di atti minatori e incendiari. Già altri militanti e dirigenti di Alleanza Nazionale , a cominciare dal presidente provinciale pisano Marco Meucci, erano stati oggetto delle "attenzioni" delle Cor, sempre puntualmente rivendicate.
Eppure il primo arresto, quello eseguito il
7 giugno scorso ai danni del ventunenne di
.Cascina Alessio Perondi, che è tuttora l'unico
appartenente alle Cor in carcere, era scattato
soprattutto perché il giovane fu ritenuto responsabile di alcuni tentativi d'incendio che
hanno caratterizzato l'ultimo anno vissuto a
Pisa e dintorni. Nel luglio del 2003 ne fallì uno
alla sede sindacale pisana dell'Ugl, poi si registrarono alcune intimidazioni nei confronti di
un giornalista de "La Nazione" e le prime intimidazioni agli esponenti politici. E ancora,
fiamme ad un'agenzia di lavoro interinale ed al
cantiere di costruzione della nuova caserma dei
carabinieri di Navacchio, episodio datato 30
ottobre 2003 e rivendicato proprio dalla sigla
Cor, Cellule di offensiva rivoluzionaria.
Il giorno dopo l'arresto di Perondi, altre
quattro persone, due uomini e due donne, sono state arrestate in un casolare della campagna
pisana, ottenendo poco dopo la concessione
degli arresti domiciliari. Nel blitz di ieri gli uomini di polizia e carabinieri, oltre ad eseguire
tre arresti, hanno anche effettuato una decina
di perquisizioni, trovando materiale connotati
dalla stella a cinque punte e dalla sigla Cor,
inviato più e più volte in queste settimane sotto
forma di lettera minatoria o di espressione di
solidarietà verso Nadia Deidemona Lioce e le nuove Brigate Rosse, a diversi destinatari. Fra questi, anche la signora Paola Coen Gialli, vedova del maresciallo Enzo Fregosi, morto nell'esplosione di Nassiriya, candidatasi alle recenti elezioni comunali di Livorno con una lista civica a sostegno del candidato a sindaco del centrodestra.
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La STAMPA
ROMA_________________
«La componente più attiva e pericolosa dell'attuale contesto eversivo nazionale rimane quella
anarco-insurrezionalista». Nel giorno della relazione dei Servizi
sulla politica informativa e della sicurezza, i magistrati di Pisa arrestano tre militanti delle Cor, le Cellule di offensiva rivoluzionaria, e fanno perquisire un'altra
decina di «sospetti». Le Cor, secondo la relazione degli 007, rivelano «una discreta potenzialità di
contaminazione, in grado di trovare terreno fertile nel panorama attuale dell'eversione, caratterizzato dall'assenza di gruppi
fortemente strutturati sotto il profilo ideologico e organizzativo e da un diffuso microterrorismo
di ispirazione prevalentemente anarchica».
L'ipotesi di una possibile «contaminazione» tra esperienze
anarcoinsurrezionaliste e della sinistra antagonista radicale di
matrice comunista ha trovato ieri, con gli arresti di Pisa, una
prima conferma. Uno dei tre militanti delle Cor, William Frediani,
infatti, pur avendo un trascorso
di destra, dopo essere transitato
per il circolo anarchico «II Silvestre», che sembra essere la fucina
delle Cor, era approdato alle
Carc, i Comitati di appoggio alla
resistenza-per il comunismo.
Quelli di ieri non sono i primi
arresti di militanti di questa nuova sigla eversiva (a giugno ve ne furono complessivamente cinque arresti), attiva da un anno.
Ma per i magistrati di Pisa, le Cor
non sono un'associazione sovversiva: ai suoi militanti sono stati
contestati soltanto i reati di associazione a delinquere e di fabbricazione di ordigni esplosivi (per
questo i tre militanti fermati ieri
sono finiti agli arresti domiciliari). «Le Cor - scrive il gip - non sono una organizzazione terroristica od eversiva in quanto pacificamente non connotata da finalità di terrorismo e nemmeno da chiare finalità di eversione dell'assetto democratico e pluralista dello Stato, ma soltanto un'associazione per delinquere volta alla commissione di una pluralità di
reati di danneggiamento e di minaccia grave posti in essere
anche mediante violazioni della normativa in materia di armi».
Finora, le Cor hanno rivendicato una ventina di attentati, prevalentemente in Toscana, contro sedi ed esponenti politici e sindacali, caserme dei carabinieri, giornalisti. Nel loro documento programmatico scrivono: «Siamo un'organizzazione di proletari comunisti, anarchici e antimperialisti che hanno colto che il divisionismo settario è la causa della
debolezza del fronte rivoluzionario nei confronti del padronato e
della sbirraglia». Quel documento, reso pubblico agli inizi di
giugno, fu siglato dalla cellula toscana e da quella romana «Mario Galesi». Il che vuole dire che suoi militanti (non ancora individuati) sono presenti anche nella capitale. Colpisce l'età media degli arrestati: 25 anni. E' una leva giovane, che teorizza il superamento degli steccati ideologici tra le varie componenti eversive: «Ideologismo, dogmatismo e settarismo hanno portato una divisione gruppuscolare all'interno della componente comunista extra-parlamentare legale. La nostra critica oggettiva va anche
all'ala legalitaria anarchica e così pure a quella nostrana antimperialista».
[g.ru.]
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IL GIORNALE
Simona Giuntini
Il blitz è scattato all'alba. Nuovi arresti e nuove perquisizioni nelle indagini sulle Cellule
di Offensiva Rivoluzionaria, la formazione
anarco-insurrezionalista che ha base e
«mente» in Toscana, a Pisa (una cellula è
operativa anche a Roma). Dal luglio scorso,
le Cor hanno firmato una ventina di attentati incendiari proprio nel Pisano, in particolare contro esponenti di Alleanza Nazionale.
Dopo un anno di indagini i carabinieri del Reparto Operativo e la Digos coordinati
dal sostituto procuratore pisano Antonio Di
Bugno, hanno arrestato tre giovani militanti
e frequentatori del circolo di area anarchica
«Il Silvestre», al quale per gli inquirenti, farebbero capo molti degli appartenenti alle
Cor.
Si tratta di due pisani WilliamFrediani, 27
anni e Giuseppe Bonamici di 25, entrambi
studenti universitari. Con loro è finito in manette Francesco Gioia, 25 anni di Rosignano
Solvay. Per tutti l'accusa è associazione a delinquere. Secondo gli investigatori, i giovani
sarebbero coinvolti, a vario titolo, nei blitz
incendiari firmati dalle «Cor». Frediani e
Gioia sono accusati anche di fabbricazione,
detenzione e porto di ordigni esplosivi. Gli
inquirenti ne avrebbero accertato le responsabilità per l'attentato incendiario che il 5
aprile scorso distrusse l'auto di Marco
Meucci, presidente provinciale di An. Nel
corso della conferenza stampa in Procura,
gli inquirenti hanno inoltre spiegato che Frediani, studente di Lettere con indirizzo
«Conservazione beni culturali», in passato
aveva fatto parte dell'estrema destra. Poi
era passato all'estrema sinistra e solo ultimamente era approdato al circolo di area anarchica «A Silvestre». Secondo gli inquirenti,
per la sua militanza passata, conosceva molti degli esponenti di An colpiti dagli attacchi
delle «Cor».
Gli arresti sono stati eseguiti sulla base di ordini di custodia cautelare chiesti dalla procura pisana. Gli investigatori hanno inoltre
eseguito dieci perquisizioni presso le abitazioni degli indagati e di altre persone sospettate di far capo all'area anarco-insurrezionaiista. I nuovi arresti vanno ad aggiungersi ai cinque precedenti, nel giugno scorso. Allora, a finire in manette furono Leonardo Landi, Benedetta Galante, Gioacchino Somma,
Costantino Ragusa ed Alessio Perondi. Quest'ultimo, studente universitario 21enne, è
l'unico ad essere ancora in carcere, mentre
gli altri ottennero gli arresti domiciliari. Per
gli inquirenti, Perondi, sarebbe il responsabile dell'attentato incendiario, verificatosi
nella notte tra il 29 ed il 30 Ottobre 2003,
all'interno del cantiere della ditta pisana
«Edifcostruzioni Sri» impegnata nei lavori di
costruzione della caserma dei carabinieri di
Navacchio. Ad inchiodarlo, dicono gli investigatori, c'è una prova schiacciante: un video. I nuovi arresti arrivano dopo l'ultimo
blitz incendiario, quello di domenica scorsa
contro l'abitazione di Maria Giovanna Fusco, segretaria del gruppo consiliare di An al
Comune di Pisa e presidente del circolo ricreativo del partito. Azione rivendicata dalle
Cor in un volantino nel quale si spiega che
«la scelta di An non è casuale. Abbiamo colpito An per attaccare la controriforma del
sistema pensionistico del govemo Berlusconi, definitivo passo in direzione di un totale
smantellamento del sistema previdenziale pubblico».
Sostanzialmente, le indagini si dividono
in due fasi. La prima, si è conclusa con l'applicazione di cinque ordinanze di custodia
cautelare in carcere conseguenti alla diffusione del documento delle Cor intitolato
«Primo documento chiarificatore» inneggiante alla ripresa della lotta annata e alla
guerriglia urbana. Ordinanze chieste dalla
procura e per le quali, invece che il carcere,
il gip Luca Salutini ha disposto gli arresti domiciliari nei confronti degli indagati. La seconda fase dell'attività investigativa, che si è
sviluppata sugli elementi raccolti nella prima tranche dell'inchiesta, si è conclusa ieri
con l'arresto dei tre giovani per i quali il gip Leonardo Degl'Innocenti ha già disposto i domiciliari. La lunga scia di attentati incendiari e lettere con minacce di morte accompagnate da proiettili calibro 9x21 inviati, tra gli altri, anche a quattro sindacalisti di CISL e UIL e alla vedova del maresciallo dei carabinieri EnzoFregosi, ucciso nella strage terroristica di Nassiriya, secondo gli investigatori
presenterebbe finalità eversive. Il dato emerge dalla Relazione semestrale dei servizi segreti consegnata ieri al Parlamento, che dedica spazio al gruppo. Le Cor, secondo l'analisi degli 007, agiscono nel solco della «propaganda armata», un percorso graduale
che «non esclude affatto il compimento di
azioni più violente, qualora si verificassero
condizioni di conflittualità politico-sociale
ritenute favorevoli».
da Pisa
C'è soddisfazione tra gli inquirenti per gli
arresti che seguono l'inchiesta sulle Cor.
Ma in procura non mancano le critiche
per il provvedimento del gip che ha concesso ai giovani finiti in manette con l'accusa di associazione a delinquere, i domiciliari. Non usa mezzi termini il sostituto
procuratore titolare dell'indagine, Antonio Di Bugno. «Crediamo che l'unica misura da adottare in questo caso sia la custodia cautelare in carcere - ha spiegato il
magistrato -. L'emissione da parte dei giudici per le indagini preliminari degli arresti domiciliari a tutti gli indagati è decisamente un provvedimento che si discosta
dalla nostra linea di azione e di pensiero».
La valutazione del sostituto procuratore è condivisa anche dal dirigente della
Digos della questura di Pisa, Salvo Calabrese ed il comandante del Reparto Operativo del Comando provinciale dei Carabinieri di Pisa, maggiore Remo Robazza.
«Per personaggi di questa pericolosità
l'unica misura idonea è la custodia cautelare in carcere - ha aggiunto il magistrato
Di Bugno che da un anno lavora all'inchiesta -. Non siamo stati né seguiti né
compresi e proprio per questo motivo faremo immediatamente appello al tribunale del riesame di Firenze». Per gli inquirenti non è chiara la diversa misura cautelare applicata a tutti gli indagati. Perché
Alessio Perondi è l'unico ad essere rimasto in carcere, mentre gli altri hanno avuto dai gip una misura cautelare meno restrittiva?
«William Frediani e Francesco Gioia sono sullo stesso piano di Alessio Perondi -
ha sottolineato il sostituto procuratore pisano - i primi due sono responsabili dell'attentato incendiario all'auto di Marco
Meucci, l'altro, invece, di quello alla costruenda caserma dei carabinieri di Navacchio. Non ci sono differenze, sono
tutti personaggi molto pericolosi». Sfogo
a parte, il pm si dice appagato del risultato ottenuto dall'indagine. «Crediamo di aver lavorato con successo, l'impegno
è stato di massimo livello. Non abbiamo
avuto nessun tipo di parsimonia né sul
fronte degli uomini - poliziotti e carabi-
meri che hanno lavorato per circa un an-
no giorno e notte - né sull'utilizzo delle
strumentazioni tecniche». Poi chiosa: «La
città ci aveva chiesto un'ennesima risposta dopo l'attentato di domenica scorsa, noi eravamo in attesa dei provvedimenti,
arriviamo oggi (ieri, ndr) con qualche
giorno di ritardo, ma il risultato ci è sembrato rilevante». Dopo gli arresti, saliti così a otto, e alle perquisizioni, adesso si
attende la chiusura del circolo di area
anarchica «II Silvestre». «Non è una misura che dobbiamo emanare noi - ha spiegato Di Bugno - ma spetta al prefetto.
Casi del genere ci sono già stati, basti pensare alla chiusura, tempo fa, del circolo
anarchico di Cagliari, in seguito a fatti simili ai nostri».
[SG]
da Pisa
Le Cor avevano già individuato il
prossimo obiettivo: il dottor Luciano
Bassi, medico legale di Pisa che fu incaricato delle perizie sulla morte di
Marcello Lonzi, avvenuta nel 2003
quando era detenuto a Livorno. Nei
suoi confronti, ritiene il gip, il gruppo
stava svolgendo un'attività «istruttoria» preliminare a un atto dimostrativo: «Si può ritenere che l'attività minatoria del gruppo nei confronti del
dottor Bassi - spiega il gip Leonardo
Degl'Innocenti nell'ordinanza di custodia che consegna i tre indagati, Francesco Gioia, Giuseppe Bonamici e William Frediani agli arresti domiciliari - nel momento in cui avesse superato la fase preparatoria, come tale non punibile, fosse finalizzata al compimento di atti di danneggiamento».
Sui muri dell'istituto di medicina
legale, ripercorre il gip, sono apparse
diverse scritte contro il dottor Bassi e
sulla morte del detenuto il 5 e il 9
luglio scorso, al circolo il Silvestre di
Pisa, si sono tenute diverse riunioni,
sfociate poi nella manifestazione, il
10 luglio scorso, davanti al carcere di
Livorno. Nel corso di un'attività di pedinamento è poi emerso che il 14 luglio il Frediani e il Gioia si erano recati con il motorino ad Antignano, luogo di residenza del dottor Bassi. Così
come il 22 luglio scorso il Frediani si era recato presso l'istituto di medicina legale di Pisa e aveva preso le targhe delle auto parcheggiate intrattenendosi per oltre due ore sul posto. E
nel corso di un pedinamento è stata
sequestrata della documentazione
buttata via dal Frediani dove c'era un
volantino a firma «anarchici e anarchiche di via del Cuore», in cui era
leggibile parte dell'indirizzo del dottore.
Ad incastrare il gruppo dei tre amici oltre alle intercettazioni ambientali ci sono anche perizie calligrafiche
sulle lettere di minacce inviate dal Cor. Il pm ha utilizzato anche la
comparazione
grafica dei documenti manoscritti. In particolare
gli indirizzi apposti sulle buste con
cui furono spedite le rivendicazio spedite a «La Nazione» e all'«Unità» di Roma sono da attribuire
a William Frediani, in quanto «la raccolta di articoli di stampa fotocopiati
e dei quali la mattina del 10 luglio
scorso si era disfatto era stata curata
personalmente da lui». Ma a William
Frediani sono da ascrivere anche le
lettere di minacce dirette al segretario della Uil di Pisa, alla vedova Fregosi, a Gino Logli e a Stefano Lazzerini.
Dall'ordinanza emerge anche una
conversazione tra Frediani e Gioia la
sera prima dell'attentato del 5 aprile
scorso quando, con cinque litri di
benzina e con della diavolina, venne
distrutta la Bmw del presidente provinciale di Alleanza Nazionale Marco
Meucci. Frediani: «Facciamo stasera
la cosa?». Gioia: «Quando questa sera?». F. «Si va a piedi, l'unica cosa è
quella lì». G: «Se c'hai il motorino a
casa quanto ti ci vuole per prenderlo». «Da questa conversazione - spiega il gip - si evince come i due indagati avrebbero dovuto quella sera compiere un'azione certamente illecita in
quanto non avevano intenzione di
utilizzare la vettura del Gioia che è
stata parcheggiata in piazza San Silvestro ma piuttosto un altro mezzo di trasporto che era da loro stato individuato in un motorino». Il gip ritiene
quindi valida la ricostruzione dei fatti
del pm in base alla quale il Frediani
avrebbe utilizzato per raggiungere la
casa del Meucci il ciclomotore della
fidanzata del Frediani, lo stesso utilizzato poi per i sopralluoghi nell'abitazione del dottor Luciano Bassi.
Dalla conversazione telefonica intercettata il 7 giugno scorso, cioè dopo gli arresti in flagranza di Leonardo
Landi, Benedetta Galante, Gioacchino
Somma e Alice Motta, emergono anche i commenti degli indagati dopo
aver visto la televisione. Giuseppe Bonamici telefona al Gioia e dice: «Ho
visto ora il tg, dicono... arrestato un
cascinese per questa storia qui e poi
dice...le Cor fanno capo al Silvestre,
figurati!». E dopo aver affrontato altri
argomenti: «Ora come gruppo siamo
proprio sputtanati capito? Hanno detto al tg che facciamo capo al Silvestre, capito?». «Il gruppo che sarebbe
stato sputtanato dalla notizia riportata in televisione - spiega il gip - non
può che identificarsi nelle Cor».
da Firenze
Larga soddisfazione fra le forze politiche di centrodestra dopo gli arresti corripiuti dalle forze dell'ordine di Pisa nell'ambito dell'inchiesta sulle «Cor».
«Ci congratuliamo con le forze dell'ordine e la
magistratura - ha affermato il consigliere regiona-
le di Alleanza Nazionale Achille Totaro - per l'arresto compiuto nei confronti del Cor, le cellule di
offensiva rivoluzionaria che già da un anno compivano attentati nei confronti delle sedi e di iscritti
di Alleanza Nazionale in Toscana».
Totaro ora si augura che «il tribunale del riesame di Firenze accetti la proposta della procura
della Repubblica di Pisa di trasformare gli arresti
domiciliari in detenzione in carcere. Questi delinquenti hanno usato la violenza per intimidire chi
non la pensa come loro e rischiavano di commettere attentati che avrebbero potuto mettere a repentaglio la vita di uomini e militanti di An in Toscana. Pertanto l'iniziativa delle forze dell'ordine e della magistratura è stata opportuna per bloccare questa spirale di violenza».
Concorde il capogruppo del partito di Fini a
Palazzo Panciatichi, Maurizio Bianconi: «Siamo
soddisfatti che l'opera di investigazione abbia dato questo esito. A questo punto l'efficienza delle
forze dell'ordine speriamo serva a scoraggiare
questi mascalzoni. E' noto che se c'è la certezza
dell'impunità i fenomeni criminosi dilagano, se
invece questa certezza diminuisce e viene infranta, se farla franca è sempre più raro allora può
servire da deterrente». Bianconi sottolinea inoltre
la «prova d'efficienza delle forze dell'ordine che fa
sperare come queste manifestazioni prodromiche ad attività terroristiche siano stroncate sul
nascere».
Anche Lorenzo Zirri, capogruppo di Forza Italia in Regione si è congratulato con le forze dell'ordine per il risultato raggiunto: «Plaudiamo all'operazione che è stata portata avanti, le indagini sono state importanti, adesso speriamo che si restituisca serenità al confronto politico, che negli ultimi mesi era stato disturbato dagli atti criminosi».
Zirri poi invita a non dare giudizi affrettati: «Siamo garantisti fino in fondo, riponiamo piena fiducia nell'operato della magistratura. Se gli arrestati
alla fine saranno giudicati colpevoli paghino le
loro azioni e siano di monito perché vengano
scongiurate in futuro situazioni incresciose come
quelle dei mesi scorsi».
Luglio 2004: Articoli La Nazione
Luglio 2004: Articoli Il Tirreno
Gli articoli di agosto 2004
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