LA NAZIONE: gennaio 2005
3 gennaio
Terrorismo. La relazione semestrale del Sisde punta l'indice contro le Cor pisane.
L'allarme non è finito
di Giuseppe Meucci
PISA - Le minacce di morte rivolte dalle Cor ai magistrati pisani Antonio Di Bugno e Luca Salutini hanno chiuso un anno difficile e complesso nella storia del terrorismo
pisano. Sconfitte in gran parte le nuove Brigate Rosse, quelle di Nadia Lioce e Cinzia Banelli, anch'esse di spiccata impronta pisana, si è presentata sullo scenario una nuova formazione eversiva, quelle Cellule di Offensiva Rivoluzionaria che, in un crescendo senza interruzioni, hanno punteggiato il 2004 di attentati incendiari a
esponenti di Alleanza Nazionale, minacce e intimidazione a giornalisti, sindacalisti
e, recentemente, anche magistrati. Terreno di crescita di questi nuovi movimenti eversivi il frastagliato mondo dell'anarchia in cui emergono singoli individui spesso
uniti dalla «spiccata propensione alla violenza».
Finiti in carcere quelli che sono ritenuti i capi del nuovo gruppo eversivo - William Frediani e Alessio Perondi e ricercato in quanto latitante Francesco Gioia - la
consistenza delle Cor sembrava drasticamente ridimensionata quando il volantino
con le minacce ai magistrati ne ha rilanciato la presenza e la potenziale minaccia.
L'area anarco-ambientalista insomma non è stata prosciugata del tutto. E l'allarme
viene dal Sisde che due giorni fa ha consegnato la relazione semestrale al Parlamento sulla sicurezza nel paese.
«E' in progressiva crescita sia di immagine sia di potenzialità operative - scrivono gli esperti del Sisde - l'area anarco-ambientalista che mira a prendere il posto delle Brigate Rosse, praticamente messe in ginocchio dal ritrovamento del covo di
via Montecuccoli e dalle dichiarazioni della pentita Cinzia Banelli». Insomma c'è
chi si è messo al lavoro per raccogliere la bandiera dell'eversione lasciata cadere dalle Br e, in proposito, preoccupano non poco «gli appelli ai militanti ancora in
libertà lanciati a più riprese da Nadia Lioce e dalle ammissioni della stessa Banelli
secondo cui in Toscana potrebbero esserci in giro altri brigatisti».
Agli esperti del servizio segreto non sfugge che «il declino della fazione militarista delle Br stia aprendo inediti spazi di manovra e modalità di intervento più adeguate alla 'forza a disposizione'». E l'attenzione dei servizi va a quelle formazioni e singoli individui di diversa formazione ideologica che praticano «azioni violente di modesto valore operativo, ma immediatamente comprensibili». Inutile dire che è esplicito il riferimento alle Cellule di Offensiva Rivoluzionaria di matrice pisana ed al loro programma di «propaganda armata», fatto soprattutto, come era scritto in un loro documento, di intimidazioni e attentati incendiari alle auto e alle abitazioni.
Fine
ultimo di questo progetto è la creazione di un partito armato clandestino che ha come obbiettivo «l'opposizione alle politiche neoliberiste nel mondo del lavoro e quella contro il binomio carcere-repressione».
13 gennaio
Eversione [sic!] Manifestazione di amici e parenti ieri mattina davanti al Tribunale della Libertà.
Cor, presidio a Firenze per Frediani e Perondi
PISA - Una ventina di persone hanno dato vita ieri mattina a Firenze a un presidio di
solidarietà a favore di William Frediani e Alessio Perondi, i due studenti detenuti
con l'accusa di far parte delle Cor, le Cellule dì offensiva rivoluzionaria che a partire dal luglio 2003 hanno rivendicato una serie di azioni incendiarie sia nel nostro territorio che a Roma. La manifestazione si è svolta davanti all'ingresso delle aule giudiziarie di Via dell'Agnolo, dove il Tribunale della libertà doveva decidere sul ricorso presentato dai difensori dei due imputati contro un nuovo ordine di custodia cautelare che aveva recentemente contestato ai due giovani il reato di associazione con finalità eversiva. Una nuova misura cautelare- al posto di quello di associazione per delinquere semplice per cui inizialmente la procura di Pisa aveva proceduto nei loro confronti - che, secondo gli amici dei due imputati, sarebbe stato emesso strumentalmente. alla vigilia della scadenza dei termini di custodia cautelare, per impedirne la scarcerazione. I manifestanti - amici e familiari degli imputati e persone che fanno capo al "Comitato contro la repressione" - innalzavano cartelli e striscioni in difesa dei due studenti, recentemente trasferiti nei carceri di Torino e Spoleto.
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