La stampa: APRILE 2005

L'APICE DELLA VERGOGNA!

La Nazione 8 aprile 2005 (Cronaca di Pisa pag. V)
Eversione. La Procura della Repubblica di Firenze ha indagato 11 persone per diversi reati.
Cor, inchiesta chiusa
L'avvocato difensore di William Frediani presenta un esposto al Consiglio superiore della magistratura
PISA – La Procura di Firenze attraverso una notifica pervenuta agli inquisiti ha fatto sapere che le indagini sulle Cellule di Offensiva Rivoluzionaria sono state chiuse. Gli indagati sono in tutto undici: Alessio Perondi, William Frediani (entrambi detenuti), Francesco Gioia (ricercato perché latitante dopo essersi allontanato dagli arresti domiciliari), Leonardo L., Gioacchino S., Benedetta G., Costantino R., Alice M., Giuseppe e Federico B. e Francesco F. Tutti sono indagati per l'articolo 270 bis del Codice penale (associazione sovversiva). Per i reati specifici: ad Alessio Perondi, Francesco Gioia e William Frediani, vengono contestati anche gli attacchi incendiari, a Leonardo L., Benedetta G. e Gioacchino S. insieme a William Frediani anche la propaganda sovversiva per aver, secondo la magistratura, redatto il documento ritrovato ad Agnano il 7 giugno dello scorso anno. A questo proposito l'avvocato Giuseppe Pelazza, difensore di uno degli incarcerati (William Frediani) ha presentato un esposto al Ministro della Giustizia, al Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione e al Consiglio Superiore della Magistratura. "Nel documento – spiega in una nota il Comitato contro la Repressione di Pisa – l'avvocato ripercorre le varie fasi dell'inchiesta ed evidenzia alcuni incredibili passaggi che crediamo degni di nota: i cambiamenti di opinione dei magistrati che passano da una valutazione a quella opposta senza battere ciglio, semplicemente cancellano la tesi precedente. Ma soprattutto l'incredibile procedura che ha portato al prolungamento dei tempi di custodia cautelare degli accusati: il pubblico ministero richiese il prolungamento di 45 giorni della custodia cautelare perché in attesa dei risultati delle analisi dattiloscopiche e biologiche del Ris di Parma; ebbene, si scopre leggendo quest'esposto che in realtà le suddette analisi erano già stata consegnate dal Ris diversi giorni prima. Nonostante poi le analisi fossero a favore degli imputati, i magistrati hanno riqualificato il reato portando l'accusa al livello dell'articolo 270 bis del Codice Penale, contraddicendo clamorosamente le loro stesse valutazioni fatte poco tempo prima. L'insieme dei fatti esposti dall'avvocato Pelazza fa emergere un quadro sconcertante sull'andamento di quest'inchiesta e crediamo che i cittadini debbano essere informati nel modo più completo possibile". Intanto il Comitato contro la Repressione di Pisa promuove una raccolta di firme per la scarcerazione di Alessio Perondi e Willliam Frediani in programma alla Logge di Banchi domani dalle 17,30 alle 19,30.

Il Tirreno 8 aprile 2005 (cronaca di Pisa pag. 5)
Il legale del giovane presunto appartenente alle Cor si è rivolto al Csm
Difesa di Frediani all'attacco
Il procuratore capo Enzo Iannelli: siamo sereni
di Candida Virgone
PISA. "La Procura è serena": con quest'affermazione il procuratore capo di Pisa, Enzo Iannelli, ha commentato l'esposto al consiglio superiore della magistratura presentato contro i magistrati pisani per l'inchiesta sulle Cor. L'esposto è stato presentato dall'avvocato Giuseppe Pelazza, del foro di Milano, che difende William Frediani, in carcere per gli attentati legati alle Cellule di offensiva rivoluzionaria insieme ad un altro giovane pisano, il ventenne cascinese Alessio Perondi.
Sull'inchiesta l'avvocato Pelazza ha inviato un esposto al Csm, al ministro della giustizia e al procuratore generale presso la Corte di Cassazione. Cosa obietta Pelazza in tutta l'intricata inchiesta che ha condotto all'arresto, negli scorsi mesi, di ben 9 persone, due delle quali ancora in carcere? "Allo scadere dei termini di custodia cautelare di Frediani, il 5 novembre 2004 – il gip di Pisa, su richiesta del pm, disponeva la proroga di altri 45 giorni della durata massima della custodia cautelare in carcere, facendo riferimento alla pendenza di accertamenti istruttori particolarmente complessi, quali le numerose indagini dattiloscopiche, genetiche, informatiche, concernenti ben 486 corpi di reato, tempestivamente disposte già a luglio dal pm. Peccato – aggiunge Pelazza – che la relazione del ris di Parma sui citati accertamenti risultava già pervenuta alla procura di Pisa il 30 ottobre e i risultati potevano essere noti anche prima, essendo la relazione datata 14 ottobre, mentre la relazione del reparto operativo di Pisa, concernente 'esame documentazione estratta dai supporti informatici in sequestro' risultava anch'essa già formalmente pervenuta alla procura di Pisa il 28-10.
Ci si trova di fronte ad un istituto processuale per protrarre al di là dei termini massimi imposti dal legislatore la custodia in carcere di un cittadino. Dopo, poco prima che scadesse il termine della illegittima proroga, con la conseguenza del ritorno ai domiciliari di Frediani e la scarcerazione per decorrenza termini di Perondi, veniva notificata dal gip una dichiarazione di incompetenza funzionale-provvedimento di custodia in carcere, datato 3 dicembre. Pm e gip, dopo aver sostenuto al momento degli arresti che l'associazione non aveva finalità di eversione e terrorismo, sostenevano invece ora che le Cor avevano natura di associazione con finalità di eversione e riqualificavano il reato associativo come fattispecie di cui all'articolo 270 bis aggravando la situazione e sostenendo due tesi opposte a distanza di pochi mesi. Il provvedimento è stato trasferito quindi a Firenze, dove procura, gip e tribunale del riesame hanno prontamente fatto propria la tesi del 270 bis, mentre il procuratore generale Brignoli, nella relazione d'apertura dell'anno giudiziario, aveva detto che le indagini svolte sui gruppi anarco-insurrezionalisti non hanno trovato conferme idonee a qualificare tali aggregazioni come organizzazioni terroristiche".

Il Giornale della Toscana 8 aprile 2005 (pag.7)
TERRORISMO [sic!] Cellule di offensiva rivoluzionaria: esposto al Csm dei legali difensori per opporsi alla proroga degli arresti
Esposto al Csm per l'inchiesta della magistratura di Pisa sulle Cor (Cellule di offensiva rivoluzionaria), sigla che ha rivendicato una serie di azioni incendiarie nel pisano a partire dal luglio 2003. L'avvocato Giuseppe Pelazza, legale di William Frediani, 29 anni [27 anni], della provincia di Pisa, fra gli arrestati, si è rivolto al Csm sostenendo che la proroga della durata di una misura cautelare è stata utilizzata per finalità "che non possono che essere definite gravemente illecite". Nell'esposto, inviato anche al ministro della giustizia e al procuratore generale della Cassazione, l'avvocato rileva che il gip di Pisa, su richiesta del pm, fra il 5 e 6 novembre scorsi, prorogò la custodia in carcere di altri 45 giorni a Frediani, "facendo riferimento alla pendenza di accertamenti istruttori particolarmente complessi" quali "le numerosi indagini dattiloscopiche genetiche informatiche concernenti ben 486 corpi di reato tempestivamente disposte già dal luglio/agosto dal pm". Ma, sostiene l'avvocato, la relazione del Ris di Parma sugli accertamenti dattiloscopici e biologici risultava già pervenuta alla procura di Pisa il 30 ottobre 2004, due giorni dopo quella del reparto operativo dei carabinieri di Pisa sulla documentazione estratta dai supporti informatici. Secondo il legale "ci si trova, quindi, di fronte all'utilizzo di un istituto processuale per finalità del tutto diverse da quelle che lo connotano, per finalità che non possono che essere definite gravemente illecite: protrarre al di là dei termini massimi imposti dal legislatore la custodia in carcere di un cittadino".

Il Manifesto 9 aprile 2005 pag. 11
INGIUSTIZIA
Detenuto grazie a un trucco
William Frediani, finito in carcere lo scorso agosto con l'accusa di far parte delle Cellule di offensiva rivoluzionaria (Cor) è stato tenuto dentro 45 giorni in più sulla base di un provvedimento falso. A sostenerlo è il suo avvocato Giuseppe Pelazza che circa un mese fa ha invitato un esposto al Consiglio superiore della magistratura e al ministero della giustizia. Al momento dell'arresto, nell'agosto scorso, gli investigatori pisani avevano spiegato che l'accusa contro lui e il gruppo di persone di cui supponevano fosse il leader non poteva essere di terrorismo perché gli atti «vandalici» di cui erano accusati erano di portata troppo limitata. A dicembre perciò il tribunale di Pisa ha cambiato idea: senza spiegazione la procura ha spedito il caso a Firenze con una accusa di «eversione». Decidendo proprio a dicembre, è riuscita ad evitare che il giovane uscisse dalla galera, fosse anche per un giorno. Ora si scopre che gli ultimi 45 giorni di reclusione decisi a Pisa, tra novembre e dicembre, erano basati sull'attesa di accertamenti «particolarmente complessi» che in realtà i pm avevano in mano da ottobre. Insomma un falso, sostiene l'avvocato Pelazza che ha denunciato il fatto al csm.

Il Tirreno 12 aprile 2005 (Cronaca Pisa pag. III)
Caso Frediani: siamo rimaste sorprese dalla serenità della procura
Scrivono la madre e un'amica del giovane dopo l'esposto della difesa al Csm sulla vicenda Cor
"Se mai ci fosse stato in noi un piccolo spazio per essere ancora sconcertate sulla vicenda che ha investito William Frediani, la serenita’ dichiarata ai giornali dalla Procura lo avrebbe certamente colmato.
Risulta nel nostro ordinamento giuridico, che compito del Procuratore, e’ quello di apportare allo svolgimento del procedimento contro un indagato elementi a favore e contro l’indagato stesso.
Nel procedimento contro William Frediani e’ palese che questo non e’ stato fatto.
I risultati delle indagini dei Ris di Parma (come ampiamente illustrato nell’esposto dell’Avv. Giuseppe Pel azza) erano stati completati il 14 di ottobre, e consegnati formalmente alla Procura di Pisa il giorno 30 dello stesso mese.
Apportare alle indagini elementi concreti, a favore o contro l’indagato, secondo noi significa valutare attentamente prima di prolungarne la carcerazione preventiva (nel caso che questa venga ritenuta giusta).
Significa quindi informarsi bene su quello che e’ lo stato delle indagini richieste su di lui prima di privarlo della libertà, massimo diritto di ogni persona costituzionalmente garantito.
Quando poi, veniamo a sapere che questi risultati, favorevoli a William, che lo scagionavano nelle prove richieste, erano gia’ in possesso della Procura quando viene chiesto il prolungamento della carcerazione, ( il 6 novembre!!!!) proprio in attesa di conoscere questi risultati, che cosa dobbiamo pensare?
Come ci dobbiamo sentire di fronte alla espressa serenità? Non abbiamo diritto noi, cittadini di uno stato di diritto, di sapere che cosa e’ successo in questa vicenda?
Se questo e’ l’ordine dello Stato che William e’ accusato di voler sovvertire, per capire di che cosa e’ accusato, non abbiamo bisogno di qualche cosa di piu’ di una dichiarazione di serenità?"


ESPOSTO DELL'AVV. GIUSEPPE PELAZZA

Cosiddetta inchiesta sulle Cor

H O M E