Il Tirreno: dicembre 2004
Attentati, per le Cor scatta l'accusa di terrorismo
Restano in carcere Frediani e Perondi: il gip convalida le richieste del pm
L'inchiesta passa alla procura distrettuale di Firenze competente per reati di eversione
PISA. Il gip Luca Salutini ha confermato le richieste del pm Antonio Di Bugno: per i giovani pisani accusati di far
parte delle Cor, le Cellule di offensiva rivoluzionaria, è scattata l'accusa di terrorismo prevista dal 270 bis. Sarà ora la
procura distrettule di Firenze, competente in materia, ad occuparsi del caso che ha visto a Pisa il verificarsi di una ventina di episodi di minacce e attentati incendiari.
Attentati contro sindacati, giornalisti, esponenti di partiti politici, aziende, società interinali. Restano dunque in carcere Alessio Perondi, 21 anni, e William Frediani, 28 anni, arrestati nell'ambito dell'inchiesta sul gruppo eversivo che si ritiene legato al circolo anarco-ambientalista n Silvestre, inchiesta che da giugno ad ora ha portato dietro le sbarre ben otto persone, tutti soci o simpatizzanti dell'associazione ecologista che ha sede in via del Cuore. Ieri mattina così ai due giovani pisani, che senza il provvedimento sarebbero stati scarcerati a giorni, è stata notificata in carcere la nuova ordinanza di custodia cautelare con
l'accusa di associazione a delinquere con finalità di eversione.
Una pesante accusa di terrorismo. A notificare l'atto i carabinieri del Rono, il reparto operativo del nucleo operativo diretto dal maggiore Eugenio Bonacci, e gli agenti della Digos, diretta dal dottar Salvo Calabrese, nel carcere di Pisa a Frediani ed in quello di Torino a Perondi.
La stessa imputazione riguarda tutte le persone indagate nel corso di questa inchiesta. Per tutti dunque l'accusa è
di terrorismo.
Come si ricorderà le indagini portarono dietro le sbarre il 6 giugno scorso Alessio Perondi, cascinese, studente universitario di scienze naturali, accusato di un attentato avvenuto a Navacchio al cantiere della Edilcostruzioni per la ristrutturazione di una palazzina dell'Arma: ad inchiodarlo un filmato compromettente.
Pochi giorni dopo, in un casolare di Agnano, furono arrestate altre 4 persone: Leonardo Landi, 37 anni, Gioacchino Somma, 33, e Benedetta Galante 25.
Finì in carcere impropriamente in quella occasione anche una ragazza pisana ventenne che però è risultata totalmente
estranea alle indagini e che era andata nel cascinale a trovare un amico.
Qualche settimana dopo lo stesso provvedimento scatta per l'affittuario del cascinale, esponente di spicco del Circolo, Costantino Ragusa.
A fine luglio, dopo l'attentato incendiario ad una giovane esponente di An, nella sua casa di Porta a Lucca, Giovanna
Maria Fusco, finì agli arresti domiciliari William Frediani, studente di Conservazione in beni culturali. Stesso provvedimento fu preso per altri due simpatizzanti del Silvestre, Giuseppe Buonamici e Francesco Gioia, 25 anni, di Rosignano. Il 6 agosto per Frediani però scattò l'arresto e la detenzione in carcere, mentre Gioia sparì di casa: il giovane si troverebbe ora in Spagna da dove su un sito intemet avrebbe mandato un messaggio agli amici. Gli atti dunque sono stati trasmessi alla procura della
Repubblica di Firenze, competente per i reati di eversione e terrorismo.
Frediani trasferito al carcere di Spoleto
PISA. William Frediani ha trascorso il Natale nel carcere speciale di Spoleto. Il giovane studente universitario sarebbe dovuto uscire il 21 dicembre per decorrenza dei termini, ma il cambio del capo d'imputazione ha mutato la sua situazione. La Procura di Pisa - come per tutti i presunti appartenenti alle Cor (Cellule di offensiva rivoluzionaria) - aveva prima formulato l'accusa di associazione a delinquere (articolo 416 del codice penale) e poi quella ben più grave di associazione con finalità di terrorismo e di eversione dell'ordine democratico (270 bis).
Proprio il cambio d'imputazione ha aggravato la condizione di William Frediani che il giorno 18 dicembre è stato trasferito al carcere speciale di Spoleto. Al carcere Don Bosco, Frediani continuava a studiare con successo tanto che aveva sostenuto un esame ottenendo trenta e lode. La sua speranza, come del resto anche quella dei familiari, era di uscire quanto prima dal carcere. Speranza concreta se la procura pisana non avesse cambiato il capo d'imputazione. E, adesso,
sarà la magistratura fiorentina a prendere in carico il fascicolo delle Cor pisane.
La nuova ordinanza di custodia cautelare era stata notificata a Frediani ai primi di dicembre e così anche ad Alessio Perondi che si trova al carcere di Torino. Contro i presunti appartenenti alle Cor, la magistratura avrebbe raccolto una serie di prove che costituiranno l'accusa nei confronti del gruppo anarco-insurrezionalista accusato di una ventina di episodi di minacce e attentati incendiari. Attentati contro sindacati, giornalisti, esponenti di partiti politici, aziende, società interinali.
L'INCHIESTA SULL'EVERSIONE
Sotto scorta i due magistrati minacciati di morte. Il procuratore Fleury: anomali i documenti Cor
Le due toghe pisane hanno indagato a lungo sui gruppi terroristici.
FIRENZE. «Si tratta di una iniziativa anomala. Non è nella prassi dei gruppi di combattenti politici fare minacce preventive, soprattutto a magistrati». Così il procuratore aggiunto di Firenze Francesco Fleury ha commentato le minacce di
morte fatte per lettera a due magistrati pisani, a nome delle "Cellule di offensiva rivoluzionaria" (Cor), sigla che ha rivendicato dall'estate 2003 una serie di azioni incendiarie nel pisano e a Roma. L'inchiesta sulle Cor, aperta dalla procura pisana, recentemente è passata a quella fiorentina dopo la contestazione del reato di associazione con finalità di eversione.
Due gli indagati ancora in carcere, William Frediani, di Pisa,
e Alessio Perondi, di Cascina,
che sono stati raggiunti da un'ordinanza di custodia cautelare da parte del gip del capoluogo toscano.
Ieri ad alcuni quotidiani, per posta, imbucate sembra almeno due da Torino, sono arrivate le lettere di minaccia nei
confronti del gip e del pm di Pisa che si sono occupati dell'inchiesta sulle Cor, poi trasferita
a Firenze. La firma delle lettere è della cellula Toscana delle Cor, che insieme ha spedito anche una sorta di bilancio dell'attività del primo anno dell'organizzazione.
«La terminologia utilizzata - ha commentato il magistrato fiorentino - richiama i banditi di strada, gli estorsori, più che
i rivoluzionari». Secondo il procuratore aggiunto con questo documento si conferma tuttavia la volontà, da parte delle
Cor, di fungere da "catalizzatore" per i vari gruppi dell'eversione di sinistra.
Fleury ha comunque definito "scadente" il testo sul bilancio dell'attività, rispetto anche
"ad altri documenti firmati sempre dalle Cor". Il fascicolo che riguarda le minacce verrà trasmesso alla procura di Genova, competente a indagare su fatti che riguardano magistrati toscani. Il "bilancio" dell'attivita delle Cor è invece entrato a far parte dell'inchiesta fiorentina: il reato, contro ignoti, è di propaganda sovversiva.
Intanto i due magistrati minacciati di morte saranno messi sotto scorta. Alla luce dei
due documenti inviati dalle Cor (Cellule di offensiva rivoluzionaria), è questa la decisione
presa ieri mattina in prefettura dal comitato provinciale dell'ordine pubblico cui hanno
preso parte le massime autorità militari e civili cittadine.
Il comitato ha disposto che
nei confronti dei due magistrati nel mirino dell'organizzazione eversiva sia presa ogni misura adeguata alla loro tutela.
Che, tradotto in termini pratici, vorrà dire muoversi sotto la
protezione di una scorta. Pertanto, dopo la missiva siglata
Cor, toma la tensione a Pisa,
città che da un anno a questa
parte è stata bersaglio di attentati e minacce rivendicati dalle
Cor.
L'inchiesta di polizia e carabinieri ha portato all'arresto di
un nucleo di persone che gravitano nell'area anarco-insurrezionalista.
F.N
Il comitato provinciale di ordine pubblico riunito d'urgenza in prefettura.
Due magistrati sotto scorta. Hanno ricevuto minacce di morte dalle Cor
PISA. I due magistrati minacciati di morte saranno messi sotto scorta. Alla luce dei due documenti inviati
dalle Cor (Cellule di offensiva rivoluzionaria), è questa la decisione presa ieri mattina in prefettura dal comitato
provinciale dell'ordine pubblico cui hanno preso parte le massime autorità militari e civili cittadine.
Il comitato ha disposto che nei confronti dei due magistrati nel mirino dell'organizzazione eversiva sia presa
ogni misura adeguata alla loro tutela. Che, tradotto in termini pratici, vorrà dire muoversi sotto la protezione di
una scorta. Pertanto, dopo la missiva siglata Cor, torna la tensione. In una città, come la nostra, che da un anno a questa parte è stata bersaglio dì attentati e minacce rivendicati dalle Cor.
L'inchiesta di polizia e carabinieri ha portato all'arresto di un nucleo di persone che gravitano nell'area anarco-insurrezionalista e che l'ultimo documento delle Cor definisce sconosciuti dall'organizzazione». Le Cor, riferendosi ai due magistrati che hanno coordinato l'indagine e seguito l'iter giudiziario, dicono senza mezzi termini che se non saranno scarcerati (oltre ad altre richieste) saranno gambizzati o uccisi. Di fronte ad una simile minaccia, il comitato ha voluto prendere le adeguate misure ed ha analizzato anche la prima parte del documento in cui si parla dell'anno di attività delle tre cellule, quella Pisana, Toscana e Romana Mario Galesi.
Poiché i reati attribuiti alle Cor fanno riferimento all'associazione con finalità di terrorismo, la procura competente non è più Pisa, ma Firenze. Ogni decisione, anche riguardo alle future indagini, sarà presa dai magistrati fiorentini.
H O M E