IL GIORNALE sabato 20 maggio 1989 Milano costume Marta Citacov Dietro la pietra incisa dellAssosogni in via Anfiteatro nessun tesoro Il ficcanaso non ha segreti Via Anfiteatro 11: un edificio ristrutturato che risale al 1400, probabilmente unantica stazione postale in cui venivano fatti riposare i cavalli. Ora è sede di un club privato dal nome affascinante: Assosogni. Una storia di bottega dallatmosfera soft, luogo di appuntamenti tra vecchi amici che hanno voglia di scambiare quattro chiacchiere. Il proprietario, Silvano Zazzi, ha lhobby dellarcheologia fai da te. Già lanno passato si era messo in testa di sollevare il lastricato della saletta dentrata, convinto che nascondesse qualcosa; e infatti cera un secondo pavimento, a trentacinque centimetri sotto il primo. E tra la terra e i mattoni spiccava qualche suppellettile, chiodi, viti, cocci di varie dimensioni. Ma, soprattutto, una pietra quadrata con lincisione di una figura umana. I soci del club lhanno soprannominata Il ficcanaso. Si tratta di un uomo dagli occhi furbi, dalla bocca scaturiscono due serpenti (simbolo della menzogna), intrecciati tra loro. Il suo naso è lungo e adunco. La pietra si trovava originariamente alla base di un camino murato. E il fatto che le braci ardessero su di essa era significativo. Ma Zazzi, non contento dei piccoli tesori rinvenuti, si è poi occupato dellintonaco elle pareti: vari strati sovrapposti, che coincidevano con lepoca di risalenza dei due diversi pavimenti. Le pareti originarie dovevano essere più sottili, a giudicare dalla quantità di materiale aggiunto. Dallo strato immediatamente sottostante quello visibile, tra le putrelle, è emerso un foglio ingiallito di carta da giornale: una pagina del Corriere della Sera risalente al 1948. Si ipotizza che durante alcuni lavori un operaio labbia mischiata alla pasta di cemento. Lappuntamento di giovedì era basato sulla speranza, invano elusa, di trovare qualcosa anche nella seconda sala del locale, accanto alla scala in pietra che conduce al soffitto a cassettoni. Dopo aver rimosso la lastra centrale del pavimento, le aspettative spaziavano dal ritrovamento di un cunicolo segreto che apriva un passaggio fino al Castello, ad un tesoro dimenticato chissà da chi. Invece niente: solo qualche sasso di età precedente, la strana presenza di frammenti di beola (pietra tipica della Valtellina) e qualche residuo sparso di carbon fossile, lignite e mattoni. Un attimo di suspance, quando Zazzi allimprovviso ha estratto dal terriccio un pezzo di osso: Sicuramente si tratta di qualche animale ha detto. Eppure sembrava proprio una botola, ha esclamato tristemente una signora seduta tra i presenti. Architetti, un ingegnere, alcune signore della Milano bene e un paio di compassati cinquantenni dallaria distinta. Il gruppo degli scavatori era davvero assortito. E da bravi amatori, hanno dichiarato di non voler rinunciare. Questi locali sono pieni di mistero. Ogni pietra potrebbe rivelare un segreto dice Gianfranco Magrini , presidente del club -. Noi non ci arrendiamo. Siamo qui per sognare, per dimenticare la vita quotidiana e la realtà. Vi aspettiamo tutti al prossimo tentativo. Non si sa mai. |