MILANO MILANO giugno 1989 La città da vicino Francesca Verde Scusi, mi realizza un sogno? Nella capitale del business è nata unassociazione per insegnare ai milanesi a fantasticare. La parola dordine: niente è impossibile.
La Bottega dei Sogni, sede dellAssociazione Europea Amici dei Sogni, è al rione del guast: così una volta veniva chiamata la via Anfiteatro. Perché era una zona misera e malfamata dove si riunivano viandanti e tagliagole. La gente era così povera, dicono, che di notte tiravano una corda da un muro allaltro e quelli dormivano così, appesi per le ascelle. La bottega è uno scantinato al numero 11, a ridosso di una casa abbandonata. Se fosse a Napoli si direbbe: è un basso. Infatti era la cantina di un vinaio. LAssosogni si riunisce qui due sere alla settimana, il lunedì ed il mercoledì, ma la porta è sempre aperta. I soci vanno e vengono. Stanto ad un registro esposto nellingresso, sono circa duecento. La tessera costa 50 mila lire. Ma non tutti ce lhanno dice Gianfranco Magrini, il presidente. E lui che ha fondato lassociazione, il settembre scorso. Regolarmente registrata dal notaio dice. Sullo statuto si legge: Scopo dellAssosogni è promuovere lattitudine ai sogni e la loro realizzazione. Perché i sogni assicura il presidente sono tutti realizzabili. Ci pensa un po su e aggiunge: Questione di tempo. Non è un poeta o un astrologo, Magrini. E un ingegnere e i suoi sono sogni strutturati, precisi, progettati. E futuribili. Come il Tubolario: un tunnel sommerso che attraversa il lago di Como per il lungo e si biforca sotto i due rami per collegare Como a Lecco. Ha anche preventivato il costo: 6900 miliardi, calcolando il 15 per cento dimprevisti. Ma di sogni ne ha a dozzine (Bisogna sempre avere sogni di scorta, nel caso il primo si realizzi). Sono quasi tutti acquatici. Così ecco il sogno della riapertura dei Navigli e il progetto della metropoli sotterranea. Lui infatti è anche il fondatore del Cocis, il Comitato città sotterranea. Mostra uno schizzo: sotto le strade, le auto, i garage ma anche gli ascensori orizzontali i mercidotti e i personidotti. (Basta schiacciare un bottone e ti portano direttamente a casa). E sopra lacqua, i Navigli con le barche. Mentre parla, cammina su e giù sul pavimento di pietra della bottega. Lui e il proprietario del locale, Silvano Zazzi, hanno scoperto una botola. Murata. Chissà dove porta, dicono. Per ora non la aprono . preferiscono sognarci sopra. Lì accanto cè la vetrina dei sogni. Sono appesi ad un pannello di legno. Tanti foglietti colorati: Vorrei incontrare uno gnomo, Vorrei incontrare lamore, Sogno di essere felice, Di diventare ricco, Di incontrare Lilli su unisola deserta. Si dice che i milanesi non sono sognatori. Che vanno sempre al sodo e sempre di fretta. Eppure lAssosogni è nata qui, nella capitale del business e dellefficienza. E proprio per questo che è stata fondata dice Magrini -. I milanesi devono imparare a sognare. Ma si può insegnare a qualcuno a sognare? Comè il corso per apprendisti sognatori? Chi sono? Cosa fanno? Si può sapere come fate a realizzare i sogni? Scuote la testa (I sogni non son materia da cronisti2) e risponde: Questa non è unagenzia di servizi che realizza i sogni. Diciamo che li stimola e, mettendoli in comune, può dare la possibilità di realizzarli. Basta parlarne a ruota libera. Limportante è non avere vergogna, non avere paura di sognare. I sogni sono grandi e piccoli, che sono i più facili da realizzare, specialmente se si è in tanti a condividere gli stessi. Anche cosette così, senza pretese. E infatti, in attesa del Tubolario subacqueo, i sognatori si accontentano di attraversare il lago di Como in battello. Vogliono acquistare tutti i biglietti del traghetto (cinquecento) per avere il barcone a pale tutto per loro. E la notte di San Giovanni, il 24, vogliono danzare sul ponte in abito da sera davanti allisola Comacina, mentre nel cielo esplodono i fuochi artificiali. Tra i soci cè anche il presidente del consiglio regionale Fabio Semenza. Anche il suo è un sogno sotterraneo: il traforo dello Spluga. Per fortuna, cè anche qualche poeta e un alchimista che sogna di scoprire la pietra filosofale. E poi ci sono tante donne. Franca sogna una casa tutta sua, Simonetta un cavallo. E poi sogni lamore. Tanto. Notti in gondola, matrimoni, chiari di luna. Le donne sognano di più. Ce nè di tutte le età. Tra gli uomini, i forti sognatori sono quelli che hanno superato gli anta. Perché ai nostri tempi dice Magrini, classe 1934 si sognava di più. I grandi sognatori siamo noi, non i giovani. E sa perché? Perché noi abbiamo dovuto imparare a sognare. Perché dopo la guerra eravamo poveri e Milano era tutta da ricostruire. Perché avevamo i vestiti rivoltati, le scarpe con i ferri per non consumar le suole e farsi una bella mangiata era già un gran bel sogno. Allora se non sognavi in grande, stavi fresco. Eccola qui, Milano: è il risultato di un grande sogno realizzato. E allora perché no, un giorno, il Tubolario? Sogni costruttivi, operativi. Magari fantascientifici. Ma solo per ora. Perché guardi la fusione a freddo: è un sogno realizzato. E quando siamo andati sulla luna? Suvvia, basta un po di allenamento. Pensarci su, crederci, darsi da fare. E soprattutto, sognare in grande, tutti insieme, creando sinergie. Non per altro si chiama Associazione europea amici dei sogni. E anche se sta ai guast, in una bottega con una botola e forse, chissà, dei passaggi segreti, è pur sempre nata a Milano. E a Milano si sogna, ma non si dorme in piedi. Nemmeno invia Anfiteatro, alla Bottega dei Sogni. |