LA NOTTE venerdì 19 maggio 1989 Giorgio Scaglia A mezzanotte si scopron le tombe ma sotto non si trova nessun tesoro Non cè alcun mistero oltre la pietra grigia del pavimento del club Assosogni Silvano Zazzi era quasi sicuro che sotto quella pietra grigia nel mezzo del pavimento si celassero arcani misteri, forse un cunicolo verso la basilica di San Simpliciano, o una segreta col favoloso tesoro dei guasti oppure un pozzo o, semplicemente, un po di comunissima terra. Lappuntamento per scoprire larcano è stato fissato stanotte allAssosogni, un club privato dove si può bere in compagnia e ascoltare un po di musica, allinterno di un ambiente carico di storia e ricavato da un vecchissimo edificio di via Anfiteatro, che compare sulle mappe di Milano fin dal 1400 e che sembra fosse una stazione postale in cui si facevano riposare i cavalli. Questa contrada era detta dei guasti perché sembra che fosse la prima ad essere colpita ogni volta che in città si verificavano guerre o sommosse. Già qualche tempo fa, durante i lavori di ristrutturazione, erano stati rinvenuti numerosi frammenti di antiche suppellettili e di vecchi arnesi da lavoro e le tracce dei bastioni costruiti probabilmente intorno al 1600. La pietra grigia è incassata nel pavimento, proprio in fondo alla piccola sala, vicino ad una scala in pietra che sale verso il caratteristico soffitto a cassettoni. Là sotto può esserci di tutto spiega il presidente del club, Gianfranco Magrini la casa è antichissima ed effettivamente in questa contrada sono già stati trovati diversi cunicoli che dovevano probabilmente portare verso il Castello Dopo un brindisi propiziatorio, in un silenzio carico di emozione, Silvano Zazzi, il proprietario del locale, dà il primo colpo di piccone. Piegato sulle ginocchia rimuove con cautela il primo strato di terriccio
Adesso trova delle ossa umane
dice qualcuno
e se ci fosse un tesoro? Gli invitati trattengono il fiato: ecco uno strato di ardesia
Potrebbe essere una lapide sussurra una signora vestita di nero. Dentro non si respira; Silvano Zazzi è già sceso di venti centimetri: ha già riempito due secchi di detriti e suda come una fontana . La terra di riporto adesso è finita ed inizia lo strato più duro e compatto. Per la sala serpeggia un po di delusione, mentre il buco diventa sempre più profondo, ma dal suo interno escono solo sassi e mattoni fradici che si sgretolano fra le dita. Alla fine Zazzi si arrende: fa un gesto vago come per dire che forse il cunicolo misterioso si trova da qualche altra parte, magari sotto il tavolo vicino allingresso o dietro la porta che dà sul cortile e Milano, ancora una volta, ha saputo difendere i duoi segreti dagli occhi troppo indiscreti dei suoi cittadini. |