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LOCALITA' TOSCANE DELL'ALTO RENO
Fossato
Il paese si allunga su di un costone che si stacca dal poggio della Croce e domina la valle del Limentra, lungo la strada che scende dal Tabernacolo di Gavigno.
Se ne hanno notizie risalenti all'XI secolo, nel XII era comune rurale autonomo e poi sede di podesteria.
Sul dorso dell'Appennino, alla destra della Limentra, l'antico castello di Fossato fu al centro di lunghe controversie tra i bolognesi e i pistoiesi, finché il Comune di Pistoia ne entrò in possesso nel XIII secolo (fino al XIII secolo era sottoposto ai Signori di Stagno, uomini fedeli al Comune di Pistoia
. La parrocchia di Fossato, di antica anche se incerta origine, rimase sotto la giurisdizione della diocesi di Bologna fino a quando papa Pio VI, con breve apostolico del 27 agosto 1784, la trasferì alla diocesi di Pistoia, ed il vescovo Ricci la sottopose all'arcipretura di Treppio.Il nome degli abitanti del paese sarebbe, secondo Laura Battistini di Lentula, "fossati". Si tratta di un dato importante dato che rappresenta un rarissimo caso di sopravvivenza del doppio valore del suffisso latino. Tuttavia l'informazione è incerta dato che non è chiaro se siano i lentulesi a chiamarli "fossati" o siano gli abitanti stessi di Fossato a chiamarsi "fossati".
La valle dell'Orsigna era già, fin dal secolo XII, territorio demaniale del Comune di Pistoia, e come tale appare nel primo Constitutum dei consoli databile al 1117 maiores consules faciant custodire silvam que vocatur vulgo Ursinia. Da questo antichissimo possesso demaniale, forse uno di quei "bona communalia" di origine romana od altomedioevale, derivò quasi sicuramente la figura dell'orso che affianca lo stemma comunale. |
PRACCHIA
Nel secolo XVII il governo mediceo eresse in questa località, importante centro della Magona granducale, un oratorio dedicato a San Lorenzo, che nel 1687 fu elevato a chiesa parrocchiale nonostante le proteste degli abitanti dell'Orsigna. Alla fine dello stesso secolo la chiesa di S. Lorenzo a Pracchia, regolarmente registrata nel repertorio delle parrocchie della diocesi, era ancora sottoposta al "padronato del serenissimo Granduca". A Pracchia si trova la sorgente (e gli stabilimenti) dell'acqua "Silva". |
Fonte principale: sito web Diocesi di Pistoia
L'hospitalis in Prato Episcopi è compreso tra i numerosi spedali che Urbano II riconobbe come soggetti alla canonica di S. Zenone con privilegio del 10 gennaio 1090. Lo spedale era in territorio ecclesiasticamente sottoposto al vescovo di Bologna, ma la chiesa, dedicata a S. Antonino, era invece sotto la giurisdizione spirituale di Pistoia e come tale confermata dalle bolle papali del secolo XII e successive: cappella Prati Episcopi. |
IL COMUNE DI SAMBUCA PISTOIESE
Il territorio del comune di Sambuca Pistoiese, nell'Appennino tosco-emiliano tra l'alta Valle del Reno e quella percorsa dal torrente Limentra, si estende per 77,54 kmq. Centro feudale, poi podesteria, con le riforme leopoldine divenne sede di comunità.
Il castello di Sambuca, insieme alla corte di Pavana, faceva parte fin dal X secolo dei domini del vescovado di Pistoia, come risulta da un diploma imperiale di Ottone III del 997, pur dipendendo dalla diocesi di Bologna. Posta a guardia di una valle sul più importante asse viario di collegamento tra Pistoia e la valle Padana (la via Francesca della Collina), la rocca, della quale restano oggi avanzi delle mura e di una torre, rappresentò a lungo un avamposto di notevole importanza strategica a difesa degli attacchi dei bolognesi, i quali nel 1204, approfittando della guerra tra fiorentini e pistoiesi, la occuparono. Tornata in possesso del vescovado, la Sambuca fu da questo ceduta in feudo ai conti di Panico (1223) e nel 1256 il vescovo Guidaloste Vergiolesi ne investì la propria famiglia. Nel 1309 fu venduta al comune di Pistoia da Lippo Vergiolesi, padre della Selvaggia celebrata da Cino da Pistoia, per 11.000 lire. Dopo essere caduta in mano di Filippo Tedici (1324) e quindi di Castruccio Castracani, fu conquistata a metà del XIV secolo dai Visconti di Milano (che da poco si erano insignoriti anche di Bologna) e che stabilirono un presidio fisso nella rocca di Pavana, fino ad allora possesso dei da Cantagallo. L'occupazione viscontea durò fino al 1360, quando i pistoiesi con un colpo di mano ne tornarono in possesso, consentendo alla diocesi di esercitarvi i propri antichi diritti. Dal 1375 vi risiedette comunque un contingente fiorentino e dello Stato fiorentino entrò a far parte definitivamente dopo l'annessione di Pistoia (seppure subendo ripetuti attacchi ed invasioni nei secoli seguenti) come centro dipendente dal capitanato della montagna pistoiese.
Nel passato il territorio di Sambuca, povero dal punto di vista agricolo, offriva scarse risorse: quasi assenti i seminativi, la ricchezza maggiore era rappresentata dalla silvicoltura, per le vaste estensioni di boschi di querce, lecci e castagni, e dall'allevamento del bestiame che trovava alimento nelle estese praterie. Ma la crescita percentuale, che si è avuta nel ventennio 1951-1971, del grado di industrialità della popolazione attiva non corrispondeva tanto a una sensibile crescita locale in questo settore, quanto al fenomeno del pendolarismo lavorativo e dell'esodo della popolazione rurale. Le attività artigianali prevalgono nelle lavorazioni del legno e nel campo delle confezioni; nel comune vi è inoltre una sorgente di acqua minerale. Alle risorse tradizionali, silvicoltura e allevamento del bestiame, si è aggiunto lo sviluppo turistico che ha reso il comune di Sambuca centro di villeggiatura estiva.
La popolazione totale del territorio comunale raggiunge, nel 1991, le 1.630 unità con una densità di 21 abitanti per kmq. Per quanto riguarda le età precedenti Sambuca era passata dai 1.379 abitanti del 1551 ai 2.688 del 1745, ai 4.889 del 1881, ai 4.301 del 1936; nel 1951 la popolazione era composta da 4.668 unità, che nel 1961 scendono a 3.247, nel 1971 a 1.916 e infine nel 1981 a 1.749.
testo da:
http://www.radicedidue.com/Toscana/toscana.cgi?rdd1=04&rdd2=0819
Il territorio comunale è compreso tra le latitudini nord di 44° 00' 18" e 44° 08' 16" e tra le longitudini est di 10° 54' 57" e 11° 03' 07". I punti estremi del territorio comunale sono: a nord in località Lagoni, nella zona detta Di là dall'acqua; a est l'ansa del torrente Limentra orientale all'altezza delle case dette Il Mosca, poco a monte di Lentula; a sud il Ponte de' Rigoli, nella zona dell'Acquerino; a ovest Setteponti nella valle del Reno, a sud-ovest di Frassignoni.
L'alveo del fiume Reno in località Mazzone, al confine nord del territorio, è il punto topograficamente più basso, con quota assoluta di m 389; il monte La Croce, sulla dorsale tra i torrenti Limentra orientale e Limentrella, rappresenta con la quota di m 1318 il punto più alto di tutto il territorio comunale
La superficie complessiva del Comune è di 77,54 Kmq
per chi vuole saperne di più sulla Sambuca clicchi anche su:
http://www.comune.sambuca.pt.it/
testo tratto dal sito web del Comune della Sambuca Pistoiese
CAMPEDA
Piccola frazione del Comune di Sambuca Pistoiese, poco distante da Molino del Pallone, ed abitato prevalentemente nei mesi estivi. La frazione è composta dagli abitati di Campeda Vecchia e Campeda Nuova, collegati a Molino del Pallone da una stretta strada carrozzabile. A poca distanza da Molino del Pollone sorge un ultimo gruppo di case chiamato "Campeda - Molino del Pallone". Due mulattiere collegano Campeda rispettivamente con Posola e Pavana.
L'Acqua
L'abitato de L'Acqua, al confine fra le provincie di Prato e Pistoia (metà in Comune di Cantagallo, metà in Comune di Sambuca Pistoiese), è ubicato sul pescoso torrente Limentra.
Da L'Acqua, camminando fra boschi di faggi e castagni nella Riseva Naturale, si possono raggiungere il Pian della Rasa (Rifugio Pacini) e poi, attraverso il passo delle Pescine, Luicciana; più a sud, attraverso il passo del Treppio, Cantagallo.
Tra l'abitato de l'Acqua e quello di Treppio sorge
Lentula, in gran parte posta in Comune di Sambuca Pistoiese, ma che ospita nella parte pratese lo stabilimento di acqua minerale omonima.
Non trova riscontro la notizia secondo la quale questa chiesa sarebbe da identificare con la ecclesia S. Michaelis de castro Stagno, che si trovava invece nella zona di Badi, nella valle della Limentra orientale. Dopo il passaggio di questa zona dall'arcidiocesi di Bologna alla diocesi di Pistoia (breve di Pio VI del 27 agosto 1784) e l'erezione in pieve della chiesa della Sambuca con decreto del 9 luglio 1785, il vescovo Scipione de' Ricci, con successivo decreto del 2 ottobre 1785, elevò l'oratorio esistente in luogo Lagacci a chiesa parrocchiale, con il titolo di S. Prudenzio. FRASSIGNONI Proseguendo da Lagacci lungo la valle del Reno troviamo Frassignoni, l'ultima frazione di Sambuca Pistoiese prima di Pracchia. Essa è suddivisa in diverse borgate, fra cui Case Rospi o Case Andreani. Come tutte le altre località della Sambuca Pistoiese Frassignoni rimase sottoposta alla Diocesi di Bologna fino al 1784. tra le fonti il sito web Diocesi di Pistoia |
In località Pian del Toro, nella valle della Limentra, esisteva un oratorio già dipendente dall'abbazia di Fontana Taona e poi di proprietà della famiglia Pazzi di Firenze. Questo edificio di culto, trovandosi sul confine delle due diocesi era stato oggetto di lite tra il vescovo Alamanni e l'arcivescovo di Bologna. |
TORRI
Una ressottis in loco Turri fu donata alla cattedrale pistoiese dalla vedova e dal figlio del conte Cadolo nell'agosto 982. La zona, già soggetta all'abbazia di Fontana Taona fu sempre compresa nella iudicaria prima e nel districtus pistoiese poi ma rimase sotto la giurisdizione ecclesiastica di Bologna. Nel 1300 la ecclesia S. Blaxii sive S. Marie de Turri dipendeva ancora dalla pieve di Succida, mentre il castello era proprietà del Comune di Pistoia. fonte: sito web Diocesi di Pistoia |
La villa de Pavano, riconosciuta la vescovo di Pistoia con il diploma di Ottone III del 25 febbraio 998, costituiva il centro di un vasto possesso, noto come feudo della Sambuca. La località di Pavana, pur essendo compresa nella iudicaria pistoiese, dipendeva ecclesiasticamente dal vescovo di Bologna e dalla pieve di S. Pietro di Succida, sotto la cui giurisdizione spirituale erano quasi tutte le vallate della Limentra. |
Il castello della Sambuca era al centro di un vasto possesso feudale che, sotto il nome di villa de Pavano, Ottone III aveva riconosciuto al vescovo di Pistoia con decreto del 25 febbraio 998. I diritti del vescovo pistoiese sul castello della Sambuca furono riconosciuti nel 1055 dagli homines di Pavana e Sambuca e nel 1086 da Sigifredo di Agichi, potente signore dell'alto Appennino. fonte: sito web Diocesi di Pistoia |
SAN PELLEGRINO AL CASSERO
La località, posta alla confluenza dei Rio Stabiazoni con la Limentra, si trovava nel secolo XIII sul confine settentrionale del districtus pistoiese, al di là del quale era il territorio della Sambuca, feudo vescovile. Sulla Limentra fu costruito un ponte ed una struttura fortificata o "cassero" a difesa dello stesso ponte. |
Fonte: sito web Diocesi di Pistoia
TAVIANO
Il piccolo abitato (Posto tra Pavana e San Pellegrino) sede amministrativa del Comune, si stende in un'ansa del torrente Limentra di Sambuca, lungo il cui argine corre, sul medesimo tracciato dell'ottocentesca "Via Leopolda", la moderna strada statale 64 "Porrettana".
Tra Taviano e San Pellegrino troviamo l'abitato di
Bellavalle (fino alla prima metà del XX secolo si chiamava "La Sega"). In questa frazione del Comune vive una comunità detta degli Elfi, accentrata nella zona di Casa Sarti (chiamata dagli stessi Elfi col nome di "Gran Burrone", come la dimora elfica del noto romanzo di J.R.R. Tolkien).POSOLA
Antica stazione di posta adibita al riposo degli animali che venivano lasciati da chi valicava le valli appenniniche recandosi a Treppio o a Pracchia, Posola deve il proprio nome dalla sua funzione di posa o, secondo una tradizione locale, dalla lontana fuga di due uomini che giunti in cima alla montagna posarono il loro pesante fardello.
Da Posola, si può raggiungere
Campeda suddivisa negli frazioni di Campeda vecchia e Campeda nuovafonte principale: opuscolo "Sambuca Pistoiese" a cura dell'Azienda di Promozione Turistica "Abetone - Pistoia - Montagna Pistoiese"
LE LOCALITA' EMILIANE DELL'ALTO RENO
BARGI, STAGNO E COSTOZZA
Località del Comune di Camugnano poste in prossimità del Bacino di Suviana. Stagno fu nel medioevo abitata dalla potente famiglia detta "degli stagnesi" di orgine longobarda.
Di Bargi è da ricordare la Chiesa di fine '600 dedicata ai Santi Cristoforo e San Giacomo Maggiore. Di origine romanica sono invece le Chiese di San Tommaso a
Costozza e di San Michele Arcangelo a Stagno.
CASTEL DI CASIO
Questa località dell’Appennino bolognese è posta sul fianco sinistro della valle del torrente Limentra di Treppio, nel tratto compreso tra il Lago di Suviana e la confluenza col Reno. Tra gli abitati ricordiamo: Casola, Suviana, Badi, Monte di Badi, Moscacchia, Poggiolino, Casio (con i resti della torre medioevale) |
Questa località dell’Appennino bolognese è posto sul fianco sinistro della valle del torrente Limentra di Treppio, nel tratto compreso tra il Lago di Suviana e la confluenza col Reno.
Si raggiunge da Bologna percorrendo la strada Porrettana fino a Riola di Vergato, poi oltrepassato il ponte sul Reno, si devia nella valle del Limentra. |
E’ notevoleE’ notevole l’antica torre, altra circa trenta metri e spezzata a metà in verticale, sono pure da vedere la Chiesa di San Biagio, seicentesca; nella frazione di Casola, la Chiesa di S. Maria, di origine quattrocentesca; a Badi, pochi chilometri a sud di Castel di Casio, si trova una delle mete più note del turismo estivo in questa zona: fra boschi e sorgenti si apre il bacino artificiale di Suviana, realizzato nel 1932. Il lago è circondato da un parco protetto di 18 ettari di conifere dove è possibile campeggiare, mentre nelle acque del bacino si pescano cavedani, trote e carpe. |
GAGGIO MONTANO
Questa località dell’Appennino bolognese è posta sul versante sinistro della Valle del torrente Sillaro, si raggiunge da Bologna percorrendo la strada Porrettana fino a 3 km da Porretta T., giunti a Silla, si devia a destra in direzione Gaggio Montano, Lizzano in Belvedere, Vidiciatico e Sestola.
le attrattive artistico-culturali
A Gaggio Montano si trova la chiesa parrocchiale dei Santi Michele e Nazario.Ricostruita tra gli anni 1892 e 1896, conserva parte dell'abside quadrata del XII secolo, un crocifisso ed un bassorilievo ligneo di epoca cinquecentesca e vari dipinti e sculture del Cinquecento, Seicento e Settecento. |
E' interessante anche l'oratorio di San Giovanni Evangelista dove permangono resti della costruzione quattrocentesca ed affreschi del XVI secolo. |
I n località Affrico è di notevole interesse il borgo Palazzo d'Affrico con edifici del XIV secolo dei maestri comacini.La Pieve di epoca seicentesca conserva un campanile eretto tra il 1701 e il 1721. |
A Bombiana che ha dato i natali a Pier Paolo Molinelli, illustre anatomista bolognese, sono da vedere la chiesa parrocchiale di San Giacomo con i suoi dipinti del Seicento ed il campanile del 1849, la torre della Guanella, carcere e luogo di giustizia in tempi lontani, e la torre del Borgo. |
I nteressante il borgo antico di Rocca Pitigliana, dove si trova il nucleo fortificato con la torre addossata alla chiesa cinquecentesca.Dell'antico borgo di Pietracolora, è pervenuta a noi la chiesa di Santa Lucia, al cui interno sono conservate una tela ("Madonna con il Bambino") attribuita alla scuola del Francia ed una "Via Crucis" in terracotta del Bartoletti. Da segnalare la chiesa di S. Maria Villiana, del 1300, al cui interno sono conservate tele di scuola bolognese ('800). Da notare infine, in Gaggio Montano, quello che si può definire l'emblema del paese, ovvero il Sasso di Rocca (foto sopra), macigno con faro in onore dei caduti di tutte le guerre. fonte sito web Appennino Bolognese |
GRANAGLIONE
Questa località dell’Appennino bolognese è situata a destra nell'alta valle del Reno, a sud del monte Granaglione (m. 1.221), si raggiunge da Bologna percorrendo la strada Porrettana, 2 km oltre Porretta Terme. Dalla Toscana si raggiunge da Pistoia percorrendo la strada Porrettana.A Granaglione, nella Valle del Randaragna, sono conservate numerose tracce delle antiche maestranze comacine che operarono in Alto Reno (Nueter, III, 1976, p. 36): decorazioni su architravi o conci angolari, discendenti da tradizioni pagane, rose celtiche e spirali (già presenti nell'arte etrusca), attrezzi di lavoro, rombi augurali.
In località Pieve di Borgo Capanne si possono osservare alcuni resti dell'abside romanica della Chiesa del IX secolo (esterno dell'attuale Chiesa).
Il Comune di Granaglione si suddivide nelle borgate di Madongana, Lustrola, Biagioni, Ponte della Venturina, Varano,Lustrola, Ponte della Venturina, Molino del Pallone, Case Calistri, Case Forlai, Case Evangelisti, Borgo Capanne, Sambucedro, Boschi, etc.
Tra le fonti si è usato anche il sito web Appennino Bolognese
LIZZANO IN BELVEDERE
Q uesta località, si trova alle falde del monte Grande sul versante sinistro della valle del torrente Silla.Si raggiunge da Bologna percorrendo la strada Porrettana fino a Silla, poi si devia per la SS. del Passo delle Radici che porta a Lizzano. Tra i vari abitati ricordiamo: La Cà Cà Berna: così chiamata perché abitata da "Bernardini" Pianaccio: piccolo borgo nella Valle del Silla Rocca Corneta: borgo di antica origine con torre medioevale posta sulla vicina cresta montuosa Gabba: con Chiesa romanica Monteacuto delle Alpi: Antico e suggestivo borgo Lizzano: capoluogo, con delubro bizantino Vidiciatico: centro turistico estivo e invernale |
tra le fonti: sito web Appennino Bolognese
Questa località dell’Appennino bolognese è posta nella Valle del Reno, sul lato sinistro del fiume. L'abitato si estende ai lati della strada Porrettana che collega Bologna a Pistoia.
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