I CASTELLI DELLA REPUBBLICA DI SAN MARINO
STEMMI DEI CASTELLI
Acquaviva Borgo Maggiore Chiesanuova Domagnano Faetano Fiorentino Montegiardino San Marino Serravalle
Il territorio della Repubblica di San Marino è suddiviso in nove distretti chiamati " Castelli " amministrati da un consiglio detto " Giunta di Castello " che è presieduto da un "Capitano".
Alle elezioni per le giunte di castello, che ordinariamente avvengono ogni 5 anni, partecipano tutti gli elettori residenti nei rispettivi distretti. Negli anni antecedenti la riforma del 1973 tutti i Capitani di Castello, che duravano in carica 6 mesi, erano nominati direttamente dalla Reggenza e ne erano i Rappresentanti nei rispettivi distretti.
San Marino fu dunque entità politica autonoma fin dal periodo comunale. La sua libertà non conobbe pause, né crisi. E proprio quando la maggior parte dei glorioso comuni italiani vide le sue libere istituzioni degenerare in regimi oligarchici e quindi in Signorie, San Marino continuò la sua vita autonoma, governando se stessa con leggi democratiche liberamente scelte e prudentemente rinnovate di secolo in secolo.
Il territorio Sammarinese, dalle antiche origini e dai confini definiti dal Placito Feretrano più di mille anni fa, si venne ampliando pacificamente con gradualità finchè nell'anno 1463, dopo la guerra vittoriosa contro Sigismondo Pandolfo Malatesta, raggiunse gli attuali confini che mai in seguito i Sammarinesi vollero modificati o ampliati.
Dopo 525 anni di pace i Sammarinesi continuano la loro vita millenaria entro i confini brevi del loro territorio, fiduciosi nel buon diritto a conservare la vetusta libertà. Nove sono i castelli del territorio Sammarinese. Il primo di essi è il Castello di Città, il nucleo più antico che ha sede sulla sommità del Monte Titano.
Vi è poi il Castello di Borgo Maggiore, l'antico Mercatale, appartenuto a San Marino fin dall'inizio del millennio. Fu poi annesso al territorio, il Castello Montecerreto, forse l'antica corte di Stirvano nella quale venne redatto il Placito Feretrano. La fertile e ridente zona di Domagnano è compresa sotto lo stemma di Montelupo.
Toccò quindi al castello di Pennarossa, i tre castelli di Serravalle Montegiardino e Fiorentino entrarono a far parte del territorio Sammarinese dopo la guerra vittoriosa contro i Malatesta. Faetano chiese di appartenere a San Marino per dedizione spontanea. Fu l'ultimo castello a far parte Territorio Sammarinese.
ACQUAVIVA
Cartina Geografica del Castello Casa del Castello Gualdicciolo Il Castello di Acquaviva Chiesa di Acquaviva
Antica Fontana anni 900 Nuova Fontana
Acquaviva ( mt. 237 ) ha preso il nome da una vena d'acqua zampillante alle falde di Montecerreto, proprio dove alle origini si riuniva l'abitato, una gran fontana a più bocche fu realizzata fin dai primi anni del 900, l'umile e preziosa acqua della sorgente serviva e dava aiuto e sollievo ai bisogni di tutta la popolazione.
Oggi una nuova fontana, completamente addossata alla foce della sorgente, ricorda e celebra il simbolo di questo castello. Qui una lunga strada costeggia una riva del torrente San Marino, un tempo lungo queste rive, operavano, alacri e laboriosi, ben cinque mulini ad acqua. E' voce di popolo che con questa fonte S. Marino battezzasse i neofiti.
Motivi molto attendibili ha l'asserzione di Anton Maria Zucchi Travagli e di Gino Zani che la corte di Stirvano, in cui il 20 febbraio 885 fu emesso il Placito Feretrano, si identifichi con il Castello di Montecerreto.
Fino al 1243 i conti di Montecerreto esercitarono il diritto di pedaggio da chi attraversava il loro dominio, che s'incuneava in terra Sammarinese. Fu infatti il 19 dicembre di quell'anno che Guido di Cerreto, figlio di Guidone Lambertizio, vendette ai Sammarinesi ogni privilegio di riscuotere i tributi, per il passaggio nelle corti dei castelli di Cerreto, di Ventoso e dello stesso territorio appartenente al castello e alla curia di San Marino.
Nel 1352 Montecerreto apparteneva sicuramente alle tre penne e poiché, in tale data, non è più castello, si può supporre che furono gli stessi sammarinesi a distruggerlo, forse per l'impossibilità di presidiarlo adeguatamente. Nondimeno le fondamenta della fortificazione sono ancor oggi chiaramente identificabili nel loro ristretto perimetro.
Si ha memoria della villa di Acquaviva a cominciare dal 1253. E' documentato nella seconda gualdaria del 1295 il rivo di Acquaviva, oggi Fosso di Canepa. Nella descrizione della stessa gualdaria e nella decima troviamo citati molti siti, torrenti e fonti dell'attuale Castello di Acquaviva. I dintorni di Acquaviva, offrono notevoli squarci e paesaggistici. Affascinante la pineta di Montecerreto, la cui sommità tocca i 458 metri.
Acquaviva ha l'attributo simbolico di ducato per il titolo di duchessa d'Acquaviva conferito alla berlinese Otilia Heyroth Wagener ( 1876 ). E' dono suo, come vedemmo, la statua della Libertà del Galletti nella piazza della Libertà o Pianello.
BORGO MAGGIORE
Cartina Geografica del Castello
Torre Civica o Torre dell'Orologio Piazza Grande Borgo d'inverno Piazza del Mercato Crossodromo
E'
l'antico Mercatale, sorto nel secolo XII, all'ombra della genga bigiannerita del
monte.
Nel 1295 faceva parte della prima gualdaria ( De Castro et Plagiis ), che con i
suoi 254 ettari comprendeva appunto la piccola capitale cinta di mura, il
Mercatale ad est e le Piagge, cioè le pendici del Titano, ad ovest.
Preceduta
da un pronao, ( Tempietto Romano ), esisteva già nel Settecento.
In piazza di sopra, già piazza Anita Garibaldi, sita poi poco sotto la rupe e
nei pressi della caratteristica grotta che penetra nella roccia del monte,
troviamo una lapide che ricorda la breve dimora di Anita Garibaldi, soccorsa e
rifocillata insieme all'eroe e ai suoi fedeli garibaldini, quando tra il 30 e il
31 luglio 1849 Garibaldi ed i suoi militi chiesero breve asilo e possibilità di
transito alla Repubblica, durante la lunga marcia verso Venezia.
Un po' più in basso c'è la " Piazza Grande " ( già Piazza Ignazio Belzoppi, 1762--1828. Letterato e poeta ), dove si affacciano i piccoli negozi, è dominata nel lato monte dalla " Torre Civica o Torre dell'Orologio " costruita nel 1896 dall'Architetto Azzurri di Roma; qui si erge la Chiesa del Suffragio dedicata a S. Antimo, vescovo di Nicomedia, martirizzato sotto Massimiliano il 27 aprile del 302.
Il toponimo " Borgo Maggiore " trae spunto dal fatto che un tempo, all'interno dell'antica Gualdaria che comprendeva la Capitale, era l'agglomerato più vasto e più popolato.
Fin da sempre il mercato ha avuto grande importanza, per questo Castello, il primo mercato di cui si ha notizia risale all'anno 1243, con giorno stabilito di Mercoledì, a cui si alternavano vari fiere all'interno dell'anno.
Ancor
oggi è un importante centro commerciale ed ogni giovedì vi si svolge un
mercato molto frequentato dalla popolazione.
Un'agile funivia lo collega in tre minuti alla Città di San Marino. Ampi
parcheggi, negozi, trattorie, locande e suggestive passeggiate consigliano di
visitare questo antico castello.
CHIESANUOVA
Cartina Geografica del Castello La Chiesa Il Paese di Chiesanuova Molino del Molinari Zona di Gorgascura
Il Castello di Chiesanuova ( mt. 448 ), distante circa 6 chilometri da Fiorentino, è l'estremo lembo della Repubblica verso il Montefeltro. Le propaggini del paesino, tipicamente agreste, lindo e civettuolo, si estendono infatti fino al confine di stato che immette a destra a Pieve Corena, Montemaggio, Castello di Montemaggio, Agenzia di San Leo, Torello di Pietracuta, e a sinistra a Monte, Montecerignone, Macerata Feltria, Villagrande, Carpegna.
Chiesanuova trae origine dal medievale Castello di Busignano, che era sito a La Fratta ( mt. 310 ) del giorno d'oggi, tra il fosso di Chiesanuova e il torrente San Marino. Fino dalla metà del secolo XIII i sammarinesi avevano possedimenti nella curia di Busignano. Il 10 Febbraio 1320 gli abitanti del castello volontariamente richiesero di essere aggregati, con tutti i diritti e i doveri, a San Marino.
Fu annessa una parte della Valle di Sant'Anastasio, le cui famose acque salutari conservano il nome di " Acque di San Marino. Sulle rovine di Busignano, di cui è rintracciabile qualche tratto di fondazione, si narra che fosse creato un convento.
Aveva una campana tutta d'oro. Fu sepolta sotto i relitti dagli stessi monaci prima di sfuggire all'aggressione dei nemici. Busignano deve il suo nome ad un Bucinius proprietario di un predio romano. Chiesanuova assunse il nome nel Cinquecento, quando si hanno le prime annotazioni nell'archivio parrocchiale della Pieve.
E l'assunse in conseguenza della ricostruzione della chiesa antica di S. Giovanni Battista in Curte, toponimo di cui perdura memoria presso Caladino. La parrocchiale, in pietra concia, dei nostri giorni è dell'ing. Gino Zani ( 1961 ).
Intitolata a S. Giovanni Battista, ricalca lo stile romanico. Un certo rigoglio industriale si segnala a Chiesanuova: prefabbricati in cemento, camiceria, liquorificio, industria alimentare. Abbondanti i cereali, il vino, la frutta, praticato l'allevamento del bestiame.
I dintorni del castello, con di fronte ad oriente l'arioso San Marino, che degrada sui declivi, rasserenano l'animo di chi cerca le cose schiette e sublimi della natura.
Cartina Geografica del Castello La Chiesa Chiesa in Loc. Torraccia Il Paese di Domagnano Le Campagne di Domagnano
Qui
si estendeva il " Castello di Montelupo ", il popolo favella di un
sotterraneo e di tesori nascosti.
Davanti alla chiesa sorgono i ruderi della Borraccia, una torre di osservazione
longobarda rinforzata dai Malatesta.
Su
di essa aleggia la leggenda, diffusa anche a Montecerreto, di una giovane donna
dai capelli d'oro e dalle mani candide che nelle notti di tempesta canta e
lavora al telaio.
Poi risuonano gemiti e urla disperati che, con l'acciottolio di stoviglie
infrante, si confondono con il muggire del vento. L'archeologo tedesco Febamayer,
che venne qui nel 1939, affermò che la leggenda è comune a molte stazioni
longobarde.
Montelupo fu annesso alla comunità di san Marino nel 1463. La festa del paese ricorre la prima domenica di settembre. Da Sterpeto di Domagnano trasse il cognome e forse i natali uno dei primi due Reggenti: Filippo da Sterpeto ( ottobre 1244 ).
La settima Gualdaria, nel 1295 era costituita da Sterpeto e da Piandavello, sia la prima località, che la seconda sono nominate come fondi nella corte di San Marino rispettivamente nel 1230 e nel 1253. Sempre in quel di Domagnano a Cà Giannino, sarebbe nato il sommo scultore e architetto Donato Bramante ( 1444 - 1514 ).
A
Domagnano, nella chiesa di S. Michele, opera di Gino Zani ( 1935 ), una buona
tela del Riminese Giuseppe Soleri Brancaleoni ( 1750-1806 ).
Rappresenta: San Marino con San Michele, San Giuseppe e San Rocco.
La festa del Castello di Domagnano si svolge il 2 Luglio.
FAETANO
Cartina Geografica del Castello
La scosciesa rupe di Faetano La Chiesa La Casa del Castello detta " Casone " Il Paese di Faetano Il Parco del Marano
Il
Castello di Faetano ( mt. 282 ) e la zona finitissima sono legati a remoti
insediamenti.
Nel 1961 a Cà Mularoni il piccone portò in superficie dei " fittili
romani ", deducibili forse da una fornace.
Il 17 giugno 1069 Pietro di Benone elargì la quarta parte del castello in favore di Pier Damiani e del monastero di San Gregorio in Conca. Nel Duecento Faetano faceva parte del Comune di Rimini. I confini della sua corte con San Marino furono pattuiti il 14 novembre 1286.
Nel 1371, con solo diciotto focolari risultava sotto la Chiesa, che l'aveva concesso in vicariato al contado dei Malatesta. Durante la guerra di Pio II contro Sigismondo Pandolfo Malatesta, Faetano abbassò spontaneamente le armi di fronte alle truppe Sammarinesi, ed è per questo che nel 1463 il papa lo diede in dominio, con piena giurisdizione, alla comunità del Titano.
Anche
Faetano, al pari degli altri due Comuni del contado, Serravalle e Montegiardino,
ebbe amministrazioni comunali.
Di ciò si ha conferma dagli atti dell'Arengo dal 1631 al 1831 e da quelli delle
entrate e delle spese dal 1687 al 1788.
FIORENTINO
Cartina Geografica del Castello Il Monte Sighizzo I ruderi del Castello La Chiesa
Dove ergeva di Pennarossa, sul
il Castellaccio Monte Moganzio
Presente
nel Placito Feretrano dal'885, donato nel 1069 dal riminese Pietro di Pennone al
monastero di San Gregorio in Conca, nel 1140 ubbidiva a Nolfo di Carpegna.
E ai conti Rinalduccio Bandino, di questo casato apparteneva ancora nel 1371.
Fiorentino aveva in quell'anno 20 focolari, una rocca, un palazzo d'abitazione per i signori e una piccola chiesa fuori dalla cinta. Passato ai Malatesta di Rimini, divenne nel Quattordicesimo il più minaccioso avamposto contro San Marino, la cui terza torre distava poco più di un miglio in linea d'aria e meno di tre chilometri su strada.
I
Sammarinesi, che lo chiamavano per disprezzo il Castellaccio, lo fecero proprio
nel 1463 in seguito alla guerra vittoriosa condotta dalla lega di Pio II contro
Sigismondo Pandolfo Malatesta.
Il castelaccio venne demolito dagli stessi sammarinesi sui primi del 1479 per
consiglio di Federico, duca d'Urbino, che aveva esortato i Capitani Reggenti ad
atterrarlo.
I ruderi del Castelaccio imponenti sul monte Seghizzo ( mt. 550 ) fino al principio di questo secolo, si offrono ancor oggi alla vista del visitatore frà quercie e cipressi.
MONTEGIARDINO
Cartina Geografica del Castello
Nucleo Storico Il versante che guarda Interno del Le auguste vie
del Castello la rupe di San Marino Nucleo Storico dell'antico borgo
di Montegiardino
Il Castello di Montegiardino ( mt. 339 ). Nel 1371 aveva 29 focolari, cioè 130 abitanti, appartenuto per lungo tempo ai conti di Carpegna, provvidero i Malatesta ad ingrandirne e a potenziarne la fortezza, che poggiava su un banco di gessite.
Nel
1463, con curia, terre e giurisdizione, entrò nei confini del Titano dopo
prolungato assedio dei soldati feltreschi e sammarinesi. Il castello fu
smantellato da questi ultimi su sollecitazione di Federico d'Urbino.
Nel 1647, il rettore della chiesa, che era situata fuori della cinta, acquistò
i ruderi che minacciavano completo disfacimento.
L'archivio
di stato della Repubblica tiene in custodia gli atti dell'Arengo della comunità
dal 1768 al 1908 e quelli delle entrate e delle spese dal 1706 al 1766.
Ma già molto prima Montegiardino dovette avere i suoi statuti, come Serravalle
e Faetano.
Invero nella seduta consigliare del 23 maggio 1599 gli uomini del castello domandavano al Consiglio Principe, ed ottenevano, che fosse " autenticato il lor Statuto, esemplato da quello di Faetano per il quale sempre si sono governati anticamente ".
SAN MARINO
Cartina Geografica del Castello Città di San Marino Porta " San Francesco o Porta del Loco "
E'
la capitale di questa piccola, antica e gloriosa Repubblica che si fregia del
titolo di " Serenissima ".
Insigni monumenti, ricchi musei, un panorama unico al mondo ne fanno meta ogni
anno di milioni di turisti.
Ristoranti,
hotel, trattorie tipiche sorgono negli angoli più suggestivi.
Un ricco assortimento di prodotti artigianali, gioiellerie, boutiques, souvenir
consentono uno shopping vario, divertente e fantasioso.
Solenni momenti di vita medievale si possono rivivere più volte all'anno con le cerimonie per l'ingresso dei Capitani Reggenti il 1° Aprile ed il 1° Ottobre e per la festa della fondazione della Repubblica il 3 settembre.
SERRAVALLE
Cartina Geografica del Castello
Ingresso al Castello La Torre del " Mastio " Il Borgo di Serravalle
In origine si chiamava Olnano ( Castrum Olnani ), era un insediamento romano che aveva preso il nome forse dall'abbondanza di orni o ornelli. In una bolla di Lucio II, datata 1 giugno 1144, si apprende che in quell'anno Serravalle apparteneva alla Chiesa Riminese.
Successivamente il castello fu soggetto a Berardo da Maiolo, al comune di Rimini, al Vicariato di Santarcangelo, alla S. Sede e ai Malatesta. Alla luce del documento censuale del cardinale Angelico risulta che nel 1371 aveva 50 focolari ( circa 250 abitanti ) e una rocca presidiata solo in caso di guerra.
Sigismondo Pandolfo Malatesta irrobustì il fortilizio, alzò la torre e l'8 febbraio 1437 concesse ai Serravallesi autonomi statuti. Con atto di Pio II Serravalle passò sotto la giurisdizione di San marino, il 27 giugno 1463, ma effettivamente nei primi mesi dell'anno dopo.
Cesare
Borgia nel 1503 la affrancò, per poco, da San Marino ponendola sotto un vicario
di Rimini.
Serravalle possiede uno statuto in volgare, approvato nel 1437, come dianzi
detto dal Malatesta e con aggiunte sino al 1510. E' il castello più popolato
della Repubblica, insieme con Dogana e Falciano.
La festa di S. Andrea, titolare della parrocchia e quindi della chiesa di Serravalle, è celebrata il 30 novembre. Quella parrocchia, in onore della Madre di Dio sotto il titolo di Regina del Rosario, si ripete la prima domenica di ottobre.
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