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Lettera al Direttore - CORRIERE DELLA SERA - mercoledì 15 Gennaio 1986

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CONTRACT - Autunno 1985 - firma Angelo Maugeri
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“TUBOLARIO” LE VIE DEL 2000

Un avveniristico progetto che attende di essere realizzato

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Non se n’è più parlato, che si sappia: nè sulla stampa nè in pubbliche conferenze . Le ultime notizie risalgono all’ottobre dell’anno scorso quando a Como è stata costituita la Società che se ne occupa in termini promozionali e finanziari.
Eppure il progetto è uno di quelli che non lasciano indifferenti: alta ingegneria, alta tecnologia, previsioni a medio e lungo termine nei tempi di realizzazione, possibilità di saggiare il grado di sperimentazione delle idee anche quando queste appaiono avveniristiche, soluzione pressoché completa ai problemi di viabilità e di traffico del territorio preso in esame (con conseguente sviluppo dei servizi legati al terziario anche più avanzato) e soprattutto grande fiducia nelle capacità organizzative degli uomini quando si tratta di realizzare grandi impianti e grandi opere.
Non se n’è più parlato. Eppure l’anno scorso, quando in primavera il progetto fu presentato presso la Conter Leasing di Como (la Società che ne assicurava il contributo promozionale immediato), lo scalpore in ambito locale fu enorme; e la notizia venne ripresa da numerosi organi di stampa.
Il dibattito che ne è seguito si è poi sviluppato anche autonomamente, sul piano politico-amministrativo. Stiamo parlando del progetto noto con il nome di “Tubolario”.
Quando il suo autore, l’ing. milanese Gianfranco Magrini, docente universitario e stimato professionista nel settore dei grandi impianti civili, lo propose all’attenzione del pubblico, ebbe a spiegare quella che si potrebbe ritenere la “filosofia” cui s’era ispirato: capacità di pensare e progettare il futuro, capacità di pensare in grande, capacità di superare la cultura della crisi che, da troppi anni, ci ha disabituati a guardare oltre la normale amministrazione dell’esistente.
Vogliamo riguardare il progetto dell’ing. Magrini? Bene.
L’idea è quella di collegare le città di Como e di Lecco con il comune di Colico e quindi con tutta l’alta Lombardia attraverso un’arteria formata da due maxi-tubi cilindrici in acciaio e cemento armato collegati tra loro da travature e sommersi a venti metri sotto il livello di magra del Lario. Dal punto di vista statico la struttura appare dimensionata in modo che anche a pieno carico tenda a galleggiare, ma è mantenuta sott’acqua tramite tiranti ancorati a zavorre poggiate sul fondo del lago.
La sezione di ciascun tubo presenta una suddivisione in quattro zone . Le due superiori ospiteranno due carreggiate autostradali (in senso ascendente la destra, discendente la sinistra) .
Le due inferiori accoglieranno invece due linee ferroviarie a doppio binario ciascuna, una per i convogli internazionali e l’altra per i convogli di tipo metropolitano utilizzati in ambito regionale.
Il diametro interno di ciascun tubo misurerà quindici metri e mezzo. Le carreggiate stradali saranno larghe undici metri e venticinque centimetri, e ognuna di esse comprenderà due corsie di marcia più una di emergenza. La strada ferrata sarà di dimensioni normali.
Il percorso di questo colossale tunnel subacqueo si articolerà per settanta chilometri partendo dal Pian di Spagna, nell’alto lago, per arrivare a Bellagio e da qui, seguendo la biforcazione del Lario, da una parte raggiungerà Como, dall’altra Lecco. Opportuni snodi, poi, metteranno in comunicazione l’arteria principale con i paesi di entrambe le sponde.
A Como e a Lecco il progetto prevede sbocchi multipli. In particolare, a Como la ferrovia si collegherà con la linea internazionale Como-Chiasso e l’autostrada con la Milano-Lugano, mentre la metropolitana emergerà in corrispondenza con la stazione Como Lago delle F,N,M,
Gli svincoli autostradali, peraltro, prevedono due ulteriori sbocchi, uno sul prolungamento di viale Varese a fianco del Monumento Voltiano, l’altro sul prolungamento di viale Lecco, a fianco della stazione F.N.M.
Allo sbocco di Lecco, invece, l’autostrada si metterà in comunicazione, a Malgrate, con la superstrada Milano-Lecco, mentre la metropolitana si inserirà, sempre a Malgrate, nella rete delle Ferrovie della Brianza.
La linea ferroviaria, inoltre, si immetterà nell’attuale rete statale in corrispondenza della stazione di Lecco, per proseguire verso Milano o verso Bergamo. Infine, un raccordo autostradale sfocerà sulla sponda orientale del lago, collegandosi con l’attuale rete viaria e in particolare con la nuova circonvallazione.
Non c’è che dire: tutto è organizzato in funzione di una, si direbbe, perfetta sistemazione della rete viaria del lago. Ma quali sarebbero le motivazioni di un’opera così gigantesca?

Quelle più evidenti e immediate si rapportano a un potenziale piano di sviluppo turistico, commerciale, alberghiero, sportivo, e così via, di quella vastissima porzione di territorio comprendente il bacino del Lario e la provincia di Sondrio: una zona che ha in sè tutti i numeri per diventare ricchissima solo che si desse da fare per valorizzare l’ingente patrimonio di bellezza e purezza naturale che possiede. Un centinaio di paesi circostanti, da secoli tagliati fuori dalle grandi direttrici economiche, potrebbero finalmente decollare.
L’arteria sommersa nelle acque del Lario, versatile (autostradale, ferroviaria e metropolitana) e velocissima (mezz’ora di viaggio al posto delle attuali due ore di media lungo la vecchia via Regina e la Statale 36) sarebbe in grado di dare un contributo decisivo alla soluzione dei problemi di “povertà” e di “abbandono” che angustiano il territorio. Il progetto “Tubolario” nasce, prima di tutto, come risposta concreta e razionale alle esigenze, appunto, del territorio, come la forma più corretta di intervento omnicomprensivo.
Dall’altra parte, per favorire lo sviluppo turistico dell’alto Lario e delle valli di Sondrio, l’analisi dei termini porta a un’altra non meno interessante idea: quella di creare una specie di grande emporio del turismo europeo, una specie di immenso parco divertimenti tipo Disneyland, in grado di richiamare migliaia e migliaia di turisti.
E questo in una zona intermedia fra Como, Lecco e Sondrio. La zona prescelta sulla carta dall’ing. Magrini per questo enorme supermarket del tempo libero e del divertimento è il Pian di Spagna, un’estensione naturale umida e improduttiva che, grazie alle sue caratteristiche “verdi”, potrebbe - se opportunamente bonificata, valorizzata e sfruttata - attirare anche centomila persone al giorno, provenienti dal Nord d’Europa o dall’intera Lombardia.
In termini finanziari si tratterebbe di svariati miliardi di lire all’anno qualora ogni turista spendesse le sue centocinquantamila lire al giorno fra parco divertimenti, ristorante e albergo, escursioni e attività sportive, ricreative e - perchè no? - culturali.
Insomma una manna per tutti: operatori economici e fruitori di servizi. Senza dire che, come si sa, impiego del tempo libero e attività creative e ricreative costituiranno sempre di più il business del futuro ...
Un handicap iniziale c’è, comunque: ed è l’attuale mancanza di collegamenti internazionali su questa stessa direttrice viaria a cui potrebbe ovviare, naturalmente, la realizzazione da anni auspicata del traforo dello Spluga.
Quando questo fosse finalmente realizzato, la necessità del “Tubolario” sarebbe un fatto acquisito senza grossi ostacoli.
Se dal punto di vista tecnico il progetto non ha trovato finora critiche di sorta, le ha trovate però dal punto di vista finanziario.
Le domande riguardano il costo del megaprogetto e il reperimento del danaro occorrente per realizzarlo.
Anche qui l’ing. Magrini non ha lasciato niente all’improvvisazione: in termini di costi, la realizzazione si aggirerebbe sui diecimila miliardi (stima 1983).
La spesa varrebbe senz’altro l’impresa perchè darebbe lavoro a decine di maestranze e a centinaia e centinaia di operai, stimolando la pertecipazione e la produttività di numerosi sponsor e imprenditori privati. Il progetto, che prevede l’utilizzo di cave sotterranee per il reperimento dei materiali in loco, prevede anche l’impiego - da parte dei Comuni interessati - degli spazi così ricavati per autosilos, negozi, e - perchè no? - per rifugi antiatomici ...
E’ davvero così avveniristico un progetto come questo? Forse che oggi non si “viaggia” a velocità supersoniche anche per quanto riguarda le idee e il know-how?
Realizzazioni di alta ingegneria coadiuvata dalla più sofisticata tecnologia sono all’ordine del giorno in paesi come il Giappone ai quali il nostro Paese non ha nulla da invidiare in quanto a originalità di idee e a efficacia di soluzioni.
Non ha certo l’animo dell’avventuroso chi, come il ragionier Angelo Evolvi, ha capito la forza d’urto del progetto Magrini e in un certo senso lo ha fatto anche suo.
Difatti, come s’è accennato all’inizio di questo servizio, nell’ottobre scorso è stata ufficialmente costituita a Como, con sede in viale Varese, 85 presso la Srl Conter Leasing, la Società “Tubolario”, e Presidente del Consiglio di Amministrazione è stato nominato, appunto, il rag. Evolvi.
“Tutte idee che hanno enormi conseguenze sono sempre le idee semplici”: questa, che è una frase tratta da Guerra e Pace di Tolstoj, potrebbe essere il motto del progetto dell’ing. Magrini.
Il quale - al di là della realizzazione o meno del “Tubolario” - è già dentro la storia lombarda di questi anni, grazie appunto a questa proposta “Tubolario” che fa di lui un personaggio singolare, un po’ Jules Verne e un po’ Gustave Alexandre Eiffel, naturalmente aggiornato sui parametri del Duemila.

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