Lettera al Direttore - CORRIERE DELLA SERA - mercoledì 15 Gennaio 1986 |
Rassegna Stampa | ||
CORRIERE DELLA PROVINCIA - 7 maggio 1984 - firma: Claudio Bernispecialecorriere Quel tubo del lago di Como... | ||||||||
Tutto è cominciato con una conferenza stampa tenutasi in marzo presso la Conter Leasing. In quella sede uno stimato professionista, l'ingegnere Gianfranco Magrini, ha presentato alla stampa il suo progetto per risolvere il grave problema della viabilità lariana e per determinare definitivamente un nuovo sviluppo economico e sociale dell'intera zona del lago. Di che cosa si trattava? Semplice: un colossale "tubo" da immergere nelle acque del Lario, dentro il quale piazzare una ferrovia, una metropolitana e un'autostrada. I presenti sono rimasti allibiti. Chi l'avrebbe mai detto che la fantascienza sarebbe arrivata a Como? E' corretto però parlare di fantascienza? No, certamente! Il progetto del "tubo" non è sorretto dall'utopia, ma soprattutto dalla razionalità. Infatti esiste uno studio analitico, vagliato e condiviso da altri tecnici, esistono i materiali per costruirlo, esiste la volontà (per ora solo di pochi) di farlo conoscere a tutti. Tutti noi che sappiamo di avere il più bel lago del mondo, ma non ci crediamo più. Ma allora qual è il problema? Costruiamo subito il "tubo"! Non è così semplice. Mancano i soldi (la realizzazione costerà in tutto 10 mila miliardi), manca il "sì politico", occorre sensibilizzare la gente, occorre abituarsi all'idea che lo sviluppo di un'area geografica è legata direttamente alla viabilità e ai trasporti. Questi problemi non sono bazzecole. Ci vorrà del tempo, tanto tempo. Le cose tuttavia si stanno movendo. La stampa locale e nazionale dà notizia periodica degli sviluppi del progetto e sta per nascere la società "Tubolario srl". Non ci sono particolari e fondate critiche all'idea e il nome stesso del progettista è garanzia. Del resto tutto è stato studiato nei minimi particolari. Pare che l'unico vero problema sia l'alto costo, ma c'è qualcuno che non è d'accordo. La nuova strada è costituita da un manufatto interamente sommerso nel lago a una profondità media di venti metri sotto il livello di magra. Nella parte tipo, l'arteria è formata da due tubi cilindrici collegati tra loro da travature. Staticamente, la struttura è dimensionata in modo che anche a pieno carico tenda a galleggiare, ma è mantenuta sommersa da tiranti ancorati a zavorre appoggiate sul fondo del lago. Ciascuno dei due tubi paralleli è suddiviso in quattro vani: i due superiori ospiteranno le due carreggiate autostradali (una ascendente, l'altra discendente); i due vani inferiori ospiteranno una strada ferrata a doppio binario, per convogli internazionali e una strada ferrata a doppio binario per convogli di tipo metropolitano adattati in ambito regionale. Il diametro interno di ciascun tubo sarà di metri 15,50; le carreggiate autostradali saranno larghe 11,25 metri e avranno ciascuna due corsie di marcia più una d'emergenza. La strada ferrata avrà le dimensioni normali. Il tubo scenderà dal Pian di Spagna nell'alto lago, verso Bellagio e qui si biforcherà per raggiungere da una parte Como e dall'altra Lecco. A Como e Lecco si prevedono sbocchi multipli. Come ferrovia e autostrada "del lago" si collegheranno rispettivamente con la linea ferroviaria internazionale Como - Chiasso e con l'autostrada internazionale Milano - Lugano, mentre la metropolitana emergerà in corrispondenza della stazione a lago delle Ferrovie Nord Milano. A livello di svincolo sono previsti altri due sbocchi per l'autostrada, uno sul prolungamento di via Varese a lato del Museo Voltiano e l'altro sul prolungamento di viale Lecco a lato della stazione FNM. | ||||||||
A Lecco l'autostrada si collegherà a Malgrate con la superstrada Milano -Lecco e la metropolitana s'immetterà, sempre a Malgrate, nella rete delle Ferrovie della Brianza. La ferrovia infine si collegherà con l'attuale rete in corrispondenza della stazione di Lecco, per proseguire verso Bergamo, oppure verso Milano. Un raccordo autostradale sfocerà inoltre sulla sponda orientale del lago e si collegherà con l'attuale viabilità e in particolare con la nuova circonvallazione. Lungo tutto il suo sviluppo, l'arteria sommersa prevede una serie di raccordi con le due sponde, in corrispondenza dei seguenti centri: Moltrasio - Torno, Careno - Torriggia, Argegno - Cavagnola, Lezzeno - San Giovanni, Tramezzo - Bellagio - Fiumelatte, Menaggio - Varenna, Dervio - Rezzonico, Dongo - Olgiasca, Gravedona - Monteggia, Lierna - Mandello - Abbadia con la sponda occidentale del ramo di Lecco. Il tubo potrebbe inoltre collegare alle due sponde le "isole galleggianti" da collocare, secondo un progetto allo studio, sulla superficie del lago. Ciascun raccordo conterrà uno svincolo autostradale e un "tapis roulant" per accedere alle stazioni della metropolitana. Questi "tapis roulant" (o marciapiedi mobili) potranno essere direttamente collegati con il centro dei singoli paesi, offrendo alle comunità nuovi servizi e nuove opportunità urbanistiche. Il progetto prevede in particolare l'estrazione dei materiali inerti per la confezione del calcestruzzo con cui sarà realizzato il tubo in cave scavate nelle montagne sovrastanti il lago in corrispondenza dei paesi. Una volta ultimato il tubo, le cave - gallerie resteranno a disposizione delle comunità locali che potranno utilizzarle per realizzare parcheggi, depuratori, palestre, supermercati, magazzini, cinema, teatri, locali di ritrovo. Questo sviluppo urbanistico "in sotterranea" consentirà di preservare al meglio il patrimonio naturale della zona. Infine le gallerie potrebbero costituire rifugi antiatomici per buona parte del bacino del Lario. In lire 83 la realizzazione del manufatto comporta costi valutati in 6.900 miliardi. I tempi di realizzazione sono valutati in 5 anni. Per la realizzazione sono previsti: acciaio per carpenteria (1.442 mila tonnellate); acciaio tondo per c.c. (585 mila tonnellate); calcestruzzo per tubi e zavorre (19.500.000 metri cubi); per un importo complessivo di 5.319 miliardi di lire; casseri e attrezzature di cantiere per 650 miliardi di lire, compresi oneri di sperimentazione; aggiungendo il 15 per cento di imprevisti si ha un totale di 6.869 miliardi. Dal preventivo sono esclusi i costi per l'armamento delle linee, marciapiedi mobili, ascensori, impianto di ventilazione e di illuminazione, in quanto facoltativi oppure da dimensionare secondo le esigenze. I ricavi non possono essere quantificati in termini di dare e avere, perché trattandosi di un servizio per la collettività, la sua redditività andrebbe calcolata per l'intera "azienda Italia". Nel caso del tubo, la facilità di accesso incrementerà sicuramente il turismo e la residenza nell'area del bacino del lago. La spesa di 6.900 miliardi, essendo in buona parte costituita da calcestruzzo e da mano d'opera di produzione nazionale, sarebbe gravata da importazioni per un massimo di 3.500 miliardi. I pedaggi, anch'essi in parte costituiti da valuta estera, potrebbero consentire la ordinaria manutenzione e la gestione dell'impianto equilibrando le indispensabili importazioni per il fabbisogno energetico. Anche considerando gli interessi, il debito con l'estero potrebbe essere saldato nei primi tre o quattro anni di gestione e per tutti gli anni successivi gli apporti di valuta costituirebbero solo utile. | ||||||||