Lettera al Direttore - CORRIERE DELLA SERA - mercoledì 15 Gennaio 1986 |
Rassegna Stampa | ||
Il Giornale - 18 aprile 1984 - firma Marina Moioli Un ardimentoso progetto Sarebbe piaciuto a Giulio Verne ________________________________________________________________ | ||||||||||||||
Il vero guaio al giorno doggi è che non siamo più capaci di pensare in grande, di progettare il futuro superando i problemi congiunturali. Basta guardarsi un po attorno per constatare che tutte le grandi opere risalgono a parecchi decenni fa, se non addirittura al secolo scorso. Così lingegnere milanese Gianfranco Magrini spiega perché gli è venuta lidea di un singolarissimo progetto che prevede la costruzione di una strada sommersa nelle acque del lago di Como. Lipotesi può apparire stravagante e indurre allo scetticismo: reazioni prevedibili e perfino giustificabili - precisa lideatore -. Ma sono il sintomo di uno degli aspetti più deprimenti e rischiosi di questi tempi di crisi che ci hanno disabituato a lanciare lo sguardo oltre la gretta amministrazione dellesistente. Da un simile pericolo Gianfranco Magrini sembra del tutto immune. Non si spiegherebbe altrimenti come mai abbia dedicato tanto tempo, quasi due anni di lavoro, e tanta fatica allelaborazione del suo avveniristico progetto. Non si tratti di uno scherzo, ne di una provocazione fine a se stessa o di una esercitazione accademica - dice -: E solo un contributo alla soluzione dei gravi problemi socio-economici dellarea lariana e una sfida allo spirito di rassegnazione e di fatalismo che domina la nostra cultura. Lidea, tanto semplice quanto audace, è di realizzare un gigantesco manufatto, interamente sommerso nel lago a una profondità di venti metri sotto il livello di magra, formato da due grandi tubi cilindrici simili a quelli progettati per il canale della Manica. Nei due tubi dovrebbero scorrere unautostrada, una linea ferroviaria e una metropolitana per collegare Como, Lecco e tutti i maggiori centri del lago a Colico. | Anzi, nelle intenzioni del suo ideatore, la megastruttura, come naturale prolungamento del traforo dello Spluga, potrebbe diventare il bivio di una rete di collegamento tra lEuropa, lAfrica e lAsia, realizzata attraverso altri tubi sottomarini. Il costo della faraonica realizzazione denominata Tubolario si aggira, miliardo più miliardo meno, sui settemila miliardi di lire. Una sciocchezza per unopera di questo genere che porterebbe enormi vantaggi allintera azienda Italia, sostiene il progettista. Cinquantenne, docente universitario esperto in calcoli di cemento armato e in strutture ad alto livello tecnologico, Gianfranco Magrini è anche un collaudatore della Metropolitana Milanese. Ai suoi denigratori che gli rimproverano di voler fare della fantascienza, risponde imperturbabile che cento anni fa fu senzaltro più fantascientifico realizzare il canale Villoresi e che in Giappone si sta costruendo da più di ventanni un tubo come il suo a trecento metri di profondità sotto il mare. In unepoca in cui molte nazioni ragionano già in termini spaziali, noi non siamo neppure capaci di farlo in termini terrestri, commenta in tono sarcastico. Ma ammesso che sia possibile costruire unopera così colossale, dove trovare i soldi necessari per realizzarla? Naturalmente lingegner ha pensato anche a questo: occorre creare nella zona del Pian di Spagna un centro turistico a livello europeo, una via di mezzo tra Disneyland e Las Vegas, che assorba circa centomila persone e garantisca un giro daffari di diecimila miliardi lanno. | |||||||||||||