Lettera al Direttore - CORRIERE DELLA SERA - mercoledì 15 Gennaio 1986 |
Rassegna Stampa | ||
La Provincia - 8 marzo 1984 - firma: Carlo Briccola________________________________________________________________ Singolare e avveniristico progetto di un ingegnere milanese C'è chi propone un tubo per la viabilità lariana Solo che il costo è di 10.000 miliardi... | |||||||||||||
Anche dalle nostre parti soffia da tempo l'aria poco respirabile della crisi, derivante anche, soprattutto per i paesi lariani, dalla mancanza di progetti strategici per il turismo, dall'inadeguatezza delle vie di comunicazione che sono anzi uno dei maggiori freni (la recente frana sulla "Regina" a Cadenabbia lo dimostra) per un possibile sviluppo. In questa situazione c'È chi ha pensato davvero "in grande" per cercare di dare un contributo di idee e di progetti per il futuro del nostro territorio. L'iniziativa l'ha presa un ingegnere milanese, Gianfranco Magrini, il quale ha presentato ieri un incontro con la stampa, svoltosi al Conter Leasing di Viale Varese, un suo singolare quanto avveniristico maxiprogetto che riguarda il territorio lariano e, in particolare, il suo lago. L'idea È di realizzare nel lago un enorme tubo, sul tipo di quello progettato per il canale della Manica, nel quale dovrebbero scorrere l'autostrada, la linea ferroviaria e quella metropolitana. Il tubo convergerebbe da Como e da Lecco verso Colico e avrebbe collegamenti secondari con le varie sponde lariane. L'ing. Magrini - presentato dal presidente del Conter Leasing rag. Angelo Evolvi - ha fatto per bene tutti i calcoli non solo dal lato tecnico ma anche sotto il profilo economico; sicuramente fattibile sul piano tecnico, il mega progetto sembra davvero lontano dalla realtà per quanto attiene ai costi che lo stesso ing. Magrini quantifica in diecimila miliardi di lire. Una cifra in grado di "gelare" chiunque. Ma il progettista milanese ha anche previsto come si potrebbe arrivare a poter investire quella cifra da capogiro nel campo della viabilità. Si tratterebbe di dar vita a un altro (grandioso) progetto di sviluppo turistico nella zona lariana (ne parliamo, più sotto, a parte) Ma vediamo quali sono le caratteristiche tecniche del tubo subacqueo che costituirebbe - secondo Magrini - una struttura viaria d'avanguardia, in grado di inserirsi nel piano dei trasporti regionali e nazionali e di fungere da spinta per la promozione di nuove direttrici addirittura intercontinentali per il trasporto delle persone e delle merci. Tale struttura, naturale prolungamento dell'auspicabile traforo dello Spluga, secondo l'ingegnere milanese, costituirebbe in futuro anche il bivio del collegamento tra l'Europa Centrale e l'Africa (attraverso Como) e l'Asia (attraverso Lecco); il tutto sarebbe ovviamente possibile realizzando altri tubi sottomarini. Puro esercizio di fantasia? Fantascienza? A chi pone questi interrogativi, l'ing. Magrini risponde che fu senz'altro più "fantascientifico" realizzare cent'anni fa il Villoresi (il canale che collega il Ticino all'Adda) che non questo progetto del tubo. "Sicuramente - dice l'ingegnere - È una sfida lanciata al futuro, il quale deve essere fatto anche di grandi cose". Torniamo alle caratteristiche tecniche del progetto. La nuova via di comunicazione È costituita da un manufatto interamente sommerso nel lago a una profondità media di 20 metri sotto il livello di magra. Staticamente la struttura è dimensionata in modo che anche a pieno carico tenda a galleggiare, ma è mantenuta sommersa da tiranti ancorati a zavorre appoggiate sul fondo del lago. L'arteria è formata da due tubi cilindrici paralleli, collegati tra loro da travature, e ciascuno di essi è suddiviso in quattro vani: i due superiori destinati a ospitare le due carreggiate autostradali (una ascendente, l'altra discendente), i due inferiori destinati ad accogliere una strada ferrata a doppio binario per convogli ferroviari internazionali e una strada ferrata a doppio binario per convogli di tipo metropolitano adottati in ambito regionale. Il diametro interno di ciascun tubo è previsto di metri 15,50, le carreggiate autostradali con una larghezza di m. 11,25 (con due corsie di marcia più una d'emergenza). | Il tubo scende dal pian di Spagna verso Bellagio e qui si biforca per raggiungere da una parte Como e dall'altra Lecco. Lungo tutto il suo sviluppo, l'arteria sommersa prevede una serie di raccordi con le due sponde di entrambi i rami del lago, in corrispondenza dei seguenti centri: Moltrasio, Careno, Argegno, Lezzeno, Tramezzo, Bellagio, Menaggio, Dervio, Dongo, Domaso, Lierna, Mandello, Abbadia e i paesi opposti. Ciascun raccordo contiene uno svincolo autostradale e un "tapis roulant" (marciapiedi mobili) per accedere alle stazioni della metropolitana. Il progetto prevede anche che l'estrazione dei materiali inerti per la confezione del calcestruzzo con cui sarà realizzato il tubo avvenga in cave che saranno aperte nelle montagne sovrastanti il lago, in corrispondenza dei vari paesi. Per concludere, l'ing. Magrini afferma che questo sviluppo urbanistico "in sotterranea" consentirebbe di preservare il patrimonio naturale della zona e che le gallerie potrebbero costituire rifugi antiatomici per buona parte del bacino del Lario. In questi tempi in cui vengono lanciati appelli per guardare al futuro, lui, l'ing. Magrini, può senz'altro dire di avere risposto. Per il grandioso progetto del tubo Da dove potrebbero arrivare i soldi L'autore della proposta di realizzare il tubo sommerso per la viabilità lariana ha anche previsto un intervento che va oltre l'ambito delle vie di comunicazioni. L'ing. Magrini pensa infatti a un intervento complessivo di sviluppo economico per tutta l'area lariana, progetto dal quale potrebbero scaturire i finanziamenti richiesti per un'opera avveniristica come quella prospettata per la viabilità. Tale progetto andrebbe attuato nel campo turistico, il settore che più di ogni altro potrebbe consentire uno sviluppo nella zona lariana. Tuttavia - osserva Magrini - per puntare sul turismo non può essere sufficiente affidarsi all'iniziativa di qualche albergatore o di qualche azienda di soggiorno o di qualche pro loco; l'iniziativa dovrà essere globale e unitaria e avere una polarità cui fare riferimento, un ben preciso spazio che si potrebbe chiamare "Holidays shop". Secondo Magrini, la località più idonea è il Pian di Spagna con la parte meridionale della piana di Samolaco e la parte occidentale della Valtellina (Bocco d'Adda). Questa zona, oltre a essere baricentrica per il bacino, è quella con minori tradizioni morfologiche (era palude), culturali (non esistono edifici di particolare pregio storico e artistico), paesaggistiche (è già stata destinata all'industria); inoltre è forse la zona più pianeggiante dell'intero bacino, il punto nodale della viabilità locale, la cerniera tra i monti e il lago; inoltre ha ancora vasti spazi liberi per insediamenti. Da un sommario calcolo di affluenza, pensando al coinvolgimento di almeno 100 Comuni, e ipotizzando una ricettività media di 1000 persone per Comune si avrebbe un'utenza di 100.000 persone al giorno pari a 36.500.000 persone all'anno, che andrebbero a sommarsi alle attuali presenze per lo più stagionali o di seconde case. Sempre secondo l'ing. Magrini, questa utenza, che almeno per metà si può ipotizzare costituita da stranieri, potrebbe apportare un afflusso diretto di almeno 3.500 miliardi di lire all'anno, di cui almeno 2.500 miliardi in valuta estera. E' sulla base di queste cifre che si potrebbe giustificare - secondo Magrini - investimenti dell'ordine di 10.000 miliardi di lire, la somma che sarebbe necessaria per l'avveniristico progetto relativo alla via subacquea tramite tubo. | ||||||||||||