Lettera al Direttore - CORRIERE DELLA SERA - mercoledì 15 Gennaio 1986 |
Rassegna Stampa | ||
L'Ordine - 23 marzo 1984 - firma: Maria Castelli A due settimane dalla presentazione del singolare progetto di attraversamento del lago con un tunnel subacqueo, i promotori dell'iniziativa stanno già raccogliendo adesioni e puntano a costituire una società di intervento Il tubolario cerca sponsor Saranno interessate le grandi aziende | ||||||||||||||
"Tubolario": si sta alzando il sipario sul secondo atto. Il primo, ormai, è già stato recitato, l'altra settimana quando un ingegnere milanese, Gian Franco Magrini, ha presentato ai comaschi un progetto sbalorditivo: collegare Como con Colico e con Lecco attraverso un tubo, anzi un bi-tubo, uno di andata e uno di ritorno, immerso nelle acque del lago di Como. Dentro il tubo, che ha un diametro di 15 metri ed è fatto di calcestruzzo, scorrono due corsie autostradali, un tracciato ferroviario ed uno per i treni della metropolitana. C'è anche una "passerella pedonale", ci sono marciapiedi mobili ed ascensori e non c'è un solo asse nord - sud, ma sono previsti pure collegamenti con l'una e l'altra sponda. Il "Tubolario" avrebbe intento valore locale, perché toglierebbe dall'isolamento tutto il bacino del lago, la Valtellina e la Valchiavenna, che adesso sarebbero anche raggiungibili con la Regina, la Lariana, la statale 36 o con l'elicottero, ma certo le code, le frane, l'angustia dei collegamenti non sono finiti. Dare collegamenti rapidi sicuri, protetti a queste località significa imprimere finalmente la grande svolta allo sviluppo economico, mai realizzato. Ma il lago di Como è il passaggio obbligato, il crocevia di una linea che collega Amburgo a Reggio Calabria, Stoccolma a Sidney, in Australia, l'Alaska con l'Estremo Oriente. Dunque, si comincerebbe con il lago di Como a creare quel primo frammento subacqueo di collegamenti mondiali. Non solo, ma realizzando il "Tubolario" si studiano e si vendono nuove tecnologie. E questo è il primo atto: il progetto sulla carta del tubo del lago di Como. Ma Gian Franco Magrini non "recitava" per così dire, da solo. Ha trovato subito un punto d'appoggio a Como nel ragionier Angelo Evolvi, che è "nato" come imprenditore nel ramo petrolifero e poi è "cresciuto" in quella che è la formula finanziaria più avanzata e più conveniente dei nostri anni, il leasing. Magrini s'è appoggiato alla "Conter Leasing" in viale Varese 87 a Como, la società di Angelo Evolvi, per portare a termine e presentare il suo progetto. E fin qui, le cose sono note. Ma adesso, il "Tubolario" resta sulla carta in attesa di un veltro o questo frutto di coraggio e di intelligenza prolificherà? E gli stessi attori del primo atto giocheranno anche il secondo? Insomma, a due settimane dal "lancio del sasso", i cerchi nell'acqua si sono già esauriti o stanno ampliandosi? Da quanto sostengono l'ingegnere e il finanziere, c'è molto movimento, che non è ancora indirizzato alla ricerca dei consistenti capitali occorrenti per finanziare l'opera e nemmeno nei corridoi del potere, locale, regionale o statale. Perché è fuori discussione che dovranno essere le casse pubbliche, un momento o l'altro, ad aprirsi: un'opera così non può essere un'iniziativa privata dall'inizio alla fine e durante. | Il movimento è indirizzato tra le "aree dell'intelligenza" non solo comasche, ma anche milanesi, quelle sedi imprenditoriali e professionali di ogni genere che messe insieme possano perfezionare l'idea, inventare formule di sperimentazione, canali finanziari innovativi per i primi investimenti, per preparare il terreno e per richiamare interessi su Como. In pratica, si sta penando alla realizzazione di una nuova società, la società "Tubolario", appunto. Intanto, a Magrini e ad Evolvi, si è affiancato un altro ingegnere milanese, Giuseppe Villoresi, presidente dell'associazione lombarda degli ingegneri, nipote di quel Villoresi che costruì quel canale di Milano che nel secolo scorso sembrava fantascientifico, come oggi è il "tubolario". E' la storia di tutte le idee che diventano progetti e poi esecuzioni: spaventano sempre all'inizio, perché sembrano troppo grandi, troppo importanti, troppo sogni. E invece è quanto occorre al progresso, che va avanti perché quello che era troppo diventa fatto. Ma torniamo alla "società tubolario" che si propone di essere, per il momento, un punto di riferimento di tutte le idee, le proposte, le offerte di sperimentazione. Ma sarà questa che dovrà in un secondo momento, dar vita ad altre due società: una di tipo imprenditoriale, l'altra di sponsor. Il primo a nascere sarà il "consorzio di sponsor", sul tipo di quello che ha finanziato l'operazione Azzurra nell'estate scorsa. Possono essere imprese di grosse dimensioni che lavorano anche all'estero, aziende di trasporto che hanno interesse per soluzioni innovative, aziende di impiantistica, che vedranno il loro nome su ogni atto o manifestazione che riguardi il "Tubolario". La "società tubolario" comunque quando sarà costituita, darà vita, per cominciare, ad una vasta azione di conoscenza e di sensibilizzazione sul progetto del tubo, che si pensa possa attirare interessi sopranazionali, perché rappresenta la possibilità di perfezionare e mettere in atto tutto quanto la scienza e la tecnica di oggi stanno immaginando. Comunque, finora, c'è una sola certezza: il progetto va avanti, non solo come "progetto del tubo", ma anche come iniziativa per lo sviluppo della terra lariana, di tutta la terra lariana, con quella della Valtellina e della Valchiavenna. | |||||||||||||