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I Lykiardopol, una facoltosa famiglia di mercanti greci in Brăila (Romania)

 

 

Ionel  Cândea,

Museo di Brăila/

Università degli Studi “Dunărea de Jos” di Galaţi

 

In uno dei nostri lavori più recenti, abbiamo accennato al problema dell’immigrazione di etnia greca e bulgara nella città portuale di Brăila[1], sottolineando il fatto che tale fenomeno influenzò notevolmente la vita della suddetta cittadina. La popolazione, infatti, aumentò in modo tale da raggiungere la percentuale che, per quasi un secolo (1829-1929)[2], consentì un significativo sviluppo demografico e la conseguente crescita economica della città. A partire dal 1829, vale a dire dalla fine della guerra tra Russia e Impero Ottomano, ormai varata la pace di Adrianopoli (2/14 settembre 1829)[3], l’immigrazione greca, bulgara e di altre nazionalità[4] registrò, a Brăila, una crescita esponenziale, dovuta innanzitutto alla condizione di porto-franco[5] che la città, dopo tre

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secoli di dominio della Porta, assunse quando rientrò nei confini valacchi[6]. Il porto della città divenne molto importante per l’attività economica che vi si svolgeva[7], e la maggior parte del commercio estero del Principato di Valacchia passava per Brăila[8].

            Non è certo difficile identificare il momento in cui iniziò l’afflusso, nella città, di immigrati greci; e altrettanto facile risulta, alla luce delle fonti contemporanee, l’individuazione delle loro terre d’origine. A tutt’oggi, però, è ancora arduo stabilire il numero esatto degli immigrati greci che scelsero, nella città portuale romena, la nuova residenza[9]. Dalle valutazioni demografiche riguardanti un periodo tempo comprendente un secolo, si stima che l’aumento della popolazione della città fu piuttosto constante.

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            Abbiamo notizie consistenti circa le terre d’origine degli immigrati greci che si stabilirono, nei Principati Romeni, negli anni che seguirono il 1829. Chi, partendo dalla Grecia, raggiunse Brăila proveniva sempre dalle medesime località, vale a dire le isole ioniche dell’Eptanneso, Corfù, Paxos, Leucade, Itaca, Cefalonia, Zante e Cythera[10].

            In particolare, per quanto riguarda la famiglia cui viene dedicata questa breve ricerca, sono ben note le sue origini. Fu Cefalonia la città in cui nacque il capostipite dei Lykiardopol emigrati nei Principati Romeni. Elia (Ilie) Lykiardopol lasciò Cefalonia per stabilirsi, nel 1873, a Tulcea, città danubiana della Dobrugia, situata presso la foce del fiume, a 100 km a nord-est di Brăila, nell’epoca in cui la città faceva parte dall’Impero Ottomano. Elia aveva 39 anni, mentre la giovane moglie, Calomira, appena 18. Essi risiedettero, inizialmente, in un territorio situato sotto la giurisdizione ottomana, il quale, nel 1878, rientrò in possesso dello Stato romeno[11]. I coniugi Lykiardopol erano seguiti dal figlio Spiru, nato a Cefalonia il 10 maggio 1872, probabilmente nel villaggio di Keramies, del distretto di Argostoli, località in cui viveva ancora il padre di Elia, Nicolò, ed il fratello Spiridon; il nome della madre di Elia, invece, resta ignoto. I fratelli Lykiardopol sposarono donne greche: la moglie di Elia si chiamava, come si è già detto, Calomira, mentre quella di Spiridon, fratello di Elia, aveva nome Marina. Anche Spiridon Lykiardopol e la moglie Marina raggiunsero Tulcea e vi si stabilirono definitivamente, mentre i loro discendenti, già a partire dalla seconda generazione, emigrarono più tardi negli Stati Uniti d’America.

            Nel prosieguo del presente lavoro accenneremo, brevemente, ai discendenti di Elia Lykiardopol, poiché il loro destino è collegato alla città di Brăila. Risulta evidente il fatto che i Lykiardopol furono attirati nella città portuale romena dal progressivo incremento dell’attività commerciale e dalla maggior facilità di gestire affari con la speranza di trarne un più alto profitto. Nel suo saggio[12], Spiridon Focas menziona 1.855 mercanti che trattavano granaglie nel porto di Brăila. Tra di essi identifichiamo alcuni cognomi greci di famiglie che risiedevano effettivamente a Brăila, cioè Arsiotis, Casanovas, Perditis, Lemonis, Mauritis, Costantinis, Ralis, Melas, Papazoglu, ma non quello di Lykiardopol. I Lykiardopol rimasero probabilmente a Tulcea fintantoché non accumularono un discreto capitale, che consentì loro di trasferirsi a Brăila nelle migliori condizioni. Una misura della ricchezza di questa famiglia è data dal fatto che Elia Lykiardopol acquistò più abitazioni a Tulcea, come dimostrano alcuni atti notarili emessi dalle autorità ottomane, ed oggi conservati nell’archivio privato del Dott. Costantino Poenaru[13]. Questi investimenti in beni immobiliari provano che, da una generazione all’altra, aumentò considerevolmente il patrimonio della famiglia. Ad esempio, tra la nascita di Spiru Lykiardopol (10 maggio 1872, in Cefalonia) e quella dei gemelli Polydor ed Erotocrit (2 gennaio 1893), gli ultimi nati dal matrimonio di Elia Lykiardopol

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con Calomira. Elia Lykiardopol, però, rimarrà a Tulcea dove, il 22 maggio 1914, venne insignito, dal re Carlo I di Romania, del “Merito Commerciale e Industriale di Ia classe”.

Spiru Lykiardopol e suo fratello, Teodoro, terzogenito della famiglia (nato il 3 luglio 1876 a Tulcea), sono menzionati in un lungo elenco di grandi armatori che, prima dell’anno 1900, ebbero un ruolo di spicco nel commercio via Danubio[14]. Dallo stesso elenco risulta che Spiru Lykiardopol era proprietario, probabilmente insieme col fratello Teodoro, di quattro grandi bastimenti[15]. Nell’Annuario del Danubio[16], inoltre, si trovano informazioni precise sul numero dei proprietari di bastimenti e delle associazioni di armatori greci, vale a dire 140 proprietari e 28 associazioni, così distribuiti nelle seguenti città: 85 a Brăila, 51 a Galaţi, 8 a Sulina, 3 a Craiova, 3 a Tulcea, 1 a Olteniţa, 1 a Cahul, 2 a Fălciu, 3 a Turnu Măgurele, 2 a Piua Petrii, 1 a Zimnicea, 1 a Socoriceni, 1 a Varna, 3 a Isaccea, 2 a Atene, 1 a Siros. Da questo elenco risulta che più della metà dei proprietari e delle associazioni provenivano da Brăila. Qui, ovviamente, si trovano citati nell’elenco anche i fratelli Spiru e Teodoro Lykiardopol. Tale lista risale al 1895, dunque ben più di un decennio dopo la soppressione del porto-franco a Brăila, ma la città e il porto continuarono tuttavia a prosperare grazie, innanzitutto, al commercio costante di granaglie. Essi, di conseguenza, continuarono ad attirare facoltosi mercanti, compresa la famiglia Lykiardopol, il cui insediamento a Brăila risale a questo periodo.

            Negli stessi anni, e precisamente nel 1895, fu inaugurato il ponte più lungo d’Europa, edificato sul Danubio dall’architetto romeno Anghel Saligny, ponte che, da Feteşti a Cernavodă, collegava la Dobrugia alla Romania. Contemporaneamente, a Brăila, furono costruiti grandi mulini, provvisti di moderni macchinari grazie agli investimenti di alcune facoltose famiglie greche: Milas, Serafidis, Goriades, Valeriano–Lykiardopol e Violatos. Oggi, a più di un secolo dalla sua erezione, il mulino Valeriano–Lykiardopol continua a funzionare, per quanto, evidentemente, abbia dovuto subire negli anni alcuni aggiornamenti dovuti al progresso della tecnica.

Valeriano, socio dei Lykiardopol, sposò Maria, nata a Tulcea il 26 gennaio 1874, la prima dei figli di Elia e Calomira Lykiardopol venuti alla luce su suolo romeno. Maria Valeriano, nata Lykiardopol, ebbe cinque figli: Tina, Urania, Stavro, Foti ed Eugenia. Secondo l’albero genealogico tracciato dalla signora Mary Lykiardopol (figlia di Polydor, e quindi nipote di Elia e Calomira Lykiardopol), Urania, secondogenita dei coniugi Valeriano, sposò in prime nozze Tavularis, greco di Brăila, ma da questo matrimonio non nacquero figli. Urania Valeriano sposò in seconde nozze un altro greco, Troianos, da cui ebbe un figlio di nome John. Questi sposò Ileana, probabilmente una romena, da cui nacque John John. Quest’ultimo sposò, a sua volta, una donna ungherese e si stabilì in Inghilterra, dove fu amico di Ion Raţiu, politico di spicco tra gli esiliati romeni.

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Aspasia, quarta figlia dei coniugi Elia e Calomira Lykiardopol, nacque a Tulcea il 3 ottobre 1878; sposò un rappresentante della facoltosa famiglia greca dei Razis, da cui ebbe cinque figli, due dei quali tornarono in Grecia[17]. Tre dei figli di Elia e Calomira Lykiardopol, vale a dire Giorgio, Stavro e Irina, non ebbero discendenti. Irina nacque a Tulcea il 9 settembre 1890 ed entrò, sposandone un membro, nella famiglia dei Benetatos. Gli ultimi due figli di Elia e Calomira Lykiardopol, i gemelli Erotocrit e Polydor, nacquero a Tulcea quando già la madre aveva l’età di 40 anni. Erotocrit ebbe due figlie, Luci e Alice. La prima sposò il romeno Botea, e alcuni dei suoi figli tornarono in Grecia; Alice invece emigrò in Argentina, e dei suoi discendenti non si hanno notizie.

Polydor si recò in Svizzera per studiare, ed ottenne il diploma di maturità presso il Collegio scientifico del Cantone di Vaud. Gli fu rilasciato l’attestato[18] il 29 marzo 1912, presso il suddetto istituto. Infine, tornando in Romania, fu arruolato nell’esercito nell’autunno del 1914, anche se, alla vigilia dell’entrata in guerra della Romania, per ragioni di salute, venne esonerato dal servizio di leva e, il 26 maggio 1915, il suo nome fu cancellato dai registri dell’esercito. Alla fine della prima guerra mondiale, Polydor e i suoi fratelli, Erotocrit, Basilio e Spiros erano a Brăila, tra i grandi imprenditori e armatori della città.

I Cantieri Navali e le Officine Metallurgiche di Brăila furono fondate nel 1914 dall’ingegnere Mihai Simatu e, nel novembre del 1917, divennero società per azioni, di cui, nel 1920, i fratelli Polydor ed Erotocrit divennero azionisti, e dunque soci del Simatu[19]. I capannoni delle due imprese si estendevano su di una superficie di circa 18.000 m2, sulla riva del Danubio. I cantieri navali erano provvisti di un’officina meccanica con 300 impiegati, di una fonderia con tre forni, di una falegnameria, di un’officina per motori e automobili, di un reparto di caldareria, infine di un’officina e di un laminatoio di metallo detto “Il trionfo”. L’attività industriale di queste imprese, all’inizio notevolmente florida, tuttavia, con il decrescere dell’attività portuale dopo gli anni ‘20, si limitò ai lavori di riparazione di bastimenti e rimorchiatori. Nello stesso tempo risorgeva a Brăila la ditta “I. G. Cantacuzeno”, produttrice di cemento, e venivano costruite le officine di falegnameria “Catargiu” e “Avramidis”, quest’ultima di Tulcea. Nei Cantieri Navali di Brăila furono realizzati alcuni rimorchiatori e, nel 1920, cominciò la costruzione di un bastimento di circa 1.000 tonnellate[20].

            Da un atto notarile conservato tra i documenti personali della famiglia del Dott. Costantino Poenaru, sappiamo che Basilio Lykiardopol vendette nel 1923 ai suoi fratelli, Polydor ed Erotocrit, le azioni che, fin dal 1915, deteneva insieme con Joseph Amatis nel fondo azionistico dei Cantieri Navali di Brăila. Di conseguenza, i fratelli più giovani, pagando un 1.000.000 di lei, divennero, il 30 giugno 1923, soci diretti di Joseph

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Amatis[21]. Anche se Polydor e gli altri fratelli possedevano ancora immobili a Tulcea ed erano impegnati con imprese della stessa città, sempre più aumentavano i loro interessi a Brăila. Si spostarono, dunque, in quest’ultima città e, nel 1929, vendettero gli immobili di loro proprietà a Tulcea. Il 4 novembre 1929, Polydor vendeva a Marulis Gherasim di Brăila, per un totale di 400.000 lei, la casa situata in Via Regina Elisabeta, ai numeri civici 1, 3 e 5, angolo con la Via Carlo I, “comprese le dipendenze che assiepavano il cortile”[22].

            L’attività imprenditoriale di Polydor Lykiardopol fu notata ad alto livello, e il suo contributo fu ritenuto importante per lo sviluppo e la prosperità della città di Brăila. Così nel 1932 egli ricevette, dal re Ferdinando I di Romania, una delle più alte onorificenze civili della Romania, il cosiddetto “Ordine della Corona di Romania con grado di ufficiale”[23]. E, dieci anni dopo, venne nominato, da re Carlo II, “dirigente dello sport tennistico”, per il contributo che egli dette, facendo cospicui investimenti, alla sistemazione dei campi da tennis del Giardino pubblico[24]. L’atto che attesta l’onorificenza ricevuta da Polydor Lykiardopol recita: “Desiderando dimostrare la Nostra buona volontà verso il signor Polydor Lykiardopol, dirigente dello sport tennistico, per i servizi resi alla scuola, alla chiesa, nonché in campo letterario, artistico, scientifico e sociale, Noi gli assegniamo l’Onorificenza al «Merito Culturale» per lo sport, cioè la Medaglia di IIa classe”. Alla vigilia della seconda guerra mondiale, nel 1939, si celebrò il centenario della nascita del primo re di Romania, Carlo I, e in questa occasione fu istituita dal re Carlo II una medaglia celebrativa. Questa onorificenza, il 18 luglio 1940, durante il regime del generale Ion Antonescu, venne conferita anche a Polydor Lykiardopol, a causa del suo notevole “contributo alle forniture dell’esercito”[25].

Uno degli ultimi documenti, che portiamo alla luce dall’archivio privato del Dott. Costantino Poenaru, è determinante per tracciare il profilo morale ed il destino della famiglia greca dei Lykiardopol. Questo atto, che data già ai primi del ‘900, dimostra che i Lykiardopol compirono felicemente il loro destino in Romania, e su questo aspetto in particolare ci soffermeremmo in uno dei nostri successivi articoli. Si tratta del certificato[26], rilasciato dal sindaco di Brăila, che attesta, per Polydor Lykiardopol, residente nel comune di Brăila, in Via Costantino Berlescu no. 38, l’ottenuta cittadinanza romena, in seguito alla ratificazione del documento di naturalizzazione richiesto, e già pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Romania no. 300/1932. Al di là dei motivi economici, ciò che determinò Polydor Lykiardopol a richiedere la naturalizzazione nel paese in cui aveva fatto fortuna aveva radici ben più

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profonde. Polydor, infatti, aveva sposato Marica Tsasis[27], da cui ebbe due figli: Lică e Mary. Il primogenito morì giovane, ad appena 23 anni, senza avere eredi. Mary, sposando Dan Poenaru, discendente di una delle più antiche famiglie nobiliari romene, almeno fin dal XVI secolo, rimetterà in auge, in età contemporanea, l’abitudine di instaurare alleanze fra famiglie greche e romene, abitudine in gran voga nei Principati Romeni durante l’età fanariota (1711-1812).

            La storia delle famiglie dell’Europa Sud-Orientale si dimostra, così, assai interessante, per il fatto che, anche in seguito, lo studio di questo argomento sarà in grado di chiarire tanti e tanti aspetti riguardanti la storia sociale ed economica di quest’area.

 

 

 

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[1] Si veda Ionel Cândea, Familles d’émigrants grecs et bulgares établis au XIXe siècle dans le port de Brăila (Roumanie), in “Nobiltà. Rivista di araldica, genealogia, ordini cavallereschi”, XI, no. 58, 2004, pp. 109-119.

[2] Tra il 1829, anno in cui la città fu liberata dal dominio ottomano, ed il 1929, l’anno dell’inizio della grande crisi dell’economia mondiale (1929-1933), cade la cosiddetta epoca d’oro di Brăila, nella quale fu registrata una notevole crescita economica, come pure uno sviluppo culturale e spirituale senza precedenti. Il periodo che si situa tra la firma del trattato di Adrianopoli e lo scoppio della Grande Guerra (1914) annoverò la città di Brăila tra le più belle e ricche località danubiane e della Romania.

[3] Per il trattato di Adrianopoli e le sue conseguenze per i Principati Romeni, ma in special modo per la città di Brăila, si veda Constantin C. Giurescu, Istoricul oraşului Brăila din cele mai vechi timpuri pînă astăzi, Bucarest 1968, pp. 144-182; Ioan C. Filitti, Principatele Române de la 1828 la 1834. Ocupaţia rusă şi Regulamentul Organic, Bucarest 1934, passim; Constantin C. Giurescu, Contribuţiuni la studiul originilor şi dezvoltării burgheziei române pînă la 1848, Bucarest 1972, passim.

[4] A questo proposito, si nota che non solo il numero dei greci e dei bulgari aumentò nella città portuale romena: le fonti contemporanee evidenziano la presenza in loco di non pochi residenti turchi, albanesi, armeni, russi lipoveni (staro-obreadţi, cioè di rito antico), ed anche italiani. Di questi ultimi, soprattutto mercanti provenienti dalla Sardegna, si dice che, in quell’epoca, fossero: “abbondantemente presenti a Brăila e Galaţi”, e fu il console francese a Iassi, capitale della Moldavia, a registrare tale osservazione nel suo rapporto del 18 gennaio 1839, richiamando l’interesse dei mercanti d’origine provenzale per gli affari che si svolgevano nelle suddette due città, Cfr. Eudoxiu di Hurmuzaki, Documente privitoare la istoria românilor, vol. XVII, Bucarest 1913, p. 726.

[5] Tale privilegio fu emesso nel 1836, e prevedeva l’esenzione dai dazi per tutti i prodotti che viaggiassero lungo il corso del Danubio. Lo statuto si conservò fino al 1883, anno in cui fu sospeso. Tra il 1836 e il 1883, però, la città di Brăila ed i suoi abitanti, soprattutto i mercanti, vissero un lungo periodo di prosperità.

[6] Il ritorno alla Valacchia delle cosiddette reya-le, vale a dire Turnu (Turnu Măgurele), Giurgiu e Brăila, territori romeni per secoli sotto il dominio e la diretta amministrazione ottomana, fu seguito, di lì a poco, dall’abolizione del monopolio commerciale della Porta sulle merci provenienti da Valacchia e Moldavia, ciò che consenti la liberalizzazione degli scambi economici e la nascita di una moderna economia di mercato nei Principati Romeni.

[7] Basti ricordare qui che, nel 1831, sotto occupazione russa e con le pesanti conseguenze della guerra conclusa nel 1828, nel porto di Brăila entrarono soltanto undici mercantili, mentre, subito dopo l’istituzione del porto franco (1836), nel 1837, vi giungeranno 449 navi. Dieci anni più tardi, nel 1847, il numero delle navi che attracca al porto di Brăila sale a 1853. È da notare che, in tale porto, potevano entrare navi di qualsiasi tonnellaggio, poiché su questa tratta la profondità e la larghezza del Danubio ne consentiva la manovra. Si veda anche Paul Cernovodeanu, L’activité des maisons de commerce et des négociants ioniennes du Bas Danube durant l’intervalle 1829-1853, in “Actes du IIème Colloque International d’Histoire”, vol. I, Atene 1985, pp. 91-92.

[8] Saggi specialistici, come pure lavori di ambito più generale, hanno dimostrato che la stessa funzione svolse in Moldavia la città portuale di Galaţi; si veda Constantin C. Giurescu, Istoricul oraşului Brăila cit., pp. 144-157; Constantin Buşe, Comerţul exterior prin Galaţi sub regimul de port franc (1837-1883), Bucarest 1976, passim, e le considerazioni di Gheorghe Platon, nella sintesi più recente di storia della Romania: Istoria românilor, vol. VII/1, Constituirea României moderne (1821-1878), a cura di Dan Berindei, Bucarest 2003, pp. 149-153.

[9] Cristian Filip, Comunitatea greacă la Brăila, 1864-1900, in “Analele Brăilei”, n. s., III, no. 3, 1999, pp. 167-168, insiste sulla diversità di notizie conservate, circa il numero totale dei greci o di altre etnie, nella cospicua serie di censimenti (catagrafii) iniziati dopo il 1829; ad esempio, ad uno dei rapporti datati 2 ottobre 1830, redatti dal Consolato della Gran Bretagna, fu allegato un elenco contenente il nome di 103 sudditi britannici, allora residenti in territorio romeno, di cui 34 risiedevano a Brăila. Questa circostanza è illuminante circa l’interesse dei mercanti stranieri per il porto valacco. Il suddetto autore, Cr. Filip, sottolinea il fatto che le carte dei tre censimenti del 1877, pubblicate da Ion Vârtosu, Trei catagrafii pentru Brăila din 1837, in “Analele Brăilei”, X, no. 2-3, 1939, pp. 39-54, introducono un elemento d’incertezza, poiché mettono in dubbio l’esattezza delle stime fino ad oggi postulate: registrano, infatti, soltanto 36 greci, 18 ebrei, 13 russi, 7 tedeschi, 6 italiani, 5 bulgari, 3 bessarabeni, 2 armeni, 2 polacchi, 2 ungheresi e 1 serbo. Se tali cifre vengono confrontate con i risultati del censimento svoltosi nell’anno seguente, 1837: 469 padri di famiglia greci, si rileva una notevole discrepanza. Il risultato del censimento del 1837, infatti, fece ipotizzare, a Constantin C. Giurescu, Istoricul oraşului Brăila cit., p. 161, che per i suoi calcoli usò il coefficiente demografico cinque, un totale di 2.345 anime. L’argomento richiederebbe un’analisi più approfondita, in grado di individuare i motivi precisi per cui le fonti contemporanee esagerano, in più o in meno, i risultati di tali censimenti. Vogliamo mettere in evidenza, tuttavia, il fatto incontestabile che, indipendentemente dalla precisione delle stime, la popolazione greca nella città di Brăila aumentò costantemente a partire dal terzo decennio del XIX secolo, e fino ai primi anni del ‘900 le statistiche demografiche “restano relative ed hanno funzioni orientative”, Cfr. Cr. Filip, op. cit., p. 168.

[10] Ibidem.

[11] Per questi aspetti si veda Nichita Adăniloaie, România independentă in Istoria românilor cit., vol. VII/1, pp. 692-699.

[12] Spiridon Focas, Οι Έλληνες εις την ποταμοπλοοίαν του κάτω Δουνάβεως, Salonicco 1975, pp. 52-53.

[13] Si veda tav. 1.

[14] Cfr. S. Focas, op. cit., pp. 119-120 e nota 67.

[15] Ibidem, p. 121, nota 68.

[16] “L’Annuaire du Danube”, 1895, elencando brevemente i rimorchiatori che trasportavano legname e metallo sul Danubio, da Turnu Severin a Sulina, dunque sul tratto romeno del fiume, menziona anche navi cariche di granaglie.

[17] Si veda alla tav. 8 L’albero genealogico della famiglia Ilie e Calomira Lykiardopol, tracciato dalla sig.ra Mary (Lykiardopol) Poenaru.

[18] Si veda tav. 5.

[19] I. Cândea, op. cit., p. 115.

[20] Cfr. S. Focas, op. cit., Appendice 24.

[21] Cfr. l’Atto di vendita datato 30 giugno 1923, controfirmato da tutte e due le parti, conservato nell’archivio privato della famiglia del Dott. Costantino Poenaru.

[22] Archivio privato del Dott. Costantino Poenaru, Atto di vendita datato 4 novembre 1929, autenticato presso il Tribunale Regionale di Tulcea, con numero di protocollo 2978.

[23] Archivio privato del Dott. Constantin Poenaru, Brevetto del 31 maggio 1923.

[24] Idem, Brevetto no. 570/23 giugno 1933.

[25] Idem, Brevetto no. 49.485/ 18 luglio 1940.

[26] Idem, Certificato no. 20.712/ 10 settembre 1940.

[27] Si veda, alla tav. 8, L’albero genealogico tracciato dalla sig.ra Mary Poenaru, nata Lykiardopol, figlia di Polydor Lykiardopol.