![]() A CEFALU UN CONVEGNO CHE COMPLETA LA DENAZIFICAZIONE DEL FILOSOFO TEDESCO Nietzsche non più proibito conteso fa marxisti e cattolici Dal nostro inviato speciale ALFREDO TODISCO in alto |
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CEFALU
Alfredo Fallica è un uomo che sorride sul serio.
Sembra privo di risentimenti e rancori. Manca della
morgue così frequente, chissà perché, negli
intellettuali e negli universitari italiani. Gronda una travolgente simpatia per gli altri: una simpatia immediata corporea, senza tempo che si spinge ben al di là delle rabbiose e invidiose distinzioni ideologiche correnti. Forse ama veramente il prossimo. Di sicuro ama la vita, rivendica la gioia di vivere - greca, mediterranea, se non addirittura pagana come il valore massimo da restaurare e difendere contro ogni umiliazione moralistica e utilitaristica. GUERRA DI RELIGIONE In questa stagione dellodio voluttuoso, come ultimo portato della nostrana e abbastanza orrenda <<guerra di religione>> fra cristiani e infedeli (comunisti) il sorriso accattivante, troppo umano di Alfredo Fallica, appare un fiore inattuale che non avrebbe potuto conservarsi altrettanto squillante in una terra meno eccentrica di quella di Palermo; e in una luce meno intensa di quella di qui, che proprio con la sua folgorazione fantasmizza gli oggetti reali e propizia visione donchisciottesche. Lamore per quel Don Chisciotte tedesco che, in un certo modo, fu Nietzsche, coltivato dalladolescenza nellera della proscrizione post bellica del filosofo adottato dai nazisti, non poteva non allignare se non in uno studioso candido e fuori dal tempo dal nostro tempo quale appare il fondatore di uno dei club culturali più curiosi della Penisola: lAssociazione Internazionale di studi e ricerche su Nietzsche. Ma quella che alla prima avrebbe potuto sembrare una languida iniziativa della fantasia provinciale, si è invece rivelata, nei convegni dellaltro anno e di questo anno, un catalizzatore vivificante e attualissimo della cultura italiana, troppo irretita, impacciata, insospettita da trentanni di contrapposizione ideologica. Sorridendo, Fallica ha montato nellestrema metropoli meridionale una rampa di rilancio di uno di protagonisti e più mistificati del pensiero filosofico europeo. E liniziativa si va rivelando fertile. Lanno scorso, il convegno su Nietzsche e la crisi moderna sancì allaperto la fine della lunga quarantena in cui il filosofo della volontà di potenza venne tenuto dopo lappropriazione (indebita) che ne fecero i nazisti. La edizione critica delle opere di Nietzsche, da noi curata splendidamente da Adelphi, e che costituisce il riferimento rigoroso della falsificazione perpetrata dai tedeschi del dodicennio bruno sulla scia di Alfred Baümler, è una fatica eminentemente italiana, per cui dobbiamo gratitudine a Giorgio Colli e agli infaticabili "scavi" di Mazzino Montanari negli archivi di Weimar. Nel maggio del76 il primo convegno sul Nietzsche promosso a Palermo da Alfredo Fallica, non solo <<mise in vetrina>>, per dir così, il riesame di Nietzsche intrapreso dalledizione critica di Colli e Montinari , ma svelò il nuovo interesse di intellettuali antifascisti e democratici di sinistra per lautore "innominabile" dello Zarathustra. Giorgio Alminante che in quei giorni abitava a Villa Igiea , sede del convegno, nel suo comizio elettorale in Piazza Politeama esclamò malinconicamente: "adesso ci vogliono scippare anche Nietzsche". PARADOSSI PROVOCATORI Durante il colloquio di questanno, tenuto a Cefalù, in vista della meravigliosa cattedrale normanna di Ruggiero II che versa in uno scandaloso stato di abbandono, la tendenza alla riappropriazione antifascista di Nietzsche manifestatesi con gli interventi fra loro dialettici dei professori della sinistra ha visto insorgere un sorprendente, anche se isolato, concorrente di parte cristiana nella figura di Luigi Borresi, assistente di filosofia allUniversità di Bologna, il quale con una girandola di paradossi provocatori, ha affermato tra laltro che il moralismo cristiano contro cui si battono i nicciani è quello dei parroci, non quello dei "sacri testi" che invece pullulano di inviti alla voluptas e alla gioia dei sensi. I nicciani rivendicano il moralismo: ma ha detto Borresio con il viso rosso dal piacere cosa cè di più "immorale" in un senso consentaneo alla liberazione di Nietzsche dalla cappa etica, dal cattolicesimo che concedendo il perdono nel confessionale, autorizza a peccare a man salva? Non possiamo qui, per ragioni di spazio, dare conto delle relazioni propriamente letterarie che hanno costellato il convegno mettendo in luce i giochi di influenza del filosofo di Röcken su romanzieri, scrittori, poeti contemporanei, tra le quali non possiamo non menzionare, per acutezza ed impegno, almeno quelle di Ferruccio Masini ( Espressionismo), di Horst Kunkler (Gide), di Silvio Ramat (Papini, Soffici), di Furio Jesi (Rilke), di Henry Gobard (Blake), di Ennio Bisfuri (Musil), di Patrizia Pizzato (Wagner), di Regine Pietra (letteratura francese). Di la dallimpegno letterario, il convegno ha messo in luce, o meglio in mezza luce, il contrasto più propriamente filosofico e politico sotteso ai lavori, e che per quanto ci è dato decodificare da messaggi spesso in cifra, presenta entro alle stesse sinistre almeno tre posizioni distinte, che si possono riferire a Ferruccio Masini, a Gianni Vattimo (primi attor giovani sullo scenario di Cefalù) e al professor Cacciari, invitato che non ha voluto bagnarsi in queste spiagge, illustrate dal Club Mediterranee. Cercherò, in tutta la brutalità delle semplificazioni, di riassumere per i poveri non addetti ai lavori come me alcuni tratti caratterizzanti degli approcci a Nietzsche della sinistra. Quello di Cacciari (evocato implicitamente) il più in linea col PCI, passando attraverso il saggio di Heidegger sul pensatore tedesco, interpreta la "volontà di potenza" come lespressione della conquista prometeica del mondo, dellorganizzazione e razionalizzazione delleconomia per lavanzata delle forze produttive nella prospettiva del socialismo. Una lettura hanno osservato qui molto arrischiata di Nietzsche il quale non ha scritto alcun testo organico sulle volontà di potenza e, per di più, non ha mai accolto nel suo pensiero la tecnologia, la trasformazione materiale della natura nè, tanto meno, la fiducia nella ratio scientifica quale dinamo del progresso della storia. Nietzsche è antistoricista in modo radicale, basti pensare alla sua idea dell'eterno ritorno. Secondo Masini, Nietzsche ha operato a livello della sovrastruttura, cioè della ideologia borghese, la stessa critica demolitrice che Marx ha condotto a livello della struttura, cioè delleconomia. Un lavoro corrosivo, di autocritica, che interessa ovviamente il marxista anche se non gli consente di ravvedere in Nietzsche, ancorato allindividuo, un compagno di strada del socialismo. La demolizione nicciana del modello di humanitas borghese può interessare per altre vie il marxista che non crede allidentità automatica di sviluppo economico e di progresso; il marxista dubbioso della radio tecnologica che sente il bisogno di rielaborare un nuovo modello di umanità socialista. Gianni Vattimo dal canto suo, con una relazione suggestiva sulla "volontà di potenza" come arte, ha riportato il motore del mondo dal terreno della ragione tecnologica a quello della fermentazione creativa estetica ed ha teso a privilegiare sullapollineo il momento dionisiaco dellarte, che lasciando la compostezza greca si rivela come volontà di potenza nelleccesso che destruttura lordine costituito nel senso ampio della parola. Nellintervento in cui Vattimo ha confermato la simpatia per lextra sinistra libertaria, la rivendicazione dellarte come area di attività antagonistica allordine dominante (e su cui Marcuse a suo tempo a detto la sua) ha conquistato una strumentazione dialettica di tutto riguardo. Ma, per affascinante che sia la sua legittimazione allintellettuale disorganico, e del suo compito di contribuire alla disintegrazione del dominio in tutte le sue forme, gli esiti dello sfascio cui assistiamo ogni giorno, il crescere di un terrorismo nichilista è i pericoli che esso comporta ci devono indurre a riflessioni più fredde e disincantate. A Cefalù, cattolici e marxisti hanno tirato lacqua tumultuosa di Nietzsche al loro mulino. Un interesse che rivela il bisogno delle parti impegnate nella "guerra dei trentenni" di uscire dagli schemi troppo stretti in cui si sono andate chiudendo anche per paura e intolleranza lautore di Ecce Homo si presta a un gioco al massacro degli smascheramenti; propone una sfida micidiale di verità. Per questo, notevoli ci sono sembrate le parole conclusive di Alfredo Fallica, che, appellandosi alla sua lezione di Nietzsche, ha invitato gli intellettuali italiani a chiudere il cerchio tra parole e fatti, tra comportamento e pubblico e privato. La vita vera è sincera. Alfredo Todisco |