Homero Aridjis



A volte tocchiamo un corpo

A volte tocchiamo un corpo e lo svegliamo
attraverso di lui passiamo la notte che si apre
la pulsazione sensibile dei bracci marini

e come il mare lo amiamo
come un canto nudo
come l'estate unica

lo diciamo luce, come si usa dire ora
lo diciamo ieri e altri luoghi

lo riempiamo di corpi e corpi
di gabbiani che sono i nostri gabbiani

lo scaliamo picco dopo picco
con bordi e tetti e battenti

con hotel e canali e ricordi
e paesaggi e tempo e asteroidi

lo riempiamo di noi stessi e di anima
di collari di isole e di anima

lo sentiamo vivere e quotidiano
lo sentiamo bello ma ombra

Karin Rosenthal



E' il tuo nome ed è anche ottobre

È il tuo nome ed è anche ottobre
è il divano e i tuoi unguenti
è lei tu la giovane dei turbamenti
e sono le colombe in voli segreti
ed è l'ultimo gradino della torre
ed è l'amata che spia l'amore al riparo
ed è quel che si può dare in ogni movimento e gli oggetti
e sono i padiglioni
e il non essere interamente in un'azione
ed è il Canto dei Cantici
ed è l'amore che ti ama
ed è un riassunto di veglia
di vigilanza sola al margine della notte
al margine del sognatore e degli insonni
è anche aprile e novembre
e le perturbazioni interne di agosto
ed è la tua nudità
che assorbe la luce degli specchi
ed è la tua capacità di grano
di lasciarti guardare nelle cose
e sei tu e sono io
ed è camminarti in circolo
dare ai tuoi fatti dimensione d'arco
e solo col tuo impulso dirti la parola


Sul'autor