Biografia
"...Ma Renzo Novatore non è soltanto un "espropriatore", un attentatore,
o solo un insorto antifascista, ma questo individualista anarchico è pure
un  poeta, un artista, un filosofo dal verbo alato, dai pensieri profondi
e dalle immagini sublimi..."
(Emile Armand)


Abele Ricieri Ferrari (Renzo Novatore) nasce 12 maggio del 1890  ad Arcola, un piccolo comune sulla riva destra del fiume Magra, a pochi chilomentri da La Spezia.
Figlio di un contadino di mezzadria, fin da tenera età preferisce i libri alla zappa, ma la sua formazione culturale è fortemente autodidatta. I suoi autori preferiti tra gli altri sono l'irlandese Oscar Wilde, il norvegese Henrik Ibsen, oltre che a Baudelaire e Nietzche, dei quali fu lettore accanito, conservando però sempre un forte spirito critico e autonomo che ne caratterizzerà il futuro carattere di anarchico individualista.
Il tempo e la cancellazione di gran parte dei suoi scritti durante il ventennio fascista, rendono la ricostruzione della sua vita tumultuosa,  un'impresa complessa.
Di fatto l'Italia del primo novecento si accorge di Novatore già nel 1910 quando  con altri ragazzi di Arcola viene accusato, per via del suo spirito anticlericale, dell'incendio della chiesa della Madonna degli Angeli e assolto per mancanza di prove.
Dal Casellario politico centrale si apprende che l'anno seguente si da alla macchia in seguito ad una accusa per
furto e rapina.
Nel 1912 viene congedato dopo poco più di un mese dal servizio militare, per ragioni ignote. Sul finire della
prima guerra mondiale, nel 1918, in seguito allo scarseggiamento di truppe, viene richiamato in servizio, ma dopo poco tempo si rende definitivamente irreperibile. A seguito di ciò viene imputato per diserzione e condannato in contumacia alla pena di morte. Arrestato alla fine del giugno 1919 è scarcerato il 12 settembre grazie alla provvidenziale amnistia.
Polemista e scrittore impareggiabile, troviamo le sue firme con molti pseudonimi diversi (oltre al famoso "Renzo Novatore", anche "Mario Ferrento", "Andrea Del Ferro", "Sibilla Vane", "Brunetta l'Incendiaria"ecc), su diversi giornali libertari dell'epoca, tra cui "il Libertario" di La Spezia diretto da Mario Binazzi, "Gli Scamiciati", "Cronaca Libertaria", "il Proletario", "Nichilismo" e l' "Iconoclasta!".
Proprio su quest'ultimo giornale si rende protagonista, nel 1920, di una feroce polemica con l'anarchico Camillo Berneri, che lo attaccava con parole da maestrino per motivi ideoligici. Novatore rispose invece a Berneri con parole
di fuoco: "Ma tu hai scambiato il grido eroico e sublime d'indomito vagabondo cercante disperatamente la dionistica libertà vera, per un bestiale grugnito animalesco. E sia! Forse non è colpa tua. Vi sono tante cose che l'educazione, la cultura e l'intelligenza sono insufficienti a comprendere. Per comprendere certi stati d'animo necessita soltanto una speciale ed originale sensibilità...".. E concludendo: "Ho quasi la ferma convinzione d'avervi servito come meritate e di avervi accontentato oltre ogni dire. Cercavate un bel maschio forte e virile sano di corpo e di mente che sapesse ben maneggiare la sferza per frustare un pò la vostra senile mentalità floscia ed avvizzita e lo avete trovato!"
Nel 1921 quando già i terribili venti del fascicmo imperversavano annunciò: "Nell'ozio, per svegliarci, faremo una rivista. Una rivista degna di noi o niente". Una rivista, da quanto si apprende dall' "Iconoclasta!", in cui - "saranno intitolati fascicoli che accoglieranno solamente l'opera di intelligenti spiriti liberissimi, scrittori ed artisti spregiudicati".
Dà così vita insieme all'amico Auro D'Arcola (alias Tintino Rasi) e al pittore futurista Giovanni Governato alla rivista "Vertice" di cui si conosce solo un numero, dopo, il clima in odore di regime e il perfezionismo di Novatore non ne decretarono una continuazione..
In seguito di un attacco delle squadracce fasciste alla sua abitazione di Arcola, dal quale si salva resistendo eroicamente con le bombe a mano asserragliato in casa, contro 3 camion zeppi di neri, si dà alla latitanza e si aggrega alla banda del bandito piemontese Sante Pollastri, detto "il terrore di Novi Ligure". Insieme alla banda del Pollastri che lo chiamerà "il mio maestro di pensiero", compie diverse rapine tra la Liguria ed il basso Piemonte.
Braccato dalla polizia, verrà ucciso il 29 novembre 1922 in un conflitto a fuoco con i Regi Carabinieri presso l'Osteria della Salute di Teglia, vicino Genova, in una operazione mirata ad acciuffare Sante Pollastri, che però riuscì a fuggire riparando in Francia.
Solo dopo diversi giorni la polizia riuscì ad identificare il corpo dell'ucciso di Teglia come quello di Renzo Novatore, ma la notizia giunse invece molto prima nell'ambiente anarchico internazionale. Le difficoltà di identificazione furono motivate dal fatto che l'ucciso portava con se, oltre che a 2 bombe sipe e un anello con una pastiglia di ciuanuro al suo interno, anche dei documenti falsi intestati all'amico pittore Giovanni Governato.
Alla notizia della morte di Novatore il movimento anarchico rispose con numerosi articoli sulle testate libertarie di tutto il mondo, e con gesti di solidarietà destinati alla moglie e ai suoi due figli rimasti ad Arcola.
Un anno dopo la sua scomparsa venne pubblicata la prima delle sue opere postume, "Al di sopra dell'arco" (1923). Seguirono: "Verso il nulla creatore" (1924), e "Il mio individualismo iconoclasta" (1949).
Venne sepolto in fretta in una fossa nel cimitero di Rivarolo, dove dopo pochi giorni comprarve sulla sua lapide una scritta: "Renzo Novatore, fratello caduto, ti vendicheremo!".
Il resto, ci pare, è silenzio.



 
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