ANARCHICI:
L´anarchismo come movimento storico si forma in Italia nel secondo ´800 come immediata scissione dalle teorie e dalle pratiche autoritarie (centralismo burocratico, calunnia come arma politica, sistemi d´indagine polizieschi, espulsioni unilaterali) che caratterizzano la prima internazionale di Marx ed Engels fin dai primi vagiti. Il primo comunista italiano, il primo lodato traduttore di un compendio divulgativo del Capitale, fu Carlo Cafiero (di Barletta). Ma egli fu anche il primo ad abbandonare i teorici tedeschi a favore della scelta antiautoritaria proposta da Bakunin. Da questo momento in su l´anarchismo italiano sarà un movimento tendente al comunismo libertario teorizzato in Italia proprio da Cafiero e da Malatesta, entrambi discepoli
di Bakunin, che ha alla sua base la massima libertà individuale  da ognuno secondo i suoi mezzi a ognuno secondo i suoi bisogni. Via via l´egoismo grandioso proposto da Max Stirner trova il suo terreno ideale di diffusione nell´anarchismo italiano fino a permearlo profondamente all´inizio del ´900. L´Unico diviene
uno dei testi base della formazione anti-ideologica degli anarchici italiani e lo è ancora oggi. Un ulteriore impennata l´individualismo radicale ed estremo di Stirner la subisce con la riproposta poetica di Nietzsche
che da Stirner trae succo e sangue.
Nietzsche un tratto della sua vita lo trascorse in Italia, a Torino, dove scrisse "Il crepuscolo degli idoli". Dobbiamo aggiungere che l´individualismo è una radicata tradizione nelle culture diversissime come le lingue degli italiani. Dal Sud al Nord, in modi diversi è viva una tradizione di rivolta individuale e gli attentati al re d´Italia di Passamonte e Acciarito, che certamente non conoscevano il pensiero di Max Stirner,  ne sono una riprova storica famosa. Possiamo affermare che l´essenza sovversiva dell´anarchismo italiano trova una delle sue sorgenti, mai inaridite, negli scritti di Stirner. E´grazie all´inesorabile critica di Stirner che all´anarchico non è più possibile, se non regredendo e sfigurandosi, ripiegare su tesi religiose o ideologiche. In una parola
è grazie all´ pensiero di Stirner che all´anarchico dovrebbe risultare impraticabile la scorciatoia autoritaria sia essa ideologica (laica) sia essa fideistica (religiosa),  accomunate dalla lotta incessante per l´ annichilimento dell´individuo. Che l´individualismo sia componente storica primigenia fondamentale per gli anarchici italiani è evidente dalla storia. Ma dal 29 luglio 1900, giorno dell´attentato alla pistola di Gaetano Bresci che con 2 palle su tre centra il cuore del Re Buono, detto anche re Mitraglia, Umberto I di Savoia, è però evidente che la pratica della rivolta della fierezza individuale è entrata a far parte, come forma di lotta contro l´oppressione, della pratica quotidiana del movimento anarchico, che non la rigetta ma la stima e per questo la sostiene ed è pronto a subirne le ritorsioni repressive. Dopo il regicidio la repressione in Italia fu feroce, ma,  salvo eccezioni, gli anarchici non si dissociarono ne rinnegarono Bresci,  cosa che fecero invece puntualmente i socialisti (Filippo Turati, leader supremo dei socialisti e avvocato, rifiuterà la difesa di Bresci, salvo dichiarare nelle sue lettere private che -aveva fatto bene -).  L´attentato di Bresci era nato in ambienti di anarchici tessitori Toscani (Prato) e Piemontesi (Biella) emigrati negli USA. In questi ambienti la tendenza antiorganizzatrice (Galleani)
e individualista (Ciancabilla) era presente con forza. Anche gli attentati contro Mussolini vedranno
protagonisti gli anarchici: Lucetti, Sbardellotto, Zamboni e Schirru, ben prima della Resistenza organizzata.
Ma miriadi di gesti di rivolta individuale vengono compiuti dagli anarchici. Dal soldato Masetti che spara sul colonnello che arringa le truppe prima di partire per la spedizione coloniale in Libia, poco prima della grande guerra mondiale, al giovanissimo partigiano Brusasco che lancia bombe a mano contro le truppe di occupazione nazifascista durante la seconda. E infiniti altri vengono regolarmente cancellati dalla storia scritta dal potere e dai suoi servi. Per verificare l´influenza di Stirner sui giovani anarchici italiani è indispensabile ricordare due giovani anarchici che hanno concluso tragicamente
la loro vita. Entrambi conoscevano, condividevano e praticavano il pensiero Stirneriano, Bruno Filippi ed il nostro
Renzo Novatore.

L´INDIVIDUALISMO ANARCHICO:
L´individualismo è la base imprescindibile dell´anarchismo. Chiunque voglia nominarsi anarchico senza riconoscersi individualista, si pone fuori dall´anarchismo. In altre parole, non esiste anarchismo non individualista. 

GLI ALTRI:
Esistono però altre forme di individualismo, alcune famose ed invasive, come l´individualismo borghese, antitetico ed incompatibile con quello anarchico. Lo stesso Errico Malatesta affermerà: "Tutti gli anarchici sono individualisti, non tutti gli individualisti sono anarchici".

INDIVIDUALISMO BORGHESE:

La borghesia dichiara l´individuo entità suprema. Come tale egli può utilizzare qualunque mezzo per affermare la sua preminenza sugli altri. Solo in cima ad una qualche gerarchia, l´individuo borghese si realizza. I disastri planetari portati dall´industrializzazione di questa forma mentis che caratterizza la borghesia capitalista sono davanti a tutti e si avviano a pregiudicare la vita stessa sulla terra. Ma quello che interessa qui è rimarcare la completa differenza ed incompatibilità fra l´individualismo borghese e quello anarchico, sia nei mezzi che nei fini. Nei fini, poiché capeggiare una qualche gerarchia umana o animale in genere, non è  - con tutta evidenza - un obiettivo anarchico ma è proprio quanto gli anarchici combattono. Nei mezzi perché l´utilizzo di "qualunque mezzo necessario" (recente slogan comunista e antica pratica comune a tutti gli autoritari) per raggiungere anche il più nobile degli obbiettivi, non è ammissibile dall´anarchico che tende alla coerenza del mezzo col fine. 

IL PIACERE CONTRO IL SACRIFICIO:

Altro aspetto non alienabile dell´opera di Stirner consiste nella dichiarata ricerca del piacere e delle gioie
dell´ unico in lotta contro il concetto e la pratica del sacrificio. Egli osserva infatti che "la consuetudine
della rinuncia ha raffredato le vampe del desiderio". Lampi che daranno l´impronta all´agire dei Dada di formazione anarchica come Man Ray "vivere per la libertà ed il piacere" ed in seguito dei surrealisti sinceramente rivoluzionari, pochi peraltro, come Benjamin Peret "Tutti gli uomini cercano la felicità" e la felicità "è il motivo di tutte le azioni degli uomini, anche di quelli che si impiccano" (da Pascal). Come gli
è naturale, fin dagli scritti minori Stirner lotta con ferocia contro ogni forma di edulcorazione e recupero del piacere "Realmente l´amore è l´ultima e più bella oppressione di noi stessi, la forma più gloriosa dell´annientamento di noi stessi e del sacrificio, la più gioiosa vittoria sull´egoismo" (da "Lo stato fondato sull´amore, considerazioni pregiudiziali" 1845). Nell´unico invece è più propositivo "O Leide, o Ninon,
quanto bene avete fatto a disprezzare quella pallida Virtù! Una libera "grisette" vale mille vergini incanutite nella virtù". Stirner predice la filosofia del protagonista dello Straniero di Camus che, condannato a morte, celebra i capelli della sua amata e umilia Dio. In Italia è soprattutto
Renzo Novatore che sviluppa nelle sue prose, ma anche nel vissuto, il concetto di libertà coniugata al piacere. Poi bisognerà attendere gli anni 80 per veder ripreso il filo di questo discorso interrotto in ambiente anarchico. Un esempio dell´importanza di cui si investe il piacere "qui e adesso" è la pratica diffusasi negli squat italiani della gratuità come azzeramento del valore del denaro ma soprattutto dei ruoli gestore-consumatore, ovvero la "bella vita".

IL LAVORO:
Inevitabile che Stirner arrivasse alla critica contro il lavoro. Cresciuto in un paese Luterano dove il lavoro è considerato la strada per la redenzione dal peccato originale e vedendo l´orrore e la devastazione provocati da tale sfacciata menzogna sulle vite degli uomini, Stirner seguendo la strada della teoria della massima liberazione dell´individuo non poteva non farlo a pezzi. Qui pur nella sua radicalità d´indagine Stirner si  colloca su posizioni che prefigurano quelle che saranno di li a poco dei teorici russi dell´Anarchia, ma che anticipano anche quelle della critica Situazionista  della 2° metà del `900. Stirner infatti rivendica l´indispensabilità " di creare un opera che sia un tutto". Il lavoro macchinale che rende schiavi "non ha nessuno scopo proprio, non riesce a nulla di compiuto". "Da un siffatto lavoro al servizio di un altro non può uscire alcun godimento" (L´Unico).
Stirner schierato dalla parte del piacere, contro l´alienazione del lavoro, rivendica l´intierezza che sarà cara ai situazionisti più di un secolo dopo. L´intierezza dell´agire costruttivo umano si realizzerà soltanto attraverso la riunificazione dei suoi vari aspetti. Stirner precede qui di qualche anno le critiche alla separazione fra lavoro manuale e lavoro intellettuale dei grandi anarchici della 2° metà dell´800 in special modo Bakunin e Kropotkin.  La critica al lavoro vedrà nell´anarchico vercellese Luigi Galleani un esponente di punta.
Galleani espone in un suo saggio del 1907 una definizione insuperata del lavoro inteso come imposizione sociale. Inutile ricordare che Luigi Galleani anarchico anti- organizzatore e avvocato della prosa ridondante è un attento estimatore di Stirner e di Nietzsche. "Il lavoro ha oggi carattere servile: Non si elegge liberamente secondo le proprie attitudini; non assicura soddisfazione di alcuna specie, né materiale, né morale; non riserva che rischi, umiliazioni, privazioni. Incerto, penoso, eccessivo, rimunerato in ragione inversa della sua durata, si cerca di malavoglia, si compie con disgusto, si subisce, insomma come un´espiazione, come una maledizione" (Luigi Galleani "La fine dell´anarchismo", 1907). 

COSTRUTTIVO:
Ma oltre a "peccare contro il concetto di Stato" e "ribellarsi al concetto di legge", (L´Unico) Stirner apre l´Unico riprendendo gli scritti raccolti ne "il falso principio della nostra educazione", con illuminazioni decisamente propositive che indicano, netta, una strada e non altre, suggestioni stranamente trascurate dai numerosissimi detrattori, ma pure, e questo fa riflettere dai suoi apologeti anche in campo anarchico. Nell´Unico si tratta propriamente della frase chiave che conferisce senso l´incipit: "Io ho riposto le mie brame nel nulla". Infatti la sua premessa verso la conclusione ci dice: "Io non sono già il nulla del vacuo, bensì il nulla creatore, il nulla dal quale io stesso creo ogni cosa". Conclude, dopo aver dato un calcio alla moralità "io non sono ne buono, ne cattivo", "Nessuna cosa mi sta a cuore più di me stesso". Tutti hanno notato una super-valutazione dell´individuo che esalta, per alcuni il meglio, per altri il peggio del pensiero occidentale. Quasi tutti per scopi ,bassamente egoistici, sorvolano sulla chiara e forte proposta di una vita creativa, che erompe inequivocabilmente dalla premessa. Per chi esprime la lucida passione di diffondere equivoci su questo aspetto basilare censurato di Stirner la lettura ideale è nel "Falso principio della nostra educazione", dove l´autore sviluppa in modo secco, sicuramente provocatorio, la questione centrale della creatività e la espone in modo che non si può più prestare a equivoci. "Bisognerebbe pertanto che ci si cacciasse in testa che il supremo obiettivo dell´uomo non è l´istruzione o l´incivilimento, bensì la libera creatività". 

DISUMANO STIRNER ANTI-UMANISTA:
E`lo Stirner che più amiamo, autore eccessivo che prelude nella sostanza alla filosofia visionaria e poetica di Nietzsche, che ci propone una veduta cruda che egli definisce "disumana" per interpretare l´anarchismo, un´ interpretazione che fa giustizia delle più propagandate versioni umanitarie-umaniste di Kropotkin e di Malatesta, ma soprattutto degli innumerevoli tentativi di presentare l´anarchia come un ideologia  (ovvero un Sistema di idee che investe tutta la vita dell´uomo) a scimmiottamento del marxismo. 

FUTURISMO: In Italia il provincialismo intellettuale e la conseguente tradizione ritardata didascalico-realista dell´Arte ha colpito fortemente le espressioni del movimento sovversivo ed emancipatore. L´unica decisa rivolta a questa palude stagnante è costituita dal Futurismo che basa le sue energie su personaggi come Carlo Carrà frequentatore e collaboratore di ambienti anarchici a Milano e a Londra con forti influenze Stirneriane. Egli stesso, nella sua biografia dichiarerà di essere un lettore di Stirner, di Nietzsche e di Kropotkin. Interessanti alcune impennate dello stesso Martinetti, che fin dal primo manifesto del 1909 pare apprezzare gli aspetti più clamorosi che discendono da Stirner "il gesto distruttore dei libertari". Notevole la radicalità di Mario Carli promotore del giornale dei futuristi fiumani ed in seguito, il fallito attentato che organizza con un anarchico individualista alla centrale elettrica di Milano. Ma con l´interventismo il futurismo abbandonerà a pochi anni dalla sua nascita l´impulso rivoluzionario per consolidarsi in accademia, ambendo  a diventare arte di regime con l´avvento del fascismo. Uguale storia sul versante della dittatura bolscevica seguirà il cubo-futurismo russo. Dopo il futurismo sarà il silenzio.
Anarchismo e Individualismo: filosofia e concetti
Per meglio comprendere e interpretare lo studio del pensiero di Renzo Novatore riporto qui di seguito i concetti fondamentali  dell'anarchismo individualista così come "il soldato del sogno" di Arcola lo concepiva, e che hanno come base il pesiero filosofico di Max Stirner.
Per informazioni, commenti e per aggiungere particolari sulla vita e le opere di Renzo Novatore, contattatemi tramite e-mail