Frasi, citazioni e aforismi
pronti - Dio che attesa! - non roverò disgusto a percorrere un tratto di cammino insieme a voi! Ma quando vi fermerete io continuerò la mia marcia folle e trionfale verso la grande e sublime conquista del Nulla!

- Io nella vita cerco la gioia dello spirito e la lussuriosa voluttà dell'istinto. E non m'importa sapere se queste abbiano le loro radici perverse entro la caverna del bene o entro i vorticosi abbissi del male.
(da "Vertice" 1921)

- La mia anima è un tempio sacrilego, in cui le campane del peccato e del crimine voluttuose e perverse, risuonano di rivolta e disperazione.

- Ti amo di un insuperabile amore. Ahimè da superare, perchè ben altro ci vuole in questo sanguinoso crespuscolo di una civiltà che ha fatto il suo tempo, suonata com'è l'ora di di insorgere e non soltanto con qualche antipatico e teorico ripugnante belato d'agnelli. (alla sua compagna Di Chiara Emma Rolla *1898 - +1980)

- Io sono un poeta strano e maledetto. Tutto ciò che è anormale e perverso esercita su di me un morboso fascino.
Il mio spirito, farfalla velenosa dalle sembianze divine, è attratto dei peccaminosi profumi che emanano i fiori del male.
("Una femmina" da "Il proletario", 1922)

- La mia libertà e i miei diritti sono tanti quanto la mia capacità di potenza. Anche la felicità e la grandezza  l'avrò solo in misura della mia forza!

- Ma a voi non posso offrire che l'ombra di me stesso. Se a voi preme trovarmi, io abito dietro quest'ambra.
(da "lconoclasta! 1920)

- Io ho varcato le soglie del bene e del male per vivere intensamente la mia vita. Io vivo oggi e non posso aspettare il domani. L'attesa è dei popoli e della umanità, perciò non può essere affare mio. L'avvenire è la maschera della paura. Il coraggio e la forza non hanno avvenire per il semplice fatto che sono essi stessi l'avvenire che si rivolta sul passato e lo distrugge. ("L'espropriatore" da "Iconoclasta!", 1919)

- Condannato a morte! ma come?! Ma se tutto il giorno vi fu nel cielo una frenetica danza di sole e di luce... Ma se tutto il giorno vi fu sulla terra una magica festa di profumo e di fiori, di musica e di poesia...

- Fratello, la mia esistenza ha in questi giorni acquistato la sua gioiosa e suprema ragion d'essere. La società che odio mi ha sentenziato la condanna a morte. Finalmente vivo con la bramante intensità, tutti i minuti, tutti gli attimi della mia vita; e il grido prepotente mi scoppia nel petto insidiato: voglio vivere, debbo vivere, vivrò, ora che son dannato. L'aspetto a piè fermo la jena insanguinata; sarò un mostro di ferocia...
(lettera all'amico Auro D'Arcola)

- Ho camminato con gioia infinita sulle vie del Dolore. Per compagno ebbi sempre il pericolo che amai come un fratello. E sulle labbra sempre l'ironico sorriso dei superiori e dei forti; negli occhi sereni la fascinatrice visione della tragedia eroica che solo comprendono i veri amanti della vita libera. Ero solo... Ma nell'ombra sapevo che stava nascosta un'ardita falange di coerenti ed audaci che vivevano la mia stessa vita! Ah, quanto amore sentivo per quell'anonima schiera... Che importa se gran parte di essi languiva da lungo tempo nel fondo di umide celle? Essi non si piegarono! Essi vissero, noi vivemmo ai margini della società da veri ribelli, da Iconoclasti intransigenti, oppure non curanti di ciò che poteva essere la tragedia finale.

- A me devono accostarsi soltanto coloro che gioiscono contemplando ardenti vulcani che lanciano verso le stelle le lave sinistre.... (...)
Ora tra il rogo ardente delle mie idee anch'io son diventato fiamma; e scotto, brucio, corrodo...
Io mi dichiaro in geurra aperta, palese e nascosta contro la Società: contro ogni Società!
(da "Iconoclasta!)

- Anche i rachitici intellettualoidi del tubercoloso conservatorismo liberale, come i malati di cronica sifilide democratica, fino agli eunuchi del socialismo ed agli anemici del comunismo, tutti parlano e posano ad Individualisti! Comprendo che non essendo l'Individualismo una scuola e tano meno un partito non può essere "unico"  ma è più vero ancora che gli Unici sono individualisti.. Ed io come unico balzo  sul campo di battaglia, snudo la mia spada e difendo le mie intime idee di individualista estremo, di Unico indiscutibile...

- Nessun avvenire e nessuna umanità, nessun comunismo e nessuna anarchia valgono il sacrificio della mia vita. Dal giorno che mi sono scopperto ho considerato me stesso come META suprema.
(da "Vertice", 1921)

- Solo il luccicar delle stelle, lo scorrere dei fiumi, il mormorio della foresta, dicono qualche cosa di ciò che vive in me. Chi non comprende le strane sinfonie della natura non può comprendere le strofe sonore delle mie maliarde canzoni. ("Al di sopra delle due anarchie", da "Vertice", 1921)

- Che importa s'io devo vivere fra immense ondate di tenebra? Non sono forse io fatto di luce e di fiamma?
Io non ho mai veduto una cosa più bella dell'Anima della Notte! O Notte! O tenebra in cui scroscia e rimbomba il sarcastico riso della mia grande Vittoria sul Passato...
(da il "Libertario, 1920)

- Qualcuno mi obietterà che in quest'Alba vermiglia, in questa grandiosa voglia d'armi e di guerra ove risuonano fragorosamente le note vibranti e fatidiche del gran crepuscolo dei vecchi Dei, mentre all'orizzonte già sorgono i raggi biondi e dorati d'un ridente avvenire, non è Bene partorire alla luce del sole certi intimi e "delittuosi" pensieri....
E' una vecchia quanto stupida storia! Ho ventinove anni, sono quindici che milito in campo libertario e vivo anarchicamente, e mi si è sempre detto le stesse, le stessissime cose: "per amore della concordia...". "Per amore della propaganda...". "Per la prossima rivoluzione sociale e rendentrice...".
Per... me a che pro continuare? Basta! Non pocco più tacere!

- Il mio non è un pensiero o una teoria, ma uno stato d'animo, un modo parrticolare di sentire. Quando sentirò il bisogno di mettere decisamente in libertà i miei Centauri e i miei furenti stalloni, sarà intorno a me un'orgia pazza d'amore e di sangue, perchè io sono, lo sento, ciò che gli abitanti delle paludi morali della società chiamano "delinquente comune".

- Ho per principio la Vita, e per fine la Morte. Voglio vivere intensamente la mias Vita per abbracciare tragicamente la mia Morte.

- Io sono un uomo sbagliato. Ma sono quel che sono, non importa cosa. E il gracidare di queste multicolori cornacchie altro non serve che a rallegrare la mia nobile e personale saggezza. Non udite, o scimmie apostoliche dell'umanità e del divenire sociale, qualche cosa che rimbomba al di sopra dei vostri fantasmi? Udite!, Udite! E' lo scrosciare saettante delle mie furibonde risate, che su nell'alto rimbomba!

- Ho trovato degli amici che mi assomigliano un poco per la ragione ch'io somiglio un poco a loro, e di comune accordo abbiamo deliberato di costruirci una casa di cristallo sulle rocce di un VERTICE.
(presentazione della Rivista "Vertice", 1921)

- Io non annuncio e non prometto nulla. Troppi sono i bugiardi che annunciano agli uomini la possibilità di una nuova vita e ancor più sono i volgari plebei dello spirito che promettono al mondo, novelli Gesù, con il loro sangue irredento.
Chi sono? Non lo so! Non posso definirmi... So di essere un impasto di Modestia e di Orgoglio, di Saggezza e d'Ignoranza, di Vizio e di Virtù, di Viltà e di Eroismo, di Luce e di Tenebra, di Logica e di Assurdità. Mi avverto come un essere sospeso sopra l'abisso di una profondità inesplorata, con l'occhio fisso verso un lontano culmine che forse è una chimera.
(da "A guisa di rapprensentazione", editoriale del primo numero di "Vertice")

- Sull'arcobaleno del Sole il Folle la vita cavalca. La Gloria con occhio perverso lo guarda dal Vertice estremo.

- Il nostro sogno di una rivista è infranto. Quando parla la dinamite la penna tace.


- Dovrò COLPIRE! Lo sento... Lo sento! Lo sento! Lo sento! Io sono un astro che volge verso un tramonto tragico.

- Il mondo esteriore sta ormai travolgendomi, ma io non cadrò senza un ultimo gesto di ribellione.

ANARCHIA :
- Oggi cerco un'ora di furibonda anarchia e, per quell'ora darei tutti i miei sogni, tutti i miei amori, tutta la mia vita.

- Anarchico è colui che dopo una lunga, affannosa e disperata ricerca ha trovato sè stesso e si è posto, sdegnoso e superbo "sui margini della società" negando a qualsiasi il diritto di giudicarlo.
("I fiori selvaggi" da "Cronaca Libertaria, 1917)

- L'anarchia è per me un mezzo per giungere alla realizzazione dell'individuo; e non l'individuo un mezzo per la realizzazione di quella. Se così fosse anche l'anarchia sarebbe un fantasma. Se i deboli SOGNANO l'anarchia per un fine sociale; i forti PRATICANO l'anarchia come un mezzo d'individuazione.  (da "I canti del meriggio")

- L'individualismo com'io lo sento, lo comprendo e lo intendo, non ha per fine nè il Socialismo, nè il Comunismo,
nè l'Umanità. L'individualismo ha per fine se stesso.

- L'Anarchia è negli spiriti liberi, nell'istinto dei grandi ribelli e nelle anime grandi e superiori.
L'Anarchia è l'intimo mistero animatore delle incomprese unicità, forti perchè sole, nobili perchè hanno il coraggio della solitudine e dell'amore, aristocratiche perchè sprezzanti della volgarità, eroiche perchè contro tutti...
Anarchico è colui che si nega a tutte le cause per la gioia della propria vita irradiata dall'interiore intensità dello spirito.
("Al di sopra delle due anarchie" da "Vertice", 1921)

- L'anarchico, oltre ad essere il più grande ribelle ha pure il vanto di essere un Re. Il Re di se stesso s'intende!

- Siate orgogliosi e fieri della vostra azione, perchè è solo dalla disobbedienza e dalla rivolta che nasce un fulgido raggio di bellezza umana. Salve a voi o anarchici del fatto! Salve a voi o uomini fratelli!
(da "Il Liberario)

- Se è vero che l'anarchia è un irraggiungibile sogno di poeti, l'anarchico sarà un nobile e sublime "delinquesnte" per l'eternità.

- Ogni società che voi costruirete avrà i suoi margini e sui margini di ogni Società si aggireranno i vagabondi eroici e scapigliati, dai pensieri vergini e selvaggi che solo sanno vivere preparando sempre nuovo e formidabili esplosioni ribelli! Io sarò tra quelli!

- Io vivo un'anarchia amozionale che è negli spiriti liberi, nell'istinto dei grandi ribelli e nelle anime grandi e superiori.

- Abbiamo piena coscienza di ciò che siamo stati e che siamo, e sappiamo con precisione chiara e netta ciò che vogliamo.

- Chi accetta una causa sociale, collettiva ed umana, non è nella pura Anarchia del libero istinto vergine e originale dell'antropocentrico inammissibile e negatore.

- Io, anarchico individualista, non voglio e non posso sposare la causa del comunismo ateo, perchè non credo alla suprema elevazione delle folle e perciò nego la realizzazione dell'Anarchia intesa come forma sociale di convivenza umana.

- Noi lanceremo sui tetti della città addormentata la nostra pietra risvegliatrice! Noi solitari...
Oh sì, Anche coloro che stanno placidamente avvolti nel manto di Morfeo noi rscveglieremo!
Essi dovranno imparare a seguire noi che, piccolo pugno di audaci, balzammo in piedi con chiuso nel pugno il nostro grandioso destino e, sprezzanti di solro che il letargico sonno ha già consegnato alla morte, trionfalmente marciamo verso le eccelse vette dove schiantano i fulmini della nostra spirituale tragedia e della nostra materiale epopea.

- Rsipettate gli spiriti che vivono nell'Avvenire! Il nostro sguardo si fissa intensamente ai porti dell'Isola beata che si erge al di là del bene e al di là del male. E' là ove germinano i fiori verdi e sevaggi delle nostre più belle speranze!
E' là, verso quell'Isola, che volge ansiosamente la prora dorata della nostra Nave!
("Alla conquista di novelle aurore" da "Il libertario", 1917)

- ...La vera libertà, un privilegio dei despoti che dominano e dei grandi ribelli che non sanno ubbidire. Ma gli uni e gli altri sono fuori dalla legge e dalla regola, sono fuori dalla mediocrità.

- Arroventiamo la penna nel fuoco vulcanico dello spirito nostro negatore; intingiamola nel nostro cuore gagliardo, gonfio di sangue ribelle e, nell'atea luce dell'anima nostra, scriviamo, scriviamo....
Scriviamo così, rapidamente, senza vane ricerche letterarie, senza ripugnanti ideologie teoriche, senza bigotte e sentimentali sdolcinature da isterici e politicanti, avvolti solo nel manto della nostra furibonda passione! Scriviamo soltanto parole di sangue, di fuoco e di luce! Scricchiola, striscia o mia ruvida penna di fuoco e di energia sul bianco candore di questo foglio, come striscia una lingua di vipera sulla tenera gola di un bambino innocente per dargli, col veleno, la morte.
("Verso L'uragano" da Il Libertario, 1919)

- Che il poeta tramuti in pugnale la sua lira! Che il filosofo tramuti in bomba la sua sonda! Che il pescatore tramuti il suo remo in formidabile scure.
E il nostro odio ride... Ride rosso. Avanti! Avanti per l'integrale conquista dell'Individualità e della Vita!

(parole conclusive del poema "Verso il nulla creatore")


AL POPOLO E ALLA PLEBE:
- Già si odono in lontananza gli squilli delle trombe guerriere annuncianti gli invincibili attacchi degli Unici contro i fantasmi: Stato, Società, Dio, Umanità... Impallidite e fuggite trascinado nel baratro del nulla eterno tutti i satelliti vostri; è la falange ribelle dei Liberi e degli Iconoclasti che avanza implacabile nel turbinoso cielo dell'avvenire.
(al popolo armato mentre Torino insorgeva contro la guerra nel 1919)

- Ah! plebe! plebe! Non hai dunque tu ancora compreso il suo linguaggio? Povera plebe! E pensare che anche i ciechi dovrebbero accorgersi ormai che chi non sa accettare l'eterna guerra per la propria affermazione ed il trionfo, deve accettare l'eterna schiavitù per il trionfo dei favolosi fantasmi, nemici dichiarati dell' IO. Sì, o plebe, io mi sono deciso ad essere, una volta tanto, sincero fino in fondo con te. Ed ecco che cosa ti dice la mia sincerità: Oggi tu ti sacrifichi sulle insanguinate trincee per una causa non tua, domani potrai forse sacrificarti nelle contrade insanguinate della Rivoluzione, per permettere poi che un nuovo verme parassitario e corroditore sorga sui mari di sangue uscito a caldi e fumanti fiotti dalle tue vene bronzee per ergersi a nuovo idolo a sedersi sopra di te proprio al pari dell'antico Dio...
Tu vuoi continuare ancora a vivere inginocchiata. Ma io ho compreso la vita. E chi ha compreso la vita non può vivere inginocchiato.


LA GUERRA E IL FASCISMO:
- E le rane paretirono... Partirono verso il regno della suprema viltà umama. Partirono verso il fango di tutte le trincee. Partirono.... E la morte venne! Venne  ebbra di sangue e danzò macabramente sul mondo.
Danzò con peidi di folgore... Danzò e rise... Rise e danzò... Per cinque lunghi anni.
Ah, Come è volgare la morte che danza senza avere sul dorso le ali di un'idea...
Che cosa idiota morire senza sapere il perchè...
(dal poema "Verso il nulla creatore")

- L'individuo deve negare a se stesso la guerra dei padroni, disertando l'inutile tragedia che interessa solo costoro.

-Compagni! Il sangue scorre a torrenti ai confini di questo lembo di terra chiamato Italia. La politica di chi ci governa è ferocemente e spudoratamente cinica, poichè in una bella notte quando tutti saranno ubriacati dal veleno di tutti i falsi "sovversivi" interventisti (e... patriotticamente guerrafondai) e i torrenti di sangue andranno maggiormente sgorgando ai nostri confini, il Governo italico ci tufferà dentro il tricolore e all'alba ci dirà che è necessario difendersi (dichiarando guerra al "nemico d'oltre frontiera").
(da "Il libertario",1914)

- Oh, se vi considerassi ancora degni del nostro disprezzo! Se potessimo ancora onorarvi della nostra sferza! Ma la mota con la quale avete sostituito il vostro cervello ed il vostro cuore, l'avete raccolta in paludi troppo pestifere per potervi ancora degnare di tutto ciò!
(accusa contro gli ex libertari divenuti interventisti)

- Vi sono dei momenti nella vita, dei momenti angosciosi e strazianti, nei quali il pianto è solo dei forti, degli audaci, di coloro che nuotano disperatamente contro il torrente...
Oh, essi caddero i "pochi"! Caddero nel fango insanguinato delle trincee, con il cuore orribilmente squarciato dalla polvere e dal ferro omicida... Eppure entro quei cuori generosi e buoni vi stava chiuso tutto un superbo e grandioso sogno d'amore...

- Tacito fu implacabilmente inesorabile contro tutti i responsabili delle guerre atroci che devastarono tutta l'umanità dei tempi suoi. Ma tacito visse in una di quelle infelici(?) epoche in cui le guerre venivano chiamate "barbarie" anche dai grandi storici come Egli stesso era. Mentre invece al secolo nostro e di Benedetto Croce, la guerra chiamasi "civiltà"! Quando si dice i tempi!...

- Lucrezio, il quale visse in un'epoca satura di orrori guerreschi, cantava i suoi carmi alla Venere, dea dell'Amore, supplicandola di placare le ire feroci di Marte.
Gabriele D'Annunzio, improvvisatosi a novello Omero(?), pizzica la sua lira facendone scaturire l'osanna al bestiale dio della guerra acciocchè possa diventare ancor più bestiale e crudele. Anche questa potrebbe essere una questione dei tempi, ma io credo che sia piuttosto una questione di vanità e di... quattrini!


LA POLEMICA CON CAMILLO BERNERI: (da l"Iconoclasta!, 1921)
- Ma tu hai scambiato il grido eroico e sublime dell'indomito vagabondo cercante disperatamente la dionistica Libertà vera per il un bestiale grugnito animalesco. E sia! Forse non è tua la colpa. Vi sono tante cose che l'erudizione, la cultura e l'intelligenza sono insufficienti a comprendere. Per comprendere certi stati d'animo necessita soltanto una speciale ed originale sensibilità...

- Ho quasi la ferma convinzione d'avervi servito come meritate e di avervi accontentato oltre ogni dire. Cercavate un bel maschio forte e virile sano di corpo e di mente che sapesse bene maneggiare la sferza per frustare un pò la vostra senile mentalità floscia ed avvizzita e lo avete trovato!

L'AMICIZIA E GLI AMICI:
- Io credo che quando non sia possibile fidarsi dell'amicizia di un essere, il meno che si possa fare è considerarsi
suo nemico.

- Apprezzo sinceramente coloro che respingono le affettuosità del mio cuore. Essi sono degni della mia spada. Debbo essere chiaro: posseggo un cuore e una spada, e tanto all'uno come all'altra piace essere prodighi.

- Io sono un solitario, perchè odio gli uomini che fanno legge del vivere in comunità, mentre apprezzo coloro che sanno restar soli.

- Il sentimento della solitudine è il più elevato fra tutti i sentimenti umani. Appartiene allo stesso tempo alla forza e alla bellezza. Inoltre i solitari sono gli uomini che più benefici hanno sparso sopra l'umanità. Ed è per ciò che l'Umanità "riconoscente" li disprezza.
In sintesi: il solitario sceglie pochi amici, perchè ripugna l'iposcrisia e la menzogna.


- Io appartengo alla razza più estrema dei vagabondi dello spirito: alla razza "maledetta" dell'inammissibile e degli insofferenti. Non amo nulla di ciò che è conosciuto, e anche gli amici sono quelli ignoti.
Mi sono liberato dalla schivitù dell'amore per sentirmi libero nell'odio e nel disprezzo...
Io sogno! Sogno una grande e tremenda rivolta di tutti coloro che sono impalliditi nelle lunghe attese. Sogno il risveglio satanico di tutto ciò che vive incatenato... Deve essere bello accendere i roghi nella notte! Vedere i centauri della morte correre tutte le contrade del mondo cavalcati e spronati dai tragici eroi impalliditi nelle lunghe attese: Vedere gli spiriti della Rivolta e della Negazione ballare sovrani sul mondo!
(da "I canti del Meriggio")

- Voi aspettate la rivoluzione! E sia! La mia è da molto tempo incominciata! Quando sarete










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