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Sulla via di Costantinopoli:

un Veneziano attraversa le Terre romene

M. Marcella Ferraccioli

Gianfranco Giraudo

Università di Venezia

"Egli fu sempre attaccato alle buone massime, e in conseguenza alienissimo dai perversi moderni principi. Era attaccatissimo al nostro passato dolce Governo, di cui non posso ricordarmi senza le lagrime agli occhi. E’ fornito di abilità, e la sua probità può essere eguagliata, ma non mai superata. Ebbe una prova evidente della pub.ca approvazione quando fu ultimamente destinato a Costantinopoli a rimpiazzare un Posto dei più gelosi e delicati. Per tutti questi motivi avvalorati dall’amicizia che a Lui professo lo accompagno a Voi con questo mio foglio pregandovi ad aver in riflesso le mie raccomandazioni non lasciando ozioso chi potrebbe esser utile alle vostre viste tendenti unicamente al pub.co bene, e nel maggior vantaggio del sovrano" [1].

Così scrive Agostino Garzoni - del quale Camillo Giacomazzi era stato Segretario, allorché quegli era Bailo a Costantinopoli - ad Andrea Querini, il 10 marzo 1798, ad appena quattro mesi dalla caduta della Serenissima e dall’insediamento a Venezia dell’Imperial Regio Governo. I patrizi veneti sembrano accettare più volentieri di essere sudditi di un Impero - al cui protettorato avevano avuto tutto il tempo di adattarsi - che cittadini di una per loro perniciosa ed incomprensibile Repubblica democratica.

Camillo Giacomazzi era partito come patrizio suddito della Serenissima per l’ennesimo viaggio a Costantinopoli; nell’agosto del 1797, affronta da "cittadino" il fastidioso - ma ben altri fastidi evidentemente lo affliggono - viaggio di ritorno via terra. Prudentemente egli chiede per sé e per un proprio servo un passaporto individuale [2], staccandosi dal seguito del Bailo Ferigo Foscari, e si ferma in territorio imperiale, a Trieste, sino all’inizio del 1798, allorché rientra a Venezia, munito, oltre che della citata lettera commendatizia, anche di altre ottenute grazie al favore di cui godeva all’Ambasciata imperiale presso la Porta.

Pochi mesi dopo, già installato nel "pubblico servizio" dell’Imperial Regio Governo, riceve le congratulazioni di un antico estimatore, un diplomatico austriaco della cui amicizia aveva goduto per lunghi anni a Costantinopoli:

"Je m’impresse à Vous exprimer toute le gout que je prends à la préférence honorable, que le choise de la Cour I:le vous a donnè par mi tous vos collegues et confreres; c’est une preuve de ce que je vuos disois souvent, que le mérite chez nous est un moyen beaucous plus, sur de réusoir que l’intrigue. Le service Imp:l acquiert aussi en vous un employé utile dons je connois de’ pouis dix neuf ans les sentimens et la capacitè fortifiès et étendus par l’age, et par l’experience" [3].

Il suo carattere di "uomo per tutte le stagioni" è ripetutamente sottolineato negli encomî ufficiali che riceve nell’esercizio delle sue funzioni. A leggere il suo lunghissimo curriculum par quasi che quegli anni travagliati per l’Europa - e per Venezia in particolare - siano trascorsi senza scosse, come se l’avvicendarsi dei regimi fosse meno importante dell’avvicendarsi delle stagioni. In quanto patrizio veneto, gli era stato insegnato a diffidare dei "perversi principi moderni", ma anche - e soprattutto - a considerare il "pubblico servizio" come dovere imprescindibile e massimo premio per ogni persona del suo ceto. I Governi passano, ma ogni nuovo Governo ha bisogno di zelanti e leali funzionari, le cui qualità siano state già collaudate.

Ci limitiamo qui a due esempi di come queste sue qualità abbiano continuato ad essere apprezzate. In una lettera di elogio, in data 10 febbraio 1806, per l’attività svolta in qualità di Segretario della Deputazione degli Alloggi Militari leggiamo:

"A quella fiducia ben giustamente riposta nell’istancabile attività, zelante impegno, ed esattezza del Sig:r Camillo Giacomazzi nella sostenuta ispezione di Delegato all’Uff:o agli Alloggi in momenti li più difficili, corrispose Egli con distinto merito..." [4].

Nel Decreto di nomina a Sub-Delegato del Ministro per il Culto, in data 8 settembre 1809, il suo superiore così si esprime:

"[...] mi compiaccio di darle una prova della fiducia che nutro per Lei, di assicurare coll’istancabile sua attività, col zelo, e lumi che La distinguono, e col leale attaccamento che Lei professa al Governo [...]" [5].

Dopo la sua morte il fratello maggiore Giuseppe, all’ombra del quale era vissuto per lunghi anni, fece porre nella chiesa di San Sebastiano una lapide, il cui testo esprime bene il senso malinconico di un’esistenza spesa prima a servire una Patria allo stremo e poi a prestare ad altri le qualità da essa apprese:

"QVI GIACE IL NOBIL CONTE CAMILLO GIACOMAZZI VENETO ZELANTE NELLI SOSTENVTI IMPIEGHI PVBBLICI PROBO BENEFICO. MORì DI ANNI LXXX PER IL PIV COMMOVENTE CASO LI XXIII OTTOBRE MDCCCXXXIII. A LVI IL DOLENTE FRATELLO CONSACRA QUESTA MEMORIA" [6].

Gli incarichi ufficiali da lui ricoperti in vita, la cui documentazione è stata da lui puntigliosamente conservata ed ordinata, non sono stati di grande rilievo, anche se spesso era chiamato ad uffici nei quali c’era bisogno di metter ordine con discrezione; per lo più egli ha lavorato agli ordini, nell’ombra e con la condiscendente approvazione del potente di turno. Ha svolto anche "secrete missioni" ed incarichi delicati - se non inconfessabili -, ma su questi è sempre stato estremamente reticente, salvo che nelle lettere al fratello Giuseppe, lettere nelle quali, in assenza di qualsivoglia segno esteriore di affetto fraterno, parla di ciò che normalmente tace e chiede rispettosamente consiglio.

La sua cultura sembra essere quella di un diligente dilettante e, comunque, strettamente legata alle esigenze del servizio:

"Quanto a coltura di spirito, e a cognizioni storiche, egli se l’aveva procacciate parte col continuo uso negli incarichi pubblici, parte colla frequentissima lettura di storie civili e politiche, delle quali lasciò buona raccolta nella dimestica sua libreria che legò ad uno de’ suoi più distinti amici e verso il quale professava la ben dovuta estimazione; il perchè fino dai primi tempi della carriera sua diplomatica andava notando per via di diario o di giornale le cose accadute a lui o ad altri; aveva raccolto imporatanti memorie relative spezialmente agli ultimi avvenimenti della Repubblica, e ai principali soggetti che in questi ultimi anni figurarono; e dilettavasi poi di tradurre dalla francese nella nostra lingua le opere storico-politiche moderne che potevano capitargli alle mani" [7].

E’ lo stesso Giacomazzi che, nella prefazione ad una sua traduzione, spiega quali opere, al di là del caso che gliele fa trovare, attirano la sua attenzione e quali criterî segue nell’approccio ad esse:

"Li aneddoti della vita di Carlo Decimo Rè di Francia avendo un im ediato rapporto con la Rivoluzione ivi nel 1829, non poteva a meno dell’interessare chi da lunga stagione ha dovuto occuparsi delli affari Politici [...]. Costante però nei principii professati sin dalli primordii della mia età, e da miei maggiori tramandatimi, ho ommesso tutto ciò che offendere poteva la Religione, li Troni e la Morale" [8].

Sempre per impegni legati al servizio Camillo Giacomazzi ha dovuto viaggiare, ed è questo l’unico caso cui lo zelante esecutore di qualsiasi ordine impartito da qualsiasi superiore esprime qualche perplessità ed è restio ad obbedire. Ciò avviene soprattutto quando è costretto ad affrontare lunghi viaggi per via di terra, i cui disagi lo infastidiscono, così come lo terrorizza la vista delle montagne: il Balkan, dall’alto dei suoi 1500 metri, gli sembra l’ "orrido (nel senso del latino horrere "far drizzare i capelli") monte", e una notte passata ai suoi piedi un indicibile incubo [9]. Altrettanto iperbolicamente espresso è il suo entusiasmo per una terra la cui armonia non è deturpata da "brutte" (nel senso del latino abruptus "scosceso") elevazioni:

"Alli primi albori del giorno seguente si continuò, e solo verso il mezzodì si terminò la montagna, entrando in una deliziosa immensa pianura con ottima strada" [10] .

Dell’ultimo suo viaggio per via di terra da Costantinopoli a Venezia, quello dell’agosto-ottobre 1797, ha conservato soltanto le lettere del suo superiore di turno, il Bailo Ferigo Foscari, che si lamenta di un voyage tres pènible [11] e implora un "logement comode" [12].

Di due viaggi - nel 1793 da Costantinopoli a Venezia e nel 1794 nella direzione opposta - il Giacomazzi ha lasciato descrizioni accurate esattamente come ci si poteva aspettare da lui. Non dimenticando la propria, seppur ufficiosa, professione di "informatore" egli fornisce dati sulla dislocazione e la consistenza delle postazioni militari; di ogni centro abitqto enumera tutti i luoghi di culto e dà indicazioni sulla distribuzione della popolazione tra le diverse confessioni, problema questo della convivenza di diverse fedi che all’epoca preoccupava non poco il governo della Serenissima.

Inoltre il Giacomazzi annota i nomi dei luoghi così come li sente - e li capisce -; registra le distanze ed i tempi di percorrenza tra una stazione di posta e l’altra, nonché lo stato delle strade; si sofferma sulla qualità degli alloggi e del cibo, nonché, soprattutto, del vino. Sotto questo aspetto le sue relazioni sembrano piuttosto manuali di sopravvivenza ad uso di quanti sarebbero stati costretti ad affrontare i disagi che egli ha stoicamente superati.

Di seguito diamo il catalogo dei codici dell’archivio di Camillo Giacomazzi, acquisiti dal Cicogna verosimilmente già nei primi anni ‘40; diamo poi la trascrizione dei passi delle due relazioni riguardanti Valacchia e Transilvania, corredandola del minimo apparato necessario alla comprensione del testo ed alla identificazione dei luoghi [13] .

 

 

Cod. Cic. 65

Codicetto cartaceo di 610 pp.

20 saggi sulla Chiesa Greca.

[autografo di C.G.]

 

Cod. Cic. 131

Codicetto cartaceo di XII + 205 pp.

[Di mano del Cicogna:] Il Conte Camillo Giacomazzi / che non era li più felici traduttori / o scrittori.

Saggio / Della Vita / di Carlo Decimo / Rè di Francia / versione dall’idioma Francese [14] / Con / Illustrazioni del Traduttore.

[autografo di C.G.]

 

Cod. Cic. 138

Codicetto cartaceo di 117 pp.

Saggi / sull’Armenia. [di mano del Cicogna:] di pugno del raccoglitore Co. / Camillo Giacomazzi

 

Cod. Cic. 750

Filza contenente 12 fascicoli; lettere di diversi a C. G.

fasc. 1. Lettere scrittemi da varij Senatori [sopra la riga di mano del Cicogna:ed amici] nel frattempo delle esterne / mie Missioni, e da tenersi conto poiché comprovanti quale / fosse la Minisl mia condotta

fasc. 2. Lettere / di alcuni Senatori

fasc. 3. Lettere del NH Daniel Renier / a me dirette / e meritevoli di tenersene conto

fasc. 4. Lettere / NH Angelo Ma Gabriel / Inquisitore di Stato

fasc. 5. Lettere / Circospto Marc’ Anto Sanfermo / Segrio del Senato

fasc. 6. Lettere / Del Senatore e Provr Genl in Dalmazia ed Albania / SE Angelo Diedo

fasc. 7. Cos pli / 1797 19 Agosto / Comendatizia stami [sic!] rilascia da S:E: Barone d’Herbert= / Rastkeal Internunzio Austriaco a Cos pli...

fasc. 8. Lettere delli Baili Ferigo Foscari / e Vendramin a me dirette / e meritevoli di essere conservate

fasc. 9. Lettere del bailo Andrea Memmo / a me dirette / E da doversene tener conto

fasc. 10. Alcuni Affari riservati

fasc. 11. Lettere / A me dirette dal Cavr Girolamo Zulian / Savio del Consiglio, Ambasr a Roma, poi Bailo a Cos pli.

fasc. 12. [di mano del Cicogna:] Altre lettere / a / Camillo Giacomazzi

 

Cod. Cic. 762

Codicetto cartaceo di 51pp.

Aneddoti / e Detti Arguti / Di Passatempo / [di mano del Cicogna:] Raccolti dal fu Conte / Camillo Giacomazzi

 

Cod. Cic. 1337-1338

Due codici cartacei di 599 pp. complessive.

Saggi della Storia del Signor / Bignon / Li Cabinetti, e li Popoli [15] / versione dall’edizione Francese / con Note critiche del Traduttore. / Ed aggiunte.

[autografo di C.G.]

 

Cod.Cic.1633

Contiene 4 pezze.

VIAGGI E / VILLEGGIATURE / DEL / CO: CAMILLO / GIACOMAZZI / SEGRETARIO DI / AMBASCIATA.

n.°1 8 c. non numerate.

Giornale del mio Viaggio di ritorno da Costantinopoli nel 1798 [ di mano del Cicogna corretto "1798" in "1789" ed aggiunto:] Autografo del / Conte Camillo Giacomazzi / patrizio Veneto.

n.°2 43 c. non numerate.

Viaggio (non autografo) / del Conte Camillo Giacomazzi / Aprile = e Giugno 1793.

n.°3 codicetto cartaceo, 119 pp. + 8 c. non numerate

Giornale / della / mia andata a Cospli / via di terra / in quest’anno 1794./ [di mano del Cicogna:] Autografo del Conte / Camillo Giacomazzi / patrizio veneto.

n.°4 codice cartaceo, 105 c. non numerate

Diarii / delle mie Gite in Terra Ferma / Dall’anno 1810 / In poi./ [di mano del Cicogna:] Autografo del conte Camillo Giacomazzi / già Segretario della Veneta / Repubblica.

 

Cod. Cic. 2307

Codice cartaceo di 223 pp.

La Leggenda dei Veneziani / ossia / Compendio delle loro Storie, nelle quali / viene comprovata la giustizia dell’ / attual guerra contro di Essi / Del Sig:r Lamere [sic!] [16] dell’Annonia / Leone 1509 / con privilegio di anni 3. / Recato nell’Italiano / da C:G: / con annotazioni, illustrazioni, / ed’ aggiunte. / Venezia 1829.

[autografo di C.G.]

 

Cod. Cic. 2979

Filza contenente 12 fascicoli, sec.XVIII.

fasc. 1. contiene 3 pezze

Raccolta / di / Dispacci delle presso le quali ho / prestato Po servizio di Segrio d’Amb.ta / quali comendano le mie direzioni

n.°3 5 c. non numerate

Attestazioni di merito per la cura dell’Archivio del Bailaggio

c. 1 Copia di Articolo di Dispo de’ N.°57 dell’Eccmo Girolamo Zulian Cav.r / in data 9 Agosto 1786

"Essi Drag.ni mi anno spedito per Espresso l’avviso del grave pericolo in cui si attrovano il Bailaggio per la prossimità dell’incendio, ed è subito partito di qui questo Fedmo Segr.rio Camillo Giacomazzi con lodevole, ed utilissima sollecitudine. Ad Esso ed alla Sua prudente condotta, assistita dalla natural Sua attività [...] è intieramente dovuta la preservazione di quella casa, ed io non posso per giustizia scemare a Lui niente di merito per assumerne una parte".

fasc. 2. contiene 4 pezze, 6 maggio 1778-10 settembre 1797

Quattro Decreti delle mie destinazioni in Segrio / d’Ambta presso li 4 Baili in Costantli Memmo / Garzoni, Zulian, e Foscari

fasc. 3. contiene 2 pezze

1778 26 Geno=Mia promozione alla Cancelleria Ducale

fasc. 4. contiene 2 pezze

n..°1 9 c. non numerate

Documenti de Publici Serviggi prestati dal Signor camillo / Giacomazzi del fu Angelo Maria nativo di Venezia, ed Estrati / da Autentici presso di lui esistenti, ed ostensibili ad ogni occorrenza / .

1. elezione alla Cancelleria Ducale, 26 gennaio 1777 M.V.

2. nomina a Coadiutore del fratello Giuseppe, Segretario d’Ambasciata a Costantinopoli, 6 maggio 1778.

3. idem, 3 giugno 1781.

4.1 attestato di servizio prestato presso il Bailo Andrea Memmo di Giuseppe Camillo Giacomazzi, 6 settembre 1783.

4.2 lettera del bailo Agostino Garzoni che elogia C.G. per il salvataggio e la conservazione dell’Archivio.

5. nomina di C.G. Segretario del Bailo Girolamo Zulian, 22 luglio 1785.

6. lo stesso del doc. 4.2, 10 novembre 1785.

7. idem, 9 agosto 1786.

8. attestato del servizioprestato dai fratelli Giacomazzi presso i Baili Memmo, Garzoni e Zulian; 9 settembre 1786.

9. lettera del bailo Zulian che elogia il servizio prestato da C.G. presso di lui, 25 agosto 1787.

10. lo stesso del doc.8; 4 novembre 1788.

11. delibera relativa ad un atto "della pub:ca Munificenza" a favore di C.G.; 7 febbraio 1788 M.V.

12. attestato del servizio prestato in qualità di Segretario presso il Provv. Gen. in dalmazia ed Albania; 22 novembre 1792.

13. nomina a Segretario presso l’Inquisitorato sopra l’Amministrazione dei Rolli, 4 novembre 1792.

14. nomina a Segretario presso il Regimento all’Arsenal, 24 settembre 1793.

15. nomina a Segretario presso il Bailo Ferigo Foscari, 31 marzo 1794.

16. lettera di Angelo Diedo che comunica a C.G. la propria elezione al generalato da mar, 7 maggio 1796.

17. lettera di Angelo Diedo, che si rammarica del rifiuto di C.G. di essre suo collaboratore, 23 luglio 1796.

18. 2 lettere di presentazione di C.G. all’ambasciatore imperiale a Costantinopoli, 29 agosto 1797 e 10 settembre 1798.

19. lettera di Agostino Garzoni ad Andrea Querini, 10 marzo 1798.

20. invito ad una cerimonia, 9 aprile 1798.

21. lettera di rallegramenti del barone Herbert Resth Keale, 9 giugno 1798.

22. nomina a Segretario supplente della Deputazione degli Alloggi Militari, 3 ottobre 1801.

23. invito ad una riunione di detta Deputazione, 11 novembre 1801.

24. vengono respinte le sue dimissioni, 6 marzo 1802.

25. lettera di censura, 6 marzo 1802.

26. delibera di destinazione al Comando Militare della Città, 1 giugno 1804.

27. comunicazione a C.G. della destinazione, 29 giugno 1804.

28. lettera a C.G. con la quale viene esentato dal servizio di cui ai nn.° 26-27.

29. riconferma della destinazione di cui ai nn.° 26-27, 30 ottobre 1804.

30. lettera di elogio per lo svolgimento del sopraddetto incarico, 8 dicembre 1804.

31. invito a C.G. di presentare istanza per la nomina a Segretario Guberniale, 8 novembre 1804.

32. viene destinato alla Condotta dell’Acqua, 14 novembre 1805.

33. lettera di elogio per lo svolgimento del sopraddetto incarico, 17 novembre 1805.

34. idem, 20 novembre 1805.

35. idem, 23 novembre 1805.

36. idem, 16 gennaio 1806.

37. viene nuovamente destinato agli Alloggi Militari, 20 gennaio 1806.

38. lettera di elogio per lo svolgimento del sopraddetto incarico, 10 febbraio 1806.

39.lettera di licenziamento dal Magistrato Civile, 4 maggio 1806.

40. nomina al Ministero della Prefettura, 16 giugno 1806.

41. gli viene aumentato per merito distinto la retribuzione, 28 novembre 1807.

42. nomina a Sub-delegato del Ministro per il Culto, 8 settembre 1809.

43. comunicazione al Ministro per il Culto della nomina di C.G., 13 settembre 1809.

44. conferma della nomina, 22 settembre 1809.

45. nomina a Conservatore del Registro, 26 maggio 1811.

46. istanza di promozione, 10 maggio 1814.

fasc. 5. 1798= 19 Aprile / mia destinazione in Seg.io della Nobile Cong.ne Delegata / da Sua M.R. e I. il Nostro Augus.mo Sovrano e Padre / destinata al Governo Civile di Venezia.

fasc. 6. 1801, 3 sett. / Governo Gen le mi destina in via interinale / Alli Alloggi Militari...

fasc. 7. Summario / complessivo degl’Allegati al / Piano General Militare

fasc. 8. Documenti relativi ai servizi prestati da C.G. sotto l’Imperial Regio Governo.

fasc. 9. Documenti relativi al servizio prestato come Conservatore del Registro

fasc. 10. Documenti relativi ai servizi prestati nel Regno d’Italia; 13 settembre 1809 - 15 ottobre 1811.

fasc. 11. 1806 16 Giugno / Mia destinazione della Reg.ia Pref.ta dell’Adriatico / ed / Alcune Comissioni nel frattempo statemi demandate

Cod. Cic. 2980

Filza contenente 6 fascicoli; docc. relativi alla missione di C.G. in Dalmazia, 1788-1792

fasc. 1. contiene 6 pezze

Inventario di efetti, e documenti da me consegnati al Seg. mio Successor / Cesare Vignola

fasc. 2. contiene 14 pezze

delli Processi Criminali da me esauriti ed altri / Atti relativi alle mie procedure criminali / compresa la Raspa

fasc. 3. contiene 7 pezze

Alcune formule da praticarsi ne Processi / Dalmazia

fasc. 4. contiene 2 pezze

Alcune speziali commissioni statemi demandate dal Prov Gnl / in Dalmazia e Albania Sr Angelo Diedo...

fasc. 5. contiene 3 pezze, di cui una a stampa

1791 10 maggio / Ducale di riduzione delle competenze / del Regio Segrio in causa Cavalcale...

fasc. 6. contiene 15 pezze

Zara / Speculazioni mercantili da me fatte...

 

Cod. Cic. 2981

Filza contenente 20 fasc: documenti dell’archivio personale di C.G., rigurdanti la sua attività a Costantinopoli.

fasc. 1. Carte relative alla pretesa di Gerolamo / (Zuanne) Milinovich / rapporto alla Polacca denominata l’appolonia

fasc. 2. Carte cioè supplica Triffon Petrovich per / il pagamento mercedi, e relativa risposta.

fasc. 3. Documenti / Relativi alla vendita della Polacca S.Nicolò / al Pco Incanto

Triffon Petrovich ammazzò Cap. Pietro Voivodich da Castel Novo / nel 1794 proditoriam.te nella strada di Pera

fasc. 4. Carte relative alla demissione del Consolato / di Smirne di Luca Tricon Cortazzi

fasc. 5. Decto 1586 3 Marzo, che prescrive li requisiti richiesti per essere Console V.to / Simile 1588 in Algieri, Cipro, e Bossina.

fasc. 6. Documenti varie della Segreteria dell’Ambasciata a Costantinopoli, 17 luglio 1781-8 febbraio 1782 M.V.

fasc. 7. Carte Giovanni Giovovich

Documenti relativi alle attività commerciali, 13 ottobre 1782 - 25 settembre 1788

fasc. 8. Carte relative al furto stato perpretato nel / Magazzino di Gianacchi Stuzzi

fasc. 9. Atti / Relativi alla Eredita di Vicenzo Livadi

fasc. 10. Documenti / relativi al Brigantino denominato l’Apollonia / capit. Elia Milinovich

fasc. 11. Carte Logotteti

fasc. 12. Documenti / in agravio Cap n Girm Milinovich

fasc. 13. Alcuni Rescritti / Delle Cancellerie delle Legazioni / in Costan pli

fasc. 14. Abozzo del Nuovo piano Militare addottato dalla Porta / Ottomana dopo la sfortunata ultima / guerra con li due Imperi conclusa : ne 1791

fasc. 15. Alcuni Raporti Confidenziali sull’attuale stato / Politico della Porta Ottomana.

fasc. 16. Cos pli / 14 Nov.1796 / Consegna al mio Successore Francesco Alberti / Di Depositi, ed altro esistenti nel mio Ufficio.

fasc. 17. Cospli / 1797 / Carteggio corso relativo al mio Viaggio di ritorno / da Cos pli

n.°1 Lettera di Ferigo Foscari all’Amb. francese, Bucarest 23 settembre 1797 anno I

n.°2 Lettera di Ferigo Foscari a "Son Altesse Sérénissime le Prince Ypsilanti, Hospodar de Valachie" in data dicembre 1797

n.°8 Nota delle persone che saranno di seguito al S.r Bailo di Venezia / Ferigo Foscari nel Viaggio di Cos pli, per quella parte di terra

n.°9 Lo stesso del precedente

n.°10 23 settembre 1797 anno primo Bucharest

Ferigo Foscari al successore Francesco Vendramin; stesso testo del n.°1

n.°11 Lettera di di ringraziamento di Ferigo Foscari a ignoto; 23 settembre 1797.

n.°12 Lettera di Ferigo Foscari al generale Comandante Di Timis oara (Temisvar), 17 ottobre 1797: chiede per C.G. ed un suo servo un passaporto individuale per Trieste e Venezia oltre a quelli collettivi rilasciati dall’Ambasciata austriaca a Costantinopoli e dal Generale Comandante di Sibiu (Hermanstad)

n.°13 Lettera di Ferigo Foscari a C.G., 17 ottobre 1797: gli annuncia l’ottenimento del passaporto separato.

n.°15 Lettera di Ferigo Foscari al Barone Herbert Rastheal, Bucarest 22 settembre 1797; stesso testo del n.°1.

fasc. 18. Totale delle Facoltà del q.m Gio:Batta Acerbi

a firma di C.G. in data 23 ottobre 1788

fasc. 19. [di mano del Cicogna:] Altre Carte / spettanti alle missioni / in Costantinopoli / del Co.Camillo / Giacomazzi.

fasc. 20. Carteggio relativo all’arrivo in Cos pli dell’ultimo Bailo Franco Vendramin / ed il Nostro ripatrio via di terra

 

Cod. Cic. 3019

Filza contenente 32 fascicoli; cataloghi di biblioteche ed archivi pubblici e privati.

fasc. 17. 13 c. non numerate

Titolo di mano del Cicogna: Catalogo di / libri di Storia / per materie, spettanti / già al Co.camillo Giacomazzi.

[divisi per luoghi e temi generali]

 

Cod. Cic. 3215

Filza contenente 21 fascicoli.

Lettere di diversi (F-G) a Giuseppe Giacomazzi.

fasc. 10. contiene 30 pezze.

Lettere di C.G., 19 febb. 1789 M.V.-25 genn.1796 M.V.

 

Cod. Cic. 3418

Filza contenente 53 fascicoli.

Famiglie Venete e Forastiere, Lettere / E=F

fasc. [39]. 2 c. non numerate

Titolo di mano del Cicogna: Cenni Biografici / di / Ferigo Foscari p.v. / scritti / da Camillo Giacomazzi / per Emmanuele Cicogna / e per / Pompeo Litta / Agosto 1833 / Autografo

 

Cod. Cic. 3418 bis

Filza contenente 52 fascicoli.

Famiglie Venete e Forestiere, Lettere / GA=GO

fasc. 24. Giacomazzi Giuseppe / Giacomazzi Camillo

documenti vari ed appunti per una biografia dei fratelli Giacomazzi; v. Iscrizioni..., IV, pp.171-174.

 

Cod. Cic. 3503

Filza contenente 20 fascicoli.

Documenti varî riguardanti il Bailaggio a Costantinopoli.

fasc. 13. contiene 7 pezze.

n.°3 5 c. numerate

Alcuni cenni sul Venezno / Bailaggio a Costantinopoli.

[autografo di C.G.]

 

 

 

 

Viaggio (non autografo)

del Conte Camillo Giacomazzi

Aprile = e Giugno 1793.

 

11-11v Addi 28 Apl e:

Partiti alle ore 6:3/4 arrivamo alle ore 3:3/4 cio in ore 9 di Cammino alla Città non picciola di Ruzchniuk [17] con picciolo intermedio riposo, ove s’entra per per un Ponte Levador. In questa Città fù l’ordinaria residenza del Gran Visir in tempo della Guerra, ed è luogo famoso anche perchè nell’ultima Guerra furono dirimpetto in Giurgeva [18] accompagnati, e fortificati li Austriaci. Qui v’è un dirrocato Castello, or divenuto una Caserma di pochi Soldati, in cui vi sono le Finestrelle per l’Armo di 15 Cannoni, ma non ve ne sono che sei; presso questo Castello avvi un gran Kusco [19] con annesse, ordinaria Residenza del Doganiere per riconoscere l’arrivo degl’Equipaggi Terrestri, e delle Barche del Fiume Danubio, alle Sponde del quale è situata questa Città in picciola Montagna. Numerosissime sono le Moschee al n°: di 15 circa, presso una delle quali v’è un dirocato Muro, sembra di un Ham [20], ed avvi un interna Chiesa Greca, e qualche Bagno, e varj Ham. Nel Camino s’incontrarono tre Villaggietti, il pm o: solo de’ quali è di qualche consideraz:e nominato Munistir. Il tempo coperto, le Strade asciute, ma continue le dolci ascese, e discese. Tutti li Commestibili si ritrovarono, Pane, vino, Pesce del Danubio detto Carpa, ma Pestifera l’acqua. Il Conak buono composto di due Camere, una Salleta, ed una Cusina al basso. [spazio bianco nel testo] Gira 3 Mig:a ed ha 10/m persone di popolato.

11v-12v 29 Aprile

Lasciato alle ore 6 1/2 il Conak fummo alle ore 6 3/4 ad imbarcarsi per trapassare il Danubio fino a Giurgeva, che non essendo di rimpetto precisam:e a Ruschiuk occorse di fare un Semicircolo per Arrivarvi. Li Cavalli e Carozze furono trasportati per il passaggio in tre grandi Barche con piccolo Felce [21] condotte a Remi Somiglianti ai gran Burci [22] di Venezia; le persone poi s’imbarcarono in tre gran Carechj osian Battelli a 5 paja di Remi. Si consumò in questo passaggio 3/4 d’ora in punto, e si sbarco a Giurgeva alle ore 7 1/2. Non distante da Giurgeva dirimpetto precisam:e a Ruschiuk avvi il Villaggio di Slobusiè [23] , e un po’ più interno, quello di Orias [24] Giurgeva, del Giro di due Miglia della popolaz:e di 5/m persone che fù Piazza d’Armi contro il preciso assalto degl’imperiali nell’ultima Guerra, ha un Castello sul Fiume di 45 Cannoni, la maggior de quali però mancano. Il Castello [25] per un Ponte Levador comunica con la Fortezza, che hà la Fossa all’intorno, ma ch’è fatta semplicem: di Terra. Questa Comunica con altro Ponte Levador, verso cui vi è un kiosco con altra Isola di Terra.

Tutte queste due Fortezze sono guarnite di Nicchie per 54 Cannoni, ma non ve ne sono che pochi. Vi sono tre Moschee, qualche Ham, e le Case sono passabili coperte per lo più di Coppi, e molte di Tegole di Legno, come in Ruschiuk. Questa sittuazione fù possessa dagl’Austriaci nell’ultima Guerra, come si è detto. E’ luogo abbondante di Commestibili e fornito di Botteghe. Si trattenessimo fino le ore 10 3/4 in un Conak [26] non picciolo, ch’era destinato dal Mihmandar [27] Turco; sebbene sia questo il pm o: luogo della Valacchia, pure li Turchi ne hanno la Giurisdizione, ed il Pressidio, ed è Governato da un Cadi [28] Ottomano. Al Conak sudetto si presentò il Sig:r Kiani [29] Mihmandar spedito espressam:e dal Principe di Vallacchia per servir S: E Bailo di tutto il bisognevole sino a Bucarest, e produsse a S: E lettera gentile del Principe stesso. Si fece nel tempo della breve dimora qui ogni necessario allestimento, e si allegerì il convoglio notabilm:e Partiti alla fine alle 10 3/4 si arrivò alle 12, 1/4 cioè in un’ora, e 3/4 di veloce, non interotto cam ino al Villaggio ove sono tutti li Casoni coperti di Fieno, e Paglia, ne non vi erano le Proviste del Mihmandar del Prin pe di Vallacchia manca del bisognevole, cioè di vino, ed acqua fuorche cattiva. Qui il Conak fù orribile fondato quasi un Huomo sotto terra, composto di una Cameretta affatto rustica, ed una Cucinetta. Nel Camino poco lontano da Giurgeva si passò a guazzo un basso Ramo del Danubio, e videsi un Villaggietto di pocchissima consideraz: Da Costantinopoli sin qui il Viaggio in complesso si può dir di montagna. Ora in Valacchia cominciano le Pianure, gran tratti Boschivi, e qualche coltura di Campagne.

11-13vAddi 30 Apl e:

Partiti all’ore 6/4 arrivamo alle ore 4:1/4, cioè in ore:10: di Camino al Villaggio di Copozan per Strada Fangosa eccessivam:e, e quasi tutta Boschiva, molti piccioli Alberi, e molti Tagiati, ed abbracciati dalli Tedeschi nel tempo della passata Guerra. Dopo tre ore di Cam ino si arrivò ad un gran Ponte di Legno sopra il Fiume Nasloco [30] presso il Villaggio di Falustruca [31], ove si fece quasi un’ora di riposo. Nella mettà del Camino già fangoso cadeva grossa Pioggia. Proseguito il Camino si trapassò per il grosso Villaggio di Gradista [32], ovue avvi una gran Chiesa Greca di Pietra a’ uso franco con campanile con la facciata dipinta a fresco rappresentante la Gerarchia celeste; non molto dopo si vide una dirocata facciata di un palazzo di Pietra, ed indi due grandi sotteranee cantine ad uso de Provviggioni forse occupate dalli Tedeschi durante la Guerra. Si trapassò indi il fiume Arges [33] sopra due Barchette coperte di Zattera ad uso Italiano, sopra la quale vi si conteneva una Carozza con otto Cavalli per volta. Subito trapassato il fiume sonovi due, altre picciole Case rustiche ove vi è stabilita la Posta; una mezz’ora poi distante vi è il Villaggio di Copozan sudetto ove si fece Conak; Due Cucine rustiche formarono il nostro Alloggio. Si trovò Vino, e di Pane, e Com estibili fummo forniti dal Mihmandar Greco, sebbene nel Villaggio suddetto fossero anche Bettole.

13v-14v Addi pm o: Maggio / 2= 3=

Partiti alle ore 7: arrivam o alle 10 1/2 al pm o: quartier di un Borgo della Città di Bukarest detto Poch: Vacarest [34], ove trattenutisi sino dopo Mezzodì fummo colà visitati dal Segr io del Prinp e: di Valacchia colla Carozza del Prin pe:, che a complimentar S: E: Bailo, ed a condurlo nella Carozza medma: in Città, di cui trapassatone lungo Camino si giunse al Conak tre quarti d’ora dopo mezzodì. Il puro Cam ino dunque da Copozan a Bucarest non è che di 4 ore. Il Conak buono, ma composto di due sole Camere da Patroni. Trovasi in Bucarest tutto il bisognevole in ogni genere, sebbene naturalm:e provisti dal Prinp:e sud:o Si trapasso li Villaggi Colibassì [35], Platarest [36], indi si passò il Fiume Sabar [37] a guazzo, benche l’acqua arrivasse al ventre dei Cavalli. Quindi si trapassò il Villaggio grosso di Vacarest, dove vi è una gran Chiesa Greca in Pietra ad uso Italiano con Recinto di grosse Mura. La maggior parte del Cam ino, fù Boschivo, e tutta pianura. La Città di Bucarest, situata su Fiume Embronsitz ha 15 Miglia di circuito, e la popolaz.e è di 8 m: persone la maggior parte Bulgari poi Greci, alcuni Turchi abitanti nella Contrada detta Beilik, 200 circa Cattolici, ed altretanti Ebrei. Vi sono due Chiese, una Cattolica, l’altra protestante. Ha 360 Chiese Greche, tra le quali son rimarcabili la Metropoltana [38] in Colle, che ha il Corpo di S: Dimitri, che ha 12 Collonne di pietra cotta, nella pm a Navata, e quella di S: Elia, che ha pur 12 Colonne, e che dicesi la pm a Chiesa Fabricata [39]. Vi sono due Palazzi, del Prin pe:, uno dirocato presso il Kiosco à due pianni fatti da Maurojenni detto Porta Mica, e l’altro abbracciato nell’ultima Guerra de’ Tedeschi fatto da Ipsilandi. La Residenza del Principe è un Palazzo non grande fatto da Maurojenni [40], ma nell’Inverno resta in un Colleggio.

Vi son tre Vescovi Greci che dipendono da altro Metropolita. Il Fiume Ducabizza circonda la Città. E’ rimarcabile, che i Tetti son la piu parte di Legno, sopra le Case tutte di Pietra di solida costruzione, e il Pavimto: della Città fatto di Palli a mottivo degli eccessivi funghi. Si ritirò il Prin pe, e la Prin pessa:, e fummo trattati dal pm o:, che ricevè nella Stanza di Cerimonia, a dolci, e Caffè, e dall’altra in altre a profumi nel partir della Stanza, ove non si viddero, che Donne Tutti i viveri furono regalati dal Mihmandar per parte de Prin pe: ma nella Città trovasi buoni Commestibili, Pane, e Vino. Il Conak per ultimo fù eccellente perchè composto di una sala, e Tarrazza, come quasi tutte le Case di Bucarest, e due Camere da Padroni; oltre molti luoghi per Servitù, e di Servizio.

14v-15Addi 4 Maggio.

Partiti da Bucarest alle 12 1/4 per ritardo cagionato da mancanza di Cavalli, arrivamo alle ore 6 1/4, cioè in 6 ore di Camino al Picciolo Villaggio di Boletin [41]. Nel Camino abbiamo trapassato due volte sopra lunghi ponti di Legno il Fiume Ciornaghirla [42], e abbiamo passato presso non molto lungi dalla Città il grosso Villaggio di Cratanzian [43], dove avvi una gran Chiesa con monastero di Calogeri, cioè di Preti Greci, ed un’ora lontano da Bolentin il Villaggietto di Dragomiresti [44]: Il Conak consisteva in due Cucine di Capanna. Acqua Cattiva, Pane di Pista, Vino passabile, Com estibili regalati dal Mihmandar.

15 Addi 5 Maggio 1793

Partiti alle ore 6 1/4 arrivamo alle 8 1/4, cioè in ore due di Camino al grosso Villaggio di Florest [45], ove si fece il riposo di un Ora. Avvi una picciola Chiesa a due Navate per le sole Donne dedicata a S:n Nicolò. Qui pur fecesi cambio di qualche Cavallo, e si rinvenné di buon Vino, Pane, e Latte Partiti alle 9 1/4 si arrivò in ore 8 3/4, cioè alle 6 al grosso Villaggio di Gaiarest [46], che è datto in Feudo dal Pn pe: di Vallachia a persona durante la Regenza con proporzionato Tributo, e il Feudatario si chiama Ispronunico [47]. Vi son qui due Chiese. Varie Case di Pietra à Tetti di Tavola, ed infinite Case rustiche. Il Fiume Arges, che si costeggiò per quasi tutto il Camino divide il Luogo. Pm a di Florest vi è il Villaggio Caisan [48]. Dopo Florest avvi un Viaggio di poca considerazione, e presso Gajarest trovasi il Villaggio Mere. Il puro Camino da Florest a Gajarest che occupo 10 ore, e 3/4, sarebbe stato di 7 ore a passo natural di Cavallo, ma li Cavalli erano estremam:e affaticati, sicchè si andava men che di passo per Strada però tutta buona, quantunque Boschiva, e col vantaggio del tempo, se non sempre sereno, giammai piovoso.

15v Addi 6 Maggio

Partiti all’ore 9 per il ritardo della mutaz:e di tutti li 42 Cavalli, si arrivò in ore 7 1/4 di Camino, cioè all’ore 4 1/4 a Pitiest [49] grosso Villaggio con 8 Chiese Greche, varie Case di Pietra, ed un picciolo Zarzi [50]. nel camino s’incontrarono li Villaggi di Petit:Gniest, di Leordor [51], ed indi s’incontrò un seguito di qualche Miglia di Vigne con 4 Chiese, che non hanno nome apposito. Si passarono a guazzo due rami del Fiume Argies, indi si trapassò lo stesso Fiume assai poco lontan da Pitiest sopra due Barche somiglianti all’Italiane spinte da Palli di Legno. Quindi si passarono a guazzo altri quattro Rami del Fiume. Fummo incontrati alla sponda del Fiume dai 2 Ispronunci del Luogo. Le Strade eccellenti in Pianura, tempo solivo, ma un pò ventoso sul tardi, conak buono, un Solaro di due Camere, Camerino, e Terrazze, oltre vari luoghi Terreni di Servizio. Trovasi tutti li Com estibili buon Pane, ed ottimo Vino, Camino di quando in quando Boschivo, ed è Burgas Residenza dell’Ispronunico, che vi governa.

15v-16v Addi 7 Maggio

Partiti all’ore 8, si arrivò alle ore 4:3/4 cioè in ore 8 3/4 di Camino al Villaggio Curtdargies [52], situato in Collina presso il Fiume Argies, s’incontrarono di rimarcabile li due Villaggi Varzari, e Borletti [53], il pm o con due Chiese, l’altro con una verso la mettà del Camino, indi altri piccioli Villaggi, o siano Gruppi di capanne di poca consideraze: Si passarono a guazzo 4 Rami del Fiume sudetto, che più dell’Ordinario era largo, e Gonfio, sicchè nel pm o: Passaggio, che si fece, l’acqua arrivò al Ventre delli Cavalli. Si costeggio per picciolo tratto un canale formato dall’Argies, e dall’altro Fiume detto Unolca, ove da certi Zingari si pesca l’oro per il Prin pe: di Valacchia ; da questa situazione cominciò ad essere le Strade in dolce ascesa, e Boschiva ora più ora meno Folta d’Alberi sino al Villaggio di Curtdargies, varj lungi tratti nel Bosco sudetto furono fangosissimi, laddove nel restante v’erano ottime strade. S’ebbe sin qui tempo buono, ma coperto, ed un Conak composto di tre Cucine di Capanna. Si trovarono Com estibili, pane, e Vino passabile. Otto Chiese Grecche vi sono in Curtdargies, una delle quali un po’ distacata dal Borgato di bella e solida Costruze: Antica, fabricata alla Russa sin da 360 anni [54], che elegge l’archimandrita, con Monastero di 40 Calogeri aal’intorno della Chiesa, ha 12 Collonne di Marmo la più parte lavorato, oltre altre due che dividono le due Navate, ed à eccellenti freggi: ha 4 Cupole due delle quali laterali agli Angeli d’Introito alla Chiesa fabricata obbliquame: a Serpentino una verso l’altra. ha 4 Collonne di Marmo fino al ripostiglio del ferro, che serve pur di capanne, oltre le altre grandi dirimpetto alla Porta della Chiesa. La Chiesa meda: è coperta di Piombi. Sonnovi in Villaggio due dirocate Torri, e molte Case pur dirocate per l’ultima Guerra, e praunicato d’Argies.

16v-17 Addi 8 Maggio

Partiti all’ore 7 1/2 si arrivò alle ore 2 cioè in ore 6 1/2 di camino al misero Villaggio di Salatruca composto di pocchissime rustiche Capanne senza Chiese. Si passò a guazzo presso Curtdarjes un larghissimo, e rapido Ramo dell’Argies, ed indi poco preso altri due piccioli Rami del Torrente stesso. Non molto lungi poi da Salatruca abbiam passato a guazzo l’infinitame: rapido Torrente Topolevon [55], la di cui sorgente e da li poco distante. Il Camino fù tutto di picciole Montagne, e la maggior parte tra Bosco, ora più, ora men folto di Roveri, che presentava sovente bellissimo vedute. Non si passò alcun Villaggio, se non che in distanza si travedè il piccolo luogo però con Chiesa detta Lamine; Ebbimo tempo pm a solivo, indi con picciola Pioggia, ma le Strade sempre asciute, e bone. Si trovarono qui Come stibili, Vino passabile, ed acqua eccellente. Il Conak fù di due rustiche Cucine di capanna, Spraunicato [56] d’Argies.

17-17v Addi 9 Maggio 1793.

Partiti all’ore 7 arrivamo all’ore 2, cioè in ore 7 di Camino al passabile Villaggio di Titiest [57]. Il Camino fù di continua Montagna detta Kinem, la maggior parte Boschiva a Roveri; sarebbe stata impraticabile se non vi fosse stato il Comodo di 100. Ponti almeno, e molti di somma Lunghezza, sicchè il cattivo consisté in qualche piciolo pezzo fangoso, si passò a guazzo tre piccioli rami del Torrente sud:o Topoloven. Tempo coperto senza pioggia. Si passarono li tre piccioli Villaggi l’uno poco distante dall’altro di Curauza, Gaura, e Spien [58], al pm o: de’ quali sonovi due Guardie del Pri npe: di Vallacchia, onde riconoscere le persone che entrano, e sortono dal Confine. Titiest è come in un Vallone, circondato dalla Montagna sudetta di Kinem, e dalle tre di Arifo [59], Lazizza [60], e Cometo, ch’è la più alta. Vi è una Chiesa di Sant’Arcangelo, e varie rustiche Cucine di Capanna, delle quali tre dette formarono il nostro Conak. Non si ebbe che pane e Vino Cattivo, e li soliti Comestibili. Daja [61], Spraunicato Ulasco [62]=Cospazian Ilforo: Bolentin=Trigoviste [63], Gaiest, Vlasco: rissede però l’ispraunico, a gaiest, Curtdargies=salatruca Titiest et sino al Confine Austriaco, Spraunicato d’Argies [64].

17v-18v Addì 10 Maggio. / 11=12=13

Partiti all’ore 6 1/4 si arrivò all’ore 2 1 / 4 cioè in ore 8 di camino alla Contumacia Austriaca detta di Torre Rossa [65]. Si terminò in tal Camino di trapassare il Monte Kinem si trapassarono a guazzo 24 piccioli Rami del Torrente Alba, s’incontrarono li due Meschini Villaggi di Boissora [66], e Glibristi [67], e finalme: giunti al Villaggio più grosso di Kinem [68] si passò il Fiume Unna, ove eravi una sola Barca simile affatto ad alcune ad uso Italiano sulla Piave comprendente una Carozza col suo Tiro di 6 : 8 cavalli, e varie persone ancora. e da rimarcarsi, che l’ultima divide per mezzo del Villaggio sudto: di Kinem, e che dalla parte della Frontiera Austriaca furono nell’ultima Guerra accampati li Austriaci, ove n’erano li Padroni. Avvevano essi pure formata una Fortezza di Terra a due Fossali sull’eminenza del Monte, e rispinsero con Cannoni li Turchi, che combattevano dirimpetto, inutilme: tentando di ressistere alli Nemici già entrati in Vallacchia nell’ultima Guerra. Hanno pur formato di una Casa un Maggazzino bastantemente comodo per le vettuarie durante il loro Soggiorno. Questo Villaggio nel modo sudetto diviso hà due Chiese una per parte del Fiume. Trapassato il Fiume nel Camino si costeggia sempre il Fiume stesso sopra la Montagna di Strada buonissima, alcun tratto della quale però è assai stretto per le Carozze; poco distante dal Villaggio sudetto si vede piantata nella Croda del Monte una Lapide di Pietra con Iscrize: Latina fatta a Carlo VI. nelle passate Guerre; per questa Strada passò pure nella penultima Guerra l’Imperatore GiuseppeII, e dicesi esser stata da Lui stesso ristaurata. Dicesi in un Vallone trovarsi alcune misere case di Legno con Chiese di Legno pure, ed è questo appunto il Confine; a parte destra il Monte è di Vallacchia a parte sinistra il Monte è Austriaco detto di Torre Rossa, ove vi è pure piantata l’Armata Imperiale, e ha li due Monti come il Fiume; seguindo per poco le Strada alpestre come sopra del Monte Austriaco si trapassa un picciolo Quartiere di Legno, ove sonovi 4 Guardie Imperiali però vestite affatto alla rustica, ed apparenteme. nate nella prossima Vallacchia, e due passi distante avvi il Luogo della Contumacia. Parlando della Contumazia di Torre Rossa situatain perfetto Vallone, giacchè non usciti dalla Cattena de’ Monti, qust’è una picciola Piazza alla Sponda del Fiume tutta aperta, ove sonovi 4 Rustiche Sentinelle. Sei sono le Case numerate ad uso dei Contmacianti, comprendente ogni una due Stanze, ed anche tre chiuse al di fuori da stecato di Legno; oltre queste vi è pure l’abitaze: del Capellano della Contumacia con la vicina Chiesetta povera, ma ad uso Italiano. Il capellano è Francescano Tedesco. Ve ne sono altre 8 Case, la mettà per altro di legno, alcune delle quali servono per alloggio dei Soldati, e Guardie Vallacche, che sono al numero di 13, e le altre di pietra poi sono adotte al Servizio del Priore, che trovamo persona assai cortese, e ben nata, Sotto=Priore, ed altri Subalterni, cioè 4 Guardiani in uniforme, non ommesse le Lavandaje del Luogo Tedesche, e Vallache.

18v-20v Addì 14 Maggio. / 15 =

Compita la Contumacia in 3 gn i: e mezzo C:a si partì da quella all’ore 6: e si arrivò all’ore 11:1/2, cioè in ore 5 1/2 di Camino alla Città di Hermanstadt [69]. Poco dopo la partenza s’incontrò una dirocata Torre, ed indi il sitto dell’Antica Contumacia, di cui se ne riconoscono le Vestiggia. Si costeggiò per molto tratto, e si arrivò poi alla Torre Rossa; luogo della Dogana; vi è un Castello, e sonovi le Nicchie per 100: Schioppi Circa. Poco lontano suull’altro dell’esposta montagna si videro alcune Rovine. Appena lasciato l’altro Fiume, s’incontrò il Fiume Svot, e poi si trapassò per il grosso Villaggio di Tolmatiz [70] con una Chiesa, pm a di cui si passò a guazzo un picciol Torrente dello stesso nome; possia si trapassarono per li due Villaggi Gista, e Selemboro [71], tutti, e due con Chiesa, ed indi alla Città sudetta di Hermanstadt Capitale della Transilvania.

Parlando del matteriale di etta Città bagnata dal Fiume Ceben [72], dirò che hà un Circuito con li Borghi di 5: Miglia, che è murata intername:, ed hà cinque Porte Eltana, Chistorognena, Civicon, Elisabethana, e Porta Nova. Hà 12 Chiese, 5 Lutterane, una Calvinista, tre Vallache, e tre Cattoliche, della quale, e la miglior e quella delli Exgesuiti ora Parocchia; le altre due, una è di Monache di S:a Orsola la mettà cadente, e l’altra picciola di Francescani.

Tra le Lutterane è famosa quella dedicata a Gesù, che dicesi esser stata la pm a fabricata nella Città [73], e ch’è infatti di un Gottico perfetto; ha tre Navate, otto Archi nella parte Superiore, sei nell’Inferiore, e sei nelli due Corretti latterali lungo tutta la Chiesa ad uso delli Seminaristi del Colleggio Lutterano, ch’è presso al N:° di 80: Sonovi alla parte Inferiore verso la Porta grande li Sepolcri delli Soggetti distinti in marmo, come sonovi dei Depositi nella Navata di mezzo della Chiesa.

La Chiesa Calvinistica è picciola è Nuova [74] . Vi è un picciolo Teatro con 54 Loggie, a due ordini, e 10 Pepiani. Nella Piazza avvi una Torre però inutile. E’ rimarcabilissimo il Palazzo del Baron di Bruchen [75], tal Sassone, che hà una Galleria di 13 Stanze la maggior parte di Autori Fiamenghi, Libreria di 5 Stanze grandi, raccolta di minerali d’Oro, Argento, e Rame, raccolta di Crostacci, di Medaglie antiche Grecche e Romane in Oro, ed Argento, di Medaglie di tutti li Prin pi: di Lorena, Sassoni, Ungaresi, e d’Austria, con la Serie de’ Papi tutto in Metal precioso. Ha egli pure una distinta Scuderia di 24 Cavalli, la maggior parte da maneggio. La Popolaz.e di Ermanstadt, è di 13m: persone. 8m: Lutterani, 500 Calvinisti, 2500 Vallacchi, e 2000 Cattolici. Vi è Governator Civile Ungarese scielto dall’Imperatore, che ora Rissiede a Clauxemburgh unitam:e all’altra Nobiltà Ungarese. Quanto al formale, il Corpo della Città diviso è in tante Compag:e, ogni Comp:a di 100 persone forma il suo Corpo, che in tutti sono 12, Cambiatisi ogni tre Anni, e questo è il Magist:o che giudica inapellabilm:e nel Crimale, ed il Civile dipende dal Governatore sudetto per il quale, essendo absente suplisce il Mag:to, che deve però passare d’intelligenza col Governatore sud:o La Nazion Sassoone pero, ch’è Lutterana, e che forma il Mag:to med:o della popolaz:e, è ripiena di Privileggi, sicchè tutto ciò, che la riguarda dev’essere deffinito dal Conte, o Rapn te la med:a, che rissiede ora pure in Clauxemburgh [76], e ch’è il Nipote del detto Baron di Bruchental. Egl’è Capo di 7: distretti,ogni uno de’ quali ha il suo capo, che con lui se la intende. Le Decisioni di Morte tanto delli Sassoni, che per gl’altri, devono però dipendere dal solo Sovrano. Il Comand:e Gen le: delle Armi hà ogni diritto nel suo Dipartimto:, il Pressidio naturale della Città, è di un Battag.e di sei Compa:e di 200 Uomini l’una, che sono 1200 Uomini, però di varj Reggti. Il Pressidio naturale della Provincia è di Reggti:, sei d’Infanteria, e tre di Cavalleria, un Regg:to d’Infanteria hà sei Bataglioni, ogni Battag:e a sei Compag:e di 200 Uomini l’una come sopra. Un Reggto: di Cavalleria ha tre Divisioni, ogn’una di 400 Uomini. Il Comane: Gnle:, ch’è il Conte Mistravocchi, si trattò a pranso: Il Luogo Tenente, ossia 2do: Comand:e Gnle=Clati? si trattò pure, e il Tene: Col lo: Baldini volea fare lo stesso. Sonovi altri due Gnli: giubilati, e 20 Uffli Ca: Ressde: naturalme: in Hermanstadt. Il Luogo Tenente si diede pur concerto, e Ballo di Uomini, e Donne tutti Millitari, mentre li SSgi. del Paese erano tutti accidentalme: occupati fra di loro in trattenimenti per la Festa di Sa: Soffia , ch’è il Nome favorito del Luogo e della Nazion Sassone.

20v-21 Addi 16 Maggio

Partiti all’ore 4 si arrivò al Villaggio misero di Mant luogo di Posta, all’ore 6: io m ti:, cioè in due ore, e dieci m ti: si trapasso per il picciolo Villaggio di Ruishof con Chiesa, e poco pm a di giungere al Villaggio di Posta si passò il Monte Magrepergh. Indi ripartiti all’ore 6:35=mti. si arrivò alle 9, e 55=m ti: al Villaggio grosso di Roismaht [77], con due Chiese, Luogo di Posta, cioè in ore tre, e 20 mti: si trapassò al principio del Camino il Monte Amlas [78], poco dopo il Villaggio dello stesso nome con una Chiesa, ed indi il grosso Villaggio di Clainpolden [79] con due Chiese. Partiti all’ore 10,25 minuti di Camino alla Cittadella di Milempoch [80]. Murata a guisa di Castello con tre Chiese interne, ed una nel Soborgo subito dopo, la Città è popolata da 6m: persone, e del Circuito di 2 Miga: Nel viaggio si trovarono in distanza due Villaggietti di pocchissimo rimarco, se non che poco pm a di questa Cittadella avvi il grosso Villaggio Roissorf [81]. Partiti all’ore 2 si Arrivò all’ore 4,20 mti: cioè in ore 2 :20 mti: di Cam ino al Villaggio di Sibot [82] con una Chiesa diviso in due Borghi, si trapassarono sopra Ponti li 2 Torrenti di Siebes [83], e Moros [84], presso il qual ultimo vi è un Villaggio di detto nome, qualch’altro picciolo Villaggio si travedé in distanza, ma di poca consideraze:= Partiti all’ore 5, si arrivò all’ore 7, cioè in ore 2 ch’è una Posta, e mezza alla Cittadella di [spazio bianco nel testo] popolata da 5m: persone, e del giro di un migo: con due Chiese, una delle quali Cattolica di Francescani, ed una Torre con Mura diroccate di un Castello. Questo luogo è presso il Fiume Orasdie [85], e da rimarcarsi che nelle sudette Cittadelle vi è un Pressidio Militare di mezza, o d’una Compaga: con Capo: Tenente, ed Alfieri. Questo Viaggio fecesi con tempo buono, sitrovarono le due pm e Poste fangosissime, e per il restante ottima Strada in Pianura.

21-22 Addi 17 Maggio.

Partiti a mottivo della dirotta Pioggia all’ore 7 1/4 per cui si ritardò, si arrivò, all’ore 11 1/4 cioè in ore 4 di Camino alla Cittadella di Deva [86], che è una posta, e mezza . Si trapassarono nel Camino sopra Ponti li due Torrenti Strael [87], e Moros; presso il pm o: Torrente Strael avvi un Villaggio, che si trapassa dello stesso nome, indi si trapassò per li Villaggi, Brat [88], Jacdac, e Burzum; alla parte destra si travederono 9 Villaggi, 5 de quali dalla parte di quà del Torrente Mary, e 4 molto più grossi al di là, alla parte sinistra se ne videro altri 2: molto piccioli. In Deva sonovi 5 Chiese, due Protestanti, due Cattoliche, ed una Greca; vi è di rimarcabile un buon tenuto alto Castello a due Fossal [89] con la Ambrasione per 12 Fucili Ca:, oltre qualche Cannone, vi è regolato Pressidio Miltare di 200 Uomini con Capo:, ed altro Uffl e:, gira due Miga: ed a 6m: persone di popolaze: In questo Camino abbiamo Strada di dolce Eminenza, ma Fangosa, e tempo con piccola Pioggia, e da notarsi che l’Uffle: nei Paesi Austriaci Comanda anche nel Civile. Partiti all’ore 11:40 mti: si arrivò all’ore 4:10 mti: cioè in 4:1/2 di Camino al Villaggio piuttosto infelice di Dobra [90], che sono due Poste. Si costeggiò al principio per lungo tratto il Torrente Maros ove si videro a parte destra di là del Tor ente 4 Villaggi Borgati, a parte sinistra un altro piccolo di poco rimarco, si trapassò per il Villaggio Lesnek antico luogo di Posta, e finalme: si trapassò pure altro Villaggio detto Lasousnesak. In Dobra sonovi due picole Chiese, Protestante, e Greca, e v’è pure una Compaga: di Soldati con un Tenente, ed altro Uffle: tutti per altro Vecchj, o Invalidi, o feriti nell’ultima Guerracontro i Turchi, ed impediti di passar alla nuova Campagna contro li Francesi.

22-22v Addi 18 Maggio

Partiti all’ore 6:1/4 si arrivò all’ore 8 1/2 cioè in due ore, e 1/4 di Cam ino al misero luogo di Posta Rozet, ove avvi la sola Casa di Posta, senza Villaggio, e senza nemeno Osteria. Nel Cam ino sin qui non s’incontrarono che 2 miseri Villaggi, l’uno a destra, e l’altro a sinistra, e fù sempre non di perfetta Pianura, ma di dolcissime Eminenze. Partiti all’ore 9:1/4 si arivò all’ore 1:1/4 cioè in ore 4 di viaggio al grosso Villaggio di Cozovva [91]. La Strada fù tutta di Montagna dal principio al fine, li Cavalli erano ritrosissimi, le Strade larghe ma fangose per le Pioggie dei di anteriori; occorse attacr tre Paja Bovj oltre due Cavalli alla gran Caroza, ed anche questi erano restj, e varie furono le incomode fermate, e li pezzi Cam inati im ergendosi nel fango per scemare il peso: Due piccioli Villaggi si travidero uno a destra, l’altro a sinistra fino alla som ità più decisa della Montagna chiamata Coziavizza. In questa Sommità poi vi è un Villaggietto dello stesso nome con picciola Chiesa Greca, ed è questo il punto del Confine della Transilvania verso il Brannato [sic!] di Temisuar [92]. Poco dopo Comincia la discesa della Montagna, e comincia pure il Bosco fino all’ultima estemità. In quasi tutto il Viaggio ci accompagnò una picciola Pioggia. Si fece qui in Cazova Stazione, e Collaze: Ripartiti all’ore 2:1/2 si arrivò all’ore 4: e 40 mti: cioè in ore 2 10 mti: al grosso Villaggio di Fakset [93] con una Chiesa; Tutto il Camino fù di buona Strada, ma fummo accompagnati da fortissima Pioggia; nulla di rimarcabile se non che un picciolo Torrente detto Camold proveniente dal Monte sudo: di Coziavizza

22v-23 Addi 19 Maggio

Partiti all’ore 4 1/2 si arrivò all’ore 5 3/4, cioè in un ora e 1/4 à Bosur, si è traveduto un Villaggio a destra, e tre a Sinistra, e si passò sopra il Fiume Rici; Strada buona, ma non affatto Piana, perchè non libera dalle Golle della montagna. Partiti all’ore 6:1/4 in tre ore 1/4 fatta una Posta, e mezza si arrivò all’ore 9 1/2 al grosso Villaggio di Lugos [94] con 5 Chiese, e Pressidio Militare. E’ questo luogo famoso per essere stati nelle vicinanze accampati per qualche gn o: nell’ultima Guerra di Turchi al momento della felice loro incursione in Mendin. ripartiti all’ore 10: si travedé nel Camino 5 Villaggi uno a destra, e 4 a sinistra, e si trapasso per li Villaggi Belinz [95], e Costzil [96], e si arrivò all’ore 11 3/4 cioè in un ora, e 3/4 a Chissidò con strada buona traoassando sopra Ponte il Fiume Temes [97], le di cui Acque col mezzo di Aperture di Porte in ondano Temisuar. Ripartiti all’ore 12,40 mti: si arrivò all’ore 3:,10 mti: cioè in 3: ore 1/2 à Recas [98] buon Villaggio, Si videro in Camino a sinistra due Villaggi: Ripartiti all’ore 3 1/2 si arrivò all’ore 7 1/2, cioè in ore 4 a Temesuar sono Poste due di Strada fangosissime, e si trapassarono li due Villaggi

23-24 Addi 20 Maggio

Si Siam trattenuti in Temisuar Città nell’Ungheria Supe: Capl e: della Prova: del Bannato. E’ questa Situata in perfetta pianura, ed in gran distanza dalle Montagne presso il Fiume Temes, E’ circondata dalli 4 grossi Villaggi nominati Makalà, nell’ultimo de’ quali vi è Sala di Ballo, e Trattoria, ove fummo, sono piuttosto Fabriche, cioè luogo formato, ed ingrandito da Giuseppe II, e nelli due pm i de questi sono più rimarcabili, come li più grandi, e più popolati, hanno persino tre, o 4 Chiese per Ciascheduno. In poca distanza vi è un Bosco detto Beghi [99], il quale hà deliciosi Vialli di passeggio, e porge qualche Idea del Prater di Vienna in mezzo al quale si trova pure un Casinetto, non però giammai ad uso Pubblico, come il Casino nel Prater di Vienna, ma di semplice privata appartenenza. Tutta la Città, ed una Fortezza considerabile, essendo circondata da quattro gran Fossali uniti insieme, per mezzo di 4 gran Ponti Levadori, ed a tre Porte d’Ingresso chiamate una di Lugos, una di Petervaradin, ed un’altra di Vienna. Sonovi 6 Chiese fra le quali la Ca tedrale, ch’è Sede Vescovile [100], e ricchissima di Marmi, nelle sei si comprendon due Chiese di rito Greco, ed Una Calvinista. Vi sono due Osp li: il più grande dei quali potrà Albergare 500 persone Ca: è della Città dovendosi in esso pur rimarcare una Divisione di appartamenti che serve non solo per le Mallattie Ordinarie, ma ancor per li Parti, e per li Puerperj di quelle infelici che sono illegittme: incorse in tal circostanza; l’altro Osple: poi, che appena può contener la mettà del sudo: N°: è governato dai P:E: Ospitalieri di S:Gio: di Dio, e benchè di particolar istituze:, ed appartenenza serve pure i bisogni della Città. Vi è un Armamto: Publico che potrà mettere in Armi circa 30 m: persone. Si prova per un Iscrize:, che si legge nel luogo stesso che questa Fabrica, è stata erretta del 1447: da certo Convin Ottomano, indi ristaurata da Humiade del 1616:, e 1647: sino da quando quella Fortezza era in possesso dell’Impr d: Turco. Questa Città è governata nel Civile da un Vice=Conte dipendente da S:A: il Real Palatino, essendo tutto il Bannato di temesvuar, che comprende tre Comitati, o sia Provincie, soggetto al diritto del Palatinato; nel Militar poi, che in Città non oltrepassa per lo più il N°: di 1000: persone, è governata da un Gnl: d’Armi, che fa la principal figura, ed avendo ritrovato al momento del nostro passaggio un Certo Gnl: Suro, abbiamo da esso ritratto infinite gentilezze, ed invito di pranso. Gira 4 Miga: ed ha la popoze: di 50 m: persone.

Giornale

della

mia andata a Cospli

via di Terra

In quest’anno 1794

/43/ Sebbene io mi ritrovassi molto stanco o voluto continuare [...], finalmt pervenni a Temisvar.

Presi Alloggio alla Locanda della Trombetta per essere, come./44/ si diceva la migliore,alloggiandovi lo stesso Ip ere allor quindi si porta colà, ma io sono stato poco soddisfatto.

Preso nella note un poco di riposo di cui ne avevo molto bisogno, nel giorno seguente di buon mattino, ho continuato per Kipere= Szinerzag= [101] Lugos= Boschur Kossova. Quivi ho dovuto trattenermi, dovendosi prosseguire per /45/ strade assai cattive e la notte era oscurissima, li stessi Postiglioni avendomi consigliato ad attendere la mattina dietro. L’Alloggio in cui mi sono ricovrato non poteva essere peggiore, mancando di tutto.

Nel giorno seguente ho proseguito per Czorzed = Debra e Deva.

Ivi il Sig Amb era partito due ore prima asportando tutti li Cavalli /46/ per la qual cosa ho dovuto necessarm, e non senza molta pena tratenermi nella notte in una Locanda a sufficienza buona

Io ero vieppiù pressato a ragiungere il Sigr Amb per le voci sparse per ogni dove che il Territorio Ottomano infestato fosse da molti malviventi cosa già da non dovere sorprendere

Nella seguente mattina ho /47/ proseguito per Szasvaroz= [102] Quivi non si ritrovarono cavalli, vane risultando l’esibizioni di pagarli a qualunque prezzo. Era sull’imbrunire della sera, ed era nel mio legno esternando molta inquietudine, allor quando mi si presentò un Sacerdote di aspetto venerando, il quale mi ricercò in lingua latina, e con modi gentili quale fosse /48/ la derivazione di tanto mio malumore. Ciò inteso, mi dice prendo interesse nella Vostra combinazione, vado subito ad ordinare al mio Carozziere che venghi a servirvi. Egli oltre ad 80 anni, ha una lunga barba; è notte; e per giungere ad Hermannstat, vi sono due Poste ma vi dò la mia parola vi sarete in meno di due ore. Ricordatevi di non dargli /49/ paga giacche io non faccio il Nolezzino, ed al più acconsento ad una discreta mancia. Ciò detto se ne partì lasciandomi nel dubbio di sognare.

Difatti non passò un solo quarto d’ora, che comparvero quattro superbi cavalli guidati dall’Uomo in questione.

Nel mentre si occupava Egli nell’attaccarli al mio legno, in /50/ tuono al quanto burbe ro, mi ricercò se io avevo timore nell andar forte, al che avendogli io risposto negativamente, e ben Egli soggiunse, lasciate fare a me.

Il Sacerdote mio benefattore e che benedirò in tutto il tempo di mia vita comunque da me sconosciuto, non mi ingannò, poichè in meno di due ore ebbi la consolazione di ritrovarmi alla meta da me contemplata, /51/ cioè Hermanstat, ove presi Alloggio alla locanda, che mi venne indicata per la migliore, ma che io non ho ritrovata tale.

Domandato subito se vi fosse il Sigr Ambr, mi fù risposto che vi era arrivato nella mattina, e non sarebbe partito che nel giorno seguente, avendo il suo Alloggio all’altra locanda all’Iperator.

Mi sono portato subito dal Sigr Governatore Militare denominato /52/ il Barone di Rall, ma Egli si ritrovava a Teatro, comunque non fossero che le ore 7.

Passato quindi dal Sigr Ambr lo ritrovai gentile come in precedenza, esibendosi di procurarmi li cavalli assieme alli suoi.

Era Egli di famiglia non di Rango elevato, ne ricca, ma ebbi la fortuna di incontrare la benevolenza di un’opulente Signora, però non /53/ più giovane, la quale lo addottato lo aveva, per proprio figlio. questa sua compagna di viaggio, e sebbene non fosse a me concesso di seco Lei favellare, poichè parlava il solo inglese, in tutto il viaggio ebbi motivo di riconoscerla per un’egregia Signora.

Listen tale era il suo nome aveva seco lui qualche letterato, e Bottanico quali ho egualmente ritrovati buona /54/ gente, parlavano Essi abbastanza bene il Francese, e l’Italiano.

Nella mattina seguente mi portai dal Sigr Genl Comandte che io ritrovai nella Sua Cancellia occupato in affari.

Accolto con la maggior bontà, ed esibitogli oltre al Passaporto, una lettera comendatizia, rilasciatami dal Conso di guerra, dopo avermi onorato di invitarmi in quel giorno a pranzo, ordinò /55/ al di lui Aggiutante di condurmi dal Negoziante... quale mi avrebbe indicato quanto mi abbisognava, onde viaggiare per lo Stato Ottomano.

Mi disse Egli che al mio arrivo a Bucarest dovevo procurarmi da quel Principe un ordine perchè alle Poste non mi venissero ricusati li occorrenti cavalli, avvertenza questa da me poi riconosciuta inutile come lo si vedrà in apresso.

/56/ Mi disse essere cosa oppor che mi procurassi delle provigioni da bocca, potendo accadere che in molte località non trovassi cosa alcuna da cibarmi; finalmte mi cambiò alcuni Zecchini con moneta Turca, in raguaglio di Piastre sei al zecchino.

Al pranzo del Sigr Genl Comandante vi era una di lui giovane figlia, non bella ma di molto spirito, e ben educata; /57/ una vecchia loro parente. Il Sigr Amb con una de’ suoi compagni di Viaggio, l’Aggiutante e due altri Uffiziali.

Il pranzo fù abbastanza ben servito, ma il maggior condimento furono li modi veramente obbligati del Sigr Comandante e che superarono ogni Nostra aspettazione. Essendo giornata di Posta, presi congedo, onde scrivere a Venezia.

Nel giorno seguente 28 Apl /58/ si partì ad ora tarda quivi mancando qualche cavallo al Nostro bisogno si passò il confine Austriaco alla Torre Rossa si entrò in Valacchia ove non vi sono poste regolate e si conta il Camino ad ore come si vedrà al termine del presente Diario. Kinesny è un luogo miserabile, ed il Sigr Ambr vi fece collazione all’ombra di Alberi; volle Egli che io pure vi assistessi dicendomi gentilmt, che io dovevo essere /59/ ogni giorno di Lui commensale, quindi preso riposo in una cattiva capana, sopra della Paglia.

Nel giorno seguente 29 abbiamo passata la Montagna altissima denominata Kimtz è questa coperta di folti Boschi. Le strade sono pessime, a grado, onde essere obbligati di fare nella maggior parte a piedi.

Era già /60/ sopraggiunta la notte. Io mi ero avvanzato nella compagnia di due Inglesi, impaziente di giungere alla località, nella quale pernotare Si doveva, lor che si era smarita la strada ed internati in vece nel Bosco

Nel mentre si cercava il sentiero si uddì un forte calpestio, che si potè distinguere se fosse, o di persone, o di /61/ qualche belva. Si prese la fuga senza sapere ove si andasse anche per essere la notte oscurissima. nel mentre eravammo in tanta ben compatibile aggitazione sopraggiunsero fortunate alcuni Domestici con delle Torzie accese quali erano in traccia di Noi; raggiunto il S Ambl, solo verso la mezza notte abbiamo potuto pervenire al misero Villaggio /62/ di [spazio bianco nel testo] composto di poche Capane, in una delle quali mi sono coricato, sulla pagia assieme alli Padroni, quali erano miseri Villani. E comunque io mi attrovai estremante stanco, non ho potuto chiudere li occhi.

Alli primi albori del giorno seguente si continuò, e solo verso il mezzodì si terminò la montagna, entrando in una deliziosa pianura /63/ con ottima strada. Alle due dopo il mezzo giorno si giunse al picciolo Villaggio di Gajest, ove si fece collazione di castratto; latte, ed ova, poi si continuò fino all’altro Villaggio denominato Floresta, occupando altre cinque ore di viaggio. Colà si prese alloggio in un povero convento di Calogeri, ove il Sigr Amb venne complimentato per parte del Principe da un /64/ di lui Uffiziale, denominato Marino Perini spedindovi in pari tempo una superba carozza a sei cavalli per condurlo sino a Bucarest ma Egli se ne dispensò. Il Sigr Perini qual Delegato di Sua Altezza avendo molta autorita in tutto il Paese rendeva molto più solecito il Nostro Viaggio. Da due giorni io soffrivo una forte indisposizione di stomaco dalla quale però mi sono fortunate /65/ liberato con un oncia di sal d’Inghilterra. Io mi sarei ritrovato per certo a mal partito, ove in quele inospiti contrade il mio incomodo avesse preso un aspetto più serio. Il Sigr Perini prese posto nel mio Legno, e mi fece a rissovenire di averlo riconosciuto a Cos pli /66/ ove esercitava la Chirurghia.

Arrivati in ore 4 a Valentin Vi abbiamo ritrovata un’abbondante collazione sotto delli Alberi composta questa di un intiero Agnello arrostito Pollame; ova e late.

Fu mia fortuna che avessi la compagnia dell’ottimo Perini, avendomi Egli trattenuto agradevolte, precipuamte /67/ sulle cose di quel Principato.

Mi disse, che l’attual Principe si denominava Alessandro Morucci [103] da un anno statovi traslocato dalla Moldavia. Che si era Egli distinto nelli ultimi due Congressi di Yassi, e di Systoff [104]. Forte di molto genio, e liberalissimo, ed avesse già procurati in si brieve tempo molti beni /68/ al Principato. Fra questi si annoveravano due fabbriche di Panni, ed altre di carta, ma si ritrovava in momenti infelici per essere quelli Abitanti oltremodo estenuati, e per le due passate guerre, e mercè una illimitata avvidità dei Principi predecessori.

Ci abbiamo trattenuti per qualche ora ad un piciolo /69/ Villaggio denominato Bollesin e finalmt in altre ore 4 di camino si pervenne a Bucarest.

E’ questa la Capitale del Principato ove risiede il Suo Capo. E’ ubbicata in una estesa pianura, ed è irrigata dal piciolo fiume Dombovizza, quale scorre nel Suo mezzo.

E’ tutta scelciata di grossi tavoloni di Larice in mancanza di maccigni /70/ e questo scelciato viene rinovato in un’breve periodo di anni, la qual cosa apporta una spesa assai vistosa.

Li fabbricati, non meritano, che se ne parla. Vi sono sette Chiese, cinque delle quali di Rito Greco, una Riformata, e l’altra latina. Il Principe ha due Palazzi l’uno per l’Estate l’altro per l’Inverno.

/71/ Il Principe predecessore Maurogeno quale finì decapitato, ne aveva fatto edificare un terzo ma questi divenne poi Ospitale quindi in tempo di sucessione, incendiato.

Li suoi Abitanti calcolati 10/m ca, e la sua circonferenza non è maggiore di tre miglia.

L’Aria di Bucarest non è molto salubre e vi regnano le Febbri periodic precipu:te

SA aveva fatto aprontare /72/ per Nostro alloggio la Casa del Maestro di Posta, ma essendo troppo ristretta, si passò del Sigr: molto più comodo e decente.

Il primo Segreto del Principe venne a visitare il il Sigr Ambre in di Lui nome, e dirgli che nel giorno seguente lo vedrebbe volentieri alle ore dieci.

La Nostra Tavola abbondante e bene sevita, era a spese del Principe Nel giorno seguente essendo Domenica /73/ il Sigr Perini ebbe la gentilezza di far approntare la di lui carozza per pasare alla Chiesa Cattolica per udire la Messa, dicendomi che il solo Volgo andava a piedi.

Poco dopo il mio ritorno in casa comparve la carozza da Gala di S:A: tirata da sei superbi cavalli, e dodici Kioadari [105] (Camerieri) a piedi e preceduta da varii suoi Uffiziali a cavallo.

/74/ Fatto brieve camino, si passò per un non molto esteso cortile, ove si ritrovarono in ordine le di Lui Guardie, ed una quantità di gente curiosa di vedere il Sigr Ambr, quale venne ricevuto alle scale dalli primarii Uffiziali, e condotto nella sala di Udienza Io ebbi l’onore di tenergli compagnia assieme ad un cavaliere d’Ambsta

Al Nostro entrare colà, il Principe, che si ritrovava /75/ sieduto sul sofà, si alzò venendo al nostro incontro, e dopo brevi reciproche Uffiziosità, si posimo a sedere tre soli, cioè l’Amb un Gentiluomo di Ambsta, la mia persona, tutti li altri essendo rimasti in piedi.

Il discorso versò sul Nostro viaggio; ci ricercò se il Sigr Perini aveva adempito a dovere alle di lui inspezioni

/76/ S A si dichiarò quindi pronto a procurarci tutti li mezzi onde rendere la continuazione del Nostro viaggio possibimt solecito e meno incomodo

Se non che, non essendo il Sig Amb munito dei soliti Firmani di viaggio nè avendo ritrovato in Bucarest il Dragomano SA ebbe la gentilezza di dichiarare che avrebbe a tutto provrduto.

Terminate le cerimonie di metodo /77/ ed esibite da me al Principe la credenziale statami rilasciata a Vienna, siamo ritornati a casa con lo stesso treno.

Il Sigr Ambasr profuse in mancia, ed in modo degno di un inglese.

Avevo del pari una lettera comendatizia per il [spazio bianco nel testo] Console Austriaco colà residente il quale venne da me stesso esibita. Egli si partì /78/ nello stesso giorno a restituirmi la visita accompagnata dalle più obbliganti esibizioni.

Nella sera si passò ad un Festino da un Bojaro [spazio bianco nel testo] nella ricorenza, che una di lui figlia si era maritata; non vi ho ritrovato cosa meritevole da riportarsi.

Nel giorno seguente fù occupato nelle disposizioni occorrenti /79/ alla continuazione del Nostro Viaggio.

Nello Stato Ottomano non essendovi Poste regolari si acquistano a Bucarest li cavalli che occorrono, quali poi si rivendono a Cospl con nessuna, o poca perdita.

Siccome li cavalli della Valacchia sono assai picioli se ne attacano sei et dodici in una carozza Otto il di cui prezzo fù di Piastre 200 ossieno vte 7600.

/80/ Viaggiano questi lentamente tante ore al giorno fino a tanto si giunge alla Tappa, più o meno lontana. Il viaggio vien sovente ritardato dalla circostanza che siccome li attiragli sono di Paglia, si rompono con gran facilita ,e li cavalli fugono, dovendo li condottieri correre loro dietro per arrestarli.

S A ebbe la bontà di assegnarmi due Soldati Albanesi, oltre alle Guardie.

/81/ Si riparti la mattina sei maggio la Nostra picciola Carovana era composta della Carozzadel l’Amb a 10 Cavalli di due altre a sei per il di lui seguito e dalla mia con otto. Si aveva la scorta di un Mihmandar [spazio bianco nel testo] e siamo stati susseguitati da vari Turchi e Greci per maggiore loro sicurezza.

Poco prima della Nostra partenza il Sigr Amb ricevette un Espresso, con la notizia che /82/ il Dragomano della Mission Britanica Cospli Il Berto Pisani era giunto a Belgrado con li occorrenti Firmanida Viaggio onde attenderlo. Siccome non era quella la strada, che da Noi s intraprendeva, si perdete la speranza di vederlo.

Alle ore tre dopo il mezzo giorno si giunse a Capuzan dove si pernotò in ddue sufienti Capane.

Nel giorno seguente (7) si /83/ prosegue per strade assai fangose ed a guazzo dei picioli Torenti, ed alle ore 11 si giunse all’altro pur misero Villaggio di Doik Confine della Valacchia ed ove esistono due Guardie del Principe per esaminare li Passaporti delle Persone provenienti da Cos pli e dalle limitrofe località: devono pure sopravvegghiare la condotta dei Turchi dimoranti in quel Circondario [spazio bianco nel testo] due /84/ ore dopo il mezzo giorno si pervenne alla sponda del Danubio presso la Fortezza di Girgiou, di secondo ordine ed in faccia alla Città di Ruziuk al di là del Danubio.

Vi abbiamo ritrovate le Barche pronte per il passaggio del Fiume della larghezza in quella località /85/ di ca un Miglio e mezzo, vi sono alcune isolette, nelle quali si viddero alcuni Pescatori.

Il Pesce vi è in abbondanza, e di ottima qualità.

Il Mihimanddar ci aveva preceduto a Rusciuk per approntarsi li Alloggi non che le Guardie, quali dovevano scortarci.

Appena sbarcati, il Segio di quel Governatore venne con seguito all’incontro del Sig Ambtr per complimentarlo /86/ e ci condusse al Nostro alloggio composto di due cose, che sul momento furono à forza evvacuate dalli Turchi che vi abitavano.

Non si potè rinvenire altro cibo che del Pesce, Ova, e Bottiro; il Nostro letto, fù more solito, della Paglia

Partiti di buon mattino nel giorn seguente (8 Magio) con la scorta di otto Uomini a Cavallo bene Armati, oltre alle solite Nostre Guardie, si entrò in Bulgaria.

[1] Museo Civico Correr, Codice Cicogna [Cod. Cic.] 2979, fasc. 4, n. °1, doc. 19

[2] Cod. Cic. 2981, fasc. 17, n. °12-13.

[3] Cod. Cic. 2979, fasc. 4, n. °1, doc. 21: lettera del Barone Herbert Resth Keale del 9 giugno 1798. Non sappiamo se il gran numero di errori di ortografia sia da attribuirsi al diplomatico, al Giacomazzi stesso o all’archivista che su sua richiesta gli ha rilasciato copia conforme del documento.

[4] Ibidem, doc. 38.

[5] Ibidem, doc. 42.

[6] E. A. CICOGNA, Delle iscrizioni veneziane..., IV, Venezia, MDCCCXXXXIV [=1844]: 173.

[7] Ibidem.

[8] Cod. Cic. 131: I-II.

[9] Cod. Cic.1633, fasc. 3: 99-105.

[10] Ibidem: 62-63.

[11] Cod. Cic. 2981, fasc. 17, n. °1, 10, 15: lettere in data 23 settembre 1797.

[12] Ibidem, n°. 2

[13] Desideriamo esprimere un vivo ringraziamento ai Dott. Florina CRET e Adriano PAVAN, che ci hanno assistiti nella non facile impresa della decifrazione dei toponimi, spesso storpiati da chi li sentiva in forme dialettali, diverse da quelle ufficiali di allora e di oggi.

[14] Th. ANNE, Mémoires, souvenirs et anecdotes sur l’intérieur du palais de Charles X..., Paris: Werdet, 1831.

[15] Titolo originale: Les Cabinets et les Peuples, Paris, Béchet aî né, 1822. Su Louis-Pierre-Edouard Bignon (1771-1841) v.: Nouvelle Biographie Universelle, VI, Paris: F. Didot, M. DCCC. LIV [=1854]: 55-58; Enciclopedia Italiana, Roma: Istituto G. Treccani, MCMXXX - VIII [=1938]: VI, 996-997.

[16] Jean LEMAIRE de BELGES, La légende des Vénitiens, ou autrement leur cronicque abbrégée, par laquelle est démonstré le très juste fondement de la guerre contre eux... . La data ed il luogo indicati da C. G. sono quelli della concessione del privilegio; l’opera è stata stampata a Parigi, s. d., da Geuffroy de MARNEF, libraire juré de l’Université de Paris. Su Lemaire v.: P. SPAAK, Jean Lemaire de Belges, sa vie, son oeuvre, Paris, 1926.

[17] Ott. Ruscuq, bulg. Ruse.

[18] Giurgiu, ott. Yergögü , gr./lat. Theodoropolis.

[19] Ott. köšk "padiglione", "chiosco".

[20] Ott. Hammam "terme".

[21] Felze "ferro di gondola".

[22] Grosse barche da trasporto, tipiche della Laguna Veneta.

[23] Slobozia.

[24] C. G. interpreta probabilmente come un toponimo il termine romeno oras "città".

[25] Del Castello, costruito dai genovesi, non resta più nulla.

[26] Ott. qonaq, rom. conac "locanda".

[27] Ott. mihmanda r "maestro di cerimonie".

[28] Ott. kadi "giudice.

[29] Probabilmente un nome proprio: Yani (Ioan).

[30] Neajlov.

[31] Salatrucu.

[32] Grădiştea.

[33] Argeş.

[34] Văcăreşti.

[35] Colibaşi .

[36] Plapareşti.

[37] Sabar.

[38] Biserica Mitropoliei, ora Patriarhiei Române. Le relique sono quelle di Dumitru Basarab cel Nou (S. Demetrio Nuovo)

[39] Probabilmente la chiesa di Curtea Veche, Biserica Buna Vestire.

[40] Nicolae Mavrogheni, voevod di Valacchia, 1786-1790.

[41] Bolintin.

[42] Cernoghîrla oppure Ciorogârla.

[43] Cutruciani.

[44] Dragomireşti.

[45] Floreşti.

[46] Găieşti.Lo stesso toponimo è citato altre volte in forma più corretta: Gaiest.

[47] Ispravnic "governatore".

[48] Gaiseni.

[49] Piteşti.

[50] Ott. carši "mercato".

[51] Leordeni.

[52] Curtea de Argeş.

[53] Butreşti.

[54] Si tratta della biserica episcopala, fondata da Neagoe Basarab (cioè circa 270 anni prima che C. G. la vedesse). L’espressione "fabbricata alla Russa" significa verosimilmente che gli è parsa tipicamente ortodossa.

[55] Topolov. Qui C. G. confonde il nome del fiume con quello della città: Topoloveni.

[56] Dal sostantivo ispravnic C. G. crea, per analogia con Palatinato e simili, il termine Spraunicato.

[57] Titeşti.

[58] Spineni.

[59] Arefu.

[60] Agigea.

[61] Daia.

[62] Vlaşca.

[63] Târgovişte.

[64] Qui C. G. fa una sorta di riassunto del passaggio attraverso la Valacchia, indicando, tra le città toccate, quelle che segnano le divisioni amministrative del Paese.

[65] Turnu Roşu, Veres Torony, Rothenthurm.

[66] Boişoara.

[67] Grebleşti.

[68] Câineni.

[69] Sibiu, Nagy Szeben, Hermannstadt.

[70] Tălmaciu, Talmács, Talmetsch.

[71] Şelimbăr, Sellenberk (Selimbé), Schellenberg.

[72] Cibin, Zibin, Szeben.

[73] La costruzione della chiesa evangelica, gotica a tre navate, è iniziata nel XV secolo e Terminata nel 1520.

[74] Costruita nel 1786.

[75] Samuel Bruckenthal, Governatore della Transilvania, fece costruire, tra il 1775 ed il 1785, un imponente palazzo barocco, nel quale raccolse ricche collezioni d’arte, creando così il primo museo romeno. Il nucleo principale di questo museo è ancor’oggi quello amorevolmente descritto da C. G.

[76] Cluj, Kolosvár, Klausenburg.

[77] Miercurea Sibiului, Szerdahely, Reußmarkt.

[78] Amlaş, Omlás, Hamlesch.

[79] Apoldu de Jos, Kisapold (Kispóld), Kleinpold.

[80] Sebes, Szászebes, Mühlbach (Müllenbach).

[81] Cund, Kund,Reußdorf.

[82] Sibot.

[83] Sebeş, Sebes, Mühlbachfluß .

[84] Mureş, Maros.

[85] Orăştie, Szászváros, Broos.

[86] Dacopolis, Deva, Déva, Diemrich (Schloßberg).

[87] Strei.

[88] Bradu, Fenyöfalva, Gieselrau.

[89] Castello costruito nel 1621 dal Principe di Transilvania Gábor Bethlen.

[90] Dobra.

[91] Cosava.

[92] Timişoara, Temesvár, Temesburg.

[93] Făget.

[94] Lugoj, Lugos.

[95] Belint.

[96] Costeiu.

[97] Timiş, Temes.

[98] Recaş.

[99] La cintura verde che si estende lungo le rive della Bega.

[100] La cattedrale cattolica, costruita tra il 1750 ed il 1785.

[101] Sinersig.

[102] V. n. 85.

[103] Alexandru Moruzi, voievod di Valacchia, 1793-1796 e 1798-1801.

[104] A Şistov (Sištovo) si erano svolti i preliminari della pace, firmata poi a Ias i il 9 gennaio 1792 (vecchi stile) tra Austria e Russia da una parte ed Impero Ottomano dall’altra.

[105] Ott. coqadar.

 

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