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In una Venezia "senza tempo e senza luogo", cosi cara ai miti e alle "vacanze" della cultura europea, l’Istituto Romeno di Cultura continua a svolgere la sua attività e rendere onore al genius loci . Nel campo delle pubblicazioni, oltre i "Quaderni della Casa Romena", ecco, esce un altro numero del nostro Annuario, il terzo. Anche questo mira a documentare il nostro contributo all’approfondimento ed all’estensione degli studi italo-romeni. Anche questo cerca modestamente di inserirsi nel dialogo tra l’Occidente e l’Oriente Europeo, mai interrotto ma a lungo offuscato. Solo unendo le energie di queste due facce dell’Europa sarà possibile elaborare una cultura comune che sappia coniugare il rigore del pensiero di impronta occidentale, con il fascino, la fantasia e la profonda spiritualità orientali. Si sente una stanchezza nella civiltà occidentale? Una ragione in più per proporre una cultura rielaborata in maniera originale grazie all’humus ricco di linfa vitale proveniente dal suolo europeo orientale, "che ha conservato quella profonda spiritualità proveniente dall’Oriente cristiano e quel senso di stupore di fronte al mistero della vita in buona parte dimenticato dall’animo occidentale, troppo inaridito dal delirio della tecnica e da una modernità disincantata" (Angela Giustino Vitolo).

L’Annuario resta per noi uno sforzo di creatività e una speranza di continuità culturale, cosi come a Venezia, un raggio di sole, "una spiera del sol", per dirlo in veneziano, finisce per squarciare la nebbia di tante grigie mattinate.

I nostri sentiti ringraziamenti vanno, di nuovo, a tutti coloro che hanno reso possibile l’apparizione dell’Annuario. In particolar modo vanno al Museo Regionale di Satu Mare ed al suo Direttore, dott. Viorel Ciubotă, nonché ai suoi collaboratori che si sono impegnati nel farlo stampare.

 

Ion Bulei

 

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