28 ottobre 2004 - Pisa
Leonardo Mazzei
Chi mi ha preceduto ha detto le cose in maniera molto chiara per cui cerchero' di essere senz'altro breve. E' stato gia' detto che la repressione e' una componente fondamentale del mondo in cui viviamo. Spesso le persone di questo non si rendono conto e bisogna che avvengano fatti che magari toccano da vicino o toccano un conoscente, gli amici, i parenti o toccano la citta' in cui si vive perche' ci si renda conto di quella che e' la realtà repressiva in un paese come l'Italia.
C'e' un quadro generale che discende dalla stessa situazione internazionale e naturalmente non dobbiamo perderlo di vista, sia Pelazza che Vittorio ed ora Udei lo hanno illustrato benissimo.
Partiamo dunque da qui e mettiamo l'attenzione sulla parola chiave di questo quadro. La parola chiave e' terrrorismo, questa e' la parola chiave. E' la parola che imperversa nei telegiornali, sulla stampa, ovunque. C'e' questo mostro, il terrorista. Noi lo vediamo nella battaglia quotidiana che facciamo a sostegno della resistenza irachena, per quello che possiamo, come ormai, anzi da sempre, i mezzi di informazione occidentali qualificano come terroristi i partigiani combattenti iracheni ed esattamente nello stesso modo come i nazisti chiamarono banditi i partigiani italiani. Quindi il quadro generale e' questo, ma per ottenere la costruzione di questo mostro in generale, ma anche nel caso delle COR, nel caso pisano, si utilizza questo meccanismo che vede fondamentalmente in campo tre soggetti che lavorano comunemente, lavorano con un notevole sincronismo che sono: il soggetto politico, il governo e non solo il governo, comunque, la classe politica dominante, i mezzi di informazione e naturalmente il sistema giudiziario, la Magistratura. Questo e' vero in generale. E' vero sia che si debba giustificare un'aggressione armata sia come in questo caso quando si deve giustificare una azione repressiva su scala locale.
Vediamo il caso delle COR. Il caso delle COR per certi aspetti e' clamoroso e conferma questo tipo di schieramento che si determina quando ci sono delle scelte di fondo che evidentemente vengono fatte. Ci sono stati gli arresti, a partire da giugno, poi a luglio, ma la cosa clamorosa e' che nel mentre si verificano gli arresti di fine luglio usciva in Parlamento la relazione semestrale dei servizi segreti che individuava le COR come il nemico pubblico numero 1. Parlando di legami, per altro molto fantasiosi e irrealistici tra gli anarco-insurrezionalisti, antimperialisti, islamici, nuove brigate rosse, cioe' si butta tutto in un calderone e si dice: ci sono le COR.
La cosa viene ampiamente ripresa dal ministro Pisanu per costruire dei teoremi che servono a che cosa? Ma e' ovvio, ad alimentare costantemente un clima di allarme sociale, per giustificare ogni porcheria, ogni nefandezza, non solo sul piano repressivo ma anche sul piano sociale, dall'attacco ai diritti dei lavoratori alle condizioni di vita e cosi' via. Questo e' il punto, ma naturalmente il potere politico da solo non potrebbe ottenere questo risultato, se non fosse appoggiato dai mezzi di informazione e vediamo allora che, come nel caso di questa inchiesta, si e' comportata la stampa a livello nazionale ma anche locale, si e' comportata da serva, scusatemi ma non mi viene altra parola piu' adatta a descrivere il comportamento che c'e' stato. L'episodio citato ora da Udei del Corano, quasi che il Corano fosse di per se' indice della commissione di un reato, dimostra a che punto si e' arrivati. E poi la Magistratura. Si puo' dire quello che si vuole, non e' che la Magistratura pisana si e' comportata in questo caso peggio di quello che hanno fatto altri Magistrati in casi analoghi. E' un caso generale l'involuzione del diritto, il fatto che la Magistratura ha assunto un ruolo politico di fatto sempre piu' forte, il fatto che i Magistrati con le inchieste cosiddette anti-terrorismo fanno anche carriera.
Ma qui ci sono degli elementi specifici che dovrebbero suscitare una reazione forte anche in settori politici diversi, dovrebbero suscitare una reazione in tutti coloro che hanno a cuore la difesa degli spazi democratici. Che questa sia un'inchiesta fondata esclusivamente su elementi indiziari non e' un'opinione, e' un fatto. Basta leggere le ordinanze di carcerazione. Quindi un'inchiesta, come dire, estremamente debole, pero' si ritiene di aver messo le mani su persone da condannare e dunque non solo non si arretra di un millimetro, ma si dice che i soggetti sono pericolosi, quindi alcuni devono stare in carcere ecc. ecc.
E qui c'e' il problema che richiamava ora Udei, cioe' la carcerazione preventiva e' sempre piu' usata, senza nessun limite; noi siamo un paese dove spesso i garantisti hanno sollevato questa questione ..(interruzione cassetta)…. pero' rispetto ai giovani dei centri sociali o di altre realta' che evidentemente non godono di queste tutele, nessun garantista ne' di sinistra ne' di destra ha ritenuto di dover dire qualche cosa. E questo se permettete e' scandaloso, vergognoso e lo dobbiamo denunciare.
Poi c'e' questa perla, perche' di perla si tratta, del Tribunale del Riesame, che una volta si chiamava Tribunale della Liberta', che per fortuna non e' piu' della Liberta' altrimenti chissa' cosa avrebbe scritto, di Firenze che scrive nero su bianco nel caso di William Frediani ma evidentemente lo avrebbe potuto scrivere nei confronti di chiunque altro, che l'elemento che attesta la pericolosita' del soggetto, per cui deve restare in carcere, e' l'adesione a quella che viene definita ideologia comunista, della lotta di classe, ecc.
Ora, guardate che una affermazione di questo tipo, messa nero su bianco, un tempo avrebbe suscitato una reazione fortissima perche' in questo paese in tanti si definiscono comunisti, ci sono partiti che sono stati al governo, altri partiti che si apprestano a tornarci, non e' che ci sono tutti i comunisti che dice Berlusconi, sono molti di meno, insomma, a parole molti si definiscono comunisti. E un Tribunale del Riesame di questo paese dice che l'essere comunista e' una aggravante, ma non una piccola aggravante, e' una notevole aggravante, e non hanno dato reazioni adeguate. Ma questo non mi stupisce, non e' che ora faccio l'ingenuo, pero' voglio segnalare questo fatto, come la Magistratura assume un ruolo prettamente politico in rapporto agli altri soggetti che ho citato prima, il governo e la stampa.
Allora, se la situazione e' questa, ed e' questa in generale, io vorrei che si avesse la convinzione, io personalmente ne sono convinto, se questa vicenda di Pisa delle COR ha queste caratteristiche, allora e' necessaria una risposta politica. Guardate io vi devo dire che rispetto alla situazione iniziale qualcosa di positivo lo vedo, ad esempio il presidio che e' stato fatto il 16 ottobre, il corteo che dalle Logge dei Banchi e' andato fino a Piazza S. Silvestro, a mio giudizio e' stato un fatto positivo, rispetto alla situazione precedente, cosi' come giudico positiva la partecipazione di questa sera perche' non nascondiamoci le difficolta' che si sono registrate nella citta' di Pisa rispetto alle quali e' giusto che noi diciamo qualche cosa anche per capire come andare avanti con questa mobilitazione, perche' siamo qui per parlare della repressione, per denunciare una situazione, per cercare di capire quali sono gli elementi caratterizzanti, ma poi e' anche giusto cercare di dire qualche cosa per vedere anche come queste iniziative possano servire per portare avanti una mobilitazione per raggiungere gli obiettivi che ci prefiggiamo: in primo luogo la liberazione dei compagni. Allora io credo che ci siano alcuni punti fermi, e se partiamo da questi poi possono essere fatti passi successivi.
Il primo punto è che, di fronte alla repressione, chi si batte quotidianamente contro lo sfruttamento, contro l'oppressione, deve muoversi per impedire che coloro che sono stati arrestati e colpiti vengano rimessi in liberta', cioe', non si lasciano i compagni in mano alla Magistratura, poi Magistratura significa potere politico e per altri aspetti anche i mass media che poi li danno in pasto alla cosiddetta opinione pubblica.
Il secondo punto che e', credo, il piu' importante e' questo: siccome il potere non e stupido, e' tutt'altro che stupido, colpisce in maniera differenziata, cercando anche di dividere quello che e' il movimento che si puo' opporre a quella politica per cui, ad un certo momento, i nemici sono i black bloc, piu' o meno fantomatici ma sono i black bloc, in un altro momento i nemici sono gli antimperialisti, in un altro momento sono gli anarco-insurrezionalisti , in un altro momento ancora sono gli islamici, genericamente intesi. Se le componenti che si oppongono allo stato di cose presenti, cioe' coloro che si oppongono al regime bipolare perche' io do' per scontato che chi e' dentro e accetta il bipolare accetta anche questo stato di cose e non puo' opporsi, ma chi e' fuori e agisce come persona libera deve unirsi indipendentemente dalle differenze politiche che ci sono. Io sono del Campo Antimperialista: e' chiaro che, ad esempio, con i compagni del circolo Il Silvestre ci sono delle differenze politiche, ci sono dei punti in comune ma ci sono anche delle significative differenze politiche. Ma sarebbe sciocco, assurdo, sarebbe completamente sbagliato e suicida se non cercassimo la base politica comune per fare iniziative insieme. E quello che dico per il Silvestre, i compagni del Silvestre sono presenti qui stasera, vale per altre realtà che sono sensibili su questo terreno, credo che altre ce ne sono stasera e questo e' un fatto positivo perche' nella realtà di Pisa abbiamo registrato delle difficolta'.
Ultimo punto che comunque ho gia' citato. Premesso quindi che non si lasciano i compagni in mano alla Magistratura, bisogna ricercare l'unita', anche tra diversi, per ottenere un risultato. L'obiettivo che noi dobbiamo rivendicare con tutti i mezzi che abbiamo, che non sono molti, ma quelli che ci sono, con le manifestazioni, con le prese di posizione, intervenendo ovunque e' possibile, sulla stampa, con i volantini, con tutti i mezzi, con qualsiasi cosa, e' la liberta', la liberazione degli arrestati, in una inchiesta che, ripeto, ha le caratteristiche per certi aspetti di regime che dicevo prima, cioe' la costruzione del mostro da dare in pasto all'opinione pubblica. Se abbiamo questa consapevolezza, io penso che dobbiamo prendere atto che alcune cose in positivo sono accadute. Ho citato il presidio di due settimane fa, la stessa assemblea di stasera, io penso che ci siano le condizioni per andare avanti, non e' detto che con la mobilitazione si raggiunga il risultato, ma se non altro con la mobilitazione un segnale lo si da', si da' anche un sostegno completo a coloro che sono colpiti dalla repressione in primo luogo, ai due compagni che stanno in carcere e comunque contribuisce a contrastare questa spinta repressiva così forte.
(Nota: La trascrizione non è stata revisionata dall'oratore)