Assemblea del Comitato contro la Repressione

28 ottobre 2004 - Pisa

Introduzione (Paiotta Vittorio)

Questa è la prima iniziativa pubblica del Comitato contro la Repressione di Pisa. L’esigenza di dare vita a questo comitato è nata quest’estate, come reazione ad un’operazione di polizia che ha portato in carcere diversi compagni. L’accusa mossa a questi compagni è quella di essere membri delle C.O.R. (Cellule di Offensiva Rivoluzionaria) e di aver organizzato ed eseguito alcuni attentati per lo più contro esponenti di AN a Pisa. E’ la stessa accusa che ha colpito, dal 7 Giugno scorso, il gruppo ecologista pisano “Il Silvestre”. Il risultato di questa operazione è stato l’arresto di sette compagni, due messi in carcere (Alessio Perondi e William Frediani, militante anche del Campo antimperialista) e cinque agli arresti domiciliari restrittivi. Un ottavo si è sottratto al provvedimento di custodia. E’ dell’altro ieri la buona notizia che tre di questi compagni che erano agli arresti domiciliari sono stati liberati.
Gli indizi a carico di questi compagni sono labilissimi, di fatto basati solo su alcune intercettazioni telefoniche, ma queste sono bastate a far scattare le misure detentive.
Io non entro nello specifico giuridico della vicenda perché non essendo tra l’altro giurista non ho titoli: stasera sono presenti avvocati che se lo ritengono opportuno entreranno nello specifico giuridico della vicenda. Quello su cui mi voglio soffermare è un altro punto. Nonostante l’evidente labilità degli indizi e comunque la presunzione di innocenza, diritto di cui in teoria dovrebbe godere ogni persona, questi compagni sono stati immediatamente sbattuti sulle prime pagine di tutti i giornali (locali ma non solo) come i mostri che attentavano alla nostra sicurezza. Tutti i più incredibili collegamenti sono stati fatti dai nostri prezzolati scribacchini: infatti, non contenti di aver convertito la presunta innocenza in colpevolezza certa, gli incarcerati sono stati di fatto presentati all’opinione pubblica come un tutt’uno con le BR e allo stesso tempo accusati di essere la base italiana di organizzazioni islamiche stile Al Queda. E’ bastato poi che uno degli arrestati chiedesse di portarsi in cella i libri che gli servivano per preparare un esame universitario (il Corano e la Divina Commedia) perché si scatenasse il putiferio.
Praticamente quest’episodio valeva più di mille confessioni.
Se questa campagna diffamatoria si fosse fermata qui sarebbe stata scandalosa ma forse non seria (conoscendo la qualità della stampa locale). Invece purtroppo non è così: è la stessa relazione dei servizi segreti spiegata dal Ministro dell’Interno Pisanu, a mettere le C.O.R al centro del pericolo sovversivo in Italia oggi. Assieme alle COR si trovano anche gli antimperialisti che sostengono la resistenza irachena. Il bisogno del mostro è evidentemente più forte di qualsiasi evidenza.

Dovrebbe essere chiaro a tutti a questo punto che l’operazione messa in campo dalla Magistratura è un’operazione tutta politica. E’ la risposta ad una domanda d’ordine che proviene dai settori più reazionari della società e da alcuni settori del potere. E di certo non riguarda solo le C.O.R, ma potenzialmente tutti coloro che non vogliono omologarsi alle leggi del capitalismo oggi. Gli esempi purtroppo non mancano. Pochi mesi fa sono stati arrestati alcuni membri del Campo Antimperialista tra cui il portavoce, Moreno Pasquinelli, assieme a due compagni turchi del DHKC. Grazie ad una forte mobilitazione e una grossa solidarietà siamo riusciti a far si che i compagni del Campo fossero scarcerati, ma purtroppo al momento i compagni turchi rimangono ancora in stato di reclusione. Come si vede l’inserimento degli antimperialisti che sostengono la resistenza irachena nella relazione dei Servizi non è casuale.
Inoltre non si contano le retate contro gli immigrati, notoriamente il soggetto sociale più debole perché privato sistematicamente dei diritti più elementari, che vengono accusati di collaborazionismo con il terrorismo islamico e incarcerati sulla base di indizi inesistenti.
E più in generale, l’introduzione delle liste nere, in America e in Europa, per cui una qualsiasi organizzazione realmente antimperialista può essere messa fuorilegge senza possibilità di appello a nessuno. Anche la giustizia formale quindi risulta cancellata.
E’ evidente quindi, a nostro avviso, che la situazione sia di una gravità assoluta e l’esigenza di mobilitarci e difendere gli spazi di agibilità politica sia del tutto naturale. Purtroppo non tutti la pensano così, anzi: anche a sinistra si stenta a cogliere la gravità della situazione attuale. Troppi silenzi ci sono stati nei confronti di questa vicenda, favoriti da una scarsa capacità di analisi del fenomeno. Il particolarismo e il settarismo all’insegna del “meglio lui che me” o “a me non può capitare perché sono diverso da lui” non tengono conto che l’ondata repressiva in atto riguarda tutti, e non solo alcuni più esposti di altri. Lo scopo del dibattito di questa sera è quindi quello di cominciare a rompere il muro del silenzio e, speriamo, quello di dare un nostro contributo alla comprensione del fenomeno repressivo in Italia oggi.

Interventi:

>> Avv. Giuseppe Pelazza

Udei Ramadan

Leonardo Mazzei

Comitato contro la repressione Versilia

Circolo "Il Silvestre"

Prof. Puliga

Conclusione: Avv. Giuseppe Pelazza